Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: thatsjonasmile    03/06/2013    1 recensioni
lui è il mio mondo, e mi era mancato così tanto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I MISSED YOU LIKE THE DESERT MISSES THE RAIN.



Le mie gambe erano pesanti e gli occhi quasi mi si chiudevano mentre ero intenta a giungere in albergo senza cadere per terra completamente addormentata. Cercavo di farmi forza pensando a qualcosa di forte e colorato ma quelle sei ore passate a provare e riprovare quella coreografia che non voleva proprio saperne di completarsi mi avevano distrutta. Persino quei pochi metri che mi
separavano da un letto caldo e confortevole sembravano miglia e miglia attraverso un deserto arido.
Giunsi alla reception e mi accasciai al bancone sperando che qualcuno arrivasse presto e mi desse ciò di cui avevo bisogno. << Mi dica? >>  << Vorrei le chiavi della camera 428, grazie. >>  << Un attimo che controllo. Le chiavi sono già state prese signorina. >>  << Scusi? >>  << Si, mi pare che un ragazzo abbia chiesto le chiavi della stessa stanza poco fa. Lo conosce? >> Improvvisamente sveglia e senza nemmeno rispondere chiamai il primo ascensore che trovai lì vicino e mi fiondai nella mia stanza: sapevo benissimo chi fosse. Tamburellavo in modo molto poco paziente sullo specchio posto all'interno di quell'abitacolo troppo stretto, evitando di osservare la mia figura stanca e spenta. Ci stava mettendo una vita, perchè mi davano sempre le camere degli ultimi piani? Uscii in fretta da quell'odioso marchingegno e quasi sfondai la porta della mia camera. Il ragazzo seduto comodamente sul letto e intento a guardare le foto che avevo posizionato accuratamente sul comodino si voltò di scatto, spaventato. << Ehi Ab, con calma. >> I miei occhi si ridussero ad una piccola, minuscola e quasi invisibile fessura. << Che cosa ci fai qui, Nicholas? >> Sputai il suo nome quasi fosse una caramella cattiva, quelle che la mamma ti fa ingerire per far passare il mal di gola. Mi guardò visibilmente a disagio, e ripose la foto che aveva in mano. Sospirò e lo detestai. << Forse per chiederti scusa? >>  << Scusa? Tu vuoi chiedermi scusa? >> Alle mie orecchie la mia voce suonava come qualcosa di disgustoso, viscido e assolutamente detestabile. << Senti, leggo il tuo odio verso di me nei tuoi occhi, ma so bene che non ti sei dimenticata di tutto quello che abbiamo avuto, lo so Adams. >>  << Tu non sai un bel niente, Jonas. E non puoi comparire magicamente nella mia stanza dopo mesi e mesi che non ci vediamo, seduto sul mio letto come se fossi un dio greco, ed esordire tranquillamente con "volevo chiederti scusa". >> Notai quanto fossero stanchi e desolati i suoi occhi e ad ogni sguardo sembrava davvero voler chiedere scusa e contemporaneamente cacciare dalla sua mente i ricordi dolorosi. Scosse la testa quasi  a voler archiviare qualcosa di brutto o comunque poco piacevole mentre io chiudevo la porta e mi sedevo per terra, contro di essa. << Lo so, hai ragione, ma non sono venuto qui per litigare okay? Non ho attraversato l'oceano solo per sentire i nostri stupidi insulti e rievocare le nostre continue lotte. >>  << ...e per parlare di qualcuno che ha fatto qualcosa che non doveva, suppongo. >> lo interruppi. Si portò le mani al viso e si chiuse dentro di sè come faceva ogni volta che qualcuno gli poneva di fronte i suoi sbagli e, lo ammetto, amavo farlo. Si, perchè ero rimasta completamente sola e l'unico che avevo era lui, lui solo che amavo con tutto il cuore e, se possibile, con tutta l'anima. Ma in quella stanza di albergo, nella quale vivevo da quasi due anni, ero sola. Ma nonostante mi avesse tradita lo amavo, perchè aveva ucciso la mia solitudine. Non sfrattato, ma ucciso, che è ben diverso. << Me lo dicevi sempre anche tu che sono un coglione, e io so che hai sempre avuto ragione. So di essere una persona  orribile e so di aver commesso tutti gli errori di questo mondo. Ma senza di te sono perso, sono solo. Sono il nulla, il vuoto. Non immagini nemmeno quanto sia difficile saperti qui, così lontana da me e indifesa. Davvero, mi uccide averti lontana. >> Perchè la sua voce doveva suonare sempre così maledettamente dolce e rotta? Perchè sempre così affascinante? Dio, mi faceva andare fuori di testa. Volevo odiarlo ma non ci riuscivo, proprio no. Era la mia unica ancora di salvezza, il mio sole personale che non si spegneva mai, la mia roccia. La sua situazione familiare era difficile quasi quanto la mia, ci eravamo sempre fatti forza a vicenda, così in quel momento cercai di raccogliere tutta la mia forza di volontà per accantonare tutto ciò che era succeso prima e andare avanti. Sospirai e lo vidi sorridere. Mi alzai e mi buttai sul letto, proprio dietro di lui. << Ti chiedo solo di ricominciare. >> Gli accarezzai la schiena e lui lo prese come un si, rabbrividendo e stendendosi al mio fianco, accarezzandomi  una guancia.<< Certo che ricominciamo, io e te, ma rimani sempre e comunque il mio coglione Nicky, sappilo. >> Rise, e finalmente ritrovai il mio mondo. << E io ti odierò sempre, che non ti venga mai in mente di pensare il contrario, Adams. >> Gli accarezzai i capelli molto più corti dell'ultima volta che l'avevo visto, mi piacevano.
Mi strinsi di più a lui e inspirai quel profumo che mi era mancato come al deserto manca la pioggia.
  
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