Melancholy.

 

Dedicata ad Arianna,

senza la quale nulla di tutto questo sarebbe accaduto.

 

 

Sapeva che erano lì. Poteva sentire lei chiaramente ed era certo che anche lui fosse nello stesso posto, a pochi passi di distanza, al limitare della residenza.

Guardava fuori dalla finestra del suo studio nonostante non potesse vederli – erano dall’altra parte del giardino – e si lasciava cullare dalla domanda che la propria mente gli sottoponeva.

Sarebbero mai entrati? Avrebbero semplicemente bussato e lui li avrebbe accolti con un sorriso gentile – come ai vecchi tempi – oppure sarebbero rimasti lì, sul limitare della soglia, sapendo che lui sapeva?

La distanza che ora li separava faceva appena male, come una malinconica melodia sussurrata dalle corde di un violino. Un tempo la tristezza lo avrebbe mosso alle lacrime; ora invece era appena un po’ oltre la sua soglia, non poteva toccarlo fino a quel punto, ma lasciare giusto un’eco di sé, come ricordo.

Non sarebbero entrati, ma non di certo per codardia.

Aveva promesso che non avrebbe mai letto la sua mente, ma in fondo quel voto era stato già infranto, quindi si concesse un solo pensiero e quello che vide gli strinse un po’ il cuore.

Dolore. Raven soffriva. Per lui. Per quello che gli era successo. Aveva saputo, dunque, quali danni la loro ultima avventura insieme aveva procurato alla sua persona.

Sto bene, le sussurrò e fu certo che un sorriso le allargasse le labbra sporche di lacrime.

Mi manchi, pensò lei e Charles avrebbe voluto sentire le sue labbra sulla propria fronte, come l’ultima volta, e stringerla forse, per portare via quel dolore. Riportò alla mente di entrambi il loro primo incontro, quando non erano altro che bambini – probabilmente la notte più bella di tutta la sua vita – e sperò che bastasse a farle capire che sarebbe stato sempre con lei, ovunque sarebbe andata.

La sentì muoversi, il tempo delle visite era finito. Lentamente si allontanava da lui.

Poi successe.

Durò un attimo, il tempo di un pensiero. Lo percepì.

Mi dispiace Charles.

Non ci fu tempo per dire altro: Erik era già andato via, troppo velocemente, portando con sé anche Raven. Lasciandolo solo. Una condizione a cui si sarebbe abituato.

Solo in quel momento l’uomo si concesse una lacrime, in memoria di tutto ciò che aveva avuto.

 

 

 

 

 

 

 

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Davvero non ho idea di cosa sia questa flash, né del come sia venuta su. È stata un’idea improvvisa mentre con Arianna si rifletteva sul finale di “First Class”: effettivamente, Charles si rende conto di non poter muovere le gambe solo dopo che Erik e Raven sono andati via… quindi ho pensato ad un modo tutto loro di reagire alla cosa – tutto filtrato attraverso gli occhi e la mente del professore.

Spero di non essere andata in OOC – è stato davvero un azzardo introdurmi in questo fandom, dato che sono praticamente una profana.

 

Alla prossima, magari!

Alchimista ♥