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Autore: IoAmoJoe    27/05/2013    0 recensioni
Le relazioni a lunga distanza non durano.
O almeno Izzie la pensava così,finchè non conosce Joe Jonas.
L'attrazione tra i due è fortissima dal primo momento,ma il fatto che vivono lontani fa sembrare la loro relazione impossibile anche prima che cominci.
Saranno Joe e Izzie capaci di combattere contro la distanza che li separa e riusciranno a scoprire che magari la distanza non vuol dire nulla quando trovi una persona che significa tutto per te?
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I'm baaack.
Nuova storiella,leggete e fatemi sapere belle bimbe.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Even when we're miles apart.

 
 
Mentre sono a letto ascolto la pioggia picchiettare vicino alla finestra, e provo a convincermi che sia già mattina. Fuori è ancora buio e se non fosse per la sveglia che  mi avvisa che è ora di alzarsi, fingerei che sia ancora notte e tornerei a dormire. L'idea è invitante ma al posto di rimettermi sotto le coperte, mi alzo e subito corro a farmi un caffè. Mentre aspetto l'acqua che salga, guardo fuori la finestra deprimendomi alla vista della pioggia. Il caffè è pronto, prendo la tazza e mi dirigo sopra andando in bagno, preparandomi a fare una bella doccia che mi faccia svegliare.
Comunque, il mio nome è Isabelle. Isabelle Thomson. Ho vent'anni e vivo a Londra, in una bella casa elegante a Belgravia. Ho vissuto qui praticamente per tutta la mia vita, assieme ai miei genitori e a mia sorella minore Emily. Finchè, quando avevo tredici anni, mia madre è morta in un incidente stradale e io e mia sorella abbiamo vissuto con papà. Lui non si è mai risposato, e adesso che io ed Emily siamo abbastanza grandi, sta sempre via per lavoro. Io e mia sorella non siamo mai state molto legate a papà, infatti lo vediamo poche volte all'anno. Ha deciso di andare via, non vuole vivere in questa casa, secondo me ha troppi ricordi della mamma. Eppure nonostante questo non mi sono mai sentita sola. Io e Emily abbiamo due anni di differenza, e se non fossimo state sorelle non credo saremmo state grandi amiche. Siamo praticamente diverse, due opposti. Ultimamente la sto vedendo poco, visto che ha un nuovo lavoro e il poco tempo libero che le rimane preferisce passarlo col suo fidanzato, Ben. Ormai stanno insieme da quasi due anni, e credo siano una bellissima coppia ma di sicuro non sono interessata a vivere una storia del genere. Credo sia meglio stare lontani dai fidanzamenti, e poi non ho neanche il tempo di avere un ragazzo. Sono una studentessa della University College London, sono all'ultimo anno e studio psicologia. Sono un tipo da università, proprio come mia madre e infatti cerco sempre di avere voti alti. Chiedo sempre di più a me stessa rispetto a quanto io possa dare, ma sono fatta così, ed è per questo che adesso sono sveglia alle nove del mattino, con un mal di testa terribile. La sera resto sveglia fino a tardi per ripetere, e per evitare di addormentarmi prendo mille caffè. Devo smetterla, sul serio.
 
 
 
Dopo aver finito la doccia e dopo aver bevuto il mio caffè, mi vesto. Scelgo l'abbigliamento accuratamente. Londra nel mese di Novembre è gelida. Opto per un leggins nero, e una felpa grigia sopra e huggs neri. Si, poco colorato lo so ma almeno sto calda. Mi asciugo i capelli e dopo li lego in una coda di cavallo malfatta. Mi lavo i denti, un pò di mascara, un pò di gloss e sono pronta. Metto tutto in borsa e prendo l'ipod prima di uscire. Da dove abitiamo noi, a piedi ci vogliono circa venti minuti per arrivare al College ma visto che stamattina piove dovrò accontentarmi di prendere il treno, cosa che odio visto che è sempre affollato. Striscio la card per entrare nella  Knightsbridge Underground Station, e aspetto l'arrivo del treno insieme alle altre persone. Arrivato il treno, mi precipito ad entrare essendo già consapevole del fatto che non ci sia nessun posto libero. Infatti, passo tutto il viaggio spiaccicata con la testa nel vetro. Questo giorno sta andando di male in peggio. Mi pento di non essere rimasta a letto.
 
 
 
Quando finalmente il treno si ferma, mi precipito fuori con molto piacere respirando di nuovo aria pura e fresca. La pioggia si è calmata un pò, quindi decido di andare a piedi all' Università anche perchè devo fermarmi da Starbucks. Ho bisogno di molta più caffeina perchè già prospetto una giornata schifosa! Apro la porta, e l'odore familiare di caffè mi rilassa immediatamente....finchè non apro gli occhi e guardo quanta gente c'è in fila. A quanto pare stamattina a Londra hanno avuto tutti la mia stessa idea, e sembra abbiano fatto prima di me. Ma ormai sono dentro e non sarei uscita di lì senza il mio caffè. Guardandomi in giro annoiata, provo a cercare un passatempo, e decido di iniziare ad osservare le persone. E' sempre stato un mio hobby, ovviamente non sono una stalker!
Parecchi tavoli non sono occupati. A quest'ora la gente va di fretta, quindi preferisce prendere il caffè e andare via piuttosto che sedersi al tavolo. Solitari, all'angolo dello Starbucks, ci sono seduti tre ragazzi che stanno parlando e sembrano parecchio rilassati rispetto a tutte le altre persone qui dentro. Uno di loro mi da le spalle, ma riesco a vedere perfettamente gli altri due e beh devo dire che sono molto carini, e  questo di certo rende l'attesa più piacevole. Uno di loro ha  i capelli ricci, mentre un altro ha  un cappello. Mentre discretamente li osservo, il ragazzo col cappello alza lo sguardo e decide di farlo incontrare proprio con il mio. Beccata, penso tra me e me mentre giro lentamente lo sguardo rivolgendolo alla fila. 
Sul serio, è bellissimo! Combatto l'impulso di girarmi di nuovo, consapevole che lui mi sta guardando, o forse sono paranoica. Mi concedo solo un piccolo sguardo, e noto che mi sta ancora guardando con un sorriso divertito sulle labbra, ma questa volta a fargli compagnia ci sono anche gli altri due. Perfetto, adesso sanno che li stavo guardando. Arrossisco, mordendomi il labbro. Ignorando la bellezza di quel ragazzo, tengo incollati gli occhi sulla fila che lentamente inizia a muoversi. In fretta arriva il mio turno, ordino, e quando è pronto mi affretto ad uscire da lì facendo ben attenzione a non rivolgere neanche un minimo sguardo a quel tavolo.
 
 
Finalmente sono fuori da lì, felice di notare anche che non piove più, quando ad un tratto sento una voce con un poco familiare accento americano dietro di me.
"Hei scusa, credo tu abbia perso una cosa.."
Non credevo stesse parlando con me, finchè non sento qualcuno toccarmi il braccio, facendomi fermare. 
Mi giro e con mia sorpresa mi trovo ad incontrare di nuovo lo sguardo di quel ragazzo col cappello. Mi stava offrendo dei fazzoletti.
"Fazzoletti?" chiedo sorpresa
"Mmmh okay....lo so è una pessima scusa, ma non sapevo in quale altro modo fermarti" mi spiega, facendomi scoppiare in una risata.
Credo sia colpa del nervosismo, perchè ad un certo punto davvero non riesco a smettere di ridere, anche quando noto che lui inizia ad essere un tantino imbarazzato.
"Scusa.." gli dico, cercando di calmarmi.
"Non c'è nulla di divertente" mormora
"No...ma almeno avrebbe funzionato se tu avessi scritto il tuo numero di telefono su un fazzoletto" cerco di riparare il danno, flirtando un pochino.
"Oooh... è vero avrei dovuto pensarci." mi dice, finalmente sorridendo.
Ha davvero un sorriso che, cavolo, ti lascia senza fiato e per il resto del suo corpo... miseria...è meglio di quanto credessi. E' più alto di me, e sembra proprio che nasconda un bel corpicino sotto a quei vestiti. Anche se ha il cappello, intravedo qualche ciocca uscire fuori. Ha i capelli neri, e i suoi occhi sono di un nocciola intenso, con delle sfumature che gli danno una lucentezza unica. Sento che la confidenza acquistata prima nel flirtare, evapora velocemente quando mi rendo conto di quanto sia bello questo ragazzo. Non riesco a smettere di guardarlo.
"Quindi.... perchè mi hai fermata?"
"Io....uh...mi chiedevo se volessi uscire qualche volta con me?.."  sembra ansioso, poi continua.. "so che può sembrarti strano, magari posso sembrarti un tipo strano....ma non lo sono... ma anche se lo fossi di certo non lo ammetterei..."
"Perchè?" sorpresa dal fatto che mi abbia guardata, adesso addirittura mi chiede di uscire.
"Beh di sicuro rifiuteresti se sapessi che fossi un pazzoide strano"mi dice fraintendendo la mia domanda.
"Non era questo quello che intendevo" rido
"Perchè non vorrei chiedere ad una bella ragazza di uscire?"
"Tu pensi che io sia bella?"
Ho sempre avuto problemi di autostima, e il fatto di avere poca esperienza con i ragazzi non mi ha mai aiutato. 
"Assolutamente si" mi sorride, e noto che è un poco più a suo agio.
"Grazie" arrossisco, non sapendo cosa dirgli dopo.
"Quindi...vuoi?" mi ripete, ricordandomi la sua domanda.
"Oh, si va bene ma di solito non esco con le persone di cui non conosco il nome" gli dico, cercando di apparire tranquilla.
Per un secondo noto un'espressione stupita sul suo volto ma poi ride.
"Ah beh il mio piano era che tu ti sedessi lì al tavolo con me e avremmo iniziato a parlare del più e del meno e poi ti avrei chiesto di uscire! Ma adesso ci riprovo" si ferma per un istante, schiarendosi la voce e iniziando a parlare con una voce da uomo adulto...direi parecchio... "Hei...il mio nome è Joe...e il tuo qual'è?"
"Il mio nome è Isabelle" gli dico cercando di non ridere "ma tutti mi chiamano Izzie"
"Piacere di conoscerti Izzie" mi dice dolcemente. È adorabile, per non parlare poi di come pronuncia il mio nome con il suo accento.
"Sei americano giusto?" gli chiedo.
"Certo, del New Jersey. Sono qui in Inghilterra con la mia famiglia e ci  restiamo per alcune settimane, gli altri due ragazzi dentro sono i miei fratelli." mi dice lentamente, quasi stando attento a non dire una cosa sbagliata, e sembra proprio che mia stia fissando e non so perchè.
"Oh bene, beh se hai un pò di tempo libero potremmo fare qualcosa insieme. Perchè non mi dai il tuo numero così, non so posso mandarti un messaggio o qualcosa del genere?" chiedo, cercando di restare calma.
Di solito non sono così sfacciata, ma si sta facendo tardi per l'università e di sicuro non mi muovo da qui se non ho la certezza che rivedrò Joe.
"Oh...beh..in questo momento non ho il cellulare qui e non conosco il numero a memoria, che ne dici di darmi il tuo e casomai più tardi ti chiamo io?
"Certo, va bene" gli dico.
Inizio a chiedermi se non me l'abbia dato perchè ancora non ha deciso se vuole davvero uscire con me o no, ma respingo il pensiero cercando un pezzo di carta su cui poter scrivere il numero. Mentre gli porgo il foglio, vedo i suoi due fratelli uscire dallo Starbucks guardandosi intorno. Vedendoci iniziano ad avvicinarsi. Per qualche ragione, questo mette Joe in imbarazzo.
"Non fare caso a loro, ma non riescono a lasciarmi solo neanche per cinque minuti" mi dice sussurando.
"Hei Joe ci stavamo chiedendo dove ti fossi cacciato" dice uno dei due.
"Che fai non ci presenti la tua amica?" dice ridendo, quello che sembra essere il più piccolo fra i tre.
"Ragazzi, lei è Isabelle, questi sono i miei fratelli, Nick e Kevin." dice, indicando i rispettivi ragazzi.
Noto Joe rivolgere uno sguardo gelido ai suoi fratelli, e  questo rende la situazione più imbarazzante di quanto non sia già.
"Piacere di conoscervi ragazzi. Vi piace l'Inghilterra?" chiedo, cercando di eliminare il silenzio imbarazzante.
"Si, è bellissima. Ci piace tantissimo." dice Kevin felicemente.
"Allora... quali sono i vostri progetti mentre siete qui?" chiedo nuovamente.
Kevin e Nick guardano Joe in modo interrogativo, quando il mio cellulare inizia a squillare. Guardo l'ID leggendo "Emily" quindi decido di rispondere in caso sia qualcosa di importante.
"Scusatemi un attimo ragazzi" dico scusandomi
Mi allontano un poco da loro, e rispondo. È felicissima. Mi dice che un suo amico, Ryan, le ha dato il regalo per il suo compleanno in anticipo. Un biglietto per il concerto di una strana boy band, di cui non ricordo il nome. Non sa come dirlo a papà e ha chiesto il mio aiuto. Le dico che ci penserò e che devo scappare, ma lei ovviamente non mi ascolta e va avanti per circa altri dieci minuti. Finalmente mi liquida dicendo che deve chiamare Ben, grazie al cielo. Ritorno dai ragazzi, vedendo che parlano tra di loro a bassa voce.
"Scusate, era mia sorella. È in crisi
"Sta bene?" mi chiede Joe.
"Ah si...mi ha chiamata per dirmi che dovrà andare ad un concerto. Sapete la settimana prossima compie diciotto anni e quindi un suo amico le ha regalato il biglietto, e ha chiesto a me di dirlo a papà" dico ridendo.
"Ha diciassette anni?" mi chiede Nick apparentemente interessato.
Gli altri due ridono, Kevin annuendo la testa rassegnato, e Joe dandogli un pugno sulla spalla.
"Nick ha diciassette anni ed è anche single!" dice Kevin.
"Ah ecco! Ma mi dispiace dirti che ha un ragazzo" dico ridendo.
"Aw peccato" dice Nick sorridendo "Allora di chi è questo concerto?"
"Sul serio non ne ho idea. Mi ha parlato di una boy band, ma non mi ha detto il nome." Abbasso lo sguardo sull' orologio,e noto che è tardissimo. " E' stato davvero bello conoscervi, ma adesso devo scappare o farò tardi a lezione" dico scusandomi.
"Oh, vai al college?" chiede Kevin.
"Beh qui la chiamiamo università, ma si sono all'ultimo anno e sul serio non posso arrivare tardi" spiego affrettandomi.
Penso Joe sia un pò dispiaciuto, ma credo di sbagliarmi.
"Allora ti chiamo io più tardi per metterci d'accordo su cosa fare?" mi chiede Joe.
"Va benissimo, ciao ragazzi." saluto tutti e tre iniziando ad allontanarmi e andando verso il campus.
Sono in un ritardo pazzesco ma sono troppo impegnata a pensare a Joe e ai suoi fratelli, che carini....






 
-IoAmoJoe
Ciiiiiiiao signorine,si sono ritornata a rompere<3
Nuova storia,diversa da quelle che di solito scrivo ma volevo prova na cosa nuova.
Siate buone,mi raccomando fatemi sapere.
Vi ame (?)
  
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