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Autore: Envy_Love    14/12/2007    6 recensioni
"Mancano solo venti passi all’altare, e temo che non potrò più tirarmi indietro.
E poi non voglio farlo, perché non voglio vederlo soffrire."

[Al X ?] .:. [? X Ed]
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Sorpresa, Un pò tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Amore Senza Amore
Amore Senza Amore
-Venti Passi nella Pioggia-


 
Mancano solo venti passi all’altare, e temo che non potrò più tirarmi indietro.
E poi non voglio farlo, perché non voglio vederlo soffrire.
«Le porte della chiesa si aprirono, mostrando la figura dai lineamenti dolci di Winry che lentamente s’avvicinava,
con indosso un meraviglioso abito bianco che le metteva in risalto in modo perfetto il colore degli occhi,
i capelli biondi raccolti sulla nuca e fermati da una molletta a forma di giglio.
Si guardava intorno e vedeva che c’erano tutti.
Tutti quelli che avevano avuto un posto, anche insignificante, nella sua vita.
E tutti in quel momento stavano aspettando che compisse il più grande passo, che andasse verso l’altare per diventare
finalmente una donna completa, con il
suo uomo accanto.
E sapeva che avrebbe sempre potuto sperarci.»
Diciotto passi.
Lui è lì che mi guarda, con un’espressione di stupore sul viso, chissà cosa sta
pensando in questo momento.
Mi lascia perplessa il suo sguardo, mi sembra quasi di avere qualcosa di sbagliato.
Eppure mi sa di esserci, no?
Andamento, postura, velocità.. no, forse il problema è nel vestito.

No, è tutto apposto pure là.
Allora forse non è fuori che c’è qualcosa di sbagliato.
La verità è che forse non mi sento ancora pronta
per fare un passo del genere. [. O forse, semplicemente, non con lui .]
«Tutti la guardavano, mentre continuava
l’incedere. E lei guardava tutti, facendo scorrere lentamente lo sguardo su
tutti i presenti, uno dopo l’altro, fino a soffermarsi su una certa persona che
la guardava dalla prima fila alla sua destra. Lo conosceva bene, sì, era
Edward. Indossava uno smoking bianco che risaltava i capelli chiari e gli occhi
dorati. E alla sua destra, mano nella mano con lui, chi c’era? Ah, sì, la ragazza
di Reole. Rose, si chiamava. Edward guardava la sposina sorridendo, ma Winry era
troppo impegnata a camminare per rispondere a quel sorriso. Era troppo
impegnata a mantenere un aspetto fiero ed elegante, perché se solo fosse stato
per lei si sarebbe messa a correre immediatamente verso di
lui, dal suo uomo, senza preoccupazioni. Ma era
in chiesa, e doveva contenersi.»
Sedici passi.
Le gambe camminano da sole, vanno avanti.
Ma non riesco a sostenere oltre il suo sguardo.
Lo sguardo di colui che amo. [. O che semplicemente dico di amare .]
«Fra le mani il bouquet, ricco di fiori d’ogni genere,
a formare una perfetta composizione bianco latte.
Ma gli occhi di Winry tremavano inconsapevolmente, semplicemente mentre osservava
il suo uomo che l’attendeva, paziente.
E abbassava lo sguardo, lei, non riuscendo a sostenerlo.
Non ce la faceva, era più forte di lei.
Fissava il tappeto rosso sulla quale stava camminando, poi in alto a destra alle vetrate della chiesa,
raffiguranti Angeli. E poi a destra, osservando i militari che la guardavano, o
che guardavano l’altro.»


Quattordici passi.
Forse non è questo che devo fare.
Forse non è così che devo vivere.
No, Winry, ti sbagli!
E’ con lui che vuoi vivere, è così che devi!
Lo ami, no? [. No, forse no .]
«Lo sguardo di Winry cadde su un uomo alto e moro, con accanto una donna che le somigliava terribilmente:
Roy Mustang e Riza Hawkeye. Erano là, accanto, mano nella mano anche se lei non poteva vederli.
Entrambi tenevano all’anulare sinistro una fede. Lo sapeva che voleva dire,
li aveva visti personalmente quando si sposarono; quando il Comandante Supremo li sposò.
Sì, li aveva visti.»


Dodici passi.
E’ sempre più vicino, e io sono sempre più titubante.
Non posso tornare indietro, ma forse sono stata troppo avventata con quel “sì”.
La verità è che probabilmente non so neanche io che fare.
Forse dovrei mollare tutto.
Forse dovrei lasciare il bouquet per terra, voltarmi e scappare via.
Sì, forse è la cosa che dovrei fare. [. No, forse no .]
«A sinistra si voltò, osservando tanta gente che è venuta là appositamente per lei.
C’era la signora Glacier con sua figlia Elicia, che ormai aveva ben otto anni.
Era cresciuta molto, in quegli ultimi tempi. Moltissimo, forse.
E Winry ricordava tutto quello che la donna e suo marito avevano fatto per lei. L’avevano trattata come una di famiglia,
l’avevano accolta e rispettata, le avevano voluto bene.
E si sforzò di sorridere almeno a lei, e a stento ci riuscì.
Molto a stento, siamo chiari.»
Dieci passi.
Voglio rialzare lo sguardo.
Voglio vederlo, voglio che mi sorrida ancora.
Non voglio che pensi che non voglio farlo.
Non voglio che pensi che non sono pronta.
Perché io sono pronta.. vero? [. No, non sono pronta .]
«C’era anche nonna Pinako, in tutta la sua bassezza.
-Accidenti, persino Edward è diventato più alto!- Era vestita con un abito azzurro che copriva moltissimo,
sembrava quasi che fosse impacciata nello stare in piedi in equilibrio.
E Winry ricordava quanto lei abbia insistito perché ragionasse.
Era stata lei la prima a pensare che Winry non fosse pronta, quella stessa mattina le aveva detto di ripensarci,
le aveva chiesto di essere sincera con se stessa. Ma perché l’aveva fatto?
Era una domanda alla quale Winry non riusciva a rispondere.»
Otto passi.
Nonna Pinako aveva ragione, avrei dovuto pensarci più affondo.
Mi sono fatta trascinare dalla foga del preparare il tutto che non le ho nemmeno prestato attenzione.
Avrei dovuto farlo, invece.
E adesso non posso più tirarmi indietro, e perché?
Perché sono testarda, perché non ho ascoltato il parere di qualcuno più grande di me.
Perché non mi sono fidata di lei, questa volta.
«Winry si fermò di botto, fissando per terra. E si fece un esame di coscienza che le serviva,
anche se avrebbe dovuto farlo prima, sotto gli occhi di tutta la sala, e del prete che la osservava
inarcando un sopracciglio. E i presenti bisbigliavano, il
suo uomo non capiva.
E Winry riprese a camminare, nell’incertezza più assoluta.»
Sei passi.
Aveva ragione, nonna Pinako.
Forse non è vero che amo lui.
Forse non è come ho sempre creduto.
Forse amo qualcuno che è molto vicino a lui, e che so che per me è irraggiungibile.
Chi amo in realtà? [. Lo so perfettamente chi amo .]
«Winry alzò lo sguardo, osservando colui che diceva di amare.
Capelli biondi corti, occhi celesti che la fissavano quasi impauriti.
E Alphonse abbassava lo sguardo lasciandosi sfuggire una risatina soffocata.
Aveva capito, forse? Si fermò di nuovo.»
Solo quattro passi, accidenti.
Mi sono fermata automaticamente, di nuovo.
A pochi passi dal traguardo che non mi sento in grado di passare.
Tremo, e probabilmente la gente nella sala se ne accorge.
Se ne accorgono tutti.
Tutti.
Specialmente lui. [. Alphonse.. .]
«E lui scese i tre gradini che portavano all’altare, e azzerò la distanza fra se e Winry, arrivandole davanti,
posandole le mani sulle spalle, osservandola. Winry alzò lo sguardo, incontrando quello di Alphonse,
dolce e sincero, innamorato. La sala bisbigliava, sempre di più, mentre Alphonse baciava Winry sulla fronte,
poi sulla guancia.

-Non devi sentirti costretta, Win.- e le sorrise, stringendo poco la presa sulle sue spalle. Winry tremava ancora,
abbassava lo sguardo. Era un po’ troppo tardi, ma un minimo di buon senso per capire che stava sbagliando ce l’aveva.

-Perdonami, Alphonse.- forse neanche se ne accorse che si scansò. Si voltò, dunque, mentre il bouquet le cadde di mano,
e per errore lo pestò, affrettandosi a correre verso l’uscita della chiesa, aprendo il portone e fiondandosi fuori,
lasciando all’interno un Alphonse abbattuto, distrutto interiormente, che piangerebbe se solo lo shock non
continuasse a tenerlo fermo, bloccato. Ma l’aveva persa ormai, e se ne accorse.
Abbassò lo sguardo, quindi, mentre la schiena venne scossa da frequenti singhiozzi,
che gli donarono un dolore interno che vinse lo shock e lasciò che lacrime argentee scivolino via dai suoi occhi.
E cadde in ginocchio, coprendosi gli occhi con una mano, stringendo i denti, cercando di reprimere il tutto.

E il primo a fiondarsi fuori dalla chiesa, subito dopo Winry, era la persona più vicina ad Alphonse: Edward.
Sul suo volto c’era un’espressione di odio, ma forse anche di felicità repressa.
Ma più odio: come aveva potuto, Winry, far questo ad Alphonse, colui che amava?»
Winry..
perché l’hai fatto?
Mio fratello ti ha amata così tanto, e ti ama tuttora..
Non ti sentivi pronta?
Non sentivi di dover continuare così?
Non lo amavi?
Fermati, accidenti, aspetta almeno ch’io ti raggiunga, spiegami le tue motivazioni!
Forse ti posso capire.
Forse. [. No, non posso .]
«Nel correr via Winry ha lasciato come indizi pezzi del suo vestito: prima il velo che si portava dietro,
poi la spilla, poi ancora un guanto, poi un altro, infine entrambe le scarpe,
che le davano impaccio nella corsa. Ma né Edward né Winry riuscivano a vedere bene a causa
della pioggia che cadeva da quando la Rockbell aveva messo piede in chiesa.
Forse quello era solo un avvertimento a ciò che sarebbe successo poi.

-Winry! Winry, accidenti, fermati!- urlò Edward, una volta raggiunta. Tese il braccio, quindi, afferrandola, scivolando
subito dopo. Winry cadde in una pozzanghera d’acqua assieme a lui, accanto. Tentò di rialzarsi, per scappare di nuovo,
ma Edward la teneva stretta per il polso sinistro.
Vedi di star ferma, maledizione!- e si alzò, facendola alzare
e fronteggiandola: eh, sì, adesso era Winry quella più bassa dei due.
Perché diamine sei scappata?- chiese Edward,
preoccupato. Winry liberò il polso dalla stretta di Edward.»
Voglio capire, non è possibile che tu scappi senza un motivo.
Voglio capire, Winry.
E tu mi devi aiutare a farlo. [. Ti prego.. .]
«-Mi sono fatta un esame di coscienza, e non è Alphonse che amo- Edward la guardò scioccato. Winry fissava per terra,
mentre la pioggia continuava a scorrere sui loro corpi.

-E chi sarebbe?- chiese Edward, poi, osservandola piuttosto serio. Winry spalancò gli occhi.
Indietreggiò di un passo, per poi voltarsi. Cominciò a camminare, forse cercando di scappare.
WINRY!-
Edward aveva alzato il tono della voce. Winry si fermò, osservando il vestito bianco che aveva preso un colore alquanto
sporco, sul beige scuro.

-Non ha senso dirtelo. Tanto è irraggiungibile, ormai- Edward sospirò, e si sedette su una pietra là vicino,
osservando Winry, sta volta dal basso, come ai vecchi tempi. Winry si voltò appena, osservandolo con la coda dell’occhio.

-Oggi qualcuno ti ha già detto che sei bellissima, per caso?- fece Edward tranquillo, sorridendole beffardo.
Winry avvampò, voltandosi verso di lui, fronteggiandolo nuovamente.

-Non mi prendere in giro, Edward-
-Non lo faccio, Winry- e la guardò piuttosto serio. Winry rimase immobile, almeno finchè Edward decise di alzarsi
e fronteggiarla; allora fece un passo indietro, ma Edward la raggiunse,
alzandole il volto e azzerando la distanza fra le sue labbra e quelle della bionda Rockbell.
Quest’ultima rimase immobile, scioccata, colta alla sprovvista da quel bacio improvviso.
Che diamine stava prendendo a Edward? Perché l’aveva baciata?»
Edward, sono confusa..
Perché mi stai baciando?
Cosa provi, tu, per me? [. Cosa? .]
E perché in chiesa eri mano nella mano con quella Rose?
Perché, se eri con lei, stai baciando me in questo momento?
Perché lo stai facendo, Edward? [. Perché? .]
Hai intenzione di giocare?
Di far del male a tuo fratello?
Di far del male a me? [. Spero di no .]
Edward, sei troppo misterioso. [. Troppo .]
Edward, non ti capisco. [. Incomprensibile .]
Edward, sei troppo impulsivo. [. Sai di esserlo .]
«-Winry.. Mi spiace per mio fratello, ma io ti amo- Winry rimase immobile, fissando Edward. E adesso? Che avrebbe fatto?»
Per quanto mi possa dispiacere per Alphonse, avrei dovuto dirlo comunque, prima o poi.
Per quanto possa volergli bene, non riesco mai a tenermi dentro le cose troppo a lungo.
E mi spiace, ma solo perché oggi avrebbe dovuto sposare te. [. Mi spiace .]
Ma me ne tengo fuori.
Se mio fratello adesso mi odia mi dispiace, ma sei tu che te ne sei andata via.
Sei tu che sei scappata, quindi io sono senza colpa.
Oppure la mia colpa è quella d’averti amata in silenzio? [. Colpevole .]
Forse non avrei dovuto cedere alla tua bellezza.
Forse non avrei dovuto cedere ai tuoi sorrisi, ai tuoi gesti.
Forse non avrei dovuto cedere. [. Mai .]
Ho peccato, per l’ennesima volta, Winry.
Perché per me, tu eri un tabù.
Ma le cose proibite mi affascinano, e lo sai. E lo sa pure Alphonse.
Le cose proibite mi attirano, mi ammaliano, e finisco per innamorarmi di esse, per
prenderle sul serio.
O a suo tempo non avrei cercato di riportare in vita mia madre.
O a suo tempo non avrei cercato di riportare indietro la vita di Alphonse.
O a suo tempo non mi sarei innamorato di te.
Non avrei commesso questo errore. [. Non l’avrei fatto .]
«-Ed, io.. non possiamo.- disse, puntando lo sguardo per terra, stringendo i pugni. Pensa ad Alphonse! Hai.. Hai idea
di come si sentirebbe dopo?
- e voltò lo sguardo. Edward rifletté, si guardò intorno, finchè non si limitò a sospirare.
-Ho una vaga idea.- disse, fissando lontano da Winry Perché non lo chiediamo al diretto interessato?- la ragazza si
voltò di scatto, osservando il punto dove Edward guardava: non era lontano da loro,
e anche se pioveva a dirotto si potevano distinguere i tratti gentili della figura di Alphonse,
appoggiato con una mano all’albero che gli si ergeva accanto.
Li guardava triste in volto, e nessuno dei due seppe riconoscere lacrime nel suo volto a causa delle gocce di pioggia
che vi scorrevano. Winry si sentì uno schifo, nel vero senso della parola.
Se solo non fosse successo niente, in quel momento forse sarebbe stata la moglie di Alphonse, e sarebbero stati felici.
Almeno, Alphonse lo sarebbe stato di sicuro. Edward invece avrebbe continuato a guardare Winry da lontano,
subendo danni interni di proporzioni gigantesche, e forse nemmeno l’avrebbe fatto vedere.

-Winry, tu.. ami Edward?- chiese Alphonse, con tono triste e tremante. Ci mancava poco che cominciasse persino a
balbettare. Winry abbassò il volto. Poi annuì.
Allora, io.. mi farò da parte. Siate felici.- sorrise, e
Winry lo vide appena per un soffio, dato che Alphonse si voltò subito dopo, correndo via. Winry fece un passo avanti,
tendendo il braccio sinistro, pronta a rincorrerlo, ma qualcuno dietro di lei la bloccò, abbracciandola.»
Winry,non voglio perderti.
Non di nuovo.
E continuerò a stringerti fra le mie braccia se sarà necessario,
ti libererò da tutti i tuoi problemi,
riuscirò a renderti felice. [. Lo Vuoi? .]
Edward, non voglio perderti.
Non anche te.
E non importa più cosa possa pensare Al,
perché ci ha lasciati liberi.
Voglio essere felice, Edward. [. Lo Voglio .]
Voglio essere felice, con te. [. Sempre .]
«Edward aveva avuto la brillante idea di stringerla a se in quel medesimo instante. Winry si sentì ancor peggio, ma
ormai era fatta.. no? Winry si voltò lentamente, osservando Edward in quelle pozze dorate che erano i suoi occhi.
Una singola lacrima scese lungo la guancia, confondendosi con le gocce di pioggia. Avvicinò il suo volto a quello
del ragazzo, catturando le sue labbra in un bacio casto che sapeva d’amore, di tristezza, di..»
«..pioggia..»
The End
  
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