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Autore: AllePanda    30/05/2013    5 recensioni
I 74° Hunger Games visutti dal punto di vista di Peeta. Ho provato a scrivere brevemente di quei momenti in cui tutti ci siamo chiesti cosa fosse successo, senza riscrivere tutto, focalizzandomi soprattutto sull'Arena.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Gli Hunger games di Peeta Mellark
 

 
Quando Effie Trinket pronuncia quel nome il mio cuore sembra arrestarsi per un momento. Poi realizzo: non è lai che ha chiamato. Infatti, pochi secondi dopo osservo un gruppetto di giovani dodicenni fare spazio a Primrose verso il palco, verso quel destino che tutte loro sono così sollevate di avere evitato. Non ho nemmeno il tempo di dispiacermi per lei, di far sapere al mio stomaco ormai sottosopra, che quest’anno sarà sì più dura del solito, ma lei vivrà. Una voce carica di terrore ma risoluta si leva tra la folla silente.

 

- Mi offro volontaria come tributo!

Gli attimi che seguono mi vedono boccheggiare, quasi in trance. La osservo, osservo Katniss con la sua treccia di capelli scuri avvicinarsi a sua sorella minore, allontanarla dai Pacificatori. E’ tutto irreale. Vorrei che fosse un incubo, ma non lo è… Stavolta Capitol City avrà davvero la sua vita ed io non posso farci niente. Trattengo a stento l’impulso di urlare, di dire qualcosa. Non lo faccio perché ho paura…perché penso ai miei genitori che sono lì ad aspettarmi, e mi dico che se anche provassi a mettermi tra lei e Capitol City quello che otterrei sarebbe di vederla ugualmente andare via, con in più qualche severa punizione a carico di altre persone a cui voglio bene. Così ingoio silenziosamente il mio dolore, ascolto Effie che quasi la deride dicendole che ci avrebbe scommesso che quella era sua sorella, visto che nel Dodici mai nessuno si era offerto volontario prima d’ora. Katniss ha l’aria fin troppo tranquilla per una che si trova nella sua posizione, fa impressione guardare i suoi occhi, i muscoli tesi. Haymtich Abernaty cade dal palco con un sonoro scivolone, sbattendo la faccia a terra. La scena cattura l’attenzione di tutte le telecamere presenti, ma non la mia. Così riesco a vederla. Riesco a vedere Katniss emettere un piccolo gemito di disperazione e contrarre i muscoli del viso in una smorfia, giusto un attimo, poi le telecamere sono di nuovo su di lei e tutto sembra tornare come pochi istanti fa. Mi sento morire a vederla. Così quando la donna di Capitol City ficca la mano nella boccia di vetro per estrarre il nome del tributo maschio, spero con tutto me stesso che si tratti di qualcuno in grado di aiutarla, qualcuno di abbastanza altruista da fare quantomeno gioco di squadra con lei, qualcuno in grado di starle vicino, come vorrei fare io…
-
Peeta Mellark! –

Ci metto un po’ a realizzare che non sto sognando. Gli sguardi dei miei compagni di scuola e degli altri ragazzi attorno a me sono così carichi di compassione che mi affretto a fissare i miei sull’asfalto. Boccheggio e cammino. Due pacificatori mi scortano fino al palco dove Effie mi invita a presentarmi. Scorgo i miei genitori in lontananza, mio padre sembra distrutto. Mi dispiace dare loro un simile dispiacere. Non oso guardare in direzione di Katniss. Riesco solo a pensare che adesso anche io sono un tributo, che sono un tributo e che alla fine solo uno sopravvive. Oh Katniss…
(…)
Sono appena emerso dal mio cilindro. La piattaforma di lancio e grande appena appena da permettermi di appoggiare entrambi i piedi. La prima cosa che faccio è cercare Katniss con lo sguardo. La vedo. E’ piuttosto lontana da me, a separarci ci sono almeno 7 tributi. Parte il count down. Mi costringo a posare lo sguardo altrove lasciando la sicurezza che la sua presenza mi infonde. Purtroppo so che lei non si fida di me, che mi sarebbe inutile provare ad avvicinarla una volta scaduti i 60 secondi. Attorno a me vedo molti alberi, di fronte c’è un lago e di lato una specie di campo di erba alta. Haymtich ci ha dato consigli preziosi che voglio seguire, mi tirerò fuori al più presto dal bagno di sangue e cercherò un buon punto in cui sistemarmi per poi cominciare ad elaborare una strategia. Niente colpi di testa. Il bosco è certamente la scelta migliore. Correre fuori dai piedi, nascondersi e pensare. A dirla tutta sono terrorizzato perché anche se tutto attorno al nostro distretto c’è un bosco molto simile a questo, non ci ho mai messo piede, ma Katniss sì e certamente starà pensando di dirigersi da quella parte. Il respiro però mi si arresta quando torno ad osservare la mia compagna di distretto. E’ in posizione per dirigersi verso la cornucopia. Mi basta portare lo sguardo poco più in là per capire che cosa ha davvero intenzione di fare. Un arco argentato risplende sotto la luce del sole nel bel mezzo dell’arena. No! Katniss… Non capisci che così ti farai uccidere!! Per fortuna lei si gira verso di me, giusto in tempo. Le faccio cenno con il capo di lasciar perdere e prego che mi ascolti, che faccia come io ed Haymtich avevamo sperato. 3…2…1…
Mi lancio più veloce che posso verso il bosco. Fino all’ultimo mantengo lo sguardo sulla schiena di Katniss. La vedo sfrecciare verso la cornucopia e penso di avere perso, di non avere alcuna speranza di riuscire a tornare vivo esattamente come non ho speranza di aiutare lei. Quello che segue è una corsa frenetica tra gli arbusti. Cado, mi rialzo, sento le tempie pulsare, la paura mi avvolge. E’ un terrore profondo. Mentre mi allontano faccio in tempo a sentire le urla. Non mi fermo, corro finché ho fiato e poi stramazzo a terra sperduto. Passano attimi che sembrano infiniti. Dopo quella che deve essere una mezz’ora buona, sento i primi colpi di cannone e prego perché lei ce l’abbia fatta. Sono un vigliacco, mi dico mentre la disperazione più nera mi assale, un vigliacco… Ma cosa avrei potuto fare? Cosa posso fare?
La notte cala in fretta e comincio ad avvertire i morsi della fame e la stanchezza. Non ho speranza di farcela. Sento dei passi, delle voci in lontananza che si fanno più vicini. Da come ridono tra di loro non ho dubbi che si tratti del gruppo dei favoriti.

 

- Ehi Cato…mi spieghi perché ci tieni tanto a uccidere lei per prima? – chiede la voce di una ragazza. Io resto nascosto come posso dietro ad un cespuglio. Respiro appena, immobile. L’energumeno del distretto due sorride e poi risponde semplicemente – Perché lei ha ottenuto 12 punti con gli Strateghi…Chi si crede di essere? Voglio che tutto Panem veda chi è qui il vero leader… -

- Secondo me non è tutto questo granché, ma forse hai ragione, meglio togliersi il pensiero e ucciderla subito – interviene l’altra ragazza.

Cerco di contare quanti sono, ma il loro numero è presto detto: sono quattro, ossia i tributi dell’uno e del due. Quello che hanno appena detto mi ha messo in testa un’idea che potrebbe anche funzionare. Se dovessi fallire, tanto meglio, almeno mi sarò tolto il pensiero e non morirò di fame o di sete o di qualche altra terribile calamità dovuta agli strateghi. Se tento il tutto per tutto, lo faccio solo per lei…
 

- Non la troverete facilmente – la mia voce suona chiara nel crepuscolo dell’Arena, ma forse non così ferma come vorrei. Il gruppetto dei favoriti ha giusto un sussulto, poi ho solamente il tempo di accorgermi che qualcuno di loro si sta dirigendo verso di me, mi afferra per il colletto della tuta e mi sbatte con forza contro il tronco di un albero. La schiena mi duole e quasi non respiro più quando Cato comincia a giocare con me in modo sadico, mostrandomi la lama della sua spada.

- Ehi… questo è il ragazzo del dodici…che stupido! Si vede che ha fretta di crepare… - commenta nel frattempo la ragazza mora del gruppo. I suoi occhi scuri brillano di una luce intensa, fanno quasi più paura di quelli fuori di testa di Cato.

Mi costringo ad ingnorarli e a paralre prima che sia tardi. – Lei è molto più abile di quanto crediate. Io l’ho vista…Lei sa cacciare, usa arco e frecce e… - mi manca il fiato sotto la presa ferrea di Cato – colpisce sempre le prede dritto negli occhi – concludo. Sono ormai certo che quello che ho appena detto non li interessi, che tanto ormai sono spacciato, quando Cato molla la presa. – Allora è questo che ha mostrato agli strateghi! – grugnisce. Mi accascio a terra annaspando alla ricerca d’aria. – E bravo il nostro Distretto 12… - ride.
(…)
Non sono ancora riuscito a chiudere occhio. Ho convinto i favoriti che potevo essere loro d’aiuto per trovare Katniss, ma non mi aspettavo che sarebbe successo tanto presto. Per di più lei è ferita ad una gamba in modo piuttosto grave e per ora è riuscita a sopravvivere soltanto grazie alla sua abilità nell’arrampicarsi sugli alberi. Scruto tra le fronde degli alberi. Vorrei restare così per sempre a vegliare su di lei. Oggi ho davvero temuto che fosse finita, non tanto per me quanto per lei. Se Katniss muore, se la uccidono, so bene che subito dopo ci sarei io a seguirla, ma se dovesse davvero succedere allora posso dire che non mi dispiacerebbe morire. Tanto non sarei mai capace di vincere…e poi che senso avrebbe ormai tornare a casa senza di lei? Casa… Sono certo che i miei genitori se ne farebbero una ragione. Gli mancherei ma poi, un giorno dopo l’altro imparerebbero a convivere con questa cosa. Io no. Se dovessi tornare senza di lei, non avrei più nessuna vita davanti a me. Ma cosa posso fare? Appena farà giorno Cato e gli altri vorranno di nuovo sangue, e così Capitol City e gli Strateghi. Potrebbero anche lasciarla morire di fame, ma questo richiederebbe tempo e ci sarebbe troppo poco spettacolo da mostrare. Sicuramente entro domani mattina ci saranno delle nuove vittime e non so neanche se domani a quest’ora saremo ancora vivi, se lei sarà ancora viva… e io… Come posso dormire? Katniss… ti prego, devi farcela. Lo so che quello che chiedo sembra molto simile ad un miracolo, ma tu sai farli i miracoli… salvati... io veglierò su di te questa notte, come se fosse l’ultima, forse per me lo sarà… ma non per te…ti amo Katniss… E così mi addormento. E’ un dormiveglia irrequieto quello in cui piombo, fatto di incubi, volti, voci…grida. Apro gli occhi e scatto subito in piedi. Qualcosa non va. Un rumore sordo ci avvolge e faccio solo in tempo a rendermi conto che siamo circondati da vespe, da tantissime e pericolosissime vespe. Poi corro, mi agito, grido, come stanno facendo tutti gli altri. Per fortuna riesco ad allontanarmi giusto in tempo per ricevere dai miei nuovi assalitori solamente qualche puntura. Inseguo Cato che corre disperatamente verso il torrente, non mi fermo finché non ci sono immerso anche io. Seguono attimi di confusione, dolore e gonfiore. Un solo pensiero mi mantiene ancora abbastanza lucido: Katniss. Appena il panico mi abbandona, esco dall’acqua, visto che ormai il pericolo sembra scampato e torno velocemente sui miei passi. Davanti a me trovo una scena raccapricciante. Lux è completamente irriconoscibile e giace morta con il corpo straziato dalle punture e dal gonfiore. Un Howercraft è già pronto a raccogliere quello che resta di lei, ma la cosa peggiore è che Katniss è lì intenta a strapparle di dosso arco e frecce. Sembra in trance, la vedo guardare l’arco e sfiorarlo con le mani senza realmente vederlo. So che Cato sarà qui entro pochi secondi, e gli altri con lui, se sono ancora vivi. – Katniss! Che stai facendo? Vattene via da lì! Scappa! Scappa! – è tutto quello che riesco a dirle. Lei mi lancia un’occhiata persa nel vuoto ma le mie parole sembrano scuoterla perché comincia a correre anche se inciampa, si rialza e si allontana. Giusto in tempo. Cato sbuca quasi subito tra le fronde, armato e più fuori di testa che mai. – Ti ho sentito! – grida. – Era tutta una messa in scena allora! Tu…hai sempre voluto proteggerla! –. Senza darmi il tempo di pensare, Cato è sopra di me. Avverto il metallo tagliente della sua spada trafiggermi la coscia e grido. Poi il mio assalitore sembra avere un mancamento improvviso e colgo l’occasione per fuggire. Sono un animale ferito adesso, la testa mi pulsa, l’adrenalina mi conduce lontano, finché non ce la faccio più e crollo… Spero solo che Katniss stia bene…Ormai non mi importa più di morire...Poi realizzo che forse poco fa è stata l'ultima volta che l'ho vista e mai più la vedrò, il cuore mi martella nel petto, mi fanno male le tempie, mi viene da vomitare...No, no, no...Avrei dovuto farmi avanti quando era il momento, invitarla ad uscire, baciarla... e adesso invece non mi rimane che chiudere gli occhi e arrendermi alla stanchezza. Non mi rimane che morire qui...Addio Katniss.
 
  

 

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 Spazio autrice: Spero non risulti "già letta un milione di volte" o troppo scontata, poco appfondita, o troppo melodrammatica. Avevo voglia di scrivere una one shot ed eccovela servita. E' senza pretese. Se avessi avuto più tempo avrei fatto di meglio, ma purtroppo il tempo a mia disposizione è quello che è. Sarei felice se lasciaste un commento, critica e quant'altro. Un bacio :)
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 

  
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