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Autore: Root    04/06/2013    5 recensioni
Meriadoc Brandibuck poteva essere considerato uno Hobbit perspicace e intelligente in molte occasioni, purché queste non includessero un certo suo cugino vivace e piuttosto rumoroso, nonché decisamente propenso ad invadere il suo spazio personale.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merry, Pipino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: For All These Times
Personaggi: Meriadoc Brandibuck, Peregrino Tuc; Merry/Pipino
Disclaimer: Mi sembra abbastanza scontato che nulla appartiene a me (eccetto la storia in sé), ma solo al vecchio Tolkien.
Note: Rileggere il Signore degli Anelli è sempre come tornare a casa dopo tanto tempo :D E, ovviamente, una fonte di ispirazione per scrivere fic :) E' venuta incredibilmente lunga, sono sorpresa di me stessa, davvero (anche se non ne sono soddisfatta, ma vabbè, quando mai il contrario). Comunque, giusto per la cronaca, nella prima parte Merry ha 19 anni, e Pipino ne ha 11 (non l'ho inventato io, è così); poi boh, non ho deciso quanto tempo passa tra una cosa e l'altra ma, comunque è tutto prima della storia del libro. Un'ultima cosa, non sono per niente certa dell'IC dei personaggi, anzi. Avvertitemi, nel caso, così metto anche l'avviso OOC :)

                                                                  For All These Times             

Se vi era un evento che tutti gli Hobbit della Contea (e anche quelli che ne abitavano al di fuori) conoscevano e amavano ricordare, anche se non sempre con affetto, era la Festa di Bilbo. Era una storia nota ad ogni Hobbit, grande o piccolo che fosse, e i più anziani, pur dopo molto tempo, si sedevano circondati da bambini e raccontavano di come quella sera il vecchio pazzo di Bilbo Baggins, dopo un lungo e noioso discorso, era saltato giù dalla sedia su cui era salito e, con una spettacolare capriola, era sparito per sempre dalla Contea in un vorticare di coriandoli. Il che era ovviamente assurdo, ma si sa che i racconti si vanno arricchendo dei più bizzarri particolari quanto più diventano antichi. Con l'aiuto di Gandalf i coriandoli sarebbero stati certamente possibili, ma è improbabile che anche con l'intervento di uno stregone Bilbo sarebbe riuscito ad eseguire una tale evoluzione per aria alla veneranda età di centoundici anni.
Ad ogni modo, che venisse ricordata in modo fedele o meno, la Festa di Bilbo era uno degli eventi più memorabili dell'intera Contea.
Anche Meriadoc riportava spesso alla memoria quella sera, anche se non sempre per i motivi che spingevano gli altri a farlo. A quel tempo Merry non era che un giovane Hobbit, anche se non sprovveduto come molti altri della sua età; in effetti, già era a conoscenza dell'esistenza dell'Anello e al momento della sparizione di Bilbo, era rimasto sorpreso ma non sconcertato come tutti gli altri presenti. Comunque il fatto più memorabile per Merry era accaduto prima della cena di famiglia e, dunque, prima dello “scherzo” di Bilbo.
C'era cibo in abbondanza; inutile dire, quindi, che tutti gli Hobbit, Merry e Pipino compresi, si gettarono immediatamente sulle vivande, dimentichi di qualunque altra cosa. Solo quando tutti si furono (almeno per il momento), saziati in abbondanza, si diede il via alle danze, alla musica e alle canzoni. Mentre tante coppie di Hobbit si muovevano guidati dalla musica, Merry non si unì alla mischia, preferendo piuttosto restare a guardare i meravigliosi fuochi d'artificio, opera di Gandalf, che illuminavano il cielo, rendendolo di miriadi di colori di cui non era neanche certo di conoscere l'esistenza. Accanto a lui, seduto comodamente sull'erba morbida, Pipino, che si era da poco ritirato dalle danze ed era ora tornato a mangiare, osservava meravigliato la luce colorata attorno e sopra di lui. Peregrino era solo un bambino, ben più piccolo di Merry, il quale comunque non poteva fare a meno di amare la sua compagnia.
Gli si sedette accanto e rubò dalle sue mani qualunque cosa stesse per mangiare. Forse Pipino non se ne accorse neanche poiché continuò a guardare strabiliato l'atmosfera della festa e i fantastici fuochi di Gandalf. Quando si volse verso Merry, accorgendosi della sua presenza,la sua espressione mutò, come se si stesse improvvisamente ricordando di una cosa molto importante. Si fece più vicino e, semplicemente, sollevandosi affinché il suo viso fosse a livello di quello di Merry, chiuse gli occhi e congiunse le proprie labbra con quelle dell'altro. Merry non ebbe neanche il tempo di accorgersi di quanto era accaduto, che Pipino, in men che non si dica, si era allontanato, gli aveva rivolto un sorriso raggiante e, alzandosi, si era nuovamente unito alle danze, lasciando suo cugino lì,  decisamente perplesso mentre si portava due dita alle labbra come chiedendosi se tutto ciò fosse accaduto davvero.
Quindi sì, la Festa di Bilbo era memorabile per tutti gli Hobbit della Contea, solo che per Meriadoc lo era un po' in più.

//////

Pipino lo baciò di nuovo qualche anno dopo. Se la prima volta Merry aveva pensato che fosse dovuto solo al fatto che Pipino era un bambino e neanche sapeva cosa significasse e si era quindi costretto a non rifletterci troppo, la seconda rimase certamente sconcertato.
Si trovavano sulla riva del Brandivino in un soleggiato giorno di metà luglio, Merry seduto a gambe incrociate, la schiena poggiata contro la ruvida corteccia di un albero e una pipa dal lungo cannello portata alle labbra.
- Coraggio Merry! Perché non posso fumare anch'io?- Pipino si stava ormai lamentando da un po' , guardando la pipa nelle mani di Merry come se nel momento in cui l'avesse avuta, la sua vita sarebbe finalmente stata completa.
- Che domande! Perché sei ancora troppo piccolo, ecco perché.
Certo non era per cattiveria che Meriadoc diceva così. Ma, per quanto la cultura dell'erba pipa fosse radicata da tempo nel popolo Hobbit, non sempre si considerava una buona cosa che un giovane come Pipino fumasse; e Merry non aveva alcuna intenzione di provare sulla propria pelle la reazione dei suoi zii nel caso lo fossero venuti a sapere. Anche se erano Tuc, non erano completamente sprovveduti.
Non che una motivazione del genere era d'alcuna utilità contro un Pipino determinato.
- Ma se tu hai iniziato a fumare quando eri anche più piccolo di me!- Era accanto a lui, in ginocchio e con le mani aperte poggiate sull'erba fresca e teneva lo sguardo fisso sulle labbra del più grande che si sforzavano di produrre anelli di fumo belli come quelli che aveva visto fare da Gandalf.
Merry si limitò a scrollare le spalle, non rispondendo anche quando sentì chiaramente Pipino sbuffare forte per attirare di nuovo la sua attenzione.
Si portò di nuovo la pipa alla bocca ed era sul punto di soffiare via il fumo, ma nel momento in cui socchiuse le labbra, senti la pressione di quelle di Pipino contro di esse. Fu incredibilmente veloce; tutto ciò che Merry ebbe l'occasione di notare, furono gli occhi chiusi di Pipino e la sensazione delle sua labbra schiuse contro le proprie.
Non era certo, in effetti che una cosa simile potesse realmente considerarsi come un bacio. Fatto sta che la sua mente registrò l'evento in quel modo e mandò al suo cuore il comando di battere tanto veloce da rassomigliare ad un cavallo che ha finalmente l'occasione di correre libero al galoppo per una grande pianura.
Peregrino si allontanò, gli occhi fissi in quelli di Merry solo per un attimo; e anche se stava tossendo a causa del fumo inspirato, si poteva facilmente notare il sorriso sulle sue labbra e la sua espressione soddisfatta.
Meriadoc, al contrario non era molto certo di quel che era successo e si guardò bene dal chiedere spiegazioni. D'altra parte Pipino non diede molto peso all'accaduto, limitandosi a comportarsi come se baciare (anche se forse solo per sentire il sapore della rinomata erba-pipa) il tuo migliore amico, che poi capita che sia anche tuo cugino, sia una cosa del tutto normale. 
Merry doveva aver assunto un espressione piuttosto stranita perché, rivolgendo lo sguardo su di lui, Pipino sollevò un sopracciglio.
-Cosa?-
Certo, si disse Merry, era tutto perfettamente normale.

//////

La terza volta, in realtà, non era esattamente una “terza volta”, anche se Merry, nella sua testa ci si riferiva così.
Lui e Pipino avevano passato la giornata col vecchio signor Maggot e, vedendo il sole apprestarsi a tramontare avevano deciso che sarebbe stato decisamente meglio mettersi in marcia per tornare a casa. Ora, dunque, camminavano allegramente con una cesta ricolma di buoni funghi, il cui profumo si sarebbe potuto sentire a un miglio di distanza. In effetti, continuando in quel modo, la cesta non sarebbe rimasta piena ancora per molto.
Merry si portò un fungo alla bocca, stringendone solo il gambo tra i denti; forse a quel punto avrebbe dovuto essersi abituato, ma vedere Pipino così tanto vicino a lui che stava dando un morso al suo fungo, tirandoglielo via dalla bocca, lo sorprese non poco.
-Ehi! Questo è stato sleale, Pip!-
-Ma come, caro Merry, non conosci il modo di dire “sleale come un Hobbit quando si tratta di funghi”?-
-Sono piuttosto certo che non esista alcun detto simile a questo.-
Pipino sembrò pensarci su per un attimo, poi prese la cesta dalle mani di Merry e gli volse le spalle.
- E io sono certo che dovrebbe esistere, allora- disse saccentemente riprendendo il cammino.
Solo in quel momento Meriadoc si rese conto di quanto era stato vicino Pipino, di quanto poco sarebbe bastato per eliminare il minimo spazio che li separava. Al pensiero il suo cuore iniziò a correre di nuovo.
Anche se non era stata una “terza volta” in piena regola, quindi, aveva lasciato Merry nello stesso stato della prima e della seconda, forse solo con un briciolo di insoddisfazione e rimpianto in più.

//////

Meriadoc Brandibuck poteva essere considerato uno Hobbit perspicace e intelligente in molte occasioni, purché queste non includessero un certo suo cugino vivace e piuttosto rumoroso, nonché decisamente propenso ad invadere il suo spazio personale. Dopo neanche due giorni, Merry si rese conto di quanto assurda fosse divenuta l'intera situazione, al punto che non riusciva a guardare, stare vicino o anche solo a pensare a Pipino che immediatamente il ricordo delle sue labbra sulle proprie prendeva prepotentemente il predominio della sua mente.
- Merry? Qualcosa non va?-
La voce di Pipino lo fece trasalire, traendolo fuori dai suoi pensieri.
-Hm?- Stava per dire che no, non c'era proprio nulla che non andava, poi ci pensò su per un attimo.
-Hey Pip, hai mai provato la sensazione che le cose si stiano facendo troppo confuse e quindi, piuttosto che stare lì a confonderti ancora di più giungi alla conclusione che la cosa migliore sia semplicemente agire?-
Pipino sembrò rifletterci per un po'.
- Come quando non sei sicuro se nella torta che stai per mangiare ci sia crema alla nocciola o al cioccolato e, alla fine, per scoprirlo, la mangi e basta?-
Gli Hobbit non sono una razza abituata a riflettere troppo, o a trastullarsi nei problemi; sono, invece, abbastanza svegli da capire che talvolta pensare non serve a nulla e tutto ciò che resta da fare è agire.
Anche Merry giunse alla stessa conclusione. Quindi si chinò in avanti finché, finalmente, non fu lui a baciare Pipino. Poteva sentire le labbra dell'altro Hobbit curvarsi in un sorriso e premere contro le proprie. Quando Pipino si separò da lui, rivolse a Merry un sorriso che pareva mostrare più denti di quanti un Hobbit possedesse.
- Finalmente! Devo dire che hai impiegato più tempo del previsto, mio caro Merry, lui mi aveva detto che avresti capito subito!-
- Lui chi?- disse Merry, il cui animo si era decisamente risollevato.
- Ma Gandalf, beninteso! Qualche anno fa io gli chiesi qual era il modo migliore per dimostrare il mio affetto a qualcuno. “Si tratta di Meriadoc, vero?” mi disse. E poiché sembra che Gandalf sappia sempre ogni cosa, io mi limitai ad annuire e lui mi diede un consiglio, sostenendo che “nulla potrebbe fargli comprendere meglio quel che provi eccetto, naturalmente, se tu glielo dicessi a parole”. E dunque colsi l'occasione alla Festa di Bilbo.- Pipino fece un attimo una pausa, poi riprese. - Ma sembrava tu non avessi compreso, e perciò ho provato ancora.-
Merry rise, di se stesso e anche di Pipino, che avrebbe anche potuto dirgli tutto ciò un po' prima e che, sentendolo ridere così di cuore, si  unì a lui.
Meriadoc gli prese il viso tra le mani lo baciò ancora, concentrandosi solo sulla sensazione che ne proveniva e smettendo di pensare per un po'.

  
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