Lo
Studio 21
Violetta
entrò per la prima volta nello studio rimanendone
incantata, c'erano tantissimi suoi coetanei pieni di talento, musica e
passione
Avanzò
scendendo le scale dell'ingresso fino ad arrivare dentro
dove si trovò travolta dalla musica e dalla allegria che
regnava in quel posto.
Guardava
tutto con occhi sognanti, non poteva crederci che forse
quella sarebbe diventata la sua scuola dove avrebbe fatto quello che
più amava
al mondo.
Camminava
con la testa fra le nuvole e per sbaglio andó a sbattere
contro una persona. "S-scusa" disse Violetta guardando in faccia il
poveretto o la poveretta che si era beccata una spallata dalla sua
sbadataggine. "Sta attenta quando cammini ragazzina!!!" Disse acida
una biondina con capelli lunghi e mossi. Violetta dietro di lei scorse
una
figura esile, piccolina con lo sguardo da superiore come lo aveva la
bionda di
fronte a lei. Violetta si girò e cominció di
nuovo a camminare studiando ogni
singolo angolo di quella scuola così affascinante non
curandosi del fatto che la
ragazza le stava borbottando contro mentre parlava con la riccia.
Violetta
rimase colpita da un ragazzo che stava cantando vicino ad
un microfono, si appoggió allo stipite della porta godendosi
quello spettacolo.
Davanti a lei c'era un ragazzo moro,alto e con occhi verdi dove ci si
poteva
affondare dentro. Una strana sensazione provava mentre quel ragazzo
così bello
cantava, si mise una mano sul petto continuando ad ascoltarlo. Il
ragazzo smise
di cantare e lei si risveglió dal suo stato di trance e vide
degli occhi verdi
squadrarla da capo a piede. "Ehm..scusa io stavo..solo ascoltando ora
vado
via" disse Violetta allontanandosi dalla classe. "No aspetta!"
Disse il ragazzo correndole incontro e fermandola per un braccio. Una
scossa elettrica
le trapassò il corpo quando la mano del moro l'aveva
toccata. "Che- che
c'è?" Chiese Violetta guardandolo "Sono Leon, tu sei una
nuova
studentessa?" Le chiese lasciandole delicatamente il braccio e in
Violetta
cambiò qualcosa si sentiva più...vuota.
"Si...cioè No...cioè si.."
Disse la mora un po' imbarazzata per il ragazzo che le era davanti.
"Sei
un po' confusa" disse Leon ridacchiando, Violetta arrossì e
guardó le sue
scarpe che in quel momento erano estremamente interessanti. "Ho capito
devi ancora fare i provini d'ammissione" disse il ragazzo dagli occhi
verdi mentre scrutava una Violetta più bella che mai. La
ragazza annuì
solamente "Scusa ora devo proprio andare ciao" disse Violetta
frettolosamente per poi dirigersi lontano da Leon. Si toccò
le guancie quando
fu abbastanza lontana, perché un ragazzo che conosceva
appena le dava tutte
quelle emozioni?
Continuò
a camminare in cerca dell'aula professori per parlare con
un certo Palo e dargli i moduli d'ammissione. All'improvviso Violetta
si
ritrovò davanti tre ragazzi di cui due ragazze e un ragazzo.
La prima era molto
bella con capelli lisci e neri, slanciata e indossava un vestitino
arancio con
tema floreale, la seconda aveva i capelli mossi castani e una maglietta
rosa
smanicata e un pantaloncino di jeans, il terzo invece era un ragazzo
bassino
con un berretto alla rapper, dei jeans e una semplice felpa gialla.
"Ciao!" Disse solare la ragazza dai capelli neri "Siamo
Francesca, Camilla e Maxi, sei nuova di qui?" Disse Francesca indicando
le
persone che aveva nominato. "Ciao io sono Violetta e si sono qui per
fare
i provini per entrare allo studio. Sapete dov'è l'aula
professori?" Chiese
poi Vilu stanca di cercare "Vai in fondo e poi a destra" disse
Camilla rivolgendole un dolce sorriso. "Grazie ora vado, ciao"
rispose Violetta andando nel posto indicatole dai suoi nuovi
conoscenti. Bussò
alla porta e sentì un leggero: "Avanti" entrò e
si ritrovò davanti
tre persone adulte: 2 uomini e... "Angie!" Disse la mora mentre la
zia era corsa a stritolarla. "Vilu finalmente ti aspettavo da un'ora
dove
eri finta?!" Le chiese Angie lasciandola. "Bhè...niente" le
rispose diventando paonazza ripensando al ragazzo di prima. "Non me la
racconti giusta tu, mi spiegherai tutto a casa" disse la professoressa
dello studio. "Buongiorno" disse Violetta salutando i due uomini
presenti in stanza. "Pablo Beto questa è mia nipote!" Disse
stringendola ancora. "Piacere di conoscerti Violetta" le disse un
uomo con la camicia e la cravatta. "È un piacere anche per
me" le
disse l'altro uomo con il boccone in bocca, quel professore sembrava
già
simpatico al primo impatto. "Pablo le ho portato i moduli
d'ammissione" disse Violetta estraendoli dalla borsa e porgendoli al
direttore "Grazie, i provini saranno tra una settimana e in questo
periodo
potrai venire qui e vedere come sono le lezioni e magari provare per la
prova
di ballo e canto." Disse tutto d'un fiato Pablo, Violetta sorrise, gli
strinse la mano e dopo avergli detto un arrivederci uscì
felicissima. Era
davvero emozionata all'idea di entrare in quella scuola e imparare
tante cose e
soprattutto di vedere tutti i giorni Leon... Ma che diceva lei era
venuta qui
per seguire la sua passione non per innamorarsi. Scosse la testa per
cacciare
via quei pensieri e si avviò a casa felice come non mai.
Infilò
le chiavi nella serratura di casa e aprì la porta entrando
dentro e abbracciando il primo che si è trovato davanti:
Roberto, era talmente
felice!
Salì
le scale canticchiando una dolce melodia e entrò nella
stanza
e si buttò sul letto facendolo balzare. Chiuse gli occhi e
iniziò ad
immaginarsi lei allo studio con tutti quei ragazzi.
Il
giorno dopo
Violetta
entrò allo studio vestita in modo comodo per allenarsi
ballando probabilmente avrebbe chiesto aiuto a Maxi, Francesca e
Camilla, non
se la cavava benissimo con il ballo. Sentì un ritmo
provenire da un'aula, si
avvicinò cautamente e vide tre ragazzi: uno abbastanza alto
con capelli neri e
con il viso stupido, un ragazzo di colore con un capello dorato e
sembrava
molto simpatico e l'ultimo bassino con gli occhi furbi.
Entrò nella stanza
facendosi trasportare dal ritmo e prendendo un tamburello rosso da
sopra uno
scaffale e iniziò a seguire il ritmo, era la stessa canzone
che il giorno prima
stava cantando Leon. I ragazzi la guardavano interrogativi non capendo
chi
fosse ma continuarono a suonare i loro strumenti. "Encuentro todo en mi
música porque estoy siempre bailando. Yo necesito que mi
música me diga que
estoy buscando, buscando en mi." Cantò Violetta, la canzone
gli era
rimasta impressa nel cuore. I ragazzi finirono e risero tutti insieme
"Ciao sono Napoleòn ma per gli amici Napo e tu?" Le disse il
basso
avvicinandosi a lei e stringendogli la mano "Piacere Violetta" gli
rispose Violetta "Io sono Andres per gli amici Andres" disse il moro
avvicinandosi a lei. Violetta ridacchiò e gli fece un cenno
di saluto con la
mano. "E infine io sono Broduey il più bello dei tre" disse
fingendosi vanitoso. "Piacere miss bellezza" disse Violetta ridendo.
"È stato un piacere cantare con voi ora vado ciao" disse per
poi uscire
dall'aula.
Intanto....
Un
ragazzo dai capelli bruni e gli occhi verdi era seduto su un
palazzo altissimo con delle ali grandi bianche da angelo. "Quella
ragazza..." Pensò mentre aveva un piede poggiato sul bordo
del palazzo e
invece l'altro che penzolava nel vuoto. "E se fosse proprio lei?"
Continuò mentre era assolto nei suoi pensieri. "Quando l'ho
toccata ho
sentito che lei non era una persona normale è speciale me lo
sento" pensò
alzandosi in piedi "Devo parlare con mio padre!" Disse alzandosi in
volo e volando nel cielo alla velocità della luce. Mise i
piedi su una
piattaforma bianca con dei disegni e iniziò a camminarci
sopra entrando nel
portone che era a pochi metri più avanti. Aprì il
portone e una luce lo
abbagliò continuò a camminare e sotto i suoi
piedi si materializzò dell'erba
ancora bagnata di gocce di rugiada. Arrivò davanti ad un
grande palazzo di
colore bianco candido e dorato. Un uomo sulla 30 vestito in divisa
davanti alla
grande porta del palazzo si inginocchiò al vedere il ragazzo
avvicinarsi al
palazzo. "Buongiorno signorino qual buon vento la porta qui proprio
oggi?" Disse alzandosi e guardandolo negli occhi. "Giorno Reginald
devo parlare con mio padre è disponibile?" Gli chiese il
ragazzo dagli
occhi verdi "Per lei è sempre libero il re, prego principe"
gli
rispose Reginald aprendogli il portone e facendogli cenno di entrare.
L'angelo
fece un cenno con la testa per ringraziarlo ed entrò e
subito inalò l'odore di
pulito impeccabile che rivestiva tutto il palazzo. Salì le
scale che erano
davanti a lui con molta calma fino a trovarsi di nuovo di fronte ad una
grande
porta. La aprì e davanti a lui c'era un grande tappeto
dorato che si estendeva
per una ventina di metri e che portava ad un lieve rialzamento del
pavimento
dove si trovavano due troni.
"Buongiorno
Padre" disse il ragazzo salendo i due
scalini per arriva a pochi metri di distanza dal trono. "Leon ho visto
che
hai incontrato finalmente la figlia di Maria" disse il re suscitando lo
stupore di Leon che alzò la testa di scatto per incontrare
gli occhi del padre
"Allora è lei!! Ma come fai a saperlo" chiese Leon incredulo
al padre
che iniziò a ridere. "Figliolo non per niente sono uno degli
angeli più
potenti dell'osservatorio*" gli rispose alzandosi in piedi. "Leon da
oggi in poi inizia la tua missione sei pronto figlio mio?" Gli chiese
facendosi in un attimo serio "Sono pronto" gli rispose il moro
essendo sicuro. "Devi riportarmi la mia Violetta ma non devi farglielo
scoprire a quell'egoista del padre, German" disse il suo nome con
disprezzo. "A presto padre" disse Leon per poi uscire dal palazzo e
volare di nuovo sulla terra.
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"Quella
ragazzina ha qualcosa di strano" bisbigliò
Ludmilla alla sua fedele seguace, Nata, spiandola sull'arco della
porta.
"Che intendi?" Chiese Nata non capendo cosa volesse dire
"l'amica" "per me è una di noi" continuò la
bionda mentre
la guardava canticchiare Algo suena en mi e provava qualche passo di
danza
davanti allo specchio dove erano presenti le sbarre. "Intendi dire un
angelo dell'oscurità?" Chiese la riccia abbassando ancora di
più la voce,
solo Nata era a conoscenza del segreto di Ludmilla cioè che
era un angelo ma
non uno qualunque ma uno dell'oscurità capitanati da Julio.
"Si ma non
dell'oscurità sarà una di quelli della luce"
rispose Ludmilla con
disprezzo. Violetta volse lo sguardo alle due che la spiavano dalla
porta
"Che state facendo?!" Disse fermandosi e guardandole mentre non
sapevano cosa dire. "Colpa di Nata voleva vedere chi era la prossima
possibile studentessa dello studio" rispose l'antipatica "Ma
io..." Disse Nata però non potè finire
perchè Ludmi le calpestò il piede.
"Ok" rispose Violetta un po' confusa. Prese la sua borsa da sopra un
cubo grande per sedersi, viola e andò via da quella stanza
sentendosi fin
troppo osservata.
Uscì
dallo studio 21 dopo aver salutato i suoi tre nuovi amici e
si avviò verso una piazzetta e poggiò le mani
alla ringhiera e guardò il
lago sotto di esso, era davvero alto da lì, lei non aveva le
vertigini però non
si sarebbe mai buttata da lì in acqua per due motivi. 1
perché non sapeva
nuotare e 2 perché anche se sapeva nuotare si sarebbe uccisa
da quell'altezza.
Strinse
la ringhiera e chiuse gli occhi rilassandosi sentendo solo
il rumore dell'acqua scorrere e degli uccellini cinguettare. "Sicura
che
vuoi farlo?" Bisbigliò una Nata preoccupata all'amica mentre
era nascosta
dietro un alberello. "Si e niente mi tirerà indietro" le
rispose
Ludmilla avanzando lentamente e silenziosamente verso il suo
obbiettivo. Arrivò
dietro Violetta e con una mossa veloce e decisa la spinse
giù. Violetta aprì
gli occhi di scatto, stava cadendo in acqua. In un attimo i suoi occhi
si
riempirono di lacrime, non voleva morire!
Sfiorò
l'acqua ma alla velocità della luce salì
velocemente e si
ritrovò sdraiata a terra sulla piazzetta. Sbattè
velocemente le palpebre per
non vedere più offuscato dalle lacrime. Vide una figura
maschile dagli occhi
verdi guardarla preoccupata. Era Leon! Violetta dopo notò
che aveva delle
grandi ali bianche dietro la schiena. Spalancò gli occhi
"Leon tu....
Osservatorio:
Regno in cui vivono gli angeli
Angolo
Autrice
Questa
è la storia che vi
avevo detto che postavo, a me personalmente piace molto poi sta a voi
giudicare.
Un
bacio a tutti quelli che
leggeranno e recensiranno.
Ciaooo
<3