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Autore: lord_gd    04/06/2013    1 recensioni
Kurt vive la sua ultima settimana al McKinley, tra un misto di gioia e tristezza, perché dopotutto in quella scuola ha trovato i suoi più cari amici
Dalla storia:
Kurt si stava preparando per la sua ultima settimana al McKinley, la sua ultima settimana di Glee Club, la sua ultima settimana con Blaine in quella scuola. Aveva già scelto la canzone da dedicare al Glee Club, una canzone che conosceva, e sapeva a menadito da molti anni, ma solo con gli avvenimenti degli ultimi tre anni era riuscito a comprenderla appieno, ed era proprio per questo che l’aveva scelta.
Genere: Commedia, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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JUMP IN THE DUMPSTER

Kurt si stava preparando per la sua ultima settimana al McKinley, la sua ultima settimana di Glee Club, la sua ultima settimana con Blaine in quella scuola. Aveva già scelto la canzone da dedicare al Glee Club, una canzone che conosceva, e sapeva a menadito da molti anni, ma solo con gli avvenimenti degli ultimi tre anni era riuscito a comprenderla appieno, ed era proprio per questo che l’aveva scelta.

Il suo rapporto con i ragazzi della sua età non era sempre stato dei più idilliaci: tutto era andato bene fino ai 7 anni, quando a nessuno importava delle stranezze, delle cose che ti mettevi o delle cose che ti piacevano, importava solo giocare e divertirsi con gli altri bambini. Poi qualcosa si era incrinato; poco dopo la morte della madre molti dei suoi amici avevano iniziato ad allontanarsi da lui, per poi gli anni successivi prenderlo crudelmente in giro e facendogli scherzi atroci. Solo alle scuole medie aveva trovato Mercedes, Tina e Artie, considerati diversi come lui, per problemi di peso, balbuzie e sedia a rotelle. Con la scuola media erano inziati anche scherzi ben più crudeli, e dopo un pugno ricevuto in pieno stomaco da Azimio aveva imparato a non andare più nel bagno dei maschi quando c’erano gli atleti della squadra di football. Così evitava il contatto visivo e fisico con la maggior parte dei suoi coetanei, solo con il suo ristretto gruppo di amici, che il resto della scuola iniziò a chiamare sfigati, riusciva a trovarsi bene, a stare tranquillo, lontano da scherzi e prese in giro, e quindi a rilassarsi un po’. Il passaggio alle scuole superiori non fu indolore: c’erano più bulli, oltre che degli anni successivi, anche da altre scuole medie. Così Kurt, suo malgrado, fece la conoscenza di Karofsky e Puckerman il giorno della sua interrogazione in Storia sulla Rivoluzione Francese. I due atleti cominciarono a importunare Kurt prima ancora che iniziasse, perché quel giorno aveva deciso di mettersi jeans stretti e papillon. Quando si alzò iniziarono con pernacchie e versi di ogni tipo, e il resto della classe ben presto cominciò a ridere a crepapelle. Kurt riuscì, trattenendo le lacrime, a finire la sua esposizione, e si fiondò subito nell’ufficio del coordinatore didattico per chiedere il trasferimento ad un’altra classe di Storia. Due giorni dopo probabilmente la notizia era trapelata di bocca in bocca e molti a scuola parlavano del “frocio” che era scappato via dalla lezione in lacrime (cosa tra l’altro non vera), poiché Kurt, ancora rima del suono della campanella, si trovò accerchiato da un gruppo di giocatori di football che non conosceva, che iniziarono a spingerlo e a passarselo tra di loro, come se fosse una palla.
Puck uscì da dietro un cassonetto e gli parlò:
«C’è un posto qua a scuola per i froci come te, ed è l’immondizia»
Subito Puck e un altro ragazzo lo sollevarono, uno per le braccia e l’altro per le caviglie, quando un ragazzo molto alto e dalla faccia assonnata intervenne, non nella maniera in cui Kurt sperava.
«Aspettate, prima leviamogli lo zaino»
Per accontentare l’amico, che l’aveva tirato fuori dai guai diverse volte, Puck levò la cartella da un Kurt tremante, e senza ulteriori indugi lo gettò nel cassonetto. Si sentì un tonfo e le varie risate della squadra di football coprirono sia il suono della prima campanella che quello dei primi sighiozzi di Kurt, che non riusciva più a trattenere le lacrime. Il poveretto aspettò cinque minuti prima di alzare la testa al di fuori del cassonetto; sarebbe arrivato in ritardo per matematica, ma pazienza. Quando alzò debolmente la testa lo aggredì una voce:
«Vuoi una mano ad uscire?»
Kurt, confuso dall’aiuto che gli veniva offerto da quel ragazzo, tese la mano e si ritrovò fuori. Non sapeva le vere intenzioni quel ragazzo, ma se gli voleva fare uno scherzo poteva sempre fuggire in classe, invece da dentro il cassonetto non poteva fare assolutamente nulla.
«Mi chiamo Finn. Tu come ti chiami?» Gli chiese quel ragazzo una volta consegnatagli la cartella.
Kurt non rispose, poiché era sia seccato che umiliato da quella intera situazione, e pure confuso, dato che il ragazzo che lo aveva aiutato ad uscire era tra quelli che lo avevano mandato dentro il cassonetto. Kurt si allontanò di corsa, maledicendosi per essere così come era, e maledicendo la scuola e i ragazzi che la frequentavano.
 
Kurt doveva essere rimasto imbambolato a fissare quel cassonetto un paio di minuti, poiché fu riportato alla realtà da una spallata, che grazie a più di un anno di convivenza sapeva già da chi provenisse.
«Terra chiama Kurt! Terra chiama Kurt!»
«Ciao Finn!»
«Allora? Cosa stavi guardando?»
«Niente Finn, niente»
«Heilà Dolcezza, Finn.» disse Puckerman quando raggiunse i due fratellastri, anche se a differenza di Finn capì subito cosa balenasse in testa a Kurt
«Scusa Kurt. Scusa per tutto quello che ti ho fatto prima di entrare al Glee»
«Scusaci» aggiunse Finn.
«Scuse accettate. Vi ho già perdonato molte tempo fa. Stavo solo pensando a come sia cambiato tutto» rispose felice Kurt
Finn e Puck gli misero ciascuno la propria mano su una spalla, fino a quando Kurt non si allontanò per andare incontro a Blaine
«Non ce lo sciupare troppo, Hobbit!» Kurt sentì  urlare queste parole dall’altra parte del parcheggio, una volta raggiunto il suo ragazzo
«è anche il nostro di ragazzo!» aggiunse Finn.
Kurt ridendo entrò a scuola, a braccetto con Blaine. I rapporti con i ragazzi erano cambiati di molto, e la stessa vicinanza con Finn lo aveva aiutato, e di molto: Kurt non era proprio l’emblema della mascolinità, ma a lui e Blaine non dispiaceva trascorrere qualche serata tra ragazzi, a bere, a mangiare schifezze, parlare di sport (in quei momenti Kurt spegneva il cervello), e di sesso (in quei momenti Kurt arrossiva), mentre a Mario Kart era diventato imbattibile e tutti volevano stare in squadra con lui, così come tutti da lui volevano i suoi consigli in fatto di regali da fare alle proprie ragazze, e il più assiduo a chiederglieli era proprio il fratellastro, che non sapeva mai come soddisfare la propria esigenze ragazza. In questo modo Kurt si trovava ad organizzare appuntamenti e consigliare i suoi amici sul da farsi.
Si, le cose erano cambiate, e decisamente in meglio, dato che ora Kurt aveva dalla sua una squadra di amici che mai lo avrebbero abbandonato, e lui non voleva di certo abbandonare loro.

Say good-bye to not knowing when
The truth in my whole life began
Say good-bye to not knowing how to cry
You taught me that
And I’ll remember the strength that you gave me
Now that I’m standing on my own
I’ll remember the way that you saved me
I’ll remember


  
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