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Autore: Ilmaredentroognicielo    29/05/2013    2 recensioni
Matteo: occhi blu e capelli neri, un fisico mozzafiato e una vita piena di impegni; ha due difetti:
è tremendamente arrogante ed è il fratello di Sonia.
Giulia: femminista convinta, incapace di amare, timida ed impacciata, capace di cacciarsi in un casino, in meno di dieci minuti. Ha due difetti: è tremendamente diffidente ed è la migliore amica di Sonia.
Ma ci si può innamorare del fratello indisponente della propria migliore amica?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PRIMO CAPITOLO.
 
 
Le nuvole sembrano coraggiosi leoni e cerbiatti euforici, alcune mi ricordano enormi panda, sdraiati a pancia in su e non posso far altro che sorridere, pensando che in 
realtà, sono semplicissimi aggregati di vapore acqueo. 
I raggi del sole entrano dalla finestra come per ricordarmi che mentre fuori c'è una bellissima giornata, io sono chiusa a casa di una mia amica, a ripassare letteratura 
inglese. Sì, proprio quella. 
Come se la letteratura italiana non bastasse a complicarmi la vita. 
Ma infondo la mia vita si alterna tra - studio come una pazza- e - Mi lamento perché studio come una pazza.- 
Non c'è altro. 
Forse non c'è mai stato. E va bene così.
Non sono una che ama particolarmente la vita, soprattutto quella del mio paese e non sono neanche sicura di amare invece,la vita che faccio io. 
Non ho mai avuto la sensazione di esserci davvero; mi sembra spesso di vivere in un angolino, nella mia stessa vita, addirittura. 
Come quando giochi a nascondino e nessuno ti viene a cercare. 
Di quelle come me, ci si innamora, forse.
Quelle come me si incontrano in un giorno qualsiasi e sono come pioggia d'estate, quando c'è caldo e non puoi stare a casa.
E quando qualcuno le vede per la prima volta, si chiede se esiste l'amore a prima vista.
Perché sono pronti a ripassare davanti a quelle come me, mille volte, per permettere all'amore di catturarle. 
Quelle come me scappano e hai sempre voglia di salvarle.
Salvarle da se stesse forse, o dal mondo. 
Quelle come me, sono nate per vivere in una casetta con le mura blu e l'altalena in giardino. 
Quelle come me, dopo un po', fai fatica a lasciarle, forse.
Te le ritrovi di fianco che ti offrono un abbraccio o che sorridono con le guance rosse e i capelli spettinati. 
Hanno un sacco di insicurezze e ingoiano quantità industriali di sogni.
E qualche volta, forse più di qualche vola, ci si chiede se davvero si possono amare.
Hanno la malinconia degli adulti e la spensieratezza dei bambini, leggono a bassa voce le poesie di Foscolo nelle giornate calde d'estate e puoi sentirle mentre canticchiano
le canzoni di Ligabue in cucina, con le mani sporche di farina. 
Non sanno cosa dicono, non sanno cosa pensano, ma in compenso sanno sempre cosa vogliono. 
Di quelle come me, forse ci si innamora, ma per amarle, ci vuole coraggio e pazienza.
Hanno paura di dire a qualcuno che anche loro amano e parlare dei loro sentimenti diventa una sfida.
Scrivono lettere d'amore, ascoltano musica che fa bene al cuore ma sono estremamente vendicative. 
Comunque, dopo un poco, ti viene lo stesso, una voglia improvvisa di trascinarle nella tua vita, di prendere e stringerle. 
Quelle come me, non hanno molto da offrire.
Paure in quantità illimitata, insicurezze dietro ogni parola, qualche sorriso nascosto e la semplicità, un film il sabato sera e qualche lieto fine, possono offrirti molti
silenzi, qualche bacio e tanto amore.
Amore da stare male, amore da costruire, amore da scrivere.
Vivo in un paese poco conosciuto che da piccola mi ricordava il paese delle favole: un po' come quello di Biancaneve,insomma.
Prati verdi e pieni di fiori che ricoprono grandi distese di collina, alberi robusti e scuri e nuvole che somigliano a volti e animali selvatici. 
Anche adesso, nonostante la mia età,non posso far altro che percepirlo come un posto magico.
"Hai capito?" Mi chiede Sonia, mentre sono ancora assorta tra i miei pensieri. 
La casa di Sonia,poi, è terribilmente lussuosa, per quello che ne so, i suoi genitori vivono all'estero, li avrò visti in tutto, sì e no, circa quattro volte. 
Sua madre è una donna  emancipata, capelli neri e occhi profondamente scuri;
Sonia la descrive spesso come una giornalista che venderebbe suo marito per fare i soldi, e a me viene sempre da ridere, considerando che di soldi ne ha già abbastanza.
Suo padre, invece, è un pezzo grosso della politica estera e rifletterete sul fatto che entrambi, ogni mese, spediscono ai figli una quota di soldi che io neanche in dieci 
anni,riuscirei a raggiungere. 
Sonia e suo fratello, infatti, vivono da soli in questa grandissima villa sotto le cure amorevoli di Mrs Glenda. 
Una donna ucraina rotondetta e pronta a farsi in quattro per la salute e la felicità di Sonia e Matteo. 
Sorrido pensando a Matteo, mentre Sonia comincia a ripetere a pappagallo un paragrafo del libro. 
Il fratello della mia bellissima amica, è forse il più bel ragazzo che abbia mai visto. Ha venticinque anni e un sorriso perfetto, occhi blu e capelli neri, con un fisico 
scolpito e un modo di fare che lascerebbero incantata anche la più apatica ragazza del mondo. 
Peccato che Matteo, però, abbia un carattere veramente squallido. 
Arrogante ed estremamente convinto di se', senza un minimo di contegno e con la capacità di irritarmi in neanche dieci secondi; mi passo una mano tra i capelli, 
provando a non arrabbiarmi per il solo ricordo di quello che dovrebbe essere il fratello della mia migliore amica e mi ritrovo a riflettere su quanto sarebbe bello andare 
nella bellissima e grandissima piscina al chiuso, di casa Boccini, piuttosto che stare seduta su questo -costosissimo, senza ombra di dubbio- tavolo di vetro e ferro battuto.
" Giulia, allora? Hai capito?" La guardo accigliata. 
"Ho capito Sonia, ma sono stanca. Studiamo ormai da quanto? Centosessanta ore? "
" Da soltanto tre ore Giulia. Abbiamo quasi finito. "Sbadiglio mentre la mia vocina interiore si lamenta come una forsennata.
"Soltanto? Mia madre mi avrà data per dispersa e come se non bastasse..."
" Come se non bastasse? "
" E' uscita con quel tizio." Le dico in un sussurro e Sonia sembra irrigidirsi sulla sedia. 
Non sa mai cosa dire, quando le parlo di mia madre e del suo nuovo fidanzato.
Sa perfettamente che vedere mia madre con un uomo, non mi rende felice. 
Infondo è una donna di quasi cinquant'anni che si è innamorata di un uomo e adesso si comporta come una ragazzina. E' quasi imbarazzante. 
Mio padre e mia madre, si sono lasciati quando io avevo soltanto sei anni e lui, come se fosse niente, se n'è andato. 
Mi ha abbandonata, come un sacco pieno di spazzatura, di cui ci si deve automaticamente liberare. 
E da allora mia madre mi ha cresciuta da sola, devota al mio futuro e alla mia presenza, dedicandosi totalmente a me. 
Adesso, da qualche mese, ha incontrato un uomo. 
D'altronde è terribilmente bella, occhi grandi e blu e lunghi capelli biondi che le incorniciano il viso fresco e chiaro. 
Lui, invece, il suo nuovo uomo, è alto, affascinante e sembra dolce, ma non mi piace. 
Che si tratti di semplice gelosia o soltanto di buon senso, vorrei allontanare dalla mia vita e anche da quella di mia madre, la presenza di questo sconosciuto. 
Ma lei sta bene e chi sono io per poter fermare tutto questo?
" Ti va se andiamo a fare un bagno? " Mi dice Sonia, forse per smorzare il mio improvviso mal umore.
" Va bene."
Ci alziamo, lasciando quei maledetti libri aperti sul tavolo e mi sembra di essere in un castello, mentre cammino a spasso spedito, dietro la mia amica,
per raggiungere la piscina. Le mura sono color panna e grossissimi lampadari se ne stanno attaccati al soffitto, pieni di diamanti. 
Mi chiedo quanto possano costare. 
" Hai un costume? " Mi chiede Sonia, mentre comincia a spogliarsi dei vestiti e io mi rendo conto di non aver nessun costume con me. 
E adesso?
"No. "
" Se vuoi te ne presto uno mio. " Mi sorride. " Ma considerando che siamo soltanto io e tu e che la piscina è al chiuso, potresti anche tuffarti in intimo. "
La guardo con aria corrucciata e mi mordo il labbro inferiore. 
" Preferisco il costume, potrebbe arrivare..." Sonia capisce al volo dove voglio andare a parare. 
" Matteo ha un'azienda da dirigere e altre mille attività di cui è titolare. Non è a casa e non sarà qui prima delle sette, te lo assicuro. " Mi sorride. " ma in ogni caso..." 
Prende da terra i pantaloni di tuta che ha appena fatto cadere ed estrae il suo costosissimo cellulare, digitando un numero. 
Resta qualche minuto in attesa e poi comincia a parlare.
" Glenda? Mi serve un costume per Giulia. " Dice con aria sommessa.
Chiama la domestica, sapendo che praticamente è in casa?! Potrebbe andare da lei, no? Mi sento confusa ma ascolto in silenzio ciò che Sonia le dice. 
" Li hai lavati tutti? Ma saranno un centinaio! " Stanno ancora parlando di costumi? " Beh, allora va' subito a comprarne uno!!" Dice poi, con aria infastidita. 
Povera Glenda. Se la sta prendendo con lei. 
" No Glenda, non m'importa se è oggi è Domenica. "
Vuole davvero che vada a comprare un costume?!
Mi avvicino a Sonia e le faccio segno che va bene così, farò il bagno in intimo; infondo che differenza fa, stare in intimo o con un costume da bagno? Siamo al chiuso e 
non voglio mica essere la responsabile del licenziamento di Mrs Glenda! 
" Soltanto perché Giulia ha deciso di non aver bisogno di un costume,Glenda. La prossima volta sta' più attenta. Non sei pagata per girarti i pollici. "  Dice con aria 
severa, eppure colgo un po' di dolcezza nel modo in cui le si rivolge. 
Mi chiedo perché sia così dura, infondo è stata l'unica persona che si è presa cura di lei e di suo fratello, sin da subito. 
" Dovresti essere più gentile. " 
" Dovrebbe lavorare meglio. Ha fatto una centrifuga di tutti i miei costumi da bagno, ti rendi conto? "
" Siamo venute per studiare, non per fare un bagno, non poteva saperlo. "
" Sei così ingenua. " Mi sorride radiosa e non posso far altro che sorriderle. " Adesso, se vuoi scusarmi, voglio fare una nuotata." Mi manda un bacio con la mano e 
in men che non si dica, si butta in acqua. 
Mi guardo le mani. E adesso?
" Vieni Giù, ti sto aspettando!" 
Comincio a spogliarmi dei miei vestiti, lasciando che ricadano silenziosi sul pavimento. Indosso un paio di mutandine striminzite color porpora e un reggiseno molto 
provocante. Non m'importa molto, conosco Sonia da quand'eravamo due bambine che non sono per niente in imbarazzo ma nonostante questo, mi getto subito in acqua. 
Non amo il mio fisico, anche se sono consapevole del mio fisico snello e sodo. 
Mi sento comunque spesso a disagio. 
Comincio a nuotare verso la mia amica e le faccio la linguaccia. 
" Vai a letto con qualcuno di recente? " Mi provoca. 
" Si, ovvio. Con il principe azzurro, il suo domestico e gli autisti. "
" Il principe azzurro è gay. "
" Non mi è sembrato, l'altra sera" Scherzo io. Sonia ride di gusto e io sbuffo. 
" Fare l'amore con un ragazzo è la cosa più bella che possa esistere. Dovresti provare."
" Per fare l'amore, bisogna amare, altrimenti è sesso. E visto che non sono ancora mai stata innamorata di nessuno, ne tanto meno ho amato..." Sussurro. 
"Ti toccherà aspettare." Riflette lei e io sussurro. 
Essere vergini a diciannove anni non è una cosa di cui vergognarsi, no?
" Si." Dico con troppa decisione. 
" Allora..." Continua poi " tua madre è felice? " Mi incupisco, ma infondo so che Sonia non vuole essere indiscreta.
" Sembra una ragazzina." 
" Ecco, lo vedi? E' l'amore, mia cara. " Si, lo so, anche se non sono sicura che esista. 
" Sarà. " La liquido. " ma a me non piace per niente. "
" E' perché non sei mai stata innamorata, ragazzina. " Mi sorride. 
" Le persone mi stancano e come se non bastasse, i ragazzi non riescono a farmi impazzire, come vorrei. "
" Appunto. " Mi dice, con fare esperto. " hai detto i ragazzi. Tu devi trovarti un uomo, non un ragazzo. "
" Tutti gli uomini, signorina, sono dei ragazzi. Se vogliamo dirla tutta, dei bambini. "
" Ted non è un ragazzo. " Mi dice, con un lampo malizioso sul viso. 
Ted è il suo ragazzo da quasi due anni. E' un tipo alla mano, ricco quasi quanto lei e molto carino. 
E Sonia è molto innamorata. Lei ha finalmente trovato la persona giusta, in mezzo a tante persone sbagliate, mentre io, nonostante le mie innumerevoli ricerche, ho
sempre fatto un buco nell'acqua. Mia madre sostiene che la colpa è mia, perché scelgo ragazzini stupidi, incapaci di amare veramente. 
Io invece, sostengo in realtà, che il problema sono io.
Io sono incapace di amare. Ho spento i miei sentimenti e non riesco più ad accenderli. 
" Povero Ted. " Dico, con sarcasmo.
" Povera io, piuttosto. "
" Soltanto perché Ted è un uomo e gli uomini sono veramente insopportabili!"
" Tu e il tuo femminismo sfrenato!"
Quando un ragazzo ti vuole, tende a volerti subito. 
Insomma, ti vede, gli piaci. 
Ti guarda per qualche minuto, scherza con l'amico, si avvicina, ci prova in silenzio con gli occhi, dice qualcosa e si dilegua. 
Se non ti conosce, due giorni dopo troverà il tuo nome e ti rintraccerà. 
'Ti ho vista, sei carina. Mi daresti il tuo numero? '
Anche i più timidi fanno così. 
Anche i meno socievoli, stronzi, spaventati, spregiudicati, romantici, stupidi, figli di papà, anche quelli che credono prontamente all'amore. 
Più o meno tutti, fanno così.
Quando un ragazzo ti vuole, tende a volerti subito, quindi. 
E se tu acconsenti, se per esempio, gli dai anche solo un briciolo di speranza, il ragazzo comincerà a marcare il territorio. 
Lui vuole subito uscire con te, vuole subito tenerti la mano, baciarti.
'Lei è uscita con me, mi ha tenuto la mano, mi ha abbracciato. '
Noi ragazze siamo diverse. 
Quando ad una ragazza piace un ragazzo, comincia la discesa di poesia. 
Lo vede dentro ad un bar, lo scruta silenziosamente, si fa cinque o sei film mentali su come sarebbe bello se uscisse e le chiedesse il nome e poi corre via a casa.
Le più timide, quelle come me, non si avvicinano minimamente, non si azzardano a lanciare sguardi di fuoco. 
Possono sorridere, al massimo, oppure possono stare per qualche minuto a guardare il profilo del ben amato ragazzo. 
Non saranno seducenti, ma di solito sono tremendamente dolci. 
Le più spregiudicate, invece, tendono a fare le estroverse: magari si avvicinano, sussurrano qualcosa, lanciano certi sguardi che fanno accapponare la pelle. 
Possono anche scambiare qualche parola o sfiorare -accidentalmente- la mano del tipo. 
Entrambe in ogni caso,Il giorno dopo cercheranno gli stessi occhi nello stesso bar. 
E se per qualche strano scherzo del destino, quel ragazzo sarà nello stesso posto, allora...
allora si salvi chi può.
Noi ragazze dissezioniamo tutto. 
Per qualche tempo quel ragazzo sarà il centro del nostro universo. 
Il che non è normale;
sarebbe più facile cercare il fortunato e dirgli ' ti vedo ogni giorno, sei carino. Stasera che fai? '
Ma nessuna ragazza, all'inizio lo farebbe mai. 
Parlo per standard personali, certo. 
Noi ragazze costruiremo un enorme castello di sabbia sul ragazzo. 
Carattere, magliettine che indossa, il modo di parlare, i gesti sconsiderati. 
Piano piano scopriremo i luoghi che frequenta, gli amici che conosce, le ragazze che ha avuto. 
Non è stolking, anche se potrebbe sembrare. 
Semplicemente quando non riesci a stare vicino ad una persona, cominci a conoscerla da fuori. 
Lo immagini con le amiche, con i parenti, con gli amici, ti immagini con lui per il suo compleanno, e se ti piace davvero, costruisci un mondo parallelo e non importa quanto sia profondamente infantile. 
Conosci solo due occhi ed è la prova che per una ragazza anche solo uno sguardo, può sconvolgere una giornata. 
Le ragazze quando vogliono un ragazzo, aspettano. 
Non hanno paura che sfugga via, o forse ce l'hanno ma preferiscono sognare. 
Aspettano, conoscono, si innamorano del pensiero che creano. 
Soltanto dopo, magari trovano il coraggio di procurarsi il numero o di chiederlo. 
Noi ragazze siamo diverse. 
I ragazzi non hanno bisogno di studiarci, credono soltanto al giusto. 
Infondo che motivo c'è di girarci intorno?
Noi invece passiamo mesi, giorni, a volte anche anni a studiare due occhi e ricamarci sopra un sentimento. 
E' così che vanno le cose. 
Noi le sognatrici, loro i sogni. 
Sonia mi distoglie dai pensieri e mi da un leggero pizzico sul braccio. 
" Scaricatore di porto!" La insulto. 
Ridiamo insieme e Sonia finge di essere offesa. Nonostante la parte del carattere estremamente arrogante, è una bella persona.
" Ti conviene nuotare, perché se ti prendo è finita. " Ride divertita e io mi allontano dalla sua presa.  
Nuoto a gran velocità verso la scaletta, per uscire fuori dalla piscina.
" Non mi prenderai! " Rido come una scolaretta. 
" Staremo a vedere!" Salgo con aria affannata e lei fa lo stesso. 
Cammino all'indietro e per questo non vedo dove sto andando, ma infondo posso soltanto sbattere contro il muro e se non sbaglio, è molto più
lontano da me. Sorrido entusiasta, fino a quando Sonia non si ferma e io vado a sbattere contro qualcosa di...
" Matteo! " Sorride Sonia. 
Chi? Come? No. Io sono in intimo e sono appena andata a sbattere contro di lui? Mi afferra per le braccia, forse per non farmi cadere e sento le sue mani a contatto con 
le mie braccia. E' caldo e... senza maglietta?
Mi volto, rossa in viso e imbarazzata come una bambina. 
" C-ciao. " Balbetto, mentre mi rendo veramente conto che Matteo è a petto nudo e con soltanto un paio di jeans che ricadono perfettamente sui suoi fianchi. 
" Ciao ragazze. " Dice con un lampo di divertimento negli occhi. " non sapevo che foste qui. " 
" Tranquillo. " Sorride radiosa Sonia, che sembra non essersi neanche accorta dell'imbarazzo che si è creato, anzi, che mi sono creata; si avvicina a noi e mi rendo conto
che Matteo non ha ancora lasciato la presa su di me e che mi guarda con quegli occhi così intensi che si ritrova. 
" Pensavo fossi a lavoro. " 
" Sono il capo, Sonia. Posso andarmene quando voglio. " La sua voce è estremamente arrogante ed estremamente sexy. 
Si, ma non devo pensare a Matteo, non in questi termini!! 
Mentre si allontana da me, mi sorride come per prendermi in giro e spettina affettuosamente i capelli alla sua sorellina, cominciando a togliersi i jeans.
No, no, no, ti prego. I suoi gesti mi creano un vortice allo stomaco e finalmente rimane in costume. 
Per fortuna sono pantaloncini lunghi, altrimenti sarebbe stato molto peggio. Alla fine, si immerge in piscina, come fosse nulla. 
" Se volete, restate pure. C'è acqua per tutti. " Sorride. 
" No, dobbiamo continuare a studiare. " Dico, ricomponendomi e lanciando un'occhiataccia a Sonia. 
Sapevo che non dovevo mettermi in intimo! 
E questa mattina dovevo scegliere addirittura, l'intimo più provocante che avevo?? Maledizione a me. Abbasso lo sguardo mentre Sonia saluta con la mano Matteo, e 
prendo un asciugamano a caso, per coprirmi e camminare verso la porta senza sentirmi i suoi occhi blu, addosso. 
Per fortuna, non ha fatto nessun commento, no?
" Ah, Giulia? " Matteo mi chiama, con un tono terribilmente sarcastico e io mi volto. I suoi capelli adesso, sono bagnati e gli ricadono sulla fronte, donandogli 
un' aria stupefacente. " Bel costume. "
Come non detto. 
Mi porto una mano sui capelli, togliendo il ciuffo bagnato, dalla fronte. Sospiro e mi volto di nuovo, ignorando deliberatamente le sue parole. 
E' più idiota di quanto ricordassi! 
 
  
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