Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    04/06/2013    2 recensioni
. Lui non stava lì dentro, non poteva stare in quella bara… E quel pensiero si rifece strada nel suo cervello, martellante come un trapano “ non è vero… non può essere vero… se fosse vero lo sentirei, sentirei dolore, invece non riesco a provare dolore, solo paura, angoscia, ma non dolore”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
Semir  se ne stava lì, seduto sulla panca, a fissare un punto indefinito della chiesa avanti a sé. Sentiva pronunciare parole, discorsi infiniti, ma non udiva  nulla di quello che veniva detto. Percepiva Andrea accanto a sé, che  gli teneva stretta la mano, ma non la vedeva veramente. Povera Andrea…. aveva pianto sommessamente tutta la notte con la faccia nel cuscino o chiusa in bagno per non farsi sentire, per non svegliarlo. Non che avesse dormito molto quella notte come le tre notti precedenti, solo brevi sprazzi di incoscienza nel bel mezzo dell’angoscia che lo attanagliava. Ad un certo punto  aveva anche fatto finta di dormire,  per cercare di  allontanarsi con gli occhi chiusi da tutto, soprattutto  dalle facce preoccupate di Andrea e dei suoi amici che lo guardavano compassionevoli, aspettando e temendo   un crollo emotivo da un momento all’altro.  Crollo emotivo che tuttavia non arrivava. “Perché non provo niente?” pensò Semir, “Perché non riesco a piangere? Forse se piangessi starei meglio…”
Perché si era fatto convincere a venire qui….Ora l’organo suonava… musica solenne adatta alla situazione, non gli sarebbe piaciuta.  Tutte quelle persone vestite di nero, mettevano tristezza solo a vederle, non gli sarebbero piaciute. Molto meglio il gruppo colorato di musicisti, vestito in jeans, in fondo alla navata
Parole ed ancora parole….  Ora Susanne con la voce tremolante stava leggendo una stupida poesia sui “guerrieri che muoiono giovani perché sono  cari al cielo”. Che stupidaggine, nessuno dovrebbe morire giovane.  Semir iniziò a sentirsi soffocare. Guardò distrattamente in giro, evitando tuttavia accuratamente di posare lo sguardo al centro della navata. Lui non stava lì dentro, non poteva stare in quella bara… E quel pensiero si rifece strada nel suo cervello, martellante come un trapano “ non è vero… non può essere vero… se fosse vero lo sentirei, sentirei dolore, invece non riesco a provare dolore, solo paura, angoscia, ma non dolore”.
La cerimonia era quasi finita, ora c’era silenzio, si sentivano solo i singhiozzi incessanti di Julia, sorretta dal padre con lo sguardo attonito.
Il prete iniziò il rito finale… “ ora dobbiamo accomiatarci per l’ultima volta dal nostro caro figlio, fratello ed amico Ben Jager…” Questo era troppo, Semir non ce la fece proprio, balzò in piedi  di scatto e fuggì via dalla chiesa ….. “ non è vero, non è vero, non è vero”  
  
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