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Autore: _Lightning_    03/06/2013    4 recensioni
Gli errori, le debolezze, il tuo stupido orgoglio.
Quelli sono colpa tua, lo saranno sempre.
Davanti a te si staglia il tuo terrore più grande, minacciosamente invitante.
Quando potrai guardare il cielo di New York e vedere solo un azzurro terso?

Pensieri, riflessioni, dubbi e decisioni di Tony dietro il volto di Iron Man.
[Da Iron Man ad Avengers: Endgame // PoV Tony // Missing Moments]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Thanos, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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9. Hold

 
"Seasons change and so can I
Hold on boy
No time to cry
Untie these strings
I'm climbing down
I won't let them push me away"
[Another World – Dream Theatre]
 

XLII

C'erano due cose di cui aveva paura: le altezze e gli spazi chiusi. L'armatura concentrava in sé queste due fobie che, unite alla naturale repulsione che provava ultimamente per quell'ammasso di metallo, rendevano quella situazione decisamente insopportabile.

Situazione che in quel momento comprendeva il suo compagno in pericolo di vita, la loro casa che collassava, una donna che avrebbe fatto meglio a sparire dalla sua vista e, non ultimi, degli elicotteri traboccanti di missili e terroristi che non chiedevano di meglio che ucciderli. Oh, e poi c'era lei, intrappolata in un'armatura che le si era saldata addosso contro la sua volontà, con delle potenzialità pressoché infinite, tra cui sparare raggi di energia, un armamentario da far invidia a un F22 e volare -no, per l'amor del cielo, no- e lei non aveva la minima idea di come sfruttarle. Una lastra d'intonaco le cadde addosso, ma fu come se qualcuno le avesse dato una pacca sulla spalla. Almeno era invulnerabile.

"Ma Tony no. Non ora," realizzò, improvvisamente incapace di muoversi. All'interno del casco si riversò un fiotto d'informazioni azzurrine, contornate da decine di riquadri e mirini che per lei non avevano nessun significato e servivano solo a confonderla ulteriormente.

Salvare Tony. Proteggere Maya. Allontanare e neutralizzare i terroristi. Limitare i danni a Villa Stark.
 
Il suo cervello andò in tilt. Era così che si sentiva Tony in missione? Frastornato dalle sensazioni, trascinato dagli eventi e con la consapevolezza di dover fare troppe cose in poco tempo? Cosciente di dover proteggere chi gli stava a cuore senza la certezza di farcela? Da ogni suo gesto dipendevano delle vite, adesso. Come poteva sopportare quell'onere, simile a una mano gigantesca che minacciava di schiacciarla a terra?
 
Tentò di muoversi, impacciata dal guscio rigido che la avvolgeva e sparò involontariamente un raggio di energia che disintegrò una vetrata. Barcollò all'indietro per il rinculo, la spalla dolorante.
 
Fu allora che lo vide, ed ogni insicurezza fu improvvisamente spazzata via. Seguì l'istinto, imperioso, e adesso era come se in vita sua non avesse fatto altro che indossare quell'armatura. Corse verso di lui e si slanciò in avanti, frapponendosi fra il suo corpo e la sezione di soffitto che si infranse sulla sua schiena in un ventaglio di calcinacci e polvere.
 
Lo sguardo di Tony era stupefatto. Il proprio era probabilmente terrorizzato e ringraziò che lui potesse vedere solo due fredde ed inespressive fessure azzurrine. Ma poi sollevò l'elmo dell'armatura, rivelando gli occhi luminosi, accesi di preoccupazione e angoscia e incastonati nel volto contratto dalla paura.
 
Era risentimento quello che balenò per un istante negli occhi di Tony? O sollievo? Forse entrambi. Incrociò le sue iridi nocciola.
Paura. Era paura. Se ne rese conto nell'istante stesso in cui Tony parlò. All'improvviso capì il motivo di tutte quelle armature, la sua ossessione, le notti insonni e l'appello disperato che le aveva lanciato e che lei aveva scelto d'ignorare.
 
Non era per lui; o almeno, non era solo per lui. C'era un motivo più grande che soverchiava la sua insicurezza ed era ben più di una semplice "distrazione", e lo lesse negli occhi sbarrati di Tony. Le armature significavano protezione, per lui stesso e per gli altri. Soprattutto per gli altri.

«Ti ho salvato,» riuscì a dire, poco più di un sussurro nell'aria sconvolta da crolli ed esplosioni.

La paura si affievolì negli occhi scuri di Tony e quelli limpidi di Pepper si addolcirono. 

«L'ho fatto prima io.»

Pepper sorrise.
 

 

 
Note Dell'Autrice:

Sono sparita per un'infinità di tempo e torno solo ora ad aggiornare questa raccolta con il suo capitolo conclusivo. Mi rendo conto che questo "atto finale" non è esattamente all'altezza delle aspettative, ma l'ultimo mese è stato devastante sotto molti punti di vista e non ho avuto né la forza per migliorarlo né quella per rimandare ancora l'aggiornamento. Non ne sono totalmente insoddisfatta, comunque. Semplicemente, so che avrei potuto far di meglio, ma so anche che prima che la mia ispirazione si ristabilisca ne passerà di tempo, quindi... è andata così.
La canzone citata ha per me un significato particolare, poiché è legata a una persona speciale; quindi grazie a G. per avermela fatta conoscere (sappi che l'avrò ascoltata una decina di volte di seguito ed è maledettamente ispirante :)

Naturalmente questo è il PoV di Pepper, quindi è per questo che le conclusioni che trae non sono esattamente quelle a cui è arrivato Tony nei precedenti capitoli. E scusate il miele finale, ma dopo capitoli e capitoli di angst puro ci voleva pure...

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno seguito, recensito o messo tra le ricordate/preferiti questa storia<3

Grazie a tutti, spero che questa raccolta vi sia piaciuta e che l'abbiate letta con piacere :)

-Light-


 
   
 
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