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Autore: Iris of thoughts    27/05/2013    3 recensioni
Questa è la prima storia, abbiate pietà! I personaggi? Due ragazze qualunque, forse le conoscete, forse le vedete tutte le mattine uscendo di casa... potrebbero essere chiunque.
Dalla storia:
Quella volta aveva pensato che lo stomaco le si fosse chiuso per la gelosia nei confronti del ragazzo che le interessava e con cui Lei in quel momento stava parlando. Solo dopo molto tempo era riuscita a definirne la causa per quella che realmente era: attrazione.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non so cos'è, qualcosa senza troppo senso a sé stante, venuto fuori all'improvviso e con prepotenza, mandandomi in panico perché non trovavo la penna. È una femslash e non avendo alcuna esperienza in materia potrei aver sgarrato tutto alla grande. Vabbé vi lascio a questa cosa indefinita, sperando che abbia un minimo di senso...



E poi si baciarono.

In quel momento le tornò in mente la prima volta che l'aveva vista. Ricordava ancora il preciso movimento che aveva fatto per riavviarsi i capelli: tentava di essere un gesto disinvolto, ma era risultato un po' affettato il modo in cui le sue dita erano passate in mezzo a quei fili dorati.

Istintivamente fece risalire una mano lungo il collo della ragazza fin quando le sue dita non si ritrovarono avvolte nei suoi corti capelli dorati. E li strinsero, come aveva sempre immaginato di fare, in un misto di paura, sorpresa ed eccitazione, quando sentì la sua lingua scivolarle lungo il labbro inferiore.
Stavolta era la mano di lei a risalirle la schiena. E lo faceva con delicatezza, provocandole dei brividi che la costrinsero ad avvicinare i loro corpi, mentre lo stomaco le si chiudeva. 

Quella volta aveva pensato che lo stomaco le si fosse chiuso per la gelosia nei confronti del ragazzo che le interessava e con cui Lei in quel momento stava parlando. Solo dopo molto tempo era riuscita a definirne la causa per quella che realmente era: attrazione.

Schiuse le labbra per prendere fiato, no, per sentire il suo fiato, ammise a se stessa. E per darle la possibilità di assaggiarla. Lei però sembrava esitare. E si attardava attorno alle sue labbra senza però sfiorarle, respirando il suo stesso fiato e facendola quasi mugugnare di frustrazione. 

Quasi aveva mugugnato dentro di sé quando per la prima volta si era ritrovata a confronto con i suoi occhi. E aveva continuato a gemere dentro di sé per la frustrazione, quando quegli occhi color caramello non si rivolgevano a lei. Quasi fremeva dentro di sé quando la guardavano.
Lei diceva di essere insicura, vittima, ma no, lei era la cacciatrice ed aveva designato la sua preda.


Aprì gli occhi ed il suo cuore perse un battito trovando il suo sguardo ambrato su di sé. Lo sguardo di una cacciatrice che vede la sua preda cadere nella trappola.

Aveva avuto lo stesso sguardo quando poco prima aveva fatto crollare le sue barriere, costringendola in quello stesso angolo della piccola stanza buia in cui si trovavano e di cui da tempo aveva perso la percezione.

No. No. 
Non le avrebbe permesso di eludere tutte le sue barriere, di denudarla di qualsiasi protezione. Non le avrebbe permesso di superare tutti i suoi muri.
Non se sarebbe stata la sola a farlo.

La prese per le spalle ed invertì bruscamente le posizioni, chiudendo lei all'angolo. Fu con impaccio, frenesia, bisogno, rivincita, che bloccò le sue proteste con le proprie labbra.
Non ci sarebbero state prede.
Fu con dolcezza, che sorprese la sua mano, salita sulla spalla per respingerla, intrecciando le sue dita con le proprie.
Non ci sarebbero state vittime.
Fu con timidezza che la sua lingua assaggiò il suo sapore. E con esitazione che lei le rispose.
Né cacciatrici.
Fu con lentezza che si staccarono. 
E con intensità che si guardarono.

Come la prima volta.

Non sarebbero state mai più sole.

  
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