Capitolo 2 : Piacere io sono ...

Ho passato il resto della mattina sul letto leggendo " le notti di Salem " di Stephen King . A pranzo mi sono fatto
fuori mezza tavoletta di cioccolato . Ero come un sopravvissuto a un invasione aliena , la razza umana e stata
sterminata e solo in pochi erano riusciti a salvarsi nascondendosi nelle cantine , o nei sotterranei dei palazzi .
Io ero l'unico sopravvissuto a Roma . Per poter uscire dovevo aspettare che gli alieni se ne ritornassero sul loro
pianeta . E questo per una ragione a me ignota sarebbe avvenuto tra una settimana . O tirato fuori dallo zaino
i vestiti e due confezione di spray autoabbronzante mi sono infilato gli occhiali da sole e il capello e mi sono
spruzzato quella roba in faccia e sulle mani , poi tutto unto com'ero arrampicato su un como è ho poggiato il
cellulare sulla finestra dove arrivavano 2 tacche . Ho aperto un barattolo di carciofini e me ne sono fatto fuori
5 . Questa si che e una vacanza altro che Sattsu .

Lo squillo del telefono mi ha risvegliato da un sogno senza sogni . La cantina e buia . A tastoni sto cercando il
cellulare , trovato . E in bilico su uno scatolone cerco di avere una voce squillante
- Mamma ! -
- Allora come va ? -
- Benissimo ? -
- Dove sei ? - che ore erano ? guardo lo schermo sul mio cellulare , le otto e mezzo avevo dormito un sacco
- Sono in pizzeria
- Ah ... dove ?
- Sul corso ... - non ricordo il nome della pizzeria dove andavamo sempre a mangiare con la nonna
- La Pentavena ? -
- Esatto -
- Come e andato il viaggio ? -
- Perfetto ! -
- Il tempo com'è ? -
- Ottimo ... - forse sto esagerando . - Buono ... non c'è male ... -
- Neve ? - Quanta neve ci poteva essere ?
- C'è ne un po ... -
- Tutto bene ? Hai una voce strana . -
- No no tutto bene -
- Passami la mamma di Sango -
- Non c'è siamo solo noi . La mamma di Sango e a casa sua -
Silenzio - Ha ... domani però ti chiamo e mi ci farai parlare , se no fammi chiamare tu -
- Va bene , adesso però ti devo lasciare che sono arrivate le pizze ! - e poi rivolgendomi a un cameriere immaginario
- A me ... a me quella con il prosciutto -
- D'accordo . Ci sentiamo domani . Lavati , mi raccomando -
- Ciao -
- Ciao tesoro divertiti - Non e andata male me l'ero cavata . Soddisfatto accendo la Play Station per giocare un po
a Soul River . Ma continuo a riflettere sulla telefonata . Mamma non avrebbe mollato , la conoscevo troppo bene .
Quella se non parla con la mamma di Sango poteva pur partire per Sattsu . E se le raccontavo che si era rotta una
gamba e stava all'ospedale ? No dovevo trovare qualcosa di meglio . Ora pero non mi viene . L'odore di umidità
cominciava a darmi fastidio . Ho aperto la finestra , la testa mi passa giusta giusta attraverso le sbarre il giardino
della Baratieri e coperto da un tappeto di foglie gialle . Attraverso il verde riesco ad intravedere il cortile . La
Mercedes di mio padre non c'è , doveva essere andato a cena fuori o a giocare a Brids . Sono tornato a letto .

Ho aperto gli occhi di colpo stanno armeggiando con la serratura della porta , nemmeno una volta mi aveva sfiorato
la possibilità che qualcuno potesse entrare in cantina . Continuavo a fissare la porta ma non riuscivo a muovermi
come se fossi appiccicato al letto . La trachea mi si era tappata e facevo fatica a respirare . Con uno slancio improvviso
come se mi fossi liberato da una ragnatela mi sono buttato giù del letto e con il ginocchio sinistro ho colpito lo
spigolo del comodino e ha denti stretti ingoiando un urlo di dolore , zoppicando , mi sono infilato nello spazio tra
l'armadio e il muro da li graffiandomi le gambe, sono scivolato sotto un tavolo dove erano ammucchiati rotoli di tappeti .
Mi ci sono allungato sopra mentre il sangue mi pulsava nei timpani . Fuori per fortuna non riuscivano ad aprire . Quella
serratura era vecchia e se spingevi fino in fondo la chiave non girava , e invece la porta si è spalancata . Io mordevo la
stoffa puzzolente del tappeto , da li sotto vedevo solo uno spicchio di pavimento . Ho sentito i passi e poi sono apparsi
dei jeans e degli stivali neri . Mio padre portavo la Church's e di estate i mocassini . Mia mamma ne aveva un sacco
ma non così brutti . E il Cercopiteco solo vecchie scarpe da ginnastica sformate . Chi poteva essere ??? Chiunque forse
avrebbe visto che la cantina era abitala era tutto lì :
il letto
il cibo
la televisione accesa . Intorno gli stivali si aggiravano per la stanza come se cercassero qualcosa . Si sono avvicinati
al mio letto e si sono fermati . Ha sollevato un barattolo dal tavolo e lo ha poggiato di nuovo .
- C'è qualcuno ? - una voce femminile . Ho stritolato tra i denti il tappeto .
- Chi e qua ? - Ho chiuso gli occhi e mi sono messo le mani sulle orecchie , ma comunque sentivo che camminava ,
sposava , cercava .
- Esci da li ti ho visto - ho riaperto gli occhi . Una figura scura era seduta sul mio letto
- Muoviti - no , non mi sarei mai mosso
- Sei sordo !? esci fuori da lì -
Forse era meglio capire chi era . Mi sono tirato su come un cane beccato con il muso nel frigorifero sono strisciato
fuori . Seduta sul letto c'era una bellissima ragazza capelli castani occhi marroni sopra gli stivali e i jeans indossavo
un giaccone blu imbottito , sembrava enorme forse fuori faceva freddo ...
- Ciao - mi saluta
- Ciao - rispondo titubante
- Chi sei ? -
- Io ??? tu chi sei più tosto !?!? -
- Non vala te l'ho chiesto prima io , comunque sono sono Kagome -
- Piacere , io Inuyasha - dico stringendole la mano - che ci fai qui ? -
- Sto cercando una cosa . Dai, aiutami a trovarla !? -

...


Angolo autrice :D
che ve ne pare il capitolo ? Secondo voi cosa stara cercando Kagome ??? ( tanto non ve lo dico )
P.S. i verbi sono un po al presente e al passato nel prossimo capitolo prometto che li sistemo
Bacioni Chocola ^_^