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Autore: Setsuka    14/12/2007    11 recensioni
Delle dita si intrecciano a le tue: una stretta forte e calda.
< Non farti ulteriormente male >
Un tono eloquente.
E non sei capace di non ricambiare quella stretta.
< Sono un mostro Maes.. non faccio altro che uccidere con queste mani... >
[ Roy/Maes ]
Genere: Triste, Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Maes Hughes, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Murders hands
Murders hands





Prima Roy/Maes.
Chi mi conosce rimarrà stupita da questa ff, forse non la leggerà, ma non importa.
Mi sto affezzionando a questo pairing ultimamente, me ne sono invaghita guardando delle immagini Maes/Roy, lentamente. E pensare che appena vidi l'esistenza di questo pair, rimasi leggermente disgustata.Come si dice? Chi disprezza compra.
Non so se piacerà, lo spero.
probabilmente non sarà la mia unica ff su questo pairing.
Ma ricordate, il mio OTP rimarrà sempre il RoyEd!
***
Dedico questa storia a RizaFromKeron.
Sei una delle poche persone a cui piace il Maes/Roy e soprattutto stai riuscendo a cambiare in positivo la mia persona e ti ringrazio.
Probabilmente non è di tuo gradimento, ma volevo ringraziarti in modo concreto per i tuoi influssi beneficio su di me, che mi stanno portando ad aprire sempre più la mia mente e stanno cambiando in meglio -negli ultimi tempi- diverse cose. Il Maes/Roy posso definirlo uno dei tanti cambiamenti di posizioni e idee che sto avendo legato -in qualche modo- ad altri aspetti di me che stanno cambiando.
Grazie Riza.
Mi unisco in oltre con questa ff ai festeggiamenti per la nascita del primo sito italiano di fanfiction su FullMetal Alchemist ad opera di RizaFromKeron:
 http://serendipityfic.ilbello.com

 accorrete!!!




~



Un lontano suono di campane segna la mezzanotte.
Sei disteso su questo letto a castello -sulla parte superiore- da più di due ore e non riesci a prender sonno.
Il tuo sguardo è perso nel buio.
Terrore nelle tue iridi corvine che si confondono con l'oscurità.
Hai paura di chiudere gli occhi, paura di dormire; nel sonno gli incubi della realtà diventano più terrificanti e bruciano sulla tua coscienza.
E non sono nè a colori nè in bianco e nero quelle realtà oniriche, ma di varie tonalità di rosso e quello che senti non sono altro che urla, grida di disperazione, terrore, dolore...
Ritratto di guerra.
Ritratto di gente morta, che cammina e uccide o è a terra immobile.
E tu sei uno dei tanti morti che cammina e uccide.
La cosa più terrificante? E' che non sei un morto che cammina solo in quegli incubi, ma anche nella realtà.
Solo che nel mondo di Morfeo ti confronti con la tua coscienza e sai di perdere con essa, di essere nel torto e la cosa peggiore è che continuerai a fare la cosa sbagliata, tanto sei invischiato nella tela di questo sistema crudele e corrotto -disumano-  e continuerai ad essere strumento di morte per quanto l'uccidere si ripercuota, uccida, te stesso.
< < Mamma cos'è l' inferno? > >
Domandavi a sei anni e lei non riusciva a risponderti, diceva che era un posto orribile, dove vanno le persone cattive. Non era esauriente per te; ma ora che sai cos'è avresti preferito non esserti mai posto quel quesito, quell'infantile curiosità.
Tremi.
Non per il freddo.
Tremi sotto le lenzuola, trattenendo il respiro, mentre un groppo alla gola ti si sta formando.
Sai che sei all'inferno.
Sai cos'è il male.
Sai che stai agendo per il male.

E hai paura.

Tremi per il terrore.
Il male si identifica nelle persone Roy Mustang, il male si manifesta con le azioni delle persone.
Tu sei il male.
Una piccola parte di male -ce n' è tanto in questo mondo- , ma piccolo o grande che sia, sei male.

La mano destra si scopre, esce da sotto le lenzuola.
La chiudi.
Intorno la tua gola.
Il male deve essere estinto.
Trattieni il fiato, l'altra mano emerge dalle lenzuola per soffocare qualsiasi tuo suono possa uscire dalla tua bocca. La destra stringe di più intorno, preme sulla carotide. Muovi i piedi inquieto mentre il battito cardiaco accelera assieme al ritmo del respiro mentre preghi che nessuno senta, che tutto possa presto finire.
Speri ferventemente di riuscirci: vuoi, devi.
Non credevi uccidere se stessi fosse tanto difficile.
E' disgustoso.
 
"Non ci riuscirai"
Finirai solo per perdere i sensi così.
Quella vocina ha ragione, meglio cambiare metodo.
Rimani per un momento in meditazione.
Iridi di tenebra che osservano l'oscurità, un po' come fissare te stesso.
 Te stesso!
Giusto, tu sei l'alchimista di fuoco, il domatore del fuoco, colui che controllando l'ossigeno e altri elementi nell'aria riesce a far nascere -apparentemente dal nulla- il fuoco.
Le labbra si piegano in un sorriso, malato e con una mano cerchi sotto il cuscino.
I tuoi indispensabili guanti.
Accarezzi il cerchio alchemico disegnato su di essi, poi li indossi: lentamente, con eleganza.
"Riuscirò a lasciare questo mondo di merda"
Lo credi veramente, si.

Avvicini una mano al volto.
Non hai paura, ti terrorizza di più respirare, sentire il tuo cuore che batte: sentirti vivo; proprio perché di vivo non hai niente.
Il pollice e l'indice li strofini lentamente, con cautela e ripetutamente: e a quel gesto le molecole d'ossigeno nell'aria si frantumarono, gli atomi si separarono e poi, quasi magicamente, andarono a formare nuove molecole di un nuovo elemento.
Monossido di carbonio.
Le molecole si formano velocemente, in grande quantità; vicino la tua bocca e il suo naso, per facilitare il tutto ispiri profondamente, al fine di di velocizzare il tuo suicidio.
"Ci sto riuscendo"
Pensi, esternando il tuo sollievo con un sorriso.

E il respiro diventa irregolare, senti le tue forze venire in meno...
Tutto ti sembra confuso, sfumato.

< Roy > 

Anche quella voce...

< Roy? >

E' così sfumata...

< Roy! >

"Maes... "

Il monossido di carbonio sta aumentando in quella stanza...
Potresti uccidere anche lui...
Vuoi essere così egoista da donare la morte anche a lui?
Vuoi conservarlo gelosamente in una tomba per non permettergli di posare lo sguardo su nessuno?
Sei egoista, si, ma non a tal punto.
Interrompi immediatamente il gesto e di scatto ti alzi, alla ricerca disperata di ossigeno che puoi trovare ai piedi del letto.
"Non ci sei riuscito, visto?"
"...fanculo"

< Roy? Stai bene...? >

Te lo chiede preoccupato e... Cielo! Non dovrebbe il tuo cuore batter così velocemente per quello .

< S-si... >

Rispondi nervosamente e neanche tanto velatamente incerto.
Di nuovo il silenzio e ti distendi, respirando a pieni polmoni; tra poco il respiro andrà  regolarizzandosi.

< Roy... >

Ti chiama canzonatorio.
E il panico scorre nel tuo sangue, agita il tuo animo.

< ...sei sicuro di stare bene? >

Scuoti la testa anche se -lo sai- non può vederti.

< No... per niente... >

Ti porti le mani davanti e le guardi.

Sono mani assassine le tue, le odi.
Preferiresti non averle mai avute: le tue mani non sanno altro che dare e fare del male.
Perché la guerra non te le ha portate via?
Perché ti ha portato via l'umanità al posto delle mani?

< Maes? >
< Dimmi... >

Una punta di dolcezza nella sua voce.

E lasci pendere il braccio destro fuori dal letto, il più vicino possibile a lui.

Tu non puoi farlo, sei debole, non ci riuscirai mai.
Puoi solo riporre l'ultima speranza in lui.

< Amputami le mani >

E la durezza di quelle parole rimbomba nella stanza.
Un suono acuto e tagliante. Quelle parole l'hanno colpito più di quanto tu possa immaginare.
Un brivido gli è salito sulla schiena
La sicurezza nella tua voce gli ha messo paura.
Il fatto che quelle parole suonassero come una preghiera l'ha spaventato.

E un silenzio glaciale regna.

< Io da solo non ne sono capace... >
< Roy... >

Ti richiama con una punta di terrore e sentirlo provare questo per te -è  ironico- ma spaventa te.
Potresti allontanarlo per sempre lo sai?
E tu non vuoi.
... non è vero?

Hai bisogno di Maes Hughes come l'ossigeno.
Tu fuoco e lui ossigeno.
Il fuoco ha bisogno d'ossigeno per provare la sua esistenza e tu hai bisogno di Maes per provare la tua esistenza, senza...

Senza...
Senza Maes cosa saresti?
Te lo chiedi seriamente e ti domanti anche se è lui che ti ha impedito di suicidarti.
"Domanda stupida"
"Già"

< ...per quale motivo vuoi una cosa simile? >
< Non prendermi per il culo: lo sai >
< Scusami... >
< Di cosa? >
< Per avertelo chiesto >
< Tsk... vaffanculo >

Le tue labbra si piegano in qualcosa di simile a un sorriso.
Il silenzio scende di nuovo.

< Oggi ero nei promessi di una scuola... >

La voce ti trema al sol pensiero.
"Non puoi tornare indietro"

< Dovevo entrare e uccidere chiunque vi fosse... e... sono entrato... >

Ti trema la mano oltre che la voce.
Per quanto sia difficile parlare e i ricordi violentino quel briciolo di anima che ti rimane, per quanto ogni colpa, ogni vita la senti sulla coscienza, non riesci a piangere.

< ... c'erano una trentina di bambini... tutti che piangevano... e anche delle donne, maestre, che cercavano di tranquillizzare i bambini... si sono avvicinate due di quelle donne.. piangevano, si sono inginocchiate, hanno urlato ; un soldato che mi accompagnava ha fatto fuoco sulle due e io.. poi... >

Delle dita si intrecciano a le tue: una stretta forte e calda.

< Non farti ulteriormente male >

Un tono eloquente.
E non sei capace di non ricambiare quella stretta.

< Sono un mostro Maes.. non faccio altro che uccidere con queste mani... >

Uccidi con uno scocco di dita.
Uccidi premendo il grilletto di una pistola.
Uccidi firmando una condanna.
Uccidi alzando una mano per dar ordine di sparare.
Uccidi ogni corpo di donna che tocchi, perché le abbandonerai e non le amerai mai.
Uccidi e fai del male.
Ecco cosa fai con quelle mani.

< ...preferirei non averle. Preferirei morire... ma non riesco nè a morire nè a tagliarmi queste... >
< Non dirlo nemmeno per scherzo >
< Dico seriamente >
< Perché sei solo uno stupido >
< Che ne puoi sapere tu! Tu sei dietro tutto, tu non scendi in campo... >

Parole piene di rabbia, quasi disprezzo.

< Lo so. Non posso capire ma... so cosa sta accadendo, so che non è una guerra, ma un semplice atto di sterminio, immotivato e so che voi alchimisti di stato siete usati, ma Roy tu... >

La stretta più salda, vuole trasmetterti qualcosa.

< ...non devi morire >

Le pupille si dilatano nel buio.
E poi sorridi.

< Qualsiasi cosa succeda devi resistere, desiderare di vivere >
< Vivere... per cosa? >
< Per i tuoi sogni, no? >

Sogni... solo utopie irraggiungibili.
E' così convinto delle sue parole che ti dispiacerebbe rispondergli.

< No? >

L'ha capito.
Nessuno ti conosce meglio di lui.

< I sogni sono sogni Maes >

"Tu sei un sogno Maes"
Ti perdi nei vostri ricordi adolescenziali, quando credevi che sareste sempre rimasti insieme... quando la sua presenza era diventata così costantemente presente, che hai finito per farci l'abitudine. Lui era diventato un abitudine nella tua vita, ma quando siete cresciuti e ti sei reso conto che quello che volevi durasse per sempre non era possibile.
Prima o poi Maes si sarebbe separato da te.

< Non per questo non devi voler vivere >
< Dammi un motivo... >
< ...me >

Credi che il tuo cuore abbia mancato un battito.
Possibile che...

< Non hai nessuno per cui vivere? Per questo desideri morire? >

Non osi rispondere.
Hai quasi paura.

< Prenditi cura della tua vita almeno per me. Come farei senza il mio fratellino mancato? >

E la dolcezza e la semplicità con la quale dice queste cose ti spiazza.
Fa quasi male.
Solo il suo fratellino mancato.
"Beh, è già un traguardo"

Sciogli la tua mano dalla sua stretta.

< Fratellino di chi? Abbiamo la stessa età, scemo >
< Sono di sei mesi più grande >
< Per chi dovrei vivere? Per uno stupido... tsk... ridicolo >
< Tutte scuse >
< Mh? >
< Non mi saresti altrimenti rimasto vicino per tutti questi anni, se lo pensassi veramente così >
< Sei tu che ti sei appiccicato a me come una ventosa dalla prima volta che mi hai visto, so che ho un fascino magnetico ma... >
< See... ti piacerebbe... >

Sghignazza sereno.

"Si, per una volta hai ragione razza di stupido".

Ti rigiri dall'altro lato del letto.

< Notte... >
< Sogni d'oro >

Sono bastate poche sue parole per farti sentire meglio.
O forse peggio...

"Perché tutto non può tornare come prima?"

La parola di Hughes è magica, lo sai, riesce sempre a strapparti un sorriso.
Eppure queste sue parole se da un lato ti salvano, ti sollevano... dall'altro ti feriscono.
Vorresti di più, non puoi negarlo.
L'amicizia non ti basta più.
Per quanto ancora potrai nasconderlo?
"Per sempre"
Scherzi?
"Questo segreto verrà nella tomba con me"
Pur di rimanergli vicino, il più a lungo possibile.

Porti la destra davanti ai tuoi occhi e passi l'indice e il medio sulle labbra. Si sente ancora il calore.
E scende la tua mano, sotto le lenzuola...

Fai uscire la camicia dai pantaloni e la tua mano tira giù la zip. Abbassi lentamente i pantaloni, poi i boxer.
Un solo attimo di stallo, riflessione.
"E' giusto?"

E' il suo calore quello che senti sulla mano.
Lui ti ha stretto la mano.

Vuoi fingere solo sia sua quella mano...
Un gesto feticista, lo sai, ma non ti importa. Vuoi un solo qualche istante d'illusione.

E ti accarezzi il membro, mordi il labbro. Le dita lo avvolgono, l'erezione è immediata, è come se sentisse il calore di Hughes residuo nella tua mano.
"... il mio fratellino mancato..."
"No. Non va bene, no"
La stretta diventa più intensa e i denti affondano a sangue nelle tue labbra.
"Maes... perdonami"
Sai di offendere indirettamente la sua persona.
E' un offesa a lui e ai tuoi sentimenti, ma non ti importa: ne hai bisogno, almeno psicologicamente.

E ti giri di nuovo, rivolgendo il tuo sguardo al soffitto.
E lasci che le tue iridi si perdano nell'oblio nella notte e i sensi nell'oblio del piacere
Hai bisogno di esaudire questo infantile ed egoistico desiderio.

"Te l'avevo detto Maes di amputarmi queste maledette mani, non sanno altro che fare del male"

A te stesso.

"Te l'avevo detto che queste mani non sanno altro che uccidere"

I tuoi sentimenti e la tua dignità.

Tutta colpa di quelle tue mani.
Mani assassine.
Un giorno, forse, finiranno per uccidere anche te.
    






 












   
 
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