Non era una cosa facile per Bruce, non lo era più. Doveva pianificare attentamente anche quando farsi una sega, e la cosa gli richiedeva diversa concentrazione, diversi minuti di training autogeno. Tutto pur di non diventare grosso e verde per un orgasmo.
Quando era rilassato a sufficienza, si permetteva di calarsi una mano nelle mutande, sentendosi ancora più solo e triste. E teso e patetico.
Ma quando incontrava Tony, quelli erano i momenti più difficili. Soprattutto quando lo ospitava da lui, girando per casa con nulla più di un pantalone di pigiama per metà della giornata. Quell'uomo lo metteva in difficoltà, lo eccitava fin nei suoi più intimi recessi della psiche, solleticando i suoi istinti più bassi, se ancora ne possedeva davvero. Così, da solo nella stanza degli ospiti, chiudeva gli occhi, respirava profondamente e ci provava. Se lo stringeva in una mano e si accarezzava piano pensando a Tony, a quello che avrebbe voluto fargli.
L'immagine nitida nella sua mente, viva, reale, fin troppo reale. Si lasciò andare a dei sospiri, gli occhi ancora sbarrati, e proprio non si accorse della porta che si apriva, della voce che rompeva il silenzio per poi smorzarsi a metà del suo nome. Ma l'eco, quello sì, gli risuonò nella mente ridestandolo dalle sue fantasie. Aprì gli occhi e l'immagine di Tony era ancora più reale, fisica, lì di fronte a lui.
Tony era sorpreso, ma tirò fuori un sorrisetto e si appoggiò allo stipite della porta per osservarlo con calma. "Beccato!" ridacchiò. "Allora sei ancora più umano di quanto vuoi darmi a bere!"
"Santo cielo. Non ti hanno insegnato a bussare?" farfugliò Bruce, ricomponendosi. Rosso fino alle estremità.
"No, cioè, forse sì, ma mi perderei un sacco di belle cose se lo facessi!" ribatté Tony continuando a fissarlo con quel sorrisetto malizioso. "Ero venuto a chiederti se ti andava di bere qualcosa con me, ma continua pure. Aspetterò qui sulla porta guardandoti."
"Non... non mi pare il caso." gli rispose l'amico cercando di non incrociare il suo sguardo.
"Cosa? Bere con me o che resto qui a guardarti?" non voleva scucirsi dal viso quel sorriso. "Se vuoi vengo lì e ti do una mano, sai, come si faceva da piccoli."
Bruce rimase senza parole e lo fissò, cercando di capire se dicesse sul serio. Poi decise di sfidarlo.
"D'accordo, chiudi la porta e vieni qui." era come se le sue fantasie erotiche per un attimo avessero preso vita. Ma pensava che Tony si sarebbe tirato indietro, che avrebbe detto che scherzava, o qualcosa del genere. Invece chiuse la porta e si avvicinò a passi lenti, un'espressione del tutto diversa sul viso. Bruce iniziò a sudare freddo, stava perdendo il controllo o era solo dannatamente eccitato?
Tony si chinò su di lui, infilandogli una mano fra le gambe, accarezzandolo attraverso le mutande e poi gliele sfilò di dosso, e tutto il resto fu come un sogno.