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Autore: Phoenix3    22/12/2007    11 recensioni
Eccomi con una nuova one-shot, stavolta piena di significati nascosti!!! Vegeta e Bulma sono due persone completamente diverse che hanno vissuto esperienze diverse... o forse no?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!! Eccomi con una nuova one-shot! ^_^ Il titolo è la storpiatura di "Orgoglio e pregiudizio", anche se in realtà non c'entra niente! ^^ Non vi posso dire assolutamente nulla per non rovinarvi la sorpresa; vi anticipo solo che contiene molti significati nascosti! ^_^ Spero proprio che riusciate a coglierli! Buona lettura!!!

 

Orgoglio e... Giudizio

 

 

Avanzava lentamente con passo fiero ed altezzoso, di chi sa di non dover temere nessuno. Le sue labbra mostravano un sorriso soddisfatto, anche se ancora non conoscevano l’esito della sfida.

La figura si bloccò davanti a quella rivale, scrutandola attentamente con lo sguardo. Era inferiore, di sicuro. Senza alcuna ombra di dubbio.

Suo padre era sempre stato orgoglioso delle enormi doti della sua creatura: d’altronde aveva preso da lui, anche se fin da quando era in fasce molti avevano notato che le sue qualità erano addirittura superiori.

Ora, come ormai da parecchi anni, ne stava dando la prova. Nessuno poteva competere con le sue capacità. Nessuno, soprattutto se la persona con cui si stava per sfidare era nata sul suo stesso pianeta.

Già, perché nessun essere della sua stessa razza poteva essere superiore, né ora né mai. E tutti lo credevano.

-Benvenuta, signora Bulma- disse uno scienziato con un foglio in mano -Vedo che si è presentata puntuale, come d’altronde la signora Rabbit-

Sentendo pronunciare il suo nome, l’altra scienziata sorrise allegramente, per poi rivolgersi alla collega.

-Ciao Bulma!- esclamò avvicinandosi -Che vinca il migliore!-

Rabbit allungò la mano destra per stringerla alla sfidante, la quale rimase per un attimo ferma a guardarla.

Bulma odiava quella donna, dalla prima volta che l’aveva vista. Ma ora doveva mostrarsi cortese, e stringerle la mano. Tanto quel concorso non sarebbe andato avanti ancora per molto. La figlia del dottor Brief non poteva perdere: era assolutamente impossibile. Tutti gli abitanti della Terra conoscevano le sue invenzioni; lei, con la sua azienda, aveva il monopolio tecnologico e scientifico su tutto il pianeta. Era semplicemente una donna geniale. Nessuno poteva creare qualcosa di migliore delle sue invenzioni. Nessuno.

Rabbit era una ragazza cresciuta fuori città, figlia di contadini. Nonostante da piccola nessuno avesse rilevato le sue doti intellettive, da adulta si era dimostrata in grado di costruire macchinari estremamente complessi. Una cosa che aveva stupito molte persone e che le aveva fatto ottenere l’appoggio di tutti i suoi compaesani. E così quell’anno si era ritrovata a partecipare al concorso mondiale delle invenzioni, qualificandosi per la finale insieme alla figlia del proprietario della Capsule Corporation. Un traguardo che poteva sembrare impensabile, ma che lei non aveva mai smesso di sognare.

Ed ora si trovava lì, faccia a faccia con la sua avversaria, la quale si stava sforzando di sorriderle. Bulma era sempre stata orgogliosa delle sue qualità, e Rabbit lo sapeva.

-Se non vi dispiace, ora dichiarerò la vincitrice del concorso!- annunciò lo scienziato.

Il pubblico, che da tempo aspettava una reazione da parte degli individui sul palco, si mise subito in ascolto.

-Dunque, signore e signori- disse l’uomo leggendo il foglio -Come ben sapete, le invenzioni che si contendono il primo posto sono due: quella della signora Rabbit, il registratore di sogni, e quella della signora Bulma, l’orologio con il costume da carnevale incorporato!-

Bulma si voltò verso la folla di scienziati ed esibì uno dei suoi sorrisi migliori. In realtà la sua invenzione non era altro che l’abito di Great Saiyaman, che dalla morte di Majin Bu, qualche mese fa, aveva costruito anche a Videl. Purtroppo nell’ultimo periodo non aveva avuto il tempo per dedicarsi ad un’invenzione più originale, così era stata costretta a proporre quella. In fondo, però, non era per nulla dispiaciuta di averlo fatto: era sicura infatti che avrebbe vinto lo stesso. D’altronde erano anni che nessuno riusciva a competere con la sua genialità. E ovviamente non le era mai dispiaciuto vantarsene. La sua intelligenza e la sua bellezza erano ciò di cui era sempre andata fiera, fin da bambina. Ora doveva solo attendere il giudizio finale di quello scienziato, per poi tornare a casa esibendo l’ennesimo trofeo.

-L’invenzione che si aggiudica il primo premio è...- iniziò l’uomo, tenendo tutti con il fiato sospeso.

Bulma riprese a scrutare lo sguardo della rivale, che non sembrava per nulla tesa, ma al contrario allegra e tranquilla.

-...il registratore di sogni, della signora Rabbit!-

Gli applausi invasero l’enorme stanza ad una velocità incredibile, mentre la ragazza di campagna iniziò a grattarsi la testa imbarazzata.

-Grazie mille! Accidenti, non ci credo! Sono così emozionata!- esclamò, mentre cercava di trattenere le lacrime di gioia.

Bulma fissò Rabbit con uno sguardo perso nel vuoto, ignorando i complimenti che qualche suo collega, nonostante la sconfitta, le stava rivolgendo.

Aveva perso. Un’altra scienziata l’aveva superata. E non era un’aliena, ma una terrestre come lei. Com’era possibile? Lei era Bulma Brief, aveva ereditato il quoziente intellettivo di suo padre. Lei fin da piccola era una bambina prodigio. Rabbit no. Era figlia di contadini e le sue doti erano state scoperte da poco. Perché? Come poteva una scienziata di così infimo livello sconfiggere la donna più intelligente del pianeta?

Lo scienziato si avvicinò sorridente a Rabbit, consegnandole una coppa.

-Vede, signora, lei ha totalizzato 288 punti, mentre la signora Bulma ne ha ottenuti 287-

-Che cosa?- esclamò la vincitrice stupita -Ho vinto solo per un punto? Accidenti, che fortuna!-

Bulma cercò di contenere la rabbia. Fortuna? Lei aveva sempre distaccato il vincitore di almeno venti punti! Ora era stata addirittura superata... inaudito...

Rabbit continuò ad osservare la coppa sorridendo, poi, con un gesto improvviso, la restituì allo scienziato.

-Ma che fa?!?- le chiese l’uomo scettico.

La ragazza sorrise.

-Beh, visto che ho vinto per così poco, avrei una proposta da farle. Che ne direbbe di uno spareggio? Insomma, io ho ottenuto il premio solo per un punto, quindi in un certo senso non merito la vittoria. Mi piacerebbe concedere a Bulma un’altra possibilità, prima di toglierle la vittoria dalle mani. Insomma, potremmo fare una nuova sfida, magari fra qualche mese...-

Detto ciò, si avvicinò alla donna dai capelli turchini, aspettando il suo consenso.

Bulma le rivolse uno sguardo interrogativo, cercando di non irritarsi ulteriormente.

-Non capisco quale sia il tuo scopo- disse -Che cosa speri di ottenere con una nuova sfida? Una vittoria più schiacciante, forse? Beh, sai che ti dico? Accetto la tua proposta. Ma ti avverto: ti pentirai di avermi dato un’altra possibilità... io sono una persona per bene, per cui accetto gentilmente la sfida, ma sappi che il tuo gesto mi irrita abbastanza... Non mi farò prendere in giro da te in questo modo, sia ben chiaro!-

Rabbit rimase impassibile alle provocazioni e le rivolse invece un piccolo sorriso.

-Pensa quello che vuoi- rispose -Io ti aspetto fra qualche mese per la nuova sfida! Spero proprio di vederti realizzare qualcosa di geniale, perché anch’io mi impegnerò molto per questo spareggio!-

E così, dopo aver preso gli ultimi accordi, le due scienziate si avviarono nelle loro rispettive case, iniziando a spremersi le meningi per creare qualcosa di originale ed innovativo.

“Rabbit...” pensò Bulma entrando nel giardino della Capsule Corporation “ti pentirai di non aver accettato il primo premio! Io sono sempre stata la migliore e non mi farò certo superare da te! Ma come ti sei permessa di umiliarmi in questa maniera? La pagherai cara! Fra qualche mese te ne tornerai in campagna a mangiare carote!”

Con questi pensieri per la testa, la donna aprì la porta di casa, con l’intenzione di dirigersi al più presto in laboratorio.

-Ora mi metto una tuta ed inizio subito a lavorare!-

 

 

La scelta del vestito da indossare non era una cosa banale come poteva sembrare. Svolgere la propria attività rinchiusi in una stanza prevedeva l’utilizzo di una tuta comoda e non ingombrante.

Allungò la mano destra verso un paio di pantaloni e li prese in mano. Erano larghi, troppo larghi. Come poteva muoversi con una cosa del genere addosso? Sarebbero stati sicuramente d’intralcio. Aveva bisogno di concentrazione, non di un vestito che impediva i movimenti. E in quel luogo non poteva utilizzare gli stessi abiti che si metteva per girare in casa o per uscire.

La tuta di cui si doveva servire non poteva provocare nessun tipo di fastidio.

Ma fra tutte quelle che c’erano lì, nemmeno una sembrava andare bene. Erano tutte troppo larghe o troppo strette. E questo contribuiva ad aumentare la sua irritazione.

-Papà, sei pronto ad allenarti?-

Trunks entrò nella stanza sorridendo e si avvicinò al padre.

Vegeta si voltò verso di lui con uno sguardo inespressivo, tornando poi a puntare gli occhi sui vestiti nell’armadio.

-Tua madre ha messo tutte le mie tute e le mie battle suits a lavare! Non so cosa mettermi! Accidenti a lei, ma che cosa crede?!? Che mi alleni nudo, forse?!? Maledizione!-

Il bambino indietreggiò lentamente verso la soglia.

-La mamma è chiusa in laboratorio da tantissime ore, non so perché! Se vuoi puoi andare a chiederle se ha una tuta pulita. Io intanto vado nella Gravity Room!- disse, avviandosi verso la stanza in cui era solito allenarsi.

 

 

Bulma aprì gli occhi. Era nel suo letto. Strano, non ricordava di essersi coricata. Sbatté più volte le palpebre, cercando di rimembrare qualcosa, e si puntò un dito sulla fronte per riflettere meglio.

Ricordava di essersi recata nel laboratorio e di essersi messa d’impegno per realizzare il progetto che avrebbe presentato al concorso, per battere Rabbit una volta per tutte. Dopo molte ore, affaticata dal lavoro incessante, probabilmente si era distratta troppo, ed aveva finito per far esplodere la sua stessa invenzione. A quel punto quindi doveva aver perso i sensi ed essere caduta a terra.

-Ti sei svegliata, finalmente...- disse una voce fredda e severa alla sua destra.

Bulma si voltò. Vegeta era lì, seduto di fianco a lei, con la schiena appoggiata al cuscino e le gambe sul letto. Aveva lo sguardo fisso in un punto del muro, senza alcuna espressione in volto.

-Cos’è successo?- chiese lei.

Vegeta rimase immobile nella sua posizione, muovendo solo le labbra per risponderle.

-Sono entrato nel laboratorio perché avevo bisogno di una tuta per allenarmi. Mentre mi avvicinavo a te, ti ho sentito fare degli strani discorsi riguardo ad una scienziata che ti ha battuto in un concorso. Poi hai fatto esplodere tutto come una stupida e sei svenuta-

Bulma gli sorrise.

-E sei stato tu a portarmi qui?-

Il saiyan rimase un attimo in silenzio, capendo a suo malincuore di non poter negare l’evidenza.

-Sì...- disse, cambiando subito tono per cercare di giustificarsi -Voglio sapere dove sono finite le mie battle suits! Si può sapere perché le hai messe tutte a lavare?!? Come faccio ad allenarmi in queste condizioni?!?-

La donna si accorse solo in quel momento che Vegeta aveva addosso solo un paio di boxer. Tornò a guardarlo negli occhi, per poi scoppiare in una piccola risata.

-Scusa!- esclamò -L’ho fatto senza pensare! Non mi dirai che hai iniziato a fare delle storie sui vestiti come me!!! Hahaha!-

Il saiyan si irritò e le rivolse uno sguardo arrabbiato.

-Ma che dici!!! Io ho solo bisogno di una tuta per allenarmi!!!-

La donna si calmò e dopo un po’ riprese a parlare con tono più serio.

-Scusami ancora... sai, oggi alla premiazione mi sono molto arrabbiata... Ero convinta di vincere, come gli altri anni, invece sono stata sconfitta da una ragazza di campagna! È stata una cosa umiliante! Io, la figlia del proprietario della Capsule Corporation, sconfitta da una scienziata di basso livello come lei! Non riesco a sopportarlo! E sai qual è stata la cosa che più mi ha fatto imbestialire? Il suo atteggiamento... lei non ha accettato la vittoria, ma ha voluto darmi un’altra possibilità! Mi ha salvato dalla sconfitta! So che questo gesto non è stata una presa in giro, ma mi ha ferito profondamente!-

Il saiyan inarcò un sopracciglio, tornando a fissare il vuoto ed immergendosi in mille pensieri...

-Ed è per questo motivo che hai deciso di ucciderti in laboratorio?!?- le chiese poco dopo.

Bulma lo fissò, notando nel suo volto un velo di preoccupazione, che nessun altro avrebbe potuto intravedere. Lo conosceva troppo bene, ormai, per non capire che si era seriamente preoccupato per lei. In fondo era svenuta davanti ai suoi occhi, a causa del suo stupido complesso di inferiorità, che l’aveva spinta a lavorare in modo accanito ed eccessivo.

-Grazie per avermi soccorso, Vegeta- sussurrò, senza rispondere alla domanda -Sai, Rabbit mi ha fatto davvero andare fuori di testa. Il fatto è che non mi era mai successa una cosa simile... tu non puoi capire...-

Subito dopo aver pronunciato quelle parole, ed aver visto il compagno osservarla con uno sguardo scettico, capì di aver detto una delle assurdità più grandi della sua vita.

Vegeta... lui con i complessi di inferiorità ci aveva convissuto per anni, ed era stata lei in quel periodo che aveva cercato di distoglierlo dalle sue fissazioni.

-Accidenti, che stupida che sono!- esclamò sorridendo -Tu mi capisci eccome! Caspita, sto commettendo il tuo stesso errore! Forse sarebbe meglio rimediare subito, allora...-

La donna si voltò verso il comodino e prese in mano la cornetta del telefono.

-Che intenzioni hai?- le chiese l’uomo.

-Ora vedrai!- rispose lei allegra.

Detto ciò, compose velocemente un numero, ed attese pazientemente la risposta.

-Pronto? Sì, sono Bulma! Senta, signore, io ho cambiato idea... consegni pure il premio a Rabbit...-

Vegeta la fissò incredulo.

-Che significa?!? Ti stai ritirando?!?- le chiese il saiyan, mentre lei ascoltava lo scienziato al telefono.

-Sì, signore, rifiuto l’offerta...- affermò decisa la donna tenendo la cornetta in mano -Ed auguri buona fortuna a Rabbit! È lei la numero uno!-

Il compagno rimase a fissarla a bocca aperta, mentre lei riagganciava il telefono.

-Ma si può sapere che cosa hai fatto?!? Sei impazzita forse?!?- esclamò.

Bulma sorrise di nuovo e si avvicinò a lui, stringendogli le braccia intorno al petto.

-Forse sì- disse -Ma preferisco così! In fondo è inutile farsi dei problemi assurdi: è vero che mi piacerebbe molto battere Rabbit e che un giorno ci riproverò, ma è anche vero che non può diventare il mio unico obiettivo! Anche tu pensi la stessa cosa riguardo a Goku, vero?-

Vegeta si irrigidì.

-Tsk! Ma che dici?!? No, non è affatto vero!- esclamò.

La donna lo strinse di più.

-Invece sì...- sussurrò -Anche se non vuoi ammetterlo. Beh, per quel che mi riguarda, ora che ho capito di essere inferiore mi sento molto meglio... anche perché sono consapevole di avere qualcosa che Rabbit non ha, e che non ha nessuno...-

Bulma alzò leggermente la testa, avvicinandola a quella dell’uomo, per poi riprendere il discorso.

-Tu sei ciò di cui vado orgogliosa veramente, sai?- disse a bassa voce -E tu? Non pensi di avere qualcosa in più di Goku?-

Vegeta per l’ennesima volta si limitò ad inarcare un sopracciglio, mentre la faccia della donna si trovava ormai a pochi centimetri da lui e le braccia gli cingevano ancora la vita.

-Anche Kakaroth ha una donna...- affermò il saiyan.

La turchina sorrise.

-E che ne pensi di lei? Credi che lui sia più fortunato?- gli chiese.

-Tsk! Che assurdità!- rispose Vegeta, per poi bloccarsi all’improvviso.

Rimase un attimo in silenzio, mentre il suo orgoglio cercava di dissuaderlo dal continuare. Ma a che cosa serviva tacere, quando ormai tutti conoscevano i suoi veri sentimenti? Il suo orgoglio era sempre lì, pronto a giudicare ogni suo pensiero, ma ormai aveva imparato ad ascoltare anche qualcos’altro, che in quel momento batteva più che mai nella parte sinistra del suo petto...

-Certo che no...- continuò sussurrando -Penso che in questo campo lui non possa competere con me, anzi...- aggiunse, abbassando ulteriormente la voce -credo che nessuno, in realtà, possa farlo...-

 

 

Allora? Che ne dite? Premetto che so già che molte di voi mi uccideranno per l'ultima frase! XD Spero che comunque non vi faccia rivalutare completamente la storia... diciamo che io penso che il Vegeta post-Majin Bu (solo quello!) possa in qualche particolare circostanza aprirsi leggermente, anche se bisogna comunque crearci la giusta atmosfera per mantenere il suo orgoglio... Per il resto sono curiosa di scoprire se avete capito tutte le allusioni che ho fatto durante la storia! ^_^ Ringrazio in anticipo chi commenterà! ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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