Lucky
strike, limited babe!
Guardi
la gente intorno a te e ti
rammarichi ancora di non aver ripreso a fumare. A trentacinque anni
dovresti
essere ben responsabile delle tue decisioni, no? Invece continui a
farti
condizionare dalle parole, invece che dagli eventi.
Lanci
un’occhiata al bicchiere di
vino rosso che hai in mano e con un sospiro lo abbandoni sul tavolo,
spingendolo piano lontano da te.
Non
ti è mai piaciuto bere,
quando avevi quindici anni lo facevi solo perché era cool.
“Continua
a correre a testa
bassa, dopo aver contato cinque giri ne avrai fatti già
dieci, come l’ultima
volta tesoro”, pensi, sperando che sia così.
Saluti
con un cenno ed un sorriso
stentato, visibilmente annoiata, l’ennesimo ex compagno di
classe.
Dio,
che delusione.
Pensionati,
altro che
trantacinquenni! Tutti a chiacchierare tra di loro: le donne a sparlare
come
comari e gli uomini a parlare di sport come sessantenni in poltrona con
la
birra in mano.
E
poi ci sei tu, Cass. La stessa
Cass che guarda il bicchiere con una punta d’invidia. Quello
stupido, insulso
pezzo di vetro non deve sorbirsi quella noia obbligata. Eppure tua
sorella te
l’aveva detto, di darti malata, ma no, dovevi sfoggiare i
tuoi premi per aver
scritto dei bestseller durante la cena e prima ancora raccontare buffi
aneddoti
riguardanti te e varie celebrità conosciute.
“Cassidy,
o dolce Cassy. Come hai
potuto anche solo sperare che un
caffè con Paul Trevis, il noto pugile, potesse essere
più divertente che una
scopata con il capo del progetto di Melissa. Idiota.”
Pensi, guardando la tua borsa e pregando vanamente che
all’interno vi compaia un pacchetto di Lucky Strike.
Magari
la potresti chiedere
all’ex sfigato della classe, attuale cassiere. Fuma? Tentar
non nuoce.
Ti
avvicini con cautela all’uomo
e gli picchietti su una spalla (da qui si può ben notare che
essere estranea
alle conversazioni non è il tuo forte e ti mette a disagio)
– Bud? Hai per
caso… non so, una sigaretta?- Cass, sei visibilmente
nervosa. Bud, il caro
vecchio Buddy Nastro Isolante (credo sia piuttosto chiaro che venne
legato con
questo, dai bulli della scuola) ti sorride. È decisamente
cambiato, ma lo sono
un po’ tutti. Tu, per esempio, non porti più
l’apparecchio e gli occhiali. Le
lenti sono state la sua salvezza, viva il progresso!
Il
suo sorriso ti acceca, non ti
fa stare a tuo agio, ma ti senti tremendamente grata a
quell’inquietante
individuo, quando ti allunga una sigaretta dall’aria
sconosciuta. E
l’accendino.
-
Bud, ma… - Guardi l’accendino,
ipnotizzata.
“Lucky
Strike, limited babe!”
Cass, dillo, potresti riconoscere quella frase ovunque.
-
Dove l’hai trovato?- il
nervosismo torna alla carica, prendendoti per le spalle e scuotendoti
con
forza.
“L’HO
PERSO, HO PERSO IL LUCK.” Cassidy, guarda, controlla nelle
tasche, cercalo!
“NON
LO TROVO.” L’accendino non
c’è, l’accendino è sparito.
Non
avresti dovuto aiutare Buddy, nossignore, lo sapevi che
l’avresti perso, lo
sapevi.
-
per terra, il pomeriggio del..
be’, credo tu lo sappia.- ed è qui che gli sguardi
si incrociano.
Lo
guardi, e la pelle si
accappona.
-
Buddy, ridammi il mio
accendino. Ora.- dici con voce
strozzata, cercando di farti coraggio.
-
Cassidy… - ignorando il
richiamo ti limiti a strappargli l’accendino di mano e andare
a riprenderti la
borsa. Sei stanca di tutta quella scena, stanca
dell’ignoranza che aleggia
nella stanza e che ti intossica i polmoni, peggio di quanto abbia mai
fatto il
fumo.
Corri
fuori dal ristorante di
scarsa qualità senza salutare nessuno e raggiungi il
parcheggio con lo sguardo
offuscato dalle lacrime.
- CAZZO.- la donna in carriera che sei ora
pista il piede e senti il
tacco cedere sotto lo sgarbato impatto, facendoti crollare a terra con
un’altra
poco femminile imprecazione di sorpresa.
Non
ci vuole molto prima che Bud,
oh, il vecchio Buddy, ti prenda e ti rimetta in piedi.
-
NON TOCCARMI. STAMMI ALLA
LARGA.- Lui alza le mani – come vuoi cassa di miele.-
Strepiti e gridi,
angosciata. – Non puoi farmi questo, NON PUOI! NON DOPO
TUTTO…- riprendi a
gridare senza un senso logico. L’uomo si avvicina e ti
stringe in un abbraccio,
quasi soffocante, di quelli che conosci bene. – LO AVEVI TU,
FIGLIO DI UNA
CAGNA, LO AVEVI TU.-
Un
uomo si abbassa e stringe una bambina – piccola cassa di
miele!- e ride.
La
“piccola cassa di miele” ride, per quel buffo nome.
Papà
ti vuole bene, papà ti fa un regalo, cassa di miele.
Ti
da il suo accendino.
Cassidy,
lo sai quanto è importante per papà, non devi
perderlo. Vuole che tu glielo
ridia quando ti sarai realizzata, è il suo modo per
spronarti.
-
TU LO SAPEVI QUANTO E’ IMPORTANTE
PER ME QUEL CAZZO DI ACCENDINO, COLE, LO SAPEVI.- e piangi, piangi
disperata,
perché non hai potuto ridarlo a tuo padre, quando hai
raggiunto i tuoi
traguardi, lui è rimasto deluso, lo sai, anche se non te
l’ha detto per non fartela
avere a male.
Cole,
perché lui odia il suo nome,
odia Buddy Nastro Isolante.
Uno
smilzo dai ricciuti capelli
rame e gli occhi nascosti dietro due fondi di bottiglia.
Cassidy
Brettman, Cass per tutti,
perché tutti apprezzavano la brunetta dagli occhi nocciola.
Cassy,
per Cole. Cassy, l’unica
che aveva tolto quegli occhiali e visto quegli splendidi occhi azzurri
sotto di
essi.
La
prima ad aver fatto l’amore
con lui. L’unica ad aver visto il ragazzo sotto il nastro
isolante e averlo
ricoperto di baci.
Dell’amore
che a casa non aveva.
-
DOPO TUTTO QUELLO CHE C’E’
STATO TRA DI NOI, COLE, DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO VISSUTO INSIEME
NON ME
L’HAI RESTITUITO.-
Cole
lo vede, il pianto, quello
negli occhi che un tempo l’avevano guardato tanto fiduciosi.
Innamorati.
Cole
era riuscito in ciò che
nessun’altro era stato capace di fare: farti cadere ai suoi
piedi.
Ma
ti ha perso, e tu ti sei
pentita, tanto pentita di aver
smesso
di fumare per lui.
-
SEI SOLO UNO STRONZO.- la donna
di trentacinque anni appena compiuti si piega in due dal dolore.
“sei
stata solo un’idiota, lo
sai, ammettilo.” Pensi.
Ma
Cole, di nuovo, ti tira su.
Ti
carezza il viso, come quando
non trovasti più l’accendino, e ti bacia.
E
nonostante tu lo odi, perché
non ti ha detto di averlo lui, lo ami.
Perché
lo ami ancora, ami quei
ricci tra le tue dita, le mani che stringono i tuoi fianchi fino a
farti male.
E
ti sembra di tornare a quando
avevi diciassette anni e stavi in classe, da sola con lui e vi
riempivate di
baci di fuoco.
Avevi
i capelli corti, all’epoca,
ora sono diventati lunghi.
Ma
sai che Cole li ama lo stesso.
Ti
appoggia alla macchina e
continua a baciarti, senza sosta, affamato.
Senti
delle voci ridere, ma non
ci fai caso, a quei ronzii fastidiosi.
Diventi
confusa, non capisci
perché lo baci. Tu lo odi.
-
TiAmo, Cole.- un sorriso tenero affiora sulle tue labbra
d’oro – TiAmo anche
io, Cassy.- un altro bacio tra le lenzuola, ma tu ti accendi una
sigaretta. –
smettila di fumare, dai… - ridi e spegni la sigaretta,
sentendo la sua mano
salire lungo la tua coscia – okay, okay, hai vinto tu!-
sposti il posacenere più
in là e lo guardi con un sorriso. E lui ti bacia.
-
Andiamo a casa mia. – mormori
nel buio. Cole arrossisce e fa un cenno di assenso.
Non
ti sembrerà vero di sentirlo
penetrare di nuovo con forza dentro di te.
Come
quando avevi diciassette
anni e scrivevi sciocchezze romantiche sul tuo diario.
Come
quando ne aveva diciotto e
ti diceva che saresti diventata una scrittrice famosa.
Perché
sai, lui li ha comprati
tutti, i tuoi libri.
Non
ne ha perso uno.
-
Bloody’s Corner –
Oookay,
FF uscita dal nulla a tarda sera, per cui non linciatemi se
è venuta fuori una
schifezza! Ad ogni modo mi ha presa. Non so, forse mi piace anche.
Miss
BloodyFangs