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Autore: Mokona_    31/05/2013    0 recensioni
Buonsalve!
Finalmente ci siamo...la tanto attesa jerza week è arrivata! E Mokona è pronta a dare il meglio di sé, per cercare di rendere giustizia al suo OTP....con riferimenti/accenni nalu, gruvia, gale e anche lami, che non guastano mai.
Day 1: Hope
Day 2: Freedom
Day 3: Atonement
Day 4: Stars
Day 5: Promise
Day 6: Love
Day 7: Forever
Dal capitolo 7:
"Fu un pomeriggio del Dai Matou Enbu che Erza riuscì finalmente, grazie all’aiuto di Mira e Ultear, ad ottenere la verità da parte di Jellal.
Le due malefiche matchmaker avevano trovato il modo per chiuderli in uno sgabuzzino, costringendoli così ad una vicinanza tutt’altro che sofferta, ma che non consentiva loro di stare più lontani di cinque centimetri l’uno dall’altra".
Happy jerza week!
Enjoy your read!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 6:
Love
 

Jellal osservava il tramonto.
Il cielo screziato era interrotto da sporadici e sottili fili grigiastri, che non andavano però ad oscurare quel semicerchio luminoso appena visibile in mezzo alle montagne, che dipingeva la zona circostante di un intenso scarlatto, che andava poi sfumando in arancione e rosa.
Dall’altura su cui si trovava, il mago riusciva a vedere che mentre il sole calava, i tetti di tutte le case di Crocus si coloravano di quello stesso rosso che così tanto amava.
Se avesse dovuto decidere quale momento della giornata preferiva, avrebbe sicuramente scelto proprio il tramonto: guardare come il sole prendeva il suo tempo per sparire dietro l’orizzonte aveva il potere di calmarlo, anche se solo per pochi momenti. Per di più le sfumature che il cielo ogni giorno assumeva in quel momento erano sempre diverse.
Amava dalla prima all’ultima tutte quelle graduazioni di scarlatto, erano le stesse che assumevano i capelli di Erza a seconda della luce da cui erano colpiti.
Sorrise, Jellal, pensando che, finalmente, era tutto finito.
Lui, Ultear e Meredy erano finalmente liberi.
Avevano salvato la principessa e il re di Crocus dalla furia di Zeref e, senza neanche rendersene conto, quelli avevano garantito loro la libertà, sotto lo sguardo a dir poco infuriato di Lahar e Doranbolt.
Jellal sorrise, perché la vita alla fine sembrava volergli regalare un po’ di pace. Finalmente avrebbe potuto unirsi alla gilda che più gli piaceva; lui e Ultear avevano parlato poco prima, e si erano messi d’accordo sul fatto che avrebbero in ogni modo continuato a distruggere gilde oscure ancora per un po’, poi si sarebbero probabilmente uniti alla gilda più pazza di Fiore.
Si sentiva davvero colpevole per tutto, dal primo all’ultimo dei suoi errori, ma al contempo ora che finalmente si erano ritrovati e che potevano stare insieme senza il pensiero degli rune knights alle calcagna, voleva passare il più tempo possibile insieme alla sua Scarlet.
Ogni volta che faceva un pensiero del genere Jellal si schiaffeggiava mentalmente, ripetendosi che Erza non era affatto sua; o, almeno, non per ora.
Avrebbe dovuto chiarire anche quello, quando sarebbe entrato in Fairy Tail.
SI sarebbe dovuto scusare per averle mentito, quando aveva detto di avere una fidanzata, e….e poi? Pur cercando di tenerli il più possibile rinchiusi e nascosti nel profondo del cuore, il mago non poteva più negare la natura dei suoi sentimenti. Ma non si sentiva degno di provarli, figurarsi di dichiararli.
Quasi avesse sentito il flusso dei suoi pensieri, una certa maga dai capelli rossi si avvicinò a lui, sedendoglisi affianco.
Lui le lanciò uno sguardo di sottecchi, constatando che lo stava guardando con occhi caldi, l’accenno di un sorriso sulle labbra: ”Così, ora finalmente sei libero, eh?”
“Sembrerebbe di sì.” Rispose lui, mentre gli angoli delle sue labbra si incurvavano automaticamente all’insù.
“Morirai dalla voglia di dirlo alla tua fidanzata, scommetto.”
L’espressione rilassata e tranquilla di Jellal si tramutò immediatamente in una preoccupata e oltremodo imbarazzata, suscitando così una risatina da parte della rossa; Erza lasciò lavorare il cervello dell’altro (poteva sentire gli ingranaggi) per qualche minuto, prima di ritenersi soddisfatta. Si chinò verso di lui, senza smettere di ridacchiare, divertita, per dirgli:””Sai, ho capito fin quasi da subito che questa fantomatica fidanzata non esiste.”
A quelle la sua espressione si rilassò un poco, e il suo cervello tirò un sospiro di sollievo; Erza sarebbe sempre stata un passo davanti a lui, non c’era storia.
Desiderava comunque scusarsi, però:”Erza….quella volta, in spiaggia…-iniziò, fissando il tramonto e sperando che i suoi riflessi bastassero a coprire il rossore sulle sue guance- Mi dispiace, non volevo mentirti.”.
“Perché l’hai fatto?”
Lui esitò un istante prima di rispondere, poi ammise, guardandola negli occhi con sguardo serio: ”Uno dei principi fondamentali di Crime Sorciere era il non poter amare coloro che camminano nella luce. Non avrei mai potuto permettermi di fare….qualcosa del genere.” Concluse, volgendo lo sguardo verso il basso e arrossendo nuovamente; non si accorse che anche le gote di Erza si erano tinte di rosso, anche se, in qualche modo, sapeva già che avrebbe avuto una risposta del genere.
Ma le risposte che voleva in verità erano altre: ”Hai detto che era?”
Jellal rispose regalandole uno dei suoi mezzi sorrisi: ”Ora che siamo liberi, Crime Sorciere non ha più motivo di esistere. Anche se io e Ultear pensiamo che continueremo comunque a cacciare maghi oscuri, almeno il tempo necessario a catturare quelli più pericolosi, e quelli di cui abbiamo più informazioni.”.
“E poi sarai libero di fare quello che vorrai?”
Jellal notò solo in quel momento che la distanza tra i loro volti era diminuita pericolosamente. Distolse lo sguardo da quegli occhi color cioccolato fin troppo magnetici per i suoi gusti, scostandosi un poco.
Una sola parola uscì dalle sue labbra: ”Teoricamente.".
Erza, delusa, aggrottò la fronte. Che razza di risposta era “teoricamente”?

“Cosa vuoi dire?”
Lui sospirò, cercando di trovare le parole adatte: ”Non è solo una regola di Crime Sorciere…Davvero non merito di essere amatola qualcuno. Soprattutto se questo qualcuno-” Il mago si bloccò, tappandosi la bocca con la mano e arrossendo furiosamente. Stava per dire ”Soprattutto se questo qualcuno è la persona così meravigliosamente perfetta che sei tu”.
Doveva proprio imparare a controllare i suoi pensieri.
Il solco tra le sopracciglia della fata divenne più profondo.
Perché si era bloccato? A cosa (e a chi) stava pensando? E come diavolo faceva ad essere così irresistibile tutto rosso, lo sguardo da cucciolo abbandonato e la mano stretta a pugno davanti alla bocca?
Erza scosse la testa, cercando di non distrarsi, e tenere bene in mente il suo obiettivo: era andata lì per uno scopo ben preciso, e non si sarebbe arresa molto facilmente. Non avrebbe reso ore e ore di interrogatorio e discorsi di preparazione insieme a Mira e Lucy invani. Avrebbe scoperto la vera natura dei sentimenti di Jellal nei suoi confronti, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto.
E avrebbe scoperto chi era quel qualcuno.
“Soprattutto se quel qualcuno è molto migliore di me, e cammina nella luce.”.
La sua corrente di pensieri venne interrotta da quelle parole, che più che soddisfare risposte aveva creato altre domande.
“Soprattutto se questa persona è bellissima, forte e decisa, e se la sua sola presenza è così luminosa da schiarire subito il buio che c’è intorno a me.” Continuò Jellal, imperterrito, senza guardarla “soprattutto se questa persona è quella che ho fatto più soffrire, ma anche quella che più di una volta mi ha salvato dal ricadere nell’oscurità.” Pronunciò quelle ultime parole piano, quasi sussurrandole, rivolgendo finalmente ad Erza uno sguardo intenso e carico di tristezza. Le prese una mano fra le sue, lasciando finalmente uscire quelle tre parole racchiuse e soppresse da anni nel fondo del suo cuore:”Ti amo, Erza.”
Lei arrossì fino alla punta dei capelli, sconvolta dalla piega che aveva preso quel discorso.
Ma Jellal aveva appena iniziato. “TI amo, ti ho sempre amata, e non ho mai smesso, neanche quando Zeref si era impossessato del mio corpo.” I suoi occhi, che avevano iniziato a luccicare, erano ancora coperti da uno spesso velo di dolore:”Tuttavia, io…Io non posso amarti.
Tu meriti di essere felice.”

Erza non parlò, ma preferì lasciare finalmente libero di agire il suo istinto.
Afferrò il bavero del mantello di Jellal e si avvicinò a lui; quasi con un disperato bisogno unì le loro labbra in un bacio.
Nonostante quello che aveva appena detto il mago non si allontanò, non scappò come aveva fatto quella volta, in spiaggia, ma rispose al bacio, e anzi lo approfondì, rendendolo più focoso, lasciando divampare quelle fiamme che aveva cercato di domare, senza riuscirci, da fin troppo tempo.
Nessuno dei due si accorse di cadere nell’erba morbida, persi nella passione e illuminati solo dalla luce rossastra del sole.
Non si separarono se non quando il bisogno d’aria divenne troppo impellente per essere ignorato.
Ansimavano piano nell’erba, l’una sopra l’altro, senza distogliere gli occhi per paura che l’altro sarebbe scomparso.
Ed Erza approfittò di quel breve momento di silenzio per mettere le cose in chiaro:”Anche io ti amo, Jellal. Ti amo da quando mi hai dato il mio nome, e non ho smesso neanche per un istante, neanche quando dicevi di volermi uccidere.”
Affondò il volto nel suo petto, stringendolo il più possibile a sé:
“TI amo, e non c’è cosa al mondo che mi renderebbe più felice di passare il resto della mia vita con te.
E io merito di essere felice, no?”
Jellal sospirò, esasperato.
“Non usare le mie parole contro di me, Scarlet.”
Pur avendo detto ciò le cinse la vita con un braccio, mentre le lasciava un dolce bacio sulla fronte.
Perché in fondo Erza aveva ragione, come al solito.
Così come Ultear, probabilmente, aveva fatto bene a rimproverarlo così duramente nella loro precedente chiacchierata.
Forse poteva concedersi di amarla.
Non per lui, ma per lei.
Perché se la sua lontananza la faceva soffrire, mentre stare con lei la rendeva felice….Allora non le si sarebbe più allontanato di un centimetro.
Le avrebbe dato tutto l’amore dell’universo.
“Ti amo, Erza.”.
Le ripetè nuovamente guardandola negli occhi, quasi a ribadire il concetto, facendole capire che non sarebbe più fuggito, ma sarebbe rimasto insieme a lei.
“Ti amo anch’io Jellal.”.
Rimasero distesi nell’erba, guardandosi negli occhi, finalmente consapevoli che, se c’era qualcosa più forte di tutto il dolore che avevano provato,e di tutte le difficoltà che avrebbero potuto incontrare, che avrebbe permesso loro di sconfiggere qualunque nemico, quello poteva essere una sola cosa:
il loro amore.

 
 
 

 

Angolino di Mokona_
Buonsalve!
Taaaanto fluff.
Fluff, caramelle gommose e nutella (?).
Sì, lo confesso, il mio obiettivo è far diventare tutti quanti obesi a furia di dolciottosità in modo che il mondo, essendo composto da gente obesa, la smetta con gli stereotipi delle ragazze anoressiche.
dafak, sto scherzando, tranquilli.
Non faccio apposta, sono loro che parlano, io non faccio nulla, giuro!
Scherzi a parte, so di cadere nell’OOC più profondo. Rifletto e cerco di capire il modo in cui si comportano da un anno a questa parte, ma mi è ancora difficile farli interagire nel modo che vorrei.
Spero che non sia la più completa schifezza.
Vabbè.
Domani è l’ultimo giorno…finalmente dopodomani mi toglierò dalle scatole, per la vostra gioia <3 (o più probabilmente no, visto e considerando che finisce la scuola, muhuhahaha)
Niente jerza anche questa settimana, comunque.
Incrociamo le dita perché ne abbiamo un po’ nel prossimo capitolo.
Pray for jerza. –potrebbe diventare il mio motto-
Kiss
Mokona_




   
 
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