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Autore: la luna nera    05/06/2013    5 recensioni
Questa storia ha un significato molto speciale per me.
E' ambientata dopo la guerra, un periodo in cui solo tenersi per mano in pubblico era un gesto azzardato.
Ed è una storia ispirata a un fatto realmente accaduto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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LA COPERTA  AZZURRA
 
 
Campagna  toscana.
Primavera del 1945.
Finalmente gli alleati sono arrivati anche qui da noi e ci hanno liberati dai tedeschi.
Io mi sento una miracolata. Molte persone che conoscevo adesso non ci sono più. Le rappresaglie hanno letteralmente decimato la popolazione. Molte ragazze con le quali ero solita andare alle funzioni religiose hanno subito delle sevizie terrificanti prima di essere fucilate….
Ringrazio Dio ogni attimo perché a me non è accaduto nulla.
Stiamo piano piano lasciando le grotte e i rifugi nei quali ci siamo dovuti nascondere per interminabili settimane nella speranza che questo momento arrivasse prima possibile.
 
Confesso che ho ancora molta paura.
Nelle mie orecchie c’è sempre il fischio delle bombe che cadevano dal cielo.
vedere uomini in divisa non mi tranquillizza, nonostante sappia che sono soldati inglesi e americani.
La guerra fa paura. E’ un mostro insaziabile di sangue che non guarda in faccia nessuno. Mi auguro che i miei occhi non ne vedranno altre.
 
Rientro in quello che una volta era il mio paese.
E’ quasi completamente distrutto.
La chiesa e il campanile sono ancora miracolosamente in piedi seppur danneggiati pesantemente.
ma attorno sono solo macerie.
Quella che era la mia casa non esiste più.
Non ho più niente.
 
Prima della guerra io e Giuseppe avevamo deciso di sposarci. Le nostre famiglie ci avevano dato la loro benedizione ed avevamo iniziato a parlare con il parroco del nostro matrimonio.
Poi è scoppiata la guerra.
E Giuseppe se n’è dovuto andare per non essere spedito al fronte a morire con tanti altri ragazzi poco più che ventenni come noi.
Ho pregato ogni momento perché tornasse da me.
Vorrei di nuovo che mi tenesse per mano come era riuscito a fare quando ci siamo fidanzati ufficialmente.
 
E qualche volta i miracoli accadono anche ai più piccoli!
Giuseppe è vivo! Ed è tornato!
E’molto dimagrito, ma è sempre bellissimo!
Cosa volete che me ne importi? E’ vivo!
Mi sorride con gli occhi pieni di lacrime.
E’ vivo lui e lo sono anche io!
Vorrei tanto abbracciarlo, ma c’è tutto il paese attorno a noi e non possiamo lasciarci andare così. Vorrei saltare di gioia ed urlare al mondo intero la mia felicità.
 
Noi siamo stati fortunati.
Ida invece no.
Marcello si è visto strappare di mano Nunzia con sua sorella Pia e le ha riviste al cimitero.
La piccola Brunella è rimasta sola con il suo fratellino Sergio. Vivono nel convento delle suore.
Noi siamo stati fortunati.
 
 
LA vita sta tentando di tornare alla normalità. E’ una parola grossa, ma abbiamo tutto da ricostruire e per quanto sia difficile, non dobbiamo piangerci addosso.
Siamo vivi e già questo è un punto di partenza non trascurabile.
 
Il pozzo finalmente ha ripreso a funzionare. Posso ricominciare ad andare a prendere l’acqua come ero solita fare anni prima. Mi fa un certo effetto non vedere più certe persone e certi edifici attorno al pozzo. MA devo farmi forza.
“Ehi, miss…. Can I have some water, please?”
Terrore.
Ho l’istinto di scappare via!
Chi diavolo c’è?!
Il recipiente mi cade dalle mani e rovescio tutta l’acqua in terra.
Dietro alcuni  alberi vicino al pozzo vedo un giovane soldato.
E’ lui che mi ha detto quella frase. Ma non lo capisco.
Non ha l’aria cattiva, ma ho comunque paura. Ne ho viste fin troppe con i miei occhi e mi fido solo di quelli che conosco.
Il ragazzo fa qualche passo. Indietreggio. Sto per darmela a gambe.
“Scusi, io…. Volio solo…. Ahm… un pocco di acqua.”
Resto stupita. Mi sta chiedendo solo dell’acqua. Fortunatamente conosce un po’ l’italiano.
Con le braccia che mi tremano, raccolgo il mio recipiente e prendo altra acqua. Il mio viso resta incollato a lui, non si sa mai.
Gli porgo da bere.
“Thank you….. Grazi…..”
“Si dice Grazie.”
“Oh,…. Grazie.”
Non mi sembra cattivo. E non mi sembra neanche tedesco.
“Non devi essere paura.” Il suo italiano è scarsino, ma il fatto di riuscire a capire quello che dice mi tranquillizza un po’. “Mio nome è Rupert Thompson e sono ….ahm …..uno soldato di Inghilterra.”
“Sei inglese?”
“Yes… E tu? Come è tuo nome?”
“Lucia.”
“Grazie.”
“Hai imparato!” Mi viene da sorridergli! Forse sono impazzita.
“Grazie per acqua, lucia. Ora devo tornare a mia missione. Bye bye!”
 
Sono stupita!
Allora non sono tutti uguali i soldati!
Ma certo, sicuramente i miei genitori mi avevano raccontato bugie per proteggermi.
Torno a casa. Non faccio parola con nessuno di quanto accaduto. Nemmeno con Giuseppe, soprattutto con Giuseppe. Potrebbe sempre fraintendere!
 
Passano i giorni. Ogni volta che vado a prendere l’acqua, Rupert è magicamente lì. Forse sua missione  si svolge vicino al pozzo. E più che parliamo, più che lo trovo simpatico ed interessante. Mi fanno ridere quel suo accento inglese e tutti gli errori che fa tentando di parlare italiano. Sta tentando di insegnarmi qualche parola in inglese, ma sono decisamente negata!
Tengo tutti questi piccoli ed innocenti incontri come un piccolo segreto. Se mai dovesse saltar fuori, desterei uno scandalo pazzesco.
 
 
Anche se non abbiamo praticamente nulla, riprendono i preparativi per il mio matrimonio.
Se solo penso a quante sere mia madre ha passato con gli occhi incollati sulle mie lenzuola per farmi un corredo andato completamene perso… povera mamma!
Mio padre si sta spaccando la schiena per racimolare qualcosa. Giuseppe  fa lo stesso. Ho sempre saputo che è un ragazzo meraviglioso ed è per questo che mi sono innamorata di lui.
E’ vero, non abbiamo niente, ma abbiamo il nostro amore.
E insieme ce la faremo!
 
Mancano cinque giorni alla data fissata per le nozze.
Inizio a sentire l’emozione!
Il mio vestito è pronto. Mia madre, con le mie zie, si sono adoperate tantissimo per aggiustare il vestito di mia nonna Maria miracolosamente salvatosi dalle bombe.
Ho qualche lenzuolo, un po’ di asciugamani e nient’altro.
Questo è il mio corredo.
 
Devo tornare a prendere l’acqua al pozzo. E so che fra poco incontrerò Rupert. Non sa che sto per sposarmi. Non so perché, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.
 
“Hi Lucia!” Mi saluta con il suo solito sorriso meraviglioso.
“Buongiorno!”
“Let me help you… Lassia che aiuto te.”
“Grazie.”
Riempie velocemente il mio recipiente dell’acqua e lo appoggia per terra.
“Senti Lucia, mia missione qui finita.”
“Oh,…. Torni a casa tua?” Mi ha colta di sorpresa. E confesso che un po’ mi dispiace.
“Si. Torno a Southampton.” Tace per alcuni secondi. Poi prende la mia mano. E il mio cuore inizia a battere forte. “Perché non vieni con me in England?”
“Cosa?!” Non credo alle mie orecchie!
“Yes… io…ahm… come si dice….. io piace te….  I love you.”
E’ imbarazzatissimo! E anch’io lo sono!
Devo dire che non me l’aspettavo.
Gli voglio bene, ma per me è solo un amico.
Io amo Giuseppe.
Ed è con lui che voglio stare per tutta la vita.
“Vieni con me Lucia.”
“Mi…mi dispiace Rupert…. Non posso accettare.”
“Perché? Io ho grande casa a Southampton, con grande giardino, posso dare te tutto quelo che vuoi.”
“Lo so, ma….. il mio cuore è qui. Fra cinque giorni mi sposo. So che non te l’ho mai detto, ma non pensavo arrivassimo a questo.”
“Tu sposi?” L’ho ferito e me ne dispiace. Ma che potevo fare? “I see…. Well, lui ragazzo fortunato.”
“mi dispiace…. Io non volevo….”
“Don’t worry…. No preoccupare per me. Dovevo immaginare che bella ragazza come ti, aveva boyfriend…. Peccato! Sono arrivato tardi!”
“Grazie….” Leggo una profonda tristezza nei suoi occhi, mi sento in colpa.
“Io parte fra due giorni. Domani io saluta te…. Ok?”
“Ok….” Non posso negarglielo.
 
E così il giorno successivo torno al pozzo e come accade da settimane, lo vedo sbucare dagli alberi. Oggi ha una strana cosa fra le mani.
“Tieni…. Questo è mio regalo per te.”
“Oh…” E’ dolcissimo.
“Io crede che non hai nulla per tua vita con tuo boyfriend. Questa puoi usare come coperta….. E se vuoi,  come ricordo di me.”
Accarezzo quella stoffa azzurra. Ho le lacrime agli occhi.
“Don’t cry…. No piange.” Cerca di sorridere. “Devi essere felice. Tu merita felicità. E tranquilla. Sarò felice io anche. Inghilterra piena di belle ragazze…. Forse no come ti, mA troverò una per me.”
“Te lo auguro…. E ti prometto che non ti dimenticherò mai.”
 
Detesto gli addii, ma se non mi allontano subito da lui, esplodo.
Mentre corro verso casa, sento il mio viso bagnato di lacrime e un forte senso di vuoto dentro di me.
Mi fremo un attimo sulla riva del torrente dove andiamo a fare il bucato. Fortunatamente non c’è nessuno. Accarezzo il pezzo di stoffa azzurra che mi ha regalato. Non saprei riconoscere il tipo di tessuto, ma è bellissimo! E, si, come mi ha suggerito, ci farò una coperta.
Con qualche ricamo sarà bellissima. 
Ho trascorso molte ore seduta sul greto del torrente con lo sguardo perso nell’osservare l’acqua scivolare via. Ogni tanto una lacrima esce dai miei occhi. Forse sono una stupida a piangere così. Nonostante tutto  non avrei mai il coraggio di abbandonare Giuseppe. Perché io lo amo sul serio. Non avrei ma i voluto ferire Rupert in quel modo, so che non è colpa mia se si è innamorato di me, non ho mai fatto niente per piacergli e solo il fatto che sia accaduto mi ha colta di sorpresa.
E allora perché mi sento così vuota dentro?
Piango, piango per lunghissimi minuti accarezzando quella coperta, come se in quel modo tentassi di farmi perdonare.
 
 
Pochi giorni dopo io e Giuseppe ci siamo sposati e la nostra vita è stata felice. Abbiamo avuto due figli che ci hanno resi nonni fieri ed orgogliosi.
Non ho mai raccontato a nessuno della vera origine di quella coperta azzurra.
Fino a che non l’ho regalata a mia nipote.
E prima di allora non ho mai raccontato neanche di Rupert.
Chissà che fine ha fatto! Da quel giorno non l’ho più visto né sentito. Mi auguro di tutto cuore che abbia trovato una brava ragazza.
E nel mio cuore gli ho sempre augurato tutta la fortuna possibile. Perché se la meritava.
 
E forse un giorno, quando non ci sarò più, vagando fra le nuvole, potrei incontrarlo di nuovo lassù da qualche parte, magari andando a prendere l’acqua come facevo tanti anni fa.
 
 
 
Grazie di cuore a tutti quelli che hanno letto questa storia.
E un grazie speciale a chiunque vorrà recensire
 
Questo racconto è ispirato ad una storia realmente accaduta.
Certo, molto mi sono inventata io, ma quella coperta azzurra esiste davvero.
 
Si trova nel mio armadio……
 


 

  
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