Convulsi singulti ottenebrano il quieto picchiettare delle goccie
contro le tempie forate.
Non ce la faccio,
non riesco ad andare avanti così;
il respiro strappato a grandi morsi
corrode l’anima dall’interno.
Angoscia esistenziale che
si fulmina come una lampadina d’inverno;
permane solamente il lezzo disgustoso di paura
e del metallo arrugginito.
Una pastiglia dietro l’altra nella corsa
per ridurre tutto al silenzio.
Silenzio.