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Autore: Micettina    02/06/2013    1 recensioni
Iris, 23 anni..non sa bene a chi somiglia ma ha sempre sperato in sua madre, è una ragazza comune, di altezza media, occhi castani e capelli lunghi castani biondo, labbra carnose..e corpo snello. Ha sempre vissuto in città, lavora in un asilo, e non ha sorelle o fratelli. E' fidanzata con Andrea, da sempre la sua famiglia, il suo migliore amico, un fratello e il suo futuro marito.
E' stato il suo primo e unico amore, dopo che la vita le ha strappato tutti i suoi affetti si è accontentata di quello che le rimaneva, un'amore puro, sicuro, protettivo e facile.
La famiglia di Andrea la accolta da quando aveva appena due anni, un incidente in moto mentre erano in vacanza dopo anni che non ne facevano una i suoi genitori trovarono la morte. Avevano affidato Iris al migliore amico di famiglia nonché il migliore amico di suo padre per qualche giorno che si fecero anni.
Il signor George con sua moglie le avevano dato tutto quello necessario per renderla felice ; una buona istruzione, affetto..una casa piena di calore e una famiglia solida e compatta. Ma il velo di tristezza non si era tolto mai. Andrea era l'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Scontro con una bimba.

Era una mattina come un'altra, avevo passato la settimana a preparare e organizzare le cose per il matrimonio ed anche se le sorelle di Andrea erano super presenti non erano mia madre o mio padre facendomi avere un vuoto nel cuore, con un bacio sulla guancia ad Andrea mi faccio una doccia veloce e dando una pettinata ai capelli miele unendo tutto faccio una coda alta, apro l'armadio e prendo i soliti jeanz scuri e camicia bianca, degli orecchini rotondi bianchi e senza trucco mi avvio a scuola. Parcheggiata la macchina di fronte al portone prendo lla borsa e chiudo lo sportello quando appena dopo solo un paio di centimetri si apre la porta e mi si butta addosso una bimba, era impaurita e smarrita che per un' attimo mi sembra di rivedere me quando mi dissero che ero rimasta sola. Era una bimba molto bella, capelli biondi, lisci e occhi grandi e neri. Mi abbassò piegandomi con le gambe e facendolole un sorriso accogliente vedevo i suoi occhi tristi, soli..e feriti. Lei mi guardava senza dire una parola con il visino abbassato e le difese alte, le sfioro leggera la guancia con il profilo di una mia mano e le dico:

  • Piccolina, ciao. Primo giorno scommetto..

Non parlava ma sento la sua manina che stringeva la mia poggiata sulla gamba mentre con l'altra mi indicava dietro di lei qualcuno cosi mi alzo da chinata che ero e vedo un uomo. Mi era già capitato di incontrare bei ragazzi ma tutti mi lasciavano indifferente, con nessuno mi ero sentita mancare i fiato incrociando altri occhi, con nessuno mi ero sentita...diversa.
Lo analizzavo,  capelli neri come lei ma ricci e degli occhi azzurri come il cielo in una giornata d'estate splendente, fisico allenato. Il suo sorriso mi faceva sentire solare, il sorriso mi attraeva facendomi arrossire..che diamine mi prendeva ?!
con Andrea..già, Andrea ! Io stavo con lui, io..amavo lui, pensare a lui, a noi dove era tutto regolare, preciso, previsto mi aiutava a tornare nella realtà, a far tacere quella cosa e usare la testa, come ero io usare la logica e non i sentimenti al di fuori di ciò che era sicuro. 
Eppure con la giacca nera e sotto una camicia bianca con dei pantaloni neri simile ai jeans era giovane per essere un padre.. “forse lo zio, o il fratello. “ pensavo, d' improvviso dice alla bambina :

  • Clara ! Dove scappi?

Si avvicina e la prende in braccio rimanendo a fissarmi con la piccola che fissava nei suoi enormi occhi neri il mio viso, mentre le si stringeva nel suo collo, avevo le guance in fiamme..avere i suoi occhi cosi blu chiarissimi da vicino mi faceva sentire..male. Che cosa stavo provando ? Che..emozioni erano ? si era creata una sorta di chimica che non provavo con gli estranei. Cosi stringendo la borsa ancora di più tra le mani inghiotto la saliva e domando :

  • Primo giorno di scuola?

  • Si..si ecco lei è Clara. Io sono Max, Fix.

  • Piacere, stia tranquillo, ci penso io a lei.

  • E' molto gentile. Ciao, tesoro, fai la brava e ci vediamo dopo.

Mi da la piccola dopo averle dato un bacio e averla stretta che appena viene nella mie braccia si attacca come una scimmietta, entrate in classe la siedo nel banco pieno di giocattoli accarezzandole i capelli morbidi e profumati mentre vado nella scrivania per finire il lavoro che avevo lasciato in sospeso..dopo neanche un minuto mi sento tirare il braccio cosi abbasso la testa e la vedo con i suoi occhioni scuri impaurita che cercava il mio aiuto, facendomi stringere il cuore le poggio la mano sotto il mento e le dico :

  • Piccola, non vuoi giocare ?

Si scuote la testa e si arrampica nel mio collo, la prendo e sedendola nelle mie gambe le do un foglio e dei colori per disegnare mentre la cingo per il piccolo corpicino e le dico :

  • Oh..eccoci qui.

Era palese che aveva perso qualcuno, ricordare anche se erano passati anni mi provocava ancora il magone e gli occhi lucidi, anche io alla comunicazione di essere orfana mi ero chiusa, parlare voleva dire affrontare, affrontare significava accettare..era tutto un meccanismo che mi portava capire che i miei genitori erano..morti e mi ci era voluto tempo e fatica per farcela, anche per quello ero cosi legata ad Andrea..lo avevo avuto sempre, da..sempre. Facendole un sorriso la lascio giocare con i miei capelli mentre io lavoravo, dopo un po' le dico :

  • Vuoi scendere e giocare un po', Clara ? Qui vicino..a me.

Con un bacio sulla guancia prendo una coperta dall'armadietto e la stendo per terra vicino a me con qualche giocattolo..finita la lezione saluto i bimbi e rimango con Clara..era di una dolcezza infinita quella bimba. sapere bene come alcune volte il dolore ti impedisce anche di parlare..perché se parli ti sembra tutto reale e il dolore ti sembra impossibile da sopportare, ciò aveva instaurato un legame immediatamente. Giocammo per un'oretta e si fecero le 2:00, dopo qualche minuto che avevo finito di sistemare i banchi e l'aula mi stavo sciogliendo la coda che mi aveva provocato un forte mal di testa e con gli occhi chiusi mi massaggiavo le tempie seduta sopra la mia scrivania mi sento osservata, uno sguardo intenso, desideroso, mi giro ed era il padre della bambina cosi arrossendo per la seconda volta prendo Clara in braccio e uscendo dalla classe la scendo ma con le punte delle dita che per sbaglio si sfioravano ecco che sento nuovamente quel bruciore, un calore che scottava, mi sento ustionata ma mi piaceva. Mi percoreva tutto il corpo quella scossa e dal suo sguardo potevo giurare che aveva provato la stessa cosa anche lui..ma decisa a non pensarci mentre massaggiavo le tempie lui guarda la piccola e mi dice :

  • Potrei parlarle un minuto, soli ?

  • Aspetti.

* Lisa, ci pensi tu ? Certo. - Grazie. *
 

Entrati nella classe mi vado a sedere dove ero prima, sto per prendere la mia solita bustina per le emicranie quando lui si avvicina di fronte al mio viso e posandola sulla scrivania invade la mia gola che brucia ma che fa perdere la mia stabilità il suo profumo..per un attimo chiudo gli occhi cercando di concentrarmi ma lui ne approffitta per poggiare le dita sui lati delle mie tempie e dirmi :
   " Posso ? - Cer-to..sa quello che fa, vero? "
Se avrei detto di no sarebe stato ancora più strano, più rossa di come ero non potevo certo diventare, ma le sue labbra erano troppe vicine cosi decido di andare al punto e bevendo un pò d'acqua gli domando :

  • Cosa le viene Clara ?

Non diceva nulla, guardava solo nella grande finestra che c'era nell'ufficio bagnata dalle gocce di pioggia che stavano cadendo e poi con le mani in tasca si appoggia nel muro. La luce debole mi faceva da perfetta lente d'ingrandimento per il suo viso..cosi bello, quegli occhi assurdi e penetranti, ei capelli neri pieni e...e il corpo * Devi finirla..smettilaa ! * una vocina nella testa sedendomi nella poltrona di fronte a lui mi dice :

  • Sono suo padre.

  • E sua...moglie ?

  • Mia moglie è morta da un anno ormai, con Clara erano unitissime e da allora lei non parla.

  • Se posso, le parli di sua madre, i ricordi...pian piano spariranno e li avrà bisogno di lei.

  • Grazie, grazie mile.

Se ne va con un sorriso che non potevo negare mi faceva battere in modo irregolare il cuore e sudare freddo..

  
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