Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Rivqah    29/05/2013    0 recensioni
Quando le strade si dividono e la vita le ricongiunge.
Pochi secondi e poi di nuovo niente.
“Ci sentiamo più tardi?” chiese lei.
“A più tardi” rispose.
Passarono altri quindici anni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando la storia ricomincia e si riprende tutto dall’inizio, possono succedere cose inaspettate.
Si pensa sempre che per qualche scherzo divino -  di cattivo gusto - la ruota non giri mai dalla nostra parte, impazienti di vedere cosa il futuro ci riserva.
Siamo troppo concentrati a riscuotere la nostra parte di “bell’evento” che non ci accorgiamo di quanto in realtà ci sta offrendo la vita. Altre volte capita però che la vita non ti offre proprio niente e quel “bell’evento” non lo vuoi neanche più. Siamo troppo convinti di non meritarcelo più e ci rincorriamo in un gioco di colpe troppo appagante per poterne uscire fuori.
Quando la mattina si svegliava, non aveva veramente voglia di farlo. Aveva una sorta di malinconia innascondibile, stampata in faccia che l’accompagnava sempre durante il giorno: si piazzava lì sul suo stomaco e non se ne andava più via. Ci aveva fatto il callo e faceva parte anche lei di quella schiera di persone che pensavano di meritarsi il male.
 “Forse ho fatto qualcosa di male in precedenza” si ripeteva. In verità non aveva fatto proprio niente.
 
Quell’incontro era capitato per caso, quasi non volendo, dopo quindici anni,  in un parco pubblico, mentre il destino regalava loro quel bel momento.
Come quindici anni prima, lui ebbe la stessa sensazione di dolce perdizione davanti ai suoi occhi. Ogni volta che la vedeva riusciva a trovare un mare infinito lì dentro e riusciva a percorrerlo sempre, tutto, sia in tempesta sia quando c’era calma piatta.
Quella donna aveva un tipo di occhi che graffia, di quelli che ti segnano l’anima: incredibilmente espressivi erano grandi, azzurri come il cielo e terribilmente intensi.
Si era accorto subito del dolore impresso in quell’azzurro quasi ingrigito, si era accorto subito del tempo che era passato.
Per quanto si sforzasse di ridere vedeva quei due fanali cercare una salvezza.
Non era mai stato così: di solito era lei l’ancora di salvezza. Si trovava spiazzato dal suo nuovo compito di roccia a cui aggrapparsi, si trovava in disagio a sentirsi così importante.
E soprattutto non si sarebbe mai immaginato di ristringere fra le sue braccia, dopo quindici anni quella donna che aveva amato, rispettato e poi che aveva visto andare via.
Quando le sue braccia cinsero la sua vita la sensazione fu la stessa: assoluta pace.
C’era un silenzio solenne fra di loro e un respirare lento; sentiva le lacrime della donna scendere leggere, senza interrompere quella quiete assordante e posarsi sulla sua spalla. Non avrebbe mai più voluto scostarsi da quella posizione così pacata. Si era scordato con un solo gesto tutti i problemi che aveva, tutte le maledizione che aveva in programma di lanciare.
 
Ricordava gli occhi di quell’uomo come un mondo verde da scoprire, mai scontato e sempre nuovo. Si ricordava le sue spalle possenti, le sue braccia allenate, il suo sentimento nell’abbracciarla. Ricordava tutto come se fosse successo ieri e non pensava sarebbe stato possibile cambiare le carte in tavola.
Lo abbracciò e si commosse. Il corpo pianse da solo tutte le pene che aveva patito in quell’ultimo periodo, la mente lasciò andare via tutti gli orrori che aveva visto con quegli occhi che lui amava così tanto. Lasciò andare tutto via, lo lasciò scivolare sulle sue guancie; si lasciò macchiare di trucco colato, assaporò il dolore del pianto e le tempie pulsanti per lo sforzo.
Girò la testa verso l’incavo del collo dell’uomo, durante quell’abbraccio infinito e si meravigliò di sentire che usava ancora il dopobarba di quando era giovane.
 
Lui non riusciva a smettere di pensare a quel profumo che gli ricordava estati e anni passati.
Il mare, la sabbia, il sole, il caldo, la pioggia, l’università e gli abbracci.
I ricordi si affollavano in lui e non li controllava: respirava con affanno e quasi avrebbe voluto piangere anche lui.
 
Giusti nel momento sbagliato e sbagliati nel momento giusto: questa era la loro verità.
 
Quell’abbraccio durato secoli fu sciolto e lei gli prese il viso fra le mani. Lo guardò con quegli occhi con cui si guarda una persona amata, con quegli occhi pieni di orgoglio di una madre, con lo sguardo perso di un’adolescente che lascia il suo migliore amico. Lo accarezzò e in quel momento gli fece intendere quanto lo amasse.
 
“Ci sentiamo più tardi?” chiese lei.
“A più tardi” rispose.
 
Passarono altri quindici anni.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Rivqah