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Autore: Darytia Rani    29/05/2013    6 recensioni
L’uomo era furioso. Prese dal taschino del suo gilet un coltellino che, con un rumore così fastidiosamente metallico da far venire i brividi, uscì dal suo manico.
Si avvicinò pericolosamente a me, puntandomi la punta del coltello sulla gola.
Ancora il suo tic.
< Vedi, non sempre si è disarmati sia a livello figurato che fisico. Per me è così e stai giocando letteralmente con il fuoco, cara. >
< Il fuoco si spegne con un soffio. > risposi soffiandogli in faccia.
Joker scoppiò a ridere aumentando la pressione del coltello sulla gola < A volte, bambolina, non si deve fare resistenza al proprio aggressore, a volte serve solo ballare con il Diavolo per uscire dall’Inferno! >
Non so esattamente cosa dire di questa storia ... essendo comunque la mia prima Fanfiction su Joker. Spero che il mio lavoro vi piaccia! Non abbiate paura di recensire e di illustrarmi tutti gli orrori presenti nella mia storia! xD Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni dopo

Dal giorno in cui Joker mi aveva presa, le mie amiche dormivano sempre a casa mia.
Le dicevo sempre di continuare la loro vita, ma loro tornavano ogni sera a cena.
Quella notte mi sentivo particolarmente strana. Erano due giorni che non dormivo, è vero, ma ero sicura che non centrasse niente.
Sentivo uno strano formicolio  nel ventre.
Stavo cercando di capire cosa potesse essere, quando una fitta me lo fece capire immediatamente « CAZZO!! » gridai imprecando ancora per qualche minuto, accogliendo il mio “Armageddon” personale.
Madison scattò in piedi e prese l’ascia che tenevo in camera da letto (si, ne tenevo una. Ero molto brava a maneggiare le armi) « Hey, hey, hey, Mad! Lasciala, che non la sai usare! E poi domani devo andare a spaccare la legna a casa del Sg. Ross, ti ricordi? Non la rovinare! »
« Mi hai fatto prendere un colpo! »
« Mad, presto, la pillola! » gridò Katrine
« Cosa? »
« SBRIGATI! » urlai
Madison si stava incamminando verso la cucina quando sentii la porta sbattere e le feci segno di indietreggiare « Dammi l’ascia. » sussurrai
Madison obbedì e, mentre loro si accucciavano sotto le coperte, io feci roteare l’ascia per prendere potenza nel colpo.
Sentivo dei passi che poco dopo si fermarono. Poi una sedia venne spostata e probabilmente, chiunque fosse, aveva poggiato qualcosa sul tavolo.
Io ero scalza, perciò si sentiva solo il rumore dell’ascia roteante.
Entrai in salotto.
Vidi un uomo dai capelli verdi seduto su una sedia, con i piedi poggiati sul tavolo e la giacca posata sulle gambe.
Mi cadde l’ascia.
Joker era seduto sulla mia sedia, al mio tavolo, in casa mia.
« Eh la Madonna! Addirittura un’ascia! »
La ripresi immediatamente « Cosa ci fai qui? » chiesi
« Per farti qualche domanda. »
« Tipo? »
« Perché? Perché lo hai fatto? »
A quelle parole, mi ricordai del mio “problemino” e mi piegai letteralmente in due lamentandomi ed attirando l’attenzione del clown « Che ti succede? »
Mi sedetti. Ero sudata fradicia « Possiamo parlare dopo? MAD! »
Madison mi raggiunse, ma rimase paralizzata « Non urlare. » le dissi « Ti prego »
« Avanti, mi piacciono le urla delle persone che hanno paura di me! »
« Si, ma a me danno fastidio! »
« Tu sei davvero strana. »
Non mi ero accorta che era arrivata anche Katrine, che si stava nascondendo dietro Madison
« Chi fa da se fa per tre. » dissi io mentre mi alzavo e mi avvicinavo alla scatola delle pillole, che si trovava accanto al posto dov’era seduto Joker.
Lui guardava di sottecchi, mentre io continuavo a sudare cercando di camminare il dritta possibile « Non fare finta di non sentire dolore. Hai la mascella contratta e stai sudando come un cane. Si può sapere che succede? »
«Non sono affari che ti riguardano. »
Afferrai una siringa e una scatola di pillole giallognole e dall’aspetto gommoso. Aiutandomi con la sedia sulla quale sedeva Joker, salii sulla mensola della cucina e mi iniettai il liquido presente nella siringa per poi prendere la pillola, accompagnata da un bicchiere d’acqua.
L’uomo mi guardava con sguardo indagatore mentre il mio viso riprendeva colore.
« Morfina. » dissi io.
Dopo qualche istante continuai « Cosa volevi chiedermi prima? »
« Perché lo hai fatto? »
« Cosa? »
« Fermare Batman! »
« Ero in una specie di debito ed è sempre meglio saldarli subito i debiti. »
« E riguardo alla mia battuta? Nessuno aveva mai riso prima se non i mie scagnozzi. »
« Il perché te l’ho già spiegato quella sera. Tu non mi fai paura e di conseguenza non ho paura di ridere. Altre domande? »
« Perché prendi la morfina? »
«  Diciamo questioni … femminili. Le mie fanno più male di come dovrebbero essere normalmente. Poi? »
« Mmh. Perché non hai paura di me? »
« Perché sono strana! » risposi sorridendo ripensando alla sua affermazione.
In quel momento notai del sangue sulla sua spalla « Non ti fa male? » gli chiesi facendo cenno con la testa verso la ferita.
« Non sono io quello fa le domande? »
« Adesso te ne ho fatta una io. »
« Perché vuoi saperlo? »
« Perché prima volevi sapere tutte quelle cose? » risposi facendolo tacere.
Dopo qualche momento, Joker si decise a rispondermi « Non troppo. Non è un dolore assurdo come il tuo. »
« Non so se offendermi o meno o meno. Comunque, se ti fa male, te la medico »
« Cosa? » chiese stupito
« Non ti sei mai medicato una ferita? »
« No. »
« Oh. Wow. Vabbè, togliti la camicia e compagnia. » gli ordinai mentre andavo in bagno per prendere l’occorrente
« Perché, tu non puoi togliermela? » disse ghignando e sprizzando perversione da tutti i pori.
« Vai! Cominciamo! » risposi sarcastica.
Poi mi ricordai delle ragazze che mi guardavano come per dire “ma che cazzo combini?” « Ragazze, abbiamo ospiti. Sedetevi a fategli compagnia mentre io prendo la cassetta del pronto soccorso » dissi ghignando
Le mie amiche mi guardarono con uno sguardo infuocato, ma, con riluttanza, su andarono a sedere.
Quando uscii dal bagno, trovai le ragazze leggermente ammaliate da Joker.
Vi chiederete il perché. Semplicemente perché aveva un “fisico da Thor”.
« Di certo non mi aspettavo un pancione da non mese, ma neanche questo! » affermai schietta provocando la risata del clown che sorrideva soddisfatto.
Io mi sedetti di nuovo sulla mensola e, impicciando il mio piede tra la gamba della sedia e la sedia stessa, riuscii, con un po’ di sforzo, ad avvicinarlo a me.
« Però, quanta forza in quelle gambe apparentemente fragili! Ahahahah! »
« Siamo in vena di complimenti, eh? »
Lo girai in modo da avere la sua spalla all’altezza del ventre.
Presi disinfettante ed ovatta e cominciai a tamponargli la ferita.
Potevo vedere la sua mascella irrigidirsi, quindi gli riproposi le sue stesse parole « Non fare finta di non sentire dolore, Jack. Hai la mascella contratta! »
Nel sentire il suo  nome, Joker spalancò i suoi occhi neri girando il viso verso di me.
Io facevvo finta di non guardarlo, ma ero troppo curiosa di vedere la sua espressione « Hey, devo pur informarmi sulle persone che mi liberano dopo che le ho dato il mio indirizzo! »
« Eeh? » dissero le mie amiche all’unisono, che improvvisamente ebbero di nuovo la voce.
« Poi vi spiego. Ok, Joker. Ora te la ricucisco. »
« Dove hai imparato? » mi chiese dopo qualche minuto di silenzio
« Mi sono esercitata su un mio amico. Hanno cercato di ucciderlo più volte » gli risposi pensando a Bruce.
« Mmh. » rispose solo lui.
Chiunque al mio posto avrebbe fatto in modo da fargli molto male. Ma io no. Anzi, cercavo di essere anche il più delicata possibile, e questo stupì anche me.
Il mio sguardo cadde sbadatamente sulla sua muscolatura, come se mi avessero colpito di sorpresa.
In effetti lo avevano fatto. E non poco.
Era calato il silenzio tra noi, che cercai di spezzare il più presto possibile in modo da distogliere i miei pensieri da lui « Allora. Qualcosa mi dice che tu non sei qui solo per chiedermi spiegazioni. In fondo potevi anche non scomodarti a venire a casa mia! »
« Mmh, in effetti no. »
« Che c’è? »
« Quel fottuto pipistrello mi ha demolito il rifugio e ora non ho dove dormire. Di solito ne ho uno di riserva. »
« Senti, io ho un divano-letto dentro. Ti ospito per stanotte solo se mi prometti che domani te ne andrai di qui prima del mio risveglio. Siamo d’accordo? »
« Hmm. »
« Lo prendo come un “Si, grazie”. Ti avviso, mi alzo molto presto la mattina. Quasi non dormo. »
Nessuna risposta.
Poi, d’un tratto, mi chiese « Perché ti fidi di me? »
« Perché tu cerchi la mia fiducia. »risposi seria « Vedi, la fiducia è come una gomma. Riesce a cancellare solo una certo numero di errori, perché si consuma. Diciamo che io avevo una gomma di riserva e ora la sto utilizzando con te. »
Joker mi osservava  attentamente, quasi a cercare quel minimo movimento che lasciasse intravedere la menzogna nelle mie parole, ma non la trovò.
Nei suoi occhi neanche più un minimo accenno di pazzia.
Sembrava che mai nessuno si fosse fidato di lui.
Mi guardava come se volesse dire “Ma che, sul sero?”
« Ti  metto a disposizione i trucchi, a patto che ti strucchi prima di dormire. Non vorrei che le federe si sporchino. »
Si. Molto normale. E’ proprio da me. Un supercriminale dormirà a casa mia e io mi preoccupo delle federe.
Il clown assunse un’espressione contrariata, ma poi accettò riluttante. 
   
 
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