M&M’s
Chris Colfer si era ormai abituato
alle stranezze del suo
migliore amico. Voglio dire, quando passi praticamente ogni istante
della tua
giornata con Darren Criss perdi anche il concetto base di
normalità.
Per questo, quando lo vide entrare in sala relax con un’aria
abbattuta che
avrebbe fatto invidia a un cucciolo abbandonato su
un’autostrada, non si
preoccupò più di tanto: probabilmente si era
scrostata un po’ la cover fucsia
del suo I-Phone. Tra poco sarebbe
andato saltellando in giro per il set cercando degli smalti colorati
con cui
ridipingerla, molto probabilmente. Niente
di cui preoccuparsi, si disse, continuando a sorseggiare la
sua Diet Coke.
“Chris”
mormorò una voce triste dietro di lui, facendolo
sobbalzare. Pensava sarebbe rimasto tutto il giorno a commiserarsi su
una
sedia, lontano da tutto e da tutti – perché non
avrebbero potuto capire il suo dolore – invece
aveva sottovalutato la
capacità di Darren di essere irritante anche quando era
depresso. Anzi, forse
in quei casi peggiorava.
“Che
c’è, Darren?” rispose Chris, cercando di
mostrarsi
distaccato. Sapeva bene che, se gli avesse dato troppa corda, di
lì a due
minuti sarebbe stato trascinato in giro per il set in cerca dei
suddetti smalti
arcobaleno. Meglio fingere indifferenza.
Darren probabilmente si rese conto
che la sua strategia
stava fallendo, perché gli si sedette di fianco, mostrando
la sua proverbiale
aria da cucciolo in cerca di rassicurazioni e attese.
Chris gli lanciò un paio
di occhiate dubbiose poi, complici
le pupille di Darren che sembravano allargarsi stile “Gatto
con gli Stivali”,
cedette. “Si può sapere che vuoi?”
replicò scocciato, ma poi non
così tanto.
L’altro si
lasciò sfuggire un sorrisetto di vittoria, poi
tornò triste e abbattuto.
Sospirò. “Hai
presente l’e-mail che ho spedito?”
“Quella in cui esponi alla
Disney tutte le tue teorie sull’evidente
omosessualità di certi suoi
personaggi?” fece Chris ironicamente.
“In effetti neanche a
quella mi hanno risposto…” borbottò
Darren.
Chris si prese un attimo per
guardarlo incredulo, poi si
strinse nelle spalle. Non sarebbe di certo stata la cosa più
strana fatta da
quella sottospecie di hobbit.
“E quale, allora?”
“Quella in cui chiedevo di
cominciare a produrre m&m’s
fucsia, ovviamente!”
“Ah, quella”
Come dimenticarsi della sera in cui
il suo ragazzo aveva
fatto irruzione in casa sua lamentandosi della mancanza di
m&m’s fucsia.
Quando Chris gli aveva fatto notare che non producevano anche altri
colori e che
era impossibile creare confetti di ogni sfumatura esistente, dato che
le
confezioni erano da 300 g non da 3 kg, aveva sbraitato che quello era razzismo e che il fucsia non poteva di
certo mancare. Dopotutto, chi non ama il
fucsia? Aveva detto, sfidandolo a opporsi, prima di andare
nel suo studio e
impossessarsi del suo pc.
A quanto pare quella e-mail
l’aveva mandata veramente. Sperò
solo che non li avesse accusati di razzismo.
“Beh, non dici
niente?” chiese Darren incredulo.
“Dai, non fare il bimbo
capriccioso” gli sorrise “puoi
sempre mangiare gli Smarties, hanno il rosa”
Darren borbottò qualcosa
di incomprensibile.
“Cosa?”
“Gli Smarties non hanno i
pupazzi” fece arrossendo
visibilmente.
“E allora?” rise
l’altro “Oddio non mi dire che
tu…?” disse
guardandolo scioccato quando annuì in imbarazzo. Non ci
poteva credere. Il suo
ragazzo era ufficialmente un idiota.
“Posso vederlo?”
domandò, cercando di trattenere le risate.
“Mi prenderai in
giro” arrossì Darren.
“Più di quanto
stia già facendo interiormente? Ne dubito”
replicò
con un sopracciglio inarcato, tentando di reprimere un sorrisino di
scherno. Allungò
la mano in attesa.
L’altro mugugnò
qualcosa in protesta, poi tirò fuori un
foglio ripiegato dalla tasca e lo porse al ragazzo affianco a lui senza
degnarlo
di uno sguardo.
Chris gli diede un’occhiata
per poi scoppiare a ridere.
Darren si voltò a guardarlo indignato “Ehi, avevi
promesso!”
“Scusa è
che… Ci credo che non ti hanno risposto!”
ridacchiò
girando il foglio. “Questa ti sembra una mascotte?”
fece, alzando un
sopracciglio, occhieggiando prima a Darren poi alla palla rosa con i
Ray-Ban che
spiccava sul foglio.
“Mi ci sono messo
d’ impegno!” protestò
l’interpellato,
incrociando le braccia con fare offeso.
Chris prese un paio di respiri
profondi nel tentativo di
calmarsi, poi si alzò, andò nel suo camerino e
tornò con una scatola di
pastelli colorati, un paio di fogli, matite e gomme.
Darren era ancora girato verso il
muro a braccia incrociate.
Lo ignorò e si
inginocchiò davanti al tavolino,
mordicchiando la matita all’estremità con fare
pensoso.
“Chris” fece il
ragazzo ancora seduto sul divano, mentre lui
tracciava le prime linee sul pezzo di carta di fronte a lui
“Cosa stai
facendo?” chiese.
“Disegno la mia mascotte
degli m&m’s” rispose senza
guardarlo.
Dopo qualche minuto passato nel
completo silenzio disturbato
solo dallo sfregare delle mine sul foglio, Darren si alzò e
provò a sbirciare
il disegno da sopra la sua spalla, prima che Chris lo coprisse con le
mani.
“Non guardare! Potrai
vederlo quando lo avrò finito” detto
questo si spostò e continuò a colorare dandogli
le spalle.
L’altro sbuffò,
sedendosi per terra in attesa. Cominciava ad
essere curioso.
Dopo qualche istante Chris si
voltò con il foglio tra le
mani, mostrandoglielo, in attesa del suo verdetto.
C’era un
m&m’s un po’ allungato –
probabilmente per
farlo più alto di quello
di Darren –
grigio con la scritta Diet Coke su un fianco. La
“o” era attraversata da una
saetta gialla. Nell’insieme non era male e di certo le
capacità artistiche di
Colfer erano più elevate delle sue.
“Oddio, sei tu!”
fece Darren ridendo. In effetti, anche lo
sguardo di quel pupazzo era identico a quello di Chris.
“Però manca qualcosa”
aggiunse prendendo un pastello.
Avvicinò il foglio al suo
disegno e con la matita rossa unì
i due fogli con un cuore.
“Perfetto”.