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Autore: xlittlerevenge    02/06/2013    2 recensioni
"This is a story that I've never told,
I gotta get this off my chest to let it go.
I need to take back the light inside you stole.
You're a criminal and you steal like you're a pro.
All the pain and the truth I wear like a battle wound,
so ashamed, so confused, I was broken and bruised."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avevo deciso di chiamare mia mamma appena ricevuta la proposta del documentario, avevo accettato senza titubanze. Era arrivato il momento adatto.
Basta tenersi tutto dentro; dovevo liberarmi da quel peso.
-Mamma- avevo pronunciato appena avevo sentito la sua voce attraverso l’apparecchio telefonico.
-Amore, come va, tutto bene?- riuscivo a sentire la sua felicità nel sentirmi, anche attraverso quelle semplici parole, tanto scontate.
-Certo mamma, tutto bene. Avevo bisogno di parlarti, sei occupata?- continuai tranquilla. Feci quella domanda mettendomi seduta sulla poltrona in legno e rivestita in un tessuto grigio e rosa nella mia stanza d’albergo a Londra. Già conoscevo la risposta: era un no. Avrebbe mollato tutto e tutti pur di ascoltarmi. Da quando ero uscita dalla riabilitazione, e scoperto il mio sintomo, tutti erano più attenti alle mie parole. Ne ero felice.
-Certo che no amore, sicura che vada tutto bene? Vuoi che venga da te?- Sentii attraverso il telefono spostare una sedia, molto probabilmente quella in legno nella cucina, e poi mettersi seduta.
Ridacchiai a quelle parole e a quell’inutile preoccupazione –Ma no mamma, sta tranquilla. Mi hanno proposto un lavoretto, un documentario precisamente, per MTV.-
-Sei grande abbastanza per decidere di fare un documentario sul tuo lavoro, i tuoi CDs e la tua fama, non credi Demi? Ovvio che puoi.- Rispose, evidentemente sollevata dalla mia risposta.
-Ma no, no mamma, non ti avrei chiamata se fosse solo per questo ,suvvia, non sono completamente andata.- dissi e lei rispose senza nemmeno lasciarmi finire di spiegare.
-E allora dimmi bambina, su cosa è?-
-Se la smettessi di interrompermi magari. Ho da fare tra un’oretta e chiamo dall’Europa.- risi, per farle capire che non mi stavo arrabbiando.
-Allora io evito di far domande, giuro. Parla pure su.- Disse e io feci un respiro profondo.
-Il documentario è sul mio periodo buio mamma; la bulimia, l’autolesionismo, la bipolarità e la depressione.-
-Oh.- la senti pronunciare secca dall’atro capo del telefono.
-Cosa c’è mamma, non ti va? Perché io ho già accettato- Dissi lasciando l’ultima frase quasi sospesa nell’aria.
-Se per te va bene, certo amore. Ti senti pronta? Io non vorrei vederti star male amore, non è passato abbastanza tempo ,forse, e le cicatrici sono ancora fresche.- disse con un tono diverso dal solito, forse era la prima volta che si apriva realmente con me su questo argomento. La prima volta che mi diceva realmente ciò che pensava.
-Sono pronta mamma, davvero. Forse non aspettavo altro che raccontare questa storia. La sento ferma sul mio stomaco e forse parlarne apertamente è l’unico modo per lasciarla andar via. Tutti quei problemi mi hanno tolto la mia libertà e la mia anima non brilla come una volta.
Vorrei ritornare con quella felice e vecchia spensieratezza. All’inizio del viaggio intrapreso con la riabilitazione mi vergognavo, ero ferita, rotta e confusa allo stesso tempo.
Ora ti giuro che non è così, mi sento davvero pronta. Mi sembrava di essere andata in battaglia, senza protezioni, senza armatura, ne portavo i segni.- Ero sorpresa del fatto che non mi avesse interrotta. Avevo parlato senza problemi, avevo detto quelle frasi senza troppe preoccupazioni e quando finalmente mi ero fermata, era arrivata con una delle sue domande.
-Sentiamo un po’, quindi tu saresti una specie di guerriera ,ora, bambina mia?- sentii la sua voce molto più flebile e continuai convinta.
-Certo mamma, lo sono. Sono una guerriera; ho la pelle molto più spessa, non sono mai stata tanto forte prima d’ora. E hai presente quella stupida armatura? Quell’inutile armatura fatta di paura e frustrazione? Quella piena di cicatrici?- Dissi frustrata. Sapevo che era una domanda retorica; non aveva bisogno di risposte, ma volevo sentire la sua voce, prima di andare avanti.
-Certo amore, so di che parli.- La sua voce era incerta, non sapeva cosa aspettarsi. Lo si capiva perfettamente.
-Bene, non c’è più. Giuro mamma, è stata sostituita. È in acciaio, spesso, non la oltrepassa niente e nessuno. Sono una guerriera mamma, giuro. Quei sintomi, che prima mi trafiggevano come spilli, ora non possono far più nulla.
-È la prima volta che me ne parli bambina, ed è così bello sentirti sfogare con me. Continua a raccontarmi come ti senti, ti prego.-
-Mi sento bruciare, mamma, sento di essere appena uscita dalla cenere. Magari sento ancora del fuoco sulla mia pelle, ci sono delle cicatrici qui e lì e magari di quelle mi vergogno ancora un po’, ma son vecchie ferite.- Dissi un po’ titubante e lei colse l’occasione per replicare.
-Quindi c’è un ma amore?- Altra domanda retorica.
-Sì, c’è un ma.- dissi fredda, sapevo che voleva conoscere anche quelle che erano ancora la mie debolezze.
-Parlamene, ti prego.- Non riuscii a fare altrimenti che raccontarle tutto. Come potevo provare a raccontare al mondo intero come mi sentivo e quello che avevo passato se non volevo e riuscivo a raccontarlo a mia madre? La persona che più si era preoccupata per me una volta scoperti i sintomi? Dovevo farlo, se lo meritava anche lei.
Aveva vissuto quasi vent’anni all’oscuro di tutto. Senza conoscere il mondo parallelo in cui vivevo. Provava ad entrarci, io mi rifiutavo, e lei si sentiva costretta ad andar via, ad allontanarsi.
Non conosceva il mio senso di solitudine, di abbandono. Non conosceva i limiti che mi soffocavano. Le ossessioni che mi circondavano. Il non sentirsi mai abbastanza. Oh sì, il problema principale.
‘Abbastanza’  non era sicuramente l’aggettivo che mi si addiceva meglio.
E quella voglia di sparire che spesso mi aveva portato a compiere atti che ancora spesso mi portavano alle lacrime per la vergogna.
Pensare a come un cuscino sarebbe potuto essere complice di un suicidio.
Ma avevo superato tutto questo, ero forte, ora.
-Amore?- Richiamò la mia attenzione. Non avevo più risposto, mi ero persa fra i pensieri.
-Sì mamma, scusa. Mi sono persa.- avevo detto ancora confusa, cercando di uscire dal mio monologo interiore.
-Sono pronta ad ascoltare anche i tuoi ma, amore.- sono sicura avesse fatto un sorriso d’incoraggiamento, senza rendersi realmente conto che non potevo vederla.
-C’è una parte di me che non posso riavere indietro. Mi prendo abbastanza in giro quando dico che tutto è stato rimosso. Rimosso cosa? Non posso rimuovere nulla. I ricordi rimarranno per sempre, ma non avranno nemmeno una parte negativa nella mia storia. Mi aiuteranno a  ricordare quando mi sono fatta del male, quando dolore mi sono procurata da sola; per mano mia. Saranno parte fondamentale per non ripetere li stessi errori.
I ricordi completano quello ‘Stay strong’ suoi miei polsi, quel tatuaggio che tu reputavi eccessivo. Che sporcava la mia pelle. Senza realmente renderti conto che la mia pelle era stata sporcata anni prima e con molta più foga e intensità.
Non voglio darti colpe mamma, ma ero una piccola ragazza cresciuta troppo in fretta. Forse è colpa di papà, del divorzio, di tutto quello che ho passato. Ero piccola, non ero pronta e i risultati sono stati questi: troppo odio.
Odio che sono riuscita a riversare solo nei miei confronti e sul cibo..
Sì, il cibo. Mio gran nemico. Mi risulta ancora difficile, mangiare e non provare un po’ di disprezzo. Nelle mie vene scorre ancora un po’ di quell’odio, ma non mi impedisce di essere felice. Questo posso giurarlo.
Non sono, ne sarò mai, quella di una volta. Sto riprendendo in mano la mia vita. Posso gestirla io, come voglio. Non ci sarà un mostro che comanderà i miei fili, quasi fossi un burattino.
Una cosa non sarà più controllata: il mio sorriso.
Niente più sorrisi volontari, sforzati, quegli orrendi sorrisi falsi.
“Demi Lovato ha un bellissimo sorriso”dicono. Bene, non hanno mai visto un mio sorriso. Il mondo tremerà quando ci sarà, giuro.
Non ci sarà più nulla che potrà ferirmi, nessuna parola.
Ho anche creato un piccolo gruppo di guardie del corpo.- ridacchiai a quelle parole, riferendomi alle mie fan.
-Dovresti sentirle mamma, sono strepitose. Ad ogni commento negativo, si alza una barriera di protezione nei miei confronti. Sono completamente protetta.
Ho una corazza. Niente e nessuno potrà toccarmi.-
-Mi rendono davvero troppo fiera queste parole. Sei cresciuta e sono fiera di quello che sei diventata. Ora va guerriera, hai un’armata di paladine della giustizia che aspettano solo te.-
-Hai ragione, sono in ritardo. Corro, ti voglio bene.-
-Anche io bambina.-
 
Salve gente!
Sono tornata a distanza di poche ore con una nuova os, totalmente diversa dalla precedente.
Mi piace molto di più, devo essere sincera uu
Questa parla della Lovato (Non i era capito vero? lol) ed è tratta da quello splendore di canzone ch ha intitolato Warrior.
Non so il perché, ma con lei scrivere mi risulta molto più facile e piacevole. Sì il nostro è vero amore :3
Smetto di blaterare, spero vi piaccia e vi prego; recensite!
Vi amo tanto (?),
sempre vostra Marti
<3
  
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