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Autore: malaika96    04/06/2013    1 recensioni
tratto dal 1 capitolo
-forse sarebbe stato meglio la giacca del pigiama di quella camicia..
Eh no, le mie camice non si toccano signorina!
-scusa non sapevo stessi parlando con la figlia adottiva di Dolce & Gabbana!
se vi ho incuriosito aprite e leggete :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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heilààà bella gente! é da un mesetto a questa parte che ho la trama di questa storia che mi frulla in testa quindi ho finalmente deciso di scriverla!non ho avuto buone esperienze precedenti nel pubblicare mie storia, ma voglio ritentare! quindi siate clementi e lasciatemi i vostri consigli nelle recensioni! per il resto buona lettura ;) xx



Capitolo 1
P.o.v. Denise
Erano ormai passate 12 lunghe ore da quando ero salita su quel maledetto aereo Roma/NYC, e quano scesi ormai i miei muscoli si erano praticamente atrofizzati. Presi le valige e mi avviai all’esterno dell’aeroporto chiamando un taxi con le poche forze rimaste. Avevo passato gli ultimi sei mesi a progettare il mio trasferimento definitivo in quell’enorme città dopo aver trovato il lavoro dei miei sogni: insegnante di italiano all’estero. Appena ricevuta la notizia mi ero messa alla ricerca di un piccolo appartamento, e dopo 3 lunghi mesi di ricerca l’avevo trovato: una buco a due isolati da Broadway, ben collegato e tenuto benissimo. A quel pensiero mi ricordai di chiamare il Sig. Jonas, il proprietario della casa, per avvisarlo del mio arrivo. Presi il telefono e cercai il numero in rubrica.
-pronto?
-pronto Sig. Jonas, sono Denise, la nuova inquilina.
-oh ciao, tutto pronto per domani?
-domani? Deve essersi confuso, in realtà era per oggi l’arrivo. Infatti sono a qualche minuto dall’appartamento.
-oh Dio è vero! Scusami tanto ma oggi non mi è possibile portarti le chiavi. Ci sono problemi se mando mio figlio? Non mancherà occasione di conoscerci.
-no,si figuri. A presto.
- ciao e benvenuta a New York!
Chiusi la chiamata e guardai fuori dal finestrino, ero nella grande mela, e ci sarei rimasta per un bel po’ di tempo. Era l’inizio di una bellissima avventura, almeno lo speravo.
 
P.O.V. Nick
Erano circa le 10 di mattina e stavo facendo colazione stravaccato sul divano a guardare la tv, quando arrivò mio padre.
-Nick devo chiederti un favore.
-Spara papà…
-Ti ricordi quando ti dissi che avevo affittato il tuo vecchio appartamento, quello vicino a Broadway? Bene l’inquilina è arrivata oggi ma non posso portarle le chiavi. Potresti fare un salto tu?
- se proprio devo…
- grazie figliolo, io scappo…
Mi alzai di malavoglia dal divano con la lentezza degna di un bradipo, e mi diressi nella mia ordinatissima camera. Presi un jeans nero stretto e una camicia a fiori, ingelatinai i capelli ricci. Ero davvero un bel figo, degno della star quale ero (modestia a parte). Andai in cucina e presi le chiavi che mio padre mi aveva lasciato sul tavolo insieme ad un biglietto con su scritto “Sii gentile”. Ma per chi mi aveva preso? Mi diressi in garage, aprii l’auto e partii. Arrivato sotto l’enorme condominio dove era situato l’appartamento parcheggiai e vidi da lontano una ragazza seduta sulla valigia, con le braccia conserte e chiaramente innervosita dal mio ritardo. Mi avvicinai sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori e la salutai. Si alzò dalla valigia e così potei guardarla meglio: era una decina di centimetri più bassa di me,non molto magra,aveva lunghi capelli ricci, occhi castani dalla forma leggermente a mandorla coperti da un paio di enormi occhiali da vista e anche se in quel momento sembrava molto stanca e nervosa, doveva essere abbastanza simpatica.
-scusa per il ritardo. Mio padre mi ha avvisato all’ultimo momento del tuo arrivo.
-ho chiamato tuo padre un’ora fa!
Ok ritiro quello che ho detto. È una vipera!
-scusa ero ancora in pigiama…
-forse sarebbe stato meglio la giacca del pigiama di quella camicia..
Eh no, le mie camice non si toccano signorina!
-scusa non sapevo stessi parlando con la figlia adottiva di Dolce & Gabbana!
- vabbè bando alle ciance, avrei bisogno delle chiavi.
Senza risponderle presi le sue valige e mi avviai verso l’ascensore con lei che mi seguiva a ruota. Arrivai al settimo piano, posai le valige e aprii la porta dell’appartamento.
 
p.o.v. Denise
 Durante tutto il tragitto non ci eravamo parlati, ne, tantomeno, guardati in faccia. Solo quando arrivammo alla luce del piccolo appartamento mi resi conto che nonostante tutto era davvero un bel ragazzo il figlio del Sig. Jonas, anche se non mi aveva nemmeno detto il suo nome. Come se mi avesse letto nel pensiero, appena posate le valige in un angolo mi porse la mano e si presentò.
-comunque piacere, sono Nicholas, ma puoi chiamarmi Nick.
- piacere Denise.
A sentire quel nome gli scappò una risatina.
-fa tanto ridere il mio nome?
-No. È che ti chiami come mia madre.
-e tu ti chiami come il pesciolino rosso che mi è morto 2 anni fa, ma non ho riso.
-ok spero sia il viaggio a farti essere così antipatica, perché altrimenti sarebbe tragica la situazione.
-no, di solito le persone come te mi fanno essere così simpatica.
- ok io me ne vado.
-bene!
-bene!
E così dicendo uscì dalla porta a grandi passi. Ma vedi tu se un cretino del genere doveva capitare proprio davanti a me. Appena ripresi il controllo di me stessa iniziai a girare alla scoperta dell’appartamento: all’ingresso c’era un divanetto con la tv di fronte e la cucina a vista; attraverso una porta si accedeva alla piccola camera da letto con un letto matrimoniale e un armadio a muro giusto per una persona; alla camera da letto era collegato un bagno con una vasca da bagno che funzionava come doccia, lavandino e specchio. Finito il giro tornai nel salottino e mi stesi sul divano, rilassando, finalmente, i muscoli indolenziti a causa del viaggio. Prensi il cellulare dalla tasca dei jeans e vidi delle chiamate perse: 3 da mia madre e due dalle mie due migliori amiche. Decisi di telefonare prima mia madre su skipe. Aprii il programma, selezionai il numero, e dopo un paio di squilli comparve la faccia di mia madre sullo schermo.
-hei mamma! Mi senti?
-si tesoro! Tutto bene? Arrivata? Il viaggio?
-tutto bene, sono stanca morta, ma tutto bene.
-la casa tutto bene?è come l’avevi vista dalle foto? I proprietari?
- la casa è bella, sui proprietari sorvoliamo. Il Sig. Jonas non è potuto venire, ma in compenso è venuto suo figlio. guarda non ne parliamo.
-a lavoro quando inizi?
-tra due giorni. Mamma non mi dire niente ma io ho bisogno di dormire per un po’. Ci sentiamo domani perché quando mi sveglierò lì sarà notte inoltrata. Ti voglio bene!
- ok tesoro, buonanotte!
Chiusi la chat e inviai due sms alle mie migliori amiche per avvisarle che ero viva ma che ero troppo stanca per parlare. Fatto ciò mi sistemai meglio sul divano e nel giro di pochi minuti caddi in un sonno profondo.
  
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