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Autore: destroyedcc    27/05/2013    3 recensioni
Direttamente da una scuola superiore del sud d'Italia e da due menti malate e annoiate ecco che esce questa fanfiction. Idea nata ascoltando "They don't know about us" dei One Direction.
P.s. è stata scritta con l'autrice freakout.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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They don’t know about us.



Siamo due ragazzi liceali che dal nostro posticino in prima fila, nascosti da zaini e giacche, ci troviamo spesso ad osservare una coppia.

All’inizio era un gioco ma andando avanti…abbiamo capito che in loro, o meglio, nella loro relazione, c’era un fondo di verità.
Da allora abbiamo cominciato ad osservarli con più attenzione e abbiamo soprannominato la loro coppia “Villogna”, per via dei loro cognomi.
Siamo andati ad investigare sempre più a fondo e oggi siamo qui per parlarvi della loro storia omosessuale.

Tutto ebbe inizio in un caldo settembre, il giorno dell’inizio del primo anno scolastico di scuola superiore del 2012. I due si conobbero capitando nella stessa classe, decisero di sedersi al fianco e, insieme, capirono di essere adatti l’uno per l’altro.
I giorni passavano e con loro crescevano i sentimenti e le paure.
Perché in un mondo marcio come il nostro, essere accettati per quel che è veramente è un optional.
Ma loro si amavano e ogni giorno i loro sguardi s’incontravano senza poter mai sfociare in un abbraccio, in un bacio o in qualcosa di più.

Continuammo ad osservarli e un giorno a scuola, mentre li stavamo cercando, notammo la porta dello stanzino delle scope, solitamente chiusa, leggermente aperta. Sentimmo dei gemiti e ci avvicinammo incuriositi ma quando i nostri occhi affacciarono allo spiraglio aperto della porta trovammo una scena bellissima, che ci sarebbe piaciuta se…i due che stavano unendo i loro corpi e le loro anime, se i due che supportavamo con tutto il nostro cuore…non si fossero accorti di noi.
Uno dei due scattò verso la porta immediatamente ma l’altro lo tirò verso se afferrandolo per un braccio. Approfittammo di quel momento per svignarcela ma anche dal corridoio potemmo udire la frase arrabbiata: “Non ne posso più di nascondermi! Ormai sei solo tu che non ne hai il coraggio!”.

Nei giorni successivi si notò la loro palese separazione: niente più camminate verso casa mano nella mano, niente più sguardi intensi e sorrisi scambiati alla luce del tramonto. Perché uno non aveva paura dei pregiudizi mentre l’altro ne era terrorizzato.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la nostra scoperta e allora ci sentimmo in colpa e decidemmo di dover far qualcosa, di agire.
Durante l’intervallo notammo i due distanti per la prima volta, seppur i loro sguardi continuassero ad incrociarsi per sviarsi subito dopo.
Stufi di quell’opprimente situazione li chiamammo dentro una classe vuota e chiudemmo la porta alle nostre spalle, fermamente decisi ad aiutarli a far vivere loro l’amore travagliato che meritavano.
Li guardammo dritti negli occhi e stemmo in silenzio per qualche secondo vedendo in loro la paura di un qualche ricatto per averli scoperti. Aspettammo ancora qualche instante e demmo fine alla loro indecisione affermando che sì, noi sapevamo.
Ci avvicinammo ai due con fare sereno e cominciammo a dar aria ai pensieri che da settembre invadevano le nostre menti: “ Voi non siete diversi, voi amate come ogni altro essere umano. Dovete farvi forza e uscire all’aperto perché là fuori è pieno di gente capace e volenterosa di aiutarvi e sostenervi. Ricordate che noi siamo dalla vostra parte, ieri, oggi e sempre. Facciamo il tifo per voi, ragazzi”.
Uscimmo dalla classe lasciandoli un po’ disorientati ma continuammo a spiarli di nascosto, curiosi di vedere come sarebbe andata a finire la loro storia.
Ed ecco che uno dei due si voltò per primo verso l’altro con occhi lucidi, l’altro lo guardò e sussurrò solo due dolci parole “ti amo”.
L’altro, il ragazzo dagli occhi verdi ormai riempiti di lacrime, si tuffò tra le calde braccia del suo amato, per poi alzare il volto e fondersi con le sue calde e morbide labbra: “ti amo anch’io”.

Dal nostro posto nascosto sorridemmo e ci sentimmo finalmente soddisfatti, allora andammo via lasciandoci dietro i due innamorati sfortunati.






Scritta con l'autrice freakout
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