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Autore: itsjen    27/05/2013    6 recensioni
-Perché mi hai tenuto nascosto questo? Perché ci hai tenuto nascosto questo?- domandò il padre guardando di sfuggita lo stregone.
-Come se l’aveste accettato- sbottò Alec innervosito.
-E’ solo una cosa momentanea, figlio mio- parlò Robert in modo rassicurante. –Capisco che da giovani si fanno pazzie, e lo accetto-
-Padre, forse non avete capito, io lo amo- sbottò Alec rosso in viso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Maryse Lightwood, Robert Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Alexander- lo chiamò il padre. –Non credi che ci devi delle spiegazioni?-
Alec si girò, incontrando gli occhi severi del padre. Stava parlando con Magnus sulle scalinate della piazza e osservava curioso il via vai di gente che stava allestendo frettolosamente la festa che si sarebbe tenuta poche ore dopo.
-Padre- lo salutò. -Madre- aggiunse rivolgendosi alla figura femminile accanto a lui. –Credo che non servano spiegazioni-
Si alzò. Subito Magnus lo seguì, appoggiandogli cautamente una mano dietro la schiena, all’altezza delle spalle, ma ben nascosta dallo sguardo del padre. Sapeva che, se avesse visto quel gesto, apparentemente superfluo, avrebbe peggiorato solo la situazione.
-Perché mi hai tenuto nascosto questo? Perché ci hai tenuto nascosto questo?- domandò il padre guardando di sfuggita lo stregone.
-Come se l’aveste accettato- sbottò Alec innervosito.
-Alexander, capisco che sei confuso, non ti sei mai innamorato in vita tua, capisco che magari hai cercato qualcosa di diverso, ma arriverà il tuo momento- si intromette la madre.
Alec scoppiò in un’amara risata, lasciando sbalorditi i proprio genitori.
-Vorreste dirmi che secondo voi sono diventato gay perché non ho mai trovato una ragazza attraente?- li guardò come se fossero pazzi, e forse, pensò, pazzi lo erano davvero. –E per la cronaca io sono innamorato- aggiunse, guardando Magnus.
-E’ solo una cosa momentanea, figlio mio- parlò Robert in modo rassicurante. –Capisco che da giovani si fanno pazzie, e lo accetto-
-Padre, forse non avete capito, io lo amo- sbottò Alec rosso in viso.
Magnus si girò a guardarlo, incredulo. Doveva ammettere che spesso aveva immaginato come sarebbe stato sentire quelle due parole, al tono imbarazzato dello Shadowhunters mentre le pronunciava, quasi come se fosse un segreto che lui doveva custodire con cura. Nemmeno nei suoi sogni più estremi avrebbe mai pensato che le avrebbe pronunciate davanti a qualcuno, figuriamoci davanti ai suoi genitori.
Maryse e Robert rimasero impassibile, le labbra di quest’ultimo ridotte ad una riga sottile.
-Cosa gli hai fatto?- sputò fuori, incenerendo lo stregone con lo sguardo. –So che sei stato tu, cosa gli hai fatto?-
-Lui non mi ha fatto proprio nient…- iniziò Alec, ma Magnus lo interruppe.
-E’ molto nobile da parte tua difendermi, Alexander, ma lascia che sia io ad occuparmene- si scusò, poi si rivolse a Robert. –Non gli ho fatto niente. Lui è lo stesso Alexander che conoscevate, solo che finalmente ha accettato se stesso. E invece di fargliene una colpa dovreste solo abbracciarlo, e rassicurarlo, perché lei non sa quanto sia difficile accettarsi per quello che si è. Ci vuole coraggio. Ed Alec è una delle persone più coraggiose che conosca, e lo amo anche per questo- concluse guardandolo sorridente.
Alec lo guardò con riconoscenza.
-Tu non puoi… Voi non potete… Siete due maschi!- urlò isterico il padre.
-Molto perspicace, Robert- sorrise beffardo Magnus.
-Alexander, come puoi preferire lui, che ti conosce da pochi mesi, al tuo onore, alla tua famiglia?- domandò Maryse, ottenendo uno sguardo di apprezzamento dal marito.
-Lui mi conosce meglio di voi. E lui, sicuramente, mi vuole più bene di voi- sentiva gli occhi pungergli, ma non poteva piangere, non davanti ai suoi genitori, se ancora poteva chiamarli tali. Era un cacciatore, e un cacciatore non si mostra mai debole. –Ed ora, con il vostro permesso, noi ci andiamo a preparare per la festa di stasera-
Lo prese per mano, finalmente libero di poter esprimere i suoi sentimenti senza timore. Scesero le scale in silenzio, e ringraziò silenziosamente Magnus per aver taciuto. Si fermò all’angolo di una delle strette stradine che caratterizzavano Idris.
Lo guardò dritto negli occhi, il blu dell’oceano contro il verde dello smeraldo.
-Ci hanno detto che siamo sbagliati, ma quando ti guardo negli occhi non riesco a crederci- disse infine.
-Tu non sei sbagliato- rispose dopo un attimo di silenzio, alzando una mano per accarezzargli la guancia. –Sei Alec, ed io non potevo chiedere di meglio-
Il Nephilim lo abbracciò. Inspirò il suo odore di sandalo, mischiato a quello caramellato della magia.
-Neanche io potevo chiedere di meglio- disse tirando su con il naso, e timidamente alzò il viso e gli stampò sulle labbra un tenero bacio.
 
  
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