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Autore: Etele    03/06/2013    2 recensioni
Elena é una mina vagante, che entra nella vita delle persone con la stessa facilità con cui ne esce.
Adam, invece, é l'incognita di un'equazione che Elena non potrà mai arrivare a capire.
Saffo é la studentessa alternativa dalla bellezza pungente e l'eterna fama da disadattata.
Mattia il migliore amico, incalanato in quella finta aurea di perfezione che gli viene cucita addosso da sempre.
E Christian...Christian non c'entra niente con tutti loro. Eppure, in quella lontana cittadina dell'entroterra, la loro vita sta per intrecciarsi.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come fiori azzurri.
 

I. Oscurità

Non avrebbe più saputo discernere il giorno dalla notte. La luce dalle tenebre.

Ormai erano giorni che se ne stava mezza distesa su quei gradoni, poco fuori dalla chiesa della città. Gotica, dagli acuminati pinnacoli e terribilmente maestosa e allo stesso tempo inquietante. La stessa chiesa che in passato aveva visitato spesso con i suoi genitori in quella che sembrava un'altra vita.
Intanto, Elena aveva sonno. E fame. Forse anche un po' di freddo, nonostante il maglione grigio e logoro fosse di una buona lana pesante. I jeans strappati sulle ginocchia le sfregavano la pelle delle gambe come ruvide dita di tessuto.
Avrebbe voluto urlare, gridare - piangere, no, quello non più. Ma aveva a malapena le forze per tenere gli occhi aperti e per rispondere con sguardo sprezzante alla gente che, passando, la guardava con commiserazione. Come fosse una disperata senzatetto che viveva della pietà altrui; come non fosse stata più quella brava ragazza di un tempo.
Certo, i primi tempi erano stati diversi.
Quando si era ritrovata senza un posto dove andare e aveva cominciato a dormire un po’ dove capitava, vagabondeggiando per la città e per i suoi anfratti più reconditi, posticini in cui in diciotto anni di vita non era mai stata, tutti si erano dimostrati cortesi nel dare lei il loro sostegno.
Eppure Elena non aveva mai voluto la finta misericordia degli altri. Nemmeno per un momento.
E così, ora, si ritrovava sola, mentre i passanti intorno a lei non la degnavano più che di un’occhiata fugace. O almeno tutti così facevano, eccetto uno.
- Che hai fatto? -
Doveva avere più o meno la sua età, costatò Elena nella sua mente. Ciuffi biondo cenere gli ricadevano sulla fronte ampia, bianca e cristallina, e una felpa beige gli avvolgeva per bene il petto ampio. Occhi castani che cercavano i suoi, grigi come le perle dell'oceano. E lei infinitamente sporca e piccola in confronto a lui, che pareva così lindo e principesco. Il tipico ragazzo angelico della porta accanto. 
Immediatamente Elena capì di non averlo mai visto lì. E dire che un tempo conosceva tutti.
- Stai bene? Vuoi una mano? –
Avrebbe potuto esporre la verità: dire che sì, lei aveva bisogno di aiuto. Ma come ammetterlo a uno sconosciuto di cui non si sa niente, dopo aver rifutato le gentilezze dei proprio concittadini? Dopo aver guardato con sprezzo e fastidio a coloro che, per primi, le avevano offerto un posto dove ripararsi, un pasto caldo da mangiare, qualche moneta con cui rifocillarsi?
O forse... era molto più facile parlare con un estraneo senza pregiudizi?
- No - Come al solito, le sue parole erano discordanti con ciò che pensava realmente.
Abbattuta, sconfitta dalla sua stessa debolezza, quella di non saper ammettere di aver bisogno d'aiuto, Elena provò ad alzarsi in piedi barcollando. E tuttavia ebbe un giramento di testa tanto forte da farla arretrare di qualche passo, finendo con la schiena contro la parete fredda della facciata della chiesa.
- Sì - borbottò lei poi. Scosse la testa. - No - Si contraddisse l'attimo dopo.
Aveva la testa in panne, tutti i capelli lunghissimi e castani annodati lungo la schiena. Non sapeva più né che dire né come reagire.
E quando per la sua mente fu troppo, perse i sensi.

 

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Prologo molto breve, tanto per far entrare nell'azione :D
Comunque, salve a tutti.
Questa non é la prima originale che provo a buttare giù, ma é anche la prima che trovo il coraggio di pubblicare e che mi é stata ispirata direttamente da un sogno. Sia l'ambientazione che i personaggi si devono ancora venire a delineare, e questo é, come appunto accennavo, solo un brevissimo assaggio di una storia molto più articolata e che é tutto meno quello che sembra.
Se passate di qui, vi prego di lasciarmi scritto un vostro parere, con su scritto ciò che ne pensate. Naturalmente é presto per dirlo, ma da questa prima traccia dovreste aver capito tutto tranne quello a cui voglio andare a parare. Spero perciò di avervi incuriosito.
Un bacio,
Etele.

  
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