Da Stria93:Ciao a tutti! Rieccomi con un'altra ff a più capitoli!
Anche stavolta non sarà lunghissima, ma vi garantisco
un'overdose di fluff e feels, anzi spero proprio di non essermi
lasciata prendere la mano dalla dolcezza dei Rumbelle. <3
Recensioni sempre graditissime e tenute in grande considerazione.
Grazie a tutti e buona lettura. :)
Stria93
Erano ormai trascorsi due mesi da quando Rumpelstiltskin si era
presentato al suo castello e aveva stipulato l'accordo che l'avrebbe
sottratta alla sua famiglia e alla sua vita per sempre, in cambio della
vittoria nella guerra contro gli orchi e della salvezza della sua
città.
Nonostante i primi giorni, lontana da casa, rinchiusa in quel freddo
castello isolato tra le montagne, in compagnia di quello strano essere,
fossero stati difficili, Belle si era pian piano abituata alla sua
nuova vita come domestica del Signore Oscuro.
La ragazza si dava da fare: puliva il castello da cima a fondo, serviva
i pasti al suo padrone, ne lavava le vesti e spolverava la sua numerosa
collezione di oggetti curiosi e bizzarri; spesso si era chiesta da dove
provenissero, ma non era certa di volere sapere la risposta: in effetti
c'era qualcosa di oscuro e inquietante in quel luogo e in tutto
ciò che vi apparteneva, incluso lo stesso signore del castello.
Alcuni oggetti si trovavano chiusi in piccole vetrine, altri
(probabilmente i più preziosi e importanti) erano appoggiati su
dei piedistalli finemente lavorati nella stanza principale del
castello, nella quale era collocato anche l'arcolaio che
Rumpelstiltskin utilizzava per filare la paglia e tramutarla in oro con
la magia.
Da qualche tempo, Belle aveva iniziato a vedere il Signore Oscuro con occhi diversi.
All'inizio ne era intimidita, lo considerava solo il suo carceriere, la
causa della sua prigionia in quel luogo lontano da tutto e dalla vita
che conosceva; ma con il passare del tempo, aveva imparato a
conoscerlo, a capire quando faceva sul serio e quando invece tentava di
suonare spietato e minaccioso solo per spaventarla, ottenendo in
realtà il risultato opposto.
La ragazza aveva cominciato ad intuire che l'aura di malvagità e
la pessima fama che Rumpelstiltskin aveva costruito intorno a
sé, erano in realtà un mascheramento, una montatura per
celare il vero se stesso agli occhi del mondo.
Belle sapeva perfettamente che spesso l'apparenza inganna, e ciò
che si crede di vedere non corrisponde a ciò che è in
realtà.
Ovviamente non si poteva negare che il Signore Oscuro avesse compiuto
atti deplorevoli, ingannato i più saggi regnanti e distrutto
molte vite in nome della sete di potere; eppure Belle era sempre
più convinta che, dietro a queste azioni, Rumpelstiltskin
nascondesse qualcosa di gran lunga più importante.
All'improvviso voleva sapere di più del suo passato, e molte
domande iniziarono a farsi strada nella sua mente: com'era arrivato ad
essere il Signore Oscuro? Chi era prima? Aveva una famiglia? Se
sì, cosa ne era stato?
Un giorno, durante l'ormai consueto rito del tè del pomeriggio,
Belle si era fatta coraggio e aveva cercato di sondare le tenebre nelle
quali era avvolta la vita del Signore Oscuro.
Non aveva ottenuto molte informazioni in realtà; aveva scoperto
solo che, un tempo, Rumpelstiltskin era stato un povero filatore che
viveva con la moglie e il figlio, ma quando gli aveva domandato cosa
fosse accaduto, l'uomo aveva risposto nel suo solito modo laconico e
criptico, affermando di aver perso entrambi.
Non si era dilungato più di tanto, ma ciò che più
colpì la ragazza, furono l'espressione triste del suo viso, e il
lampo di dolore che gli attraversò gli occhi da rettile, venati
di striature dorate.
In quel momento le era parso più umano del solito, e molto più vulnerabile.
I giorni al castello trascorrevano veloci e l'inverno stava ormai
lasciando il posto alla primavera; il paesaggio fuori dalle finestre
stava mutando lentamente, e la neve iniziava a sciogliersi, sebbene il
Castello Oscuro si trovasse tra le vette più alte di quel regno.
Belle poteva sentire i sentimenti per Rumpelstiltskin che ogni giorno crescevano dentro di lei.
Le piaceva guardarlo mentre lavorava all'arcolaio; un giorno gli aveva
chiesto perchè filasse tanto, nonostante non sapesse poi come
utilizzare l'oro che fabbricava; lui le aveva risposto che gli piaceva
guardare la ruota, che lo aiutava a dimenticare, ma subito dopo aveva
liquidato la questione con una battuta e una delle sue risatine
vagamente folli e isteriche.
Quando l'uomo si sedeva e iniziava a filare la paglia per trasformarla
in sottili fili dorati, il suo volto assumeva un'espressione
malinconica, quasi nostalgica, e per un attimo Belle poteva scorgere
l'ombra del Rumpelstiltskin uomo anziché Signore Oscuro.
Dal canto suo Rumpelstiltskin si era ormai abituato alla presenza della
ragazza in giro per le ampie stanze del castello; era rimasto solo per
così tanto tempo, circondato solo dai trofei della sua
collezione e in compagnia dei fantasmi del suo passato, che ora vedere
Belle aggirarsi per la sua dimora, con i suoi occhi dolci, il suo buon
umore e il bellissimo sorriso che era sempre pronta a donargli, gli
faceva provare un calore nell'anima che aveva ormai dimenticato da
molto tempo e non pensava di poter sentire di nuovo.
Ultimamente la ragazza aveva preso l'abitudine di canticchiare mentre sbrigava le faccende.
Rumpelstiltskin adorava ascoltarla mentre filava e, anche se non
l'avrebbe mai ammesso con nessuno e tantomeno con se stesso, era felice
che lei fosse arrivata a riempire, almeno in parte, quel vuoto che da
molto tempo abitava il suo cuore.
Tuttavia non riusciva a capire come Belle potesse essere felice di
stare rinchiusa in quel posto con lui: un mostro, un essere senza
speranza che aveva provocato dolore a così tante persone solo
per interessi personali.
Ogni notte questi pensieri tornavano a perseguitarlo: la perdita di suo
figlio Baelfire era avvenuta per colpa sua e mai avrebbe potuto
riparare a quell'errore.
Eppure Belle sembrava davvero serena, si era adattata perfettamente
alla sua nuova vita al Castello Oscuro; Rumpelstiltskin si era
aspettato di vederla triste, rassegnata, astiosa nei suoi confronti,
invece eccola lì che ogni volta che incrociava il suo sguardo
sorrideva timidamente, e le guance le si coloravano di un rossore
innocente: era così bella quando arrossiva.
Già, lei era così bella mentre lui era...una bestia:non trovava altro termine per definire se stesso.