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Autore: Birra fredda    30/05/2013    2 recensioni
Mi legge nel pensiero. O, forse, sa quello che sto pensando semplicemente perché è sempre stato così.
Non è mai stato necessario per me parlare a Jimmy, in effetti. A lui bastava un mio minimo movimento, un mio sguardo, e sapeva all’istante cosa mi passava per la testa.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole tramonta, manda a puttane ogni briciolo, ogni fottuto stralcio di luminosità.
Cala la notte e con lei il freddo incombe sulla mia pelle chiara. Il buio più assoluto preme contro le mie palpebre appesantite dalla sbronza.
Non so da quanto tempo io stia vagando a vuoto, non so più dove sono. Non mi ritrovo. Ci sono bidoni dell’immondizia al mio fianco e, sebbene io viva a Huntington Beach da quando sono nato, non ho idea di dove sia finito
Inciampo in un tombino, crollo sull’asfalto, mi abbandono al suolo e mi raggomitolo su me stesso.
Mi manca Jimmy.
Nulla di più: solo tanta nostalgia.
Se ora fosse qui riderebbe di me, si accascerebbe al mio fianco, sbronzo almeno al mio pari, e resteremmo qui, stesi su questo asfalto freddo chissà quanto a lungo a ridere. A lasciarci scivolare addosso i malesseri, le frustrazioni, finché possiamo. Fino a che saremo abbastanza giovani per farlo.
Ma ci hanno ingannati.
Ci hanno riempito la testa di chiacchiere e stupide promesse riguardo un futuro in cui avremmo avuto i capelli bianchi, avremmo perso i nostri muscoli e avremmo passato le serate non più a bere al Johnny’s.
Bugie.
Solo stupide, fottute, bugie.
Perché tu non ci sei più.
E non c’è più il tuo abbraccio soffocante, non ci sono più i tuoi sorrisi pieni di vita, i tuoi colpi di batteria improvvisi e la tua risata cristallina dopo averci fatti sussultare.
E mi manchi, cazzo.
Mi manchi.
Mi manca persino l’idea di un futuro in cui un bambino dagli occhi azzurri e immensi quanto i tuoi suona a caso la tua batteria, con te che ridi da un angolo della nostra sala prove e lo inciti, mentre io mi danno dinanzi a qualche specchio arrangiato per via delle prime rughe a deturpare il mio bel viso.
Avresti riso, se avessi sentito questa baggianata, ne sono certo.
E come faccio io senza la tua risata, Jim?
E, fanculo, come faccio senza di te?
Come vado avanti senza il mio migliore amico, senza mio fratello?
“Ma non dire cazzate, Brian, per cortesia.”
Alzo lo sguardo.
Bene, sto anche impazzendo: ho le allucinazioni.
Jimmy è morto.
È morto.
Morto.
Morto.
Morto.
“Ma questo non significa che io non ti sia accanto ugualmente.”
Mi metto faticosamente a sedere dinanzi a quella che mi appare la figura del Rev.
Ma quanto cazzo ho bevuto?
Jimmy sorride. “Più del solito, effettivamente” commenta.
Mi legge nel pensiero. O, forse, sa quello che sto pensando semplicemente perché è sempre stato così.
Non è mai stato necessario per me parlare a Jimmy, in effetti. A lui bastava un mio minimo movimento, un mio sguardo, e sapeva all’istante cosa mi passava per la testa.
“Tu non sei qui” sussurro. “Sei dentro la mia testa. E poi gli angeli dovrebbero emanare luce, avere l’aureola...” blatero, facendolo ridacchiare.
“Syn” mi chiama dolcemente, chinandosi dinanzi a me e posandomi le mani sulle spalle, un contatto troppo forte per poter essere irreale, “io non sono mai andato via. Anche se non puoi vedermi, mandarmi un messaggio quando sei annoiato, anche se non puoi più sbronzarti in mia compagnia e non puoi più suonare con me, io sono sempre qui. Brian, io sono sempre con te.”
Non ricordavo che gli occhi di Jimmy fossero così... luminosi. Insomma, così azzurri e gioiosi, colmi di un’allegria che mi lascia spiazzato.
Lui sorride. “Non lasciare che prendano la luce che risiede nei tuoi occhi, Synyster Gates” mi stringe le spalle tra le mani pallide, “come non ho lasciato che nessuno rubasse la mia.”
Mi slancio in avanti e lo abbraccio.
Mi aggrappo con tutta la forza al suo corpo magro, stringo tra le mani la sua felpa scura e mi lascio andare. Se solo potessi non lasciarlo andare, tenerlo ancorato tra le mie braccia e far sì che resti appigliato alla vita attraverso di me, giuro che mi venderei la chitarra pur di farlo.
“Non posso restare” sussurra lui, “ma grazie per il pensiero.”
“Mi manchi” borbotto, col viso nascosto nell’incavo della sua spalla.
“Io sono sempre al vostro fianco.”
 
***
 
“Ma che cazzo ti è saltato in testa!? Volevi forse farci morire di crepacuore!?”
Sorrido ai miei amici, che mi guardano arrabbiati dall’alto.
Credo che a Matt stia per uscire il fumo dalle orecchie, come accade nei fumetti.
“Che cazzo c’è da ridere?” mi domanda Zacky, visibilmente seccato. Mi perdo per un momento nei suoi occhi acquamarina, nelle sue occhiaie scure, profonde e tetre.
“Ho incontrato Jimmy” biascico.
“Non sarai mica andato in coma etilico?” ribatte Johnny, incrociando le braccia al petto.
“Vaffanculo, nano” rispondo in fretta. “Mi ha detto che è sempre al nostro fianco.”
“E ci voleva un coma etilico per capirlo?” mi dice duramente Christ, nascondendo però un vado ghigno divertito.
Sbuffo. Non sono proprio in vena delle sue stupidaggini.
“Oh, avanti Bri...”
“Io ti credo” si intromette Zacky, chinando lo sguardo.
“Ma anche io!” s’imbroncia il più piccolo, alzando un sopracciglio. “Stavo solo scherzando.”
Matt non dice nulla, mi porge una mano, che afferro per rimettermi in piedi e finire stretto tra le sue braccia muscolose.
Sento anche i corpi di Zack e di Johnny contro il mio. Sento le enormi mani di Matt che premono sulla mia schiena, la fronte di Zack contro la mia schiena, i capelli di Johnny che mi solleticano il collo e il calore vitale di Jimmy che ci stringe tutti. Che ci unisce e ci tieni caldo tra le sue braccia tatuate.
  
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