6 dicembre 1980
Caro John,
Come stai? Spero vada tutto bene. So che ora le cose on Yoko vanno meglio, sono felice per voi. (Anche perché non ce la facevo più ad ascoltare le tue lamentele nel cuore della notte. Maledetto! Non sai quante notti ho passato sveglio ad ascoltare la tua “bellissima” voce da ubriaco che sparava le cazzate più assurde. No, scherzo. Ti voglio bene amico, puoi chiamarmi quando vuoi.)
Quest’ultima parentesi era fin troppo lunga. Comunque, a proposito di telefonate, avrei dovuto chiamarti, ma adoro immaginare la tua espressione mentre cerchi di decifrare la mia calligrafia “geroglifica”, come la chiami tu.
Ora, parlando di cose serie, stavo pensando di venire a fare un giro dalle tue parti. Non ci vediamo da un po’ e magari dato che arriverò l’8 e il Natale si avvicina, potremmo fare l’albero insieme.
Ti ricordi quell’anno che lo facemmo a casa mia? Quando per cercare di sgarbugliare le lucine ci ingarbugliammo ancora di più ritrovandoci attaccati e stretti, e chiedemmo aiuto a George che però era troppo impegnato a mangiare il panettone per aiutarci. Quelli si che erano bei tempi! Ma ora basta percorrere il viale dei ricordi, sennò mi viene da piangere. So che starai ridendo John, ma non sono una “donnicciola”, non più, quindi non provare neanche a pensarlo.
Ora devo salutarti, le mie bambine saltellano per la stanza e mi reclamano per giocare con loro.
Comunque dovrei arrivare a New York verso sera tardi e spero che tu abbia già finito di registrare per quell’ora. Spero che la lettera arrivi in tempo. Non vedo l’ora di rivederti e di riabbracciarti John.
Con affetto,
Paul.
P.s.compra delle lucine decenti questa volta.
*****
“Va bene John. Io sono appena arrivato a New York, dovrei essere anch’io da te per quell’ora.”
“Bene Paul. A dopo allora.” Non potevo vederlo, ma sapevo che il suo volto si era illuminato in un sorriso.
*****
8 dicembre; ore 11.00 [Messaggio di segreteria]
“John, faccio un po’ di ritardo, ma sto arrivando. Giuro!”
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“Paul?”
“Oh, Joh-… Yoko? Che succede? Stai piangendo?”
“Paul..”
“Yoko, ti prego, parla..cerca di stare tranquilla..”
“Paul…John..”
Dio! Quel silenzio mi stava uccidendo, il mio cuore batteva all’impazzata e la mia mente continuava a dirmi che forse era successo qualcosa di grave.
“Yoko? Sei ancora in linea?”
“Paul..” prese un respiro profondo “John è morto, Paul.”