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Autore: Virginia Of Asgard    30/05/2013    8 recensioni
Prendiamo una ragazza decisamente omosessuale. Prendiamo il teddy boy, John Lennon, e prendiamo l'odio fra di loro.
Lui la vuole per se, è una questione di principio.
Lei lo vuole morto, le ha dato della Lesbica davanti a tutti, ora il mondo conosce il suo segreto.
Cambierà mai qualcosa nel modo femminista di pensare di Giselle Smith? John riuscirà a farle assaporare l'altra sponda?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi chiamo Giselle Smith, ed ho diciassette anni. Lesbica per scelta, confusa per destino. Sono per metà francese, l’altra metà britannica; Mi piace vestirmi da ragazzo, ogni tanto, ed amo l’arte in tutte le sue forme.
Un bel giorno, cambiando scuola, ho incontrato lui, il mio peggior incubo: John Winson Lennon;
Un ragazzo davvero strano, cinico, ironico, stronzo ma dal cuore grande. L’ho odiato, per un po’. L’ho “amato” per un po’, ed ora sono tornata ai principi.
Lo odio. Lo odio. Lo Odio. Lo odio con tutta me stessa. Lo odio da morire.
E ora… ora sono qui, nella MIA casa, chiusa a chiave nel MIO bagno, in presenza di un John Lennon coperto solo da dei Boxer.
Questa è la mia storia, e sono nei guai. Guai seri, perché lui non mi vuole far uscire, ed ha nascosto le chiavi del bagno all’interno dei suoi…ecco… boxer.
Mi ha detto che devo prenderle da sola se voglio uscire, altrimenti starmene li ad ascoltare ciò che ha da dire.
Il mio orgolio pervade sul mio buon senso però.

Sono fatta così.

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Mi avvicinai a John, fissandolo  intensamente negli occhi.
«Dammi le chiavi!» gli ordinai freddamente, e con tono deciso. Si mise a ridacchiare sadicamente. «Nemmeno per sogno, Gigì! Dovrai sederti, ed ascoltarmi! Altrimenti Johnny Jr. è pronto ad accogliere le tue delicate manine!» esclamò sornione. Maledizione a me! La situazione si stava facendo davvero assurda! Dovevo riavere quelle chiavi, dovevo uscire.
«John! Cazzo John! Cazzo sei un fottuto bastardo! Ridammi le chiavi, non sono pronta per prenderle da sola, che schifo!» gridai fissando per un attimo i bianchi ed alti calzoni del tipetto dal caratterino difficile. «Sei la prima ragazza che si lamenta di Johhny Jr.! Coraggio Gigì, non ti costa nulla accettare ciò che ho da dirti, siediti e dammi pace un secondo!»
Srtinsi i pugni, serrai la mascella. Non lo avrei MAI e poi MAI fatto. Non gli avrei dato ascolto, ne andava del mio fottuto orgolio!!
Presi a correrre – per quanto potessi farlo in un bagno di pochi metri quadri – verso la porta, e diedi una spallata a quest’ultima in vero stile Rugbista, ma non ottenni altro se non un gran ematoma viola in qualche parte remota della spalla.
Trai un gran sospiro, mi stavo arrendendo. Mi trascinai stremata verso la vasca da bagno e mi sedetti su di essa. Non ebbi il coraggio di guardare John in faccia: non volevo veder galleggiare la vittoria nei suoi piccoli occhi marroni. Non volevo!
«Hai vinto. Parlami»
Non osai guardarlo. Sentii dei passi verso di me, si era inginocchiato per potermi guardare negli occhi; Con due dita che poggiò sul mento mi alzò il volto, e mi costrinse a guardarlo.
«Io voglio solo dirti, Giselle Smith, che io credo… io credo di amarti. Non ho mai provato nulla di così assurdo, nemmeno per Cyn. Mi piaci, non so se sia amore o altro, ma stà pur certa che qualcosa c’è.» mi disse serio. Mi disse guardandomi dritto in faccia, e si sa bene che non si mente mai, quando due occhi si scontrano in un dialogo. Non stava mentendo, il suo linguaggio del cormo mi stava comunicando che tutto quello che stava accadendo era in verità reale.
Mi paralizzai spalancando la bocca per lo stupore. Non fece null’altro. Si alzò, si girò, levò le chievi da….lì, ed aprì la porta.
Uscì e si chiuse nella sua stanza. Tutto questo mentre io, come una cogliona, me ne stavo paralizzata all’interno del bagno.
Mi aveva detto che mi amava!
 La pancia mominciò a scombussolarsi, strane sensazioni pervasero il mio corpo, non respiravo più correttamente, ma affannatamente. Mi portai una mano al cuore, e sentii come battesse supersonicamente. Ero terrorizzata, il terrore si era impossessato di me. Che cosa avrei fatto ora? E se io non avessi provato lo stesso? Insomma non ero più neanche certa del mio vero orientamento sessuale! E se non fossi stata prontam per un argomento del genere? Che cosa gli avrei detto l’indomani, e dopodomani, e dopodomani ancora? Come lo avrei guardato da quel momento in poi?
Diamine! Lo aveva fatto a posta! Sapeva quanto mi sarei sentita a disagio, sapeva che rischiava di rovinare la nostra amicizia – anche se avevamo litigato

Mi alzai, mi tremavano le gampe; deglutii. Mi aveva detto che mi amava.
John Lennon era innamorato di me, e ci nconoscevamo neanche da sei mesi! Non era possibile, pensai.
Mi stava prendendo in giro, si stava semplicemente prendendo gioco di me.
Ed io non gliel’avrei fatta passare liscia. Mi diressi verso la sua stanza, ovvero la stanza degli ospiti, che con mia grande sorpresa trovai apreta.
Come se non bastasse avevo gli occhi ricolmi di lacrime, senza alcun apparente motivo. Mi sentivo tradita, oppressa, presa in giro. Tremavo, e non sapevo se ero pronta per entrare in quella stanza, per litigare nuovamente.
“andiamo Giselle, fagliela vedere! Non può vincere così! Non può lasciarti con quest’incognita! Apri quella porta!” mi auto incitai, così colsi l’attimo sfuggente, prima che potesse svanire facendomi tornare nella mia camera a paranoicizzarmi su come mi sarei dovuta comportare con lui da quel momento in avanti; così aprii quella porta ed entrai drasticamente nel momento in cui si stava infilando dei pantaloni neri. Mi fissò per un istante, aveva capito come fossi infuriata, ma non ne capiva il motivo.
«lo so che lo hai fatto a posta! Sei un bastardo doppiogiochista!» gridai con voce rotta dall’emozione e dal – ammettiamolo – pianto nervoso. Volevo che rispondesse, ma non lo fece. Se ne stava li, zitto a fissarmi serio.
«Si può sapere perché diavolo non rispondi??» sbraitai ansimando lievemente, stavo avendo un attacco di panico? Proprio li, davanti a lui? Non era possibile, c’era qualcos’altro sotto. Non era quell’ansia da panico. Era un’ansia differente. «Perché Gigì?» domandò fissandomi, dopo svariati minuti di silenzio; «Perché devi rovinare tutto così? Perché cerchi solo pretesti per litigare? Anche quando sono serio, Giselle, perché??» mi domandò senza muoversi di un millimetro. Non potevo crederci. Ora mi odiava!
«Non sono io quella che va a caccia di pretesti, sei tu che provochi!! Perché mi hai mentito su di una cosa importante tanto quanto l’amore? RISPONDI!!» Gridai indicandolo, ormai in lacrime. Non riuscivo a controllare le emozioni, ed neppure il mio respiro irregolare. «Possibile che tu non capisca? Non ti ho mentito, diamine! Vieni qui a litigare, solo perché non sai che altro fare, non sapevi come comportarti con me, così hai deciso di venire ad urlarmi contro, o sbaglio?» mi domandò sedendosi sul letto. Deglutii: aveva capito tutto. Ciò che diceva era reale, era la realtà che avevo nascosto a me stessa. Perché mi era così difficile ammettere di aver sbagliato?
«Ti sbagli di grosso, lo sapevi che mi avresti creato una situazione di panico, ecco perché hai finto di dichiararti! Non provi nulla per me! E poi sono LESBICA!» esclamai moderando la mia voce tremolante, quanto cazzo mi faceva innervosire quel tipo!!
«Giselle.» mi chiamò, mi ammutolii per un istante, col fiato proteso, per scopire che aveva da dire. Ma con mia gran sorpresa si alzò, e si avvicinò a me. Il cuore iniziò a battere più fortemente, disstolsi gli occhi dalla sua figura,ed incorciai le braccia al petto, come segno di difesa contro di lui.
Si avvicinò ancora di più; indietreggiai ancora di più, sino a cadere nuovamente nel suo tranello: andai a sbattere con le spalle contro il muro, bloccata tra di esso e John. Per l’ennesima volta, dannazione a me!
Mi passò lentamente il dorso della mano sulla guancvia, guardandomi con occhi tristi
«Perché vuoi negare a te stessa la possibilità che qualcuno sia disposto ad amarti?» mi domandò tutt’untratto, spezzando il silenzio. Restai di stucco (N.d.A. è un barbatrucco! LOL ) per ciò che aveva detto. Non ci avevo mai pensato seriamente; Al fatto che fossi io la causa di ogni problema, io e la mia mancante autostima.
Diamine! Quel rafgazzo aveva la magnetica capacità di scannerizzarmi l’anima! Riusciva a cogliere ed intuire ogni mia essenza, ogni mio pensiero.
Pensai per un attimo all’altra parte. Se era vero, ciò che diceva la Nonna, allora…allora era lui, john, l’altra parte di Giselle Smith?
Abrii la bocca, volevo ribattere, ma le parole mi morirono sulle labbra. Aveva ragione, non sapevo più che dire.
Sopirai arrendevolmente e tristemente. Non stava mentendo. Non certamente, almeno.
Ed io, io ero la persona meno adatta di questo pianeta, ad affrontare questo genere di dichiarazioni.
Alzai per un attimo lo sguardo, e notai un gran sorriso comprensivo sulle sue labbra. «vedo che ci sei arrivata da sola, non c’è bisogno che io continui. Non servo più, ora.»sse allontanandosi e prendendo le sue coe. Si vestì velocemente, e ficcò tutte le sue cose nello zaino, mentre io lo fissavo in silenzo, lo guardavo andarsene via di li. Via da quella stanza, via dalla mia casa, via dalla mia vita.
«dove…dove stai andando?» gli domandai con un filo di voce. «me ne torno da Mimi» mentì. Non sapevo che stesse mentendo, in realtà. Ma lo potei capire col tempo.
«Resta ancora un po’…» sussurrai guardando il pavimento, tristemente. Non ero certa mi avesse sentita, non lo stavo guardando. Non potevo decifrare i suoi movimenti, fissando il nulla.
«come hai detto?» mi domandò perplesso. Alzai lo sguardo e lo fissai dritto negli occhi.
«Resta. Ti prego.»

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Angolo autrice!!

SALVE DANNAZIONE! da quanto non aggiorno? secoli! lo so. Ancora una volta non sono stata in grado di rispettare i tempi.
Maledetta me, cazzo! 
Per l'ennesima volta vi chiedo perdono, e
chiedo anche scusa per gli errori di battitura. Come sapete ne faccio un migliaoio, per via del fatto che non ho word, ma uso i documenti di testo ( e sono troppo pigra per rileggere attentamente e correggere) 
Per cui lascio a vui il giodizio.
Questo capitolo non mi piace, fa cagare e vi chiedo scusa. Nel prossimo prometto ci sarà una dannata svolta a questo piattume di storia insulsa che

GRAZIE ALLE VOSTRE RECENSIONI E AI VOSTRI PEREFERITI, E' ARRIVATA AL QUARTO POTO FRA LE PIU' POPOLARIIIIIIII

Quindi GRAZIE A TUTTE, di cuore, davvero. Grazie mille. Io vi amo.
Non mi era mai successo nulla del genere! nessuno aveva mai recensito le mie storie sino a farle arrivare fra le più popolari! Figuariamoci al quarto posto!

Quindi g
razie, grazie, grazie!!

con affetto,
me&errori-di-battitura forrevvah 

   
 
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