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Autore: RoriStark    04/06/2013    4 recensioni
Una fanfiction ispirata alla storia delle 5 leggende, il personaggio protagonista di questa storia è Pitch Black e... una nuova arrivata..
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le strade di Parigi erano piene di marciume, di fumo, di barboni che elemosinavano qualche spicciolo o un po’ di cibo. Ma soprattutto, in quelle strade aleggiava la più oscura delle ombre, l’ombra della superstizione, l’ombra dell’ignoranza  ed insieme ad esse, regnava sovrana la paura. La gente era stolta, ignorante e nessuno aveva il coraggio d opporsi all’oscurità che dilagava per le strade e nelle case. La gente pregava per la salvezza delle loro anime, gli umani si uccidevano tra di loro con la paura che il demonio si fosse insediato nei loro cuori. Quanta ignoranza, pensava Pitch mentre camminava indisturbato per le strade della città. La sua  città, il suo mondo, il suo regno. Era il suo periodo migliore, tutti credevano in lui e tutti lo temevano. Il mantello nero scivolava come  catrame per i vicoli lasciando indietro una scia nera che sembrava aver vita propria. Sul collo brillava un lungo ricamo dorato che spiccava sul mantello nero, stivali neri di cuoio risuonavano pestando poderosamente il terreno. Tutti lo temevano ed il suo potere era immenso.  Avanzava reggendo un bastone dagli intrecci complessi  con la mano destra poggiandolo distrattamente a terra mentre camminava. Le lunghe maniche fluttuavano come la coda del suo mantello che lo copriva completamente ,alla vita una cinta dorata come il risvolto del collo. La sua pelle era grigia come il manto di un lupo, gli occhi ambrati come quelli di un gufo. I capelli neri come la pece, corti e tirati indietro. Sorrideva soddisfatto mentre avanzava lungo i vicoli accompagnato dalle ombre che esso stesso aveva creato. Svoltò verso un gruppo di villici che ignari della sua presenza parlavano tra di loro

“eih! Avete sentito?? Hanno preso un'altra strega!”

“sì! Sarà messa al rogo questa notte!”

Pitch ghignò soddisfatto, indietreggiò mentre il mantello lasciò davanti a lui una scia di paura che sembrò aleggiare attorno agli umani. Stolti, quegli umani vedevano la verità nei loro incubi e per questo vedevano il male in tutto ciò che non conoscevano. Donne innocenti con una lieve conoscenza di erbologia venivano massacrate in un nome di un Dio che sicuramente stava piangendo della loro ignoranza e malvagità. Pitch voltò l’angolo impaziente di assistere alla morte di quella creatura. Continuò dritto finché qualcosa non attirò la sua attenzione.  Una figura minuscola era rannicchiata nell’ombra, Solitamente gli umani cercavano rifugio nella luce, quell’esserino sembrava invece volersi nascondere nel buio.  Pitch si avvicinò lentamente per distinguere meglio quella figura. Aveva un abito lercio, che un tempo doveva essere bianco latte. Ora il tessuto era strappato ai bordi e pieno di macchie grigie,  Era una ragazzina di non più di 10 anni. I suoi capelli erano neri come l’ebano e ricadevano come una cascata nera lungo il suo corpicino snello. Poteva scorgere la sua pelle che sembrava più bianca della stoffa che indossava. Il suo viso non si vedeva coperto dalle braccia. Così Pitch si avvicinò ancora di più, era una bambina e loro potevano vederlo benissimo. Tutti i bambini credevano in lui, tutti lo temevano.

“cosa ci fa una ragazzina  nel regno  dell’uomo nero?”

La giovane alzò la testa mentre i capelli le cadevano davanti al viso come foglie  di un salice piangente. Alzò lo sguardo, aveva gli occhi di un azzurro spiazzante. Lo stesso colore del mare in contrasto con il nero dei suoi capelli. Il suo visino pallido era sporco e coperto di graffi. La giovane lo fissò mentre Pitch ghignò pronto a vederla scappare.  Ma la giovane non si mosse, continuava a fissarlo, poi con grande stupore di lui, sorrise.

“a questo punto dovresti scappare ragazzina.”

Disse confuso avvicinandosi ancora di più, magari era cieca, eppure quei due grandi occhi seguivano perfettamente i suoi movimenti. Corrugò la fronte scrutandola mentre la giovane smise di sorridere e prese a scrutarlo anche lei come se fosse un animaletto. Non aveva paura, come era possibile?

“non hai paura di me ragazzina?”

La giovane scosse il capo senza smettere di fissarlo, poi guardò verso la luce dove dei ragazzini correvano avanti ed indietro ed indicò loro con il ditino

“hai paura della luce?”

La piccola scosse il capo indicando di nuovo verso il vicolo illuminato dalla luce del sole, di nuovo un gruppo di ragazzini passava correndo tra risate e battute di spirito

“hai paura di quei ragazzini?”

La bimba annuì rannicchiandosi di nuovo. Pitch si inginocchiò accanto a lei, in qualche modo quella ragazzina sembrava non temere la sua presenza, anzi, sembrava che lei lo vedesse come una presenza quasi familiare, come una figlia va a piangere dal proprio padre cercando rifugio sotto alla sua giacca, lei stava cercando riparo nella sua ombra.

“non sai parlare ragazzina? Non ce l’hai un nome?”

“…D…Dahlia..”

Sussurrò senza alzare lo sguardo. A malapena Pitch riuscì a percepire la sua vocina da sotto a quella foresta di capelli. La bambina alzò lo sguardo

“sei…sei davvero l’uomo nero?”

“sì, tu credi nell’uomo nero, vero bambina?”

Lei annuì continuando a scrutarlo dall’alto in basso. Pitch si inginocchiò davanti alla giovane appoggiandosi al bastone che si piantò nel terreno. La piccola non aveva scarpe ed aveva i piedini pieni di ferite, per un attimo provò pietà per quella creatura, cosa che mai aveva fatto prima. Forse perché non era mai stato a contatto con nessuno, almeno con nessuno che fosse cosciente della sua presenza.

“uomo nero…come ti chiami?”

“….Pitch…”

“signor…uomo nero Pitch?”

Pitch spalancò gli occhi e a malapena trattenne una risata tornando a fissarla con fare inquisitorio, gli veniva naturale guardarli così, ma la bambina non sembrava per nulla spaventata

“potresti….tornare a giocare con i tuoi amichetti come ogni essere umano dovrebbe fare? Urla e mettiti a scappare gridando… aiuto l’uomo nero! È questo che dovresti fare”

“ma…signor uomo nero Pitch…quei bambini mi picchiano..”

“Pitch….chiamami soltanto Pitch..”

“ma signor Pitch…quelli mi vogliono picchiare…guarda..”

Disse mostrandogli il braccino pieno di lividi. Lui la fissò stupito, quella creatura stava cercando riparo nell’oscurità. Quella creatura dalla pelle di luna, stava cercando protezione dall’uomo nero che tutti i bambini temevano.

“ e va bene…fai come ti pare..”

Disse mentre si forzò ad alzarsi. Non poteva perdere tempo con quella ragazzina, aveva da fare. Pensò voltandosi. Poi qualcosa lo bloccò, qualcosa lo aveva afferrato per il mantello. Si voltò infastidito mentre i suoi occhi si persero di nuovo in quelli di lei. Stavolta sembrava stesse sul punto di piangere

“io sono da sola…”

“anche io sono solo ragazzina, ma non vado di certo a tirare le vesti altrui....”

“diventiamo amici!”

Per un attimo Pitch spalancò gli occhi allibito. Quella ragazzina non era molto sana di mente.  Si inginocchiò di nuovo sovrastandola minaccioso mentre la giovane sobbalzò appena per la sorpresa. La scrutò attentamente mentre le scostò i capelli dal viso per fissarla

“perché non hai paura?”

“perché mi stai proteggendo!”

“io non proteggo nessuno”

“ma se resto qui i bambini non mi faranno male..”

La fissò allibito mentre senza accorgersene si sedette di fianco a lei posando la schiena contro il muro. Sospirò mentre la sua ombra andò sotto ai piedi della ragazza come se fosse un tappeto, la sollevò appena da terra

“sembri una palla di fuliggine, non ti fanno male i piedi?”

La giovane guardò sotto di sé ed annuì appena. Si rannicchiò appoggiandosi a lui sorridendo

“mi fanno tanto male….signor Pitch”

Lui sospirò mentre con un gesto delle mani un lembo del mantello si avvolse  ai piedini martoriati di lei. La piccola si voltò verso  di lui, sorrise dolcemente sentendo un po’ di sollievo ai piedi. Pitch si voltò verso quei ragazzini che giocavano

“eih..perchè ti hanno picchiata?”

“perché…non ho la mamma e il papà..e..non ho una casa..”

Sussurrò appoggiandosi a lui mentre si rannicchiò ancora di più. La poteva sentire mentre tremava come un gattino infreddolito.

“anche tu sei solo hai detto, se vuoi possiamo stare insieme! Anche tu sei triste vero?”

“io non sono triste ragazzina”

“nessuno è felice quando è solo..”

Inutile, non poteva di certo discutere con una bambina. O forse non sapeva cosa risponderle. Si, aveva ragione, forse il fatto di stare solo sembrò irritarlo per un attimo. Era vero, lui era nato solo, non aveva idea di cosa si provasse ad avere accanto qualcuno. Forse era quel calore che lo stava avvolgendo stando accanto a quella ragazzina. In fondo, non gli dispiaceva come cosa.

“basta che non mi metti i bastoni tra le ruote mentre lavoro..”

Disse infine mentre la ragazzina si aggrappò all’improvviso al suo collo stringendolo forte . Quel contatto sembrò provocare dentro di lui un misto di sensazioni che a malapena riuscì a trattenere. Istintivamente afferrò la ragazzina per non farla cadere. Si alzò in piedi sospirando

“io però non posso stare qui per sempre, hai una casa dove posso portarti? Sei stata abbastanza per le strade..”

Lei scosse il capo

“non ho casa..”

Lui sospirò mentre la posò a terra  e si alzò sovrastando la ragazzina che però sembrò rassicurata dalla sua presenza, tanto che si aggrappò al suo mantello nascondendosi dietro di esso

“seguimi, Dahlia.”

Che problema era? Forse dentro di sé aveva bisogno di un po’ di compagnia, aveva passato secoli interi da solo, era la prima volta che qualcuno gli stava accanto, qualcuno con cui poter interagire, qualcuno da proteggere realmente. Pitch avanzò al sole, non aveva problemi  a starsene sotto alla luce, i suoi poteri gli permettevano di girare ovunque, lui era ombra, lui era ovunque. Lui era la sua oscurità. Ad un tratto Dalia prese a tirargli il mantello scomponendolo dalla sua tipica posa di superiorità

“eih! Che ti prende?”

“eih Dalia! Eccoti finalmente! Sei tornata per prenderle??”

I ragazzini fecero per afferrare la piccola quando una voce li bloccò

“quanti bei giovani ragazzini…”

Il capogruppo che già aveva preso la piccola per il collo mollò la presa alzando lo sguardo fino a farsi quasi male tanto era alto Pitch. Tutti spalancarono le loro bocche sdentate mentre fissavano lui

“non vi conviene farle del male…altrimenti ve la vedrete con l’uomo nero…”

Sussurrò ghignando lui. I ragazzini sbiancarono mentre gridando “è l’uomo nero!!” scapparono via inciampando tra di loro. Pitch rise divertito nel vedere la scena

“ecco..questa è la reazione giusta”

Commentò soddisfatto guardando Dahlia, ma la piccola non sembrava altrettanto divertita. Era ferma, con le mani attorno al collo mentre tremava come una foglia

“ragazzina?”

Lui la prese in braccio. Sobbalzò sentendo la piccola tremare ancora più di prima. Subito la strinse piano a sé mentre tornò nell’ombra per non farsi notare

“sta buona, non ti torceranno più un capello…verrai a vivere con me..”

Sussurrò mentre quella ragazzina si era rannicchiata nascondendo la testa nell’incavo del suo collo. , Pitch passò una mano sui lividi di lei, aveva bisogno di cure, e doveva mangiare qualcosa. Era inutile, non riusciva ad essere cattivo con quella ragazzina, forse era quello che cercava, un po’ di compagnia, qualcuno che non avesse paura di lui. In fondo, anche lui era stato un umano, e forse c’era ancora qualcosa di umano in lui. Sorrise appena scostando i capelli della piccola che sembrava essersi addormentata così sussurrò piano

“ti porto a casa…Dalia… Dahlia Black”
  
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