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Autore: supersonique    04/06/2013    0 recensioni
Rinoa ha un raffreddore e Squall le prepara una sorpresa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: per la challenge Where I Belong.

Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

THE LITTLE THINGS
scritta da supersonique, tradotta da Alessia Heartilly

Quando Rinoa si svegliò, si sentiva malissimo.

I primi respiri le dissero tutto. Si sentiva la gola irritata e un dolore sempre più forte. Poteva solo respirare con una narice, dato che l'altra era congestionata. Nonostante fosse appena uscita da un sonno profondo, le sembrava di aver dormito solo un paio d'ore. Sapeva che non poteva essere stato così, perché era andata a letto alle sette la sera prima perché si sentiva estremamente stanca. Aveva iniziato a sentire i sintomi di quello che all'inizio pensava fosse un brutto raffreddore, e ora pensava fosse un'influenza. Era successo tutto così in fretta che aveva avuto a malapena la possibilità di parlare con Squall.

Squall.

Allungò il braccio solo per scoprire che il materasso accanto a lei era vuoto. Strano, pensò. Squall si svegliava sempre alle sei, mai un minuto prima o dopo. La parte folle era che non usava mai una sveglia. Quando Rinoa glielo aveva chiesto la prima volta, lui aveva scrollato le spalle e aveva detto che era per abitudine. Dopo averci pensato, Rinoa aveva deciso che molto probabilmente era grazie al suo addestramento militare.

Era parte delle piccole cose a cui si era abituata dopo averlo sposato.

Nonostante fossero già al secondo anno di matrimonio, sembrava tutto così nuovo a Rinoa. Gli anni precedenti l'avevano sbalzata in un mondo del tutto diverso da quello dei suoi primi diciassette anni. Prima di incontrare Squall e gli altri, il gruppo di ribelli che aveva fondato si basava sull'idea di ribellione e di fare ciò che era giusto. Comunque, solo quando aveva incontrato i SeeD del Garden di Balamb aveva trovato davvero scopo nelle sue azioni, ed era stata con le persone che le avrebbero per sempre cambiato la vita. Specialmente Squall.

Quando aveva visto il soldato solitario alla festa, appoggiato con indifferenza al muro, aveva subito sentito un legame con lui, che non era mai riuscita a capire o spiegare. Non di desiderio, ma piuttosto di curiosità. Aveva sentito che lui era una persona totalmente diversa da quella che appariva, e che aveva bisogno di quella piccola spinta prima di aprirsi al mondo. E che lei sarebbe riuscita a dargli quella spinta.

Le sue impressioni si erano rivelate corrette nei momenti magici che avevano passato insieme, quando, in pochi minuti e sotto la sua guida, lui era passato dall'essere all'apparenza incapace di ballare al guidarla lui stesso con velocità.

Da quel giorno, lei aveva avuto fiducia nella sua capacità di farlo aprire con lei. La stessa fiducia che alla fine li aveva portati insieme.

Sentì la voce di Squall dal soggiorno, e si riscosse dai suoi ricordi. Lui parlava in tono perentorio, probabilmente sbottando ordini al telefono per prevenire una crisi, come faceva da quando aveva assunto la posizione di Preside. Rinoa si tirò su a sedere nel tentativo di alzarsi, tentativo che fallì miseramente quando la testa iniziò a pulsarle per quel movimento improvviso. Grugnì e tornò rapidamente a stendersi. Non era ancora del tutto sveglia. Sarà una lunga giornata. Riflettendo a malapena su quella considerazione, fu risucchiata nell'oblio della terra dei sogni...

Squall riappese dopo la quinta telefonata in ufficio nel giro di un'ora, un'esperienza da cui aveva imparato che prendersi una giornata libera aveva più conseguenze di quante aveva inizialmente pensato. L'inaspettata assenza del Preside aveva innumerevoli effetti sulle attività quotidiane, e di conseguenza su quelle dei giorni seguenti, persino delle settimane. Sin dal primo giorno, e contro un certo numero di raccomandazioni degli amici, Squall non si era mai preso giorni di permesso oltre alle vacanze obbligatorie. Era il prezzo da pagare per aver preso il comando di un Garden indebolito. Anche se gli anni dopo la guerra che aveva scosso il Garden di Balamb erano finiti, il sistema dipendeva solamente dall'autorità di Squall per ristabilirsi.

Con il tempo, era diventato un'ispirazione, una specie di simbolo. Famoso com'era per aver guidato la squadra d'elite che aveva rischiato tutto per salvare il mondo, gli studenti ora prendevano lui e la sua squadra a modello. Erano successe così tante cose da quei giorni, i giorni di buio, i giorni in cui diventare SeeD sembrava l'unico obiettivo che avesse mai raggiunto, un obiettivo di cui peraltro non conosceva lo scopo. Certo, i giorni in cui aveva smesso di sopravvivere e aveva davvero iniziato a vivere erano passati da tempo. Eppure non era ancora abituato a essere al centro dell'attenzione, e sinceramente non pensava che ci si sarebbe mai abituato. Come era passato dall'essere un mercenario infelice, sopravvissuto a un periodo pazzo di introspezione nel mezzo di una guerra, all'essere la persona felice e di successo che era oggi andava oltre la sua comprensione. Ma l'unica cosa che sapeva per certo era che lo doveva tutto a Rinoa.

Lei era il motivo per cui violava la sua stessa regola e stava a casa, quel giorno. La sera prima, era tornato a casa dal lavoro e l'aveva vista evidentemente stanca e indebolita, nonostante tutti i tentativi di nasconderlo.

"Rin! Ti senti bene?" Un'occhiata gli bastò per sapere che qualcosa non andava.

"Sto bene, mi sento solo un po' stanca, ecco tutto," rispose lei con un rapido gesto della mano. Gli occhi sembravano stanchi, aveva il naso rosso e invece del solito atteggiamento frizzante, aveva le spalle leggermente piegate. Non sembrava affatto che stesse bene. Squall la osservò scettico prima di posarle una mano sulla fronte, facendole arrossire le guance. Si accigliò.

"Sembra che tu abbia un po' di febbre..." Il suo tono di voce era appesantito dalla preoccupazione.

"Penso di essermi presa un raffreddore..." ammise lei, ma aggiunse in fretta, "andrò a letto presto stasera, e domattina starò bene. Non è nulla di preoccupante!" sorrise, non volendo che suo marito si preoccupasse oltre.

Quando si era infilata a letto, era sembrata esausta. Era caduta in un sonno profondo entro pochi secondi. In quel momento la sua vulnerabilità aveva ricordato cose a Squall, una situazione precedente, lontano nello spazio, nel mezzo del nulla. Un momento sospeso tra la vita e la morte. All'improvviso, non aveva voluto lasciarla di nuovo. E gli era venuta quell'idea: sarebbe stato a casa il giorno dopo, per vedere di aiutarla in ogni modo per accelerare la sua guarigione.

Si era svegliato presto quel giorno, anticipando il tempo che gli sarebbe servito per sistemare le cose al Garden di Balamb. Fortunatamente, aveva chiamato Quistis la sera prima per avvertirla, e quindi metà delle cose era fatta.

"Sostituirti?" aveva chiesto lei, chiaramente sorpresa dalla richiesta di Squall.

"Rinoa non sta troppo bene e penso che potrebbe avere qualcosa. Starò con lei e la aiuterò in casa."

"Bene, bene, bene," lo aveva preso in giro lei scherzosamente. "Il Signor Stakanovista rinuncia davvero al lavoro per occuparsi di qualcuno... poteva trattarsi solo di Rinoa."

Squall era arrossito a quella battuta, ed era stato grato di essere al telefono, e non faccia a faccia. Aveva taciuto prima di rispondere. "Quistis, è mia moglie. Non è una cosa ovvia?"

"Oh, assolutamente!" aveva detto lei, prima di abbassare la voce, cospiratoria. "Solo, sei sicuro che sia solo perché è malata, o state giocando un brutto tiro e pianificate una fuga romantica? Voglio dire, è venerdì e guarda caso-"

"Professoressa Trepe," l'aveva interrotta Squall, anche se nel profondo desiderava che fosse davvero come aveva detto Quistis. "Di certo non devo ricordarti la mia posizione rispetto alla tua, e che sono quello che ti firma lo stipendio..."

"Giusto, giusto!" aveva riso lei. "Davvero, Squall, lascia fare a me. Potresti solo dover chiamare Shu domattina e farle un fax con gli ordini. Protocollo, sai... augura buona guarigione a Rinoa da parte mia, e dille che passerò domani!"

"Se sarò abbastanza di buon umore da farti entrare," le aveva risposto lui. Lei aveva già riagganciato.

Squall sospirò forte. Finalmente aveva finito con tutte le cose relative al lavoro. Ora poteva cominciare davvero la giornata. Iniziò a valutare le cose che avrebbe dovuto fare. Per prima cosa, Rinoa doveva mangiare. Subito, una visione del Gratin di Patate Dauphinoise gli venne in mente. Il pasto elaborato che avevano mangiato entrambi la sera che le aveva chiesto di sposarlo, e il suo piatto preferito. Sapeva che lei aveva una copia della ricetta per farlo a casa in uno dei cassetti della cucina.

Andando in cucina, guardò in camera da letto e vide che Rinoa dormiva ancora, respirando faticosamente dalla bocca. Quella semplice vista di lei in quello stato lo mise in allarme. Piano, chiuse la porta e andò in cucina.

Squall non si era mai considerato un bravo cuoco. A differenza di altre cose, vedeva la cucina come qualcosa in cui non sarebbe mai stato bravo, a prescindere da quanto ci provasse. Irvine - che aveva sorpreso tutti per la festa di compleanno di Selphie, preparando un pasto che includeva spiedini da gourmet, funghi ripieni e riso basmati, tra le altre cose - si era offerto di mostrargli alcune "ricette semplici", che erano finite tutte per far partire gli allarmi antincendio del cecchino, e a quel punto Squall si era arreso. Quel giorno voleva fare un piatto per cui aveva una ricetta semplice. Avrebbe semplicemente letto e seguito le istruzioni, senza improvvisare, e tutto sarebbe andato bene.

Si mise velocemente al lavoro. Mescolò tutti gli ingredienti per la salsa, pesandoli tutti fino all'ultimo grammo prima di aggiungerli, e la lasciò bollire. Poi iniziò a tagliare alcune patate a pezzi identici. Applicò la stessa precisione militare nel tagliare le cipolle, misurare i condimenti e oliare la padella. Alla fine mise tutto in forno.

Entro due minuti, il profumo dolce di patate marinate riempì la casa. Squall era orgoglioso. Per una volta era riuscito a cucinare qualcosa senza far partire un solo allarme. E poteva già immaginare il sorriso affascinante di Rinoa quando avrebbe visto la sua sorpresa... Comunque, qualche minuto dopo, l'odore era passato da qualcosa di dolcemente speziato a qualcosa di troppo cotto. Strano, pensò tra sé e sé. Prese la ricetta per confermare di aver messo il tempo giusto: quindici minuti. Deve ancora cuocere per nove minuti! E la temperatura è a duecento- Il cuore saltò un battito. Erano duecento gradi fahrenheit. Non celsius. Agì in fretta, spegnendo il forno e aprendolo in un solo movimento. La padella era diventata carbone.

Rinoa si svegliò al suono assordante che alla fine riconobbe come quello dell'allarme antincendio. Il suo orologio segnava le undici e ventitré. Mentre si tirava su a sedere, lentamente, stavolta, l'odore di alluminio bruciato le entrò nella narice ancora libera, togliendo tutti gli effetti del sonno mattutino. Il panico la riempì mentre cercava di capire cosa fosse successo. Quel giorno era venerdì, e quindi Squall era a lavoro da un pezzo! Era a casa da sola fin dalle otto! Cosa diamine stava succedendo là sotto? Si alzò, ignorando la nausea leggera e il mal di testa sempre più forte. Aprì la porta della camera per sentire ancora più forte l'odore di alluminio bruciato... E un suono distante di tosse e una voce familiare.

"Squall?" chiamò.

"Rin!" rispose lui tra i colpi di tosse. La sua voce veniva dalla cucina.

Lei entrò e vide qualcosa di disastroso. Tutte le finestre erano spalancate per far uscire il fumo. Quasi tutti i mobili e cassetti erano aperti. I banconi erano coperti di boccette di condimenti e salse. Per terra, nel mezzo della stanza, c'erano i resti bruciati della padella d'alluminio che, immaginava, conteneva prima quello che Squall aveva voluto cucinare.

E lui era seduto lì, con addosso il suo grembiule azzurro e un'espressione molto irritata.

L'allarme si fermò bruscamente, facendo piombare la casa nel silenzio. Squall e Rinoa si fissarono.

Rinoa non riuscì più a sopportarlo. Si appoggiò al tavolo e rise. Squall grugnì al suo divertimento, e sorrise debolmente.

"Ho cercato di cucinarti qualcosa," le disse lui imbarazzato.

"Oh, lo vedo!" disse lei tra le risate.

"Ho messo la temperatura in celsius invece che in fahrenheit... avevo anche dosato alla perfezione ogni ingrediente... era il gratin di patate dauphinoise. Il tuo preferito..."

A quel punto, Rinoa aveva smesso di ridere. Squall sembrava davvero deluso. Si inginocchiò accanto a lui e lo abbracciò forte.

"Squall! Per favore, non essere così duro con te stesso! Hai fatto uno sforzo, e di questo sono davvero grata. Voglio dire, non sei andato al lavoro solo per prenderti cura di me, ed è più di quanto potrei mai chiederti... Inoltre, non penso di aver mai riso così tanto in tutta la vita!"

Iniziò a ridacchiare, e lui grugnì di nuovo.

"Sono contento di averti fatto sentire meglio," disse lui alzando gli occhi al cielo.

Lei si ritrasse e lo guardò. "Grazie, Squall."

Lui arrossì e distolse gli occhi. C'era una cosa in Rinoa; perdonava davvero troppo. Era parte delle piccole cose a cui si era abituato.

"Non è nulla, davvero. Ogni volta che hai bisogno di me per distruggere la cucina, ci sarò." Sorrise.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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