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Autore: Crazy_mofo    05/06/2013    0 recensioni
Questa è la storia di un adolescente londinese autolesionista.
Hope sta vivendo un periodo buio, ha problemi gravi in famiglia.
Vuole andarsene via da quel posto, si trasferirà, da quel giorno inizierà la sua nuova vita.
Conoscerà due persone che le salveranno la vita e la tireranno fuori dall'autolesionismo.
Questa è una storia completamente inventata.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Era una mattina come tante altre, i miei genitori come al solito stavano litigando, vanno avanti così da quando mio padre ha iniziato a fumare e mia madre a fare un doppio lavoro, non riesco a sopportare questa situazione.
Tentai di scappare più volte di casa, mi rifugiai dalla mia migliore amica.
Pochi mesi dopo venni a sapere della sua morte, da quel giorno iniziai a autolesionarmi.
Ho bisogno di andarmene da questo posto, decisi di andare al piano di sotto per vedere cosa stava succedendo.
Trovai mia madre a terra e mio padre a pochi metri da lei.
Mi avvicinai, mia madre sanguinava, aveva picchiato la testa contro lo spigolo del tavolo, probabilmente mio padre l'aveva spinta.
Chiamai un' ambulanza arrivò nel giro di pochi minuti, presi mio padre da parte, era arrivato il momento di parlargli.
Mio padre non voleva capire, è sempre stato una testa dura, provai a insistere fino a quando lui mi picchiò, ci sono abituata dato che oramai era un' azione quotidiana, avevo la faccia che stava andando in fiamme.
Scappai al piano di sopra e mi rinchiusi in bagno.
Lo feci di nuovo, cercai quella maledetta lametta, la trovai, mi scoprii il braccio e iniziai a provocare dei tagli sulla pelle, bruciava ma allo stesso tempo ti dava senso di sollievo.
Cercai un panno per fermare il sangue che scorreva lentamente lungo il braccio.
Finalmente lo trovai, mi sedetti accanto allo stipite della porta con il panno insanguinato in mano.
Mi addormentai, mi mancavano le forze.
Mi svegliai all' improvviso dato che sentii dei rumori alla porta, era mio padre che picchiava con i pugni sulla porta e urlava di uscire.
Avevo paura, non volevo aprire quella porta, so che mi avrebbe picchiata di nuovo, ma dovetti farlo, come previsto mio padre mi prese a schiaffi provocandomi dei lividi sul viso.
Scappai in camera, mi vestii e uscii di casa, raggiunsi mia madre in ospedale, quando mi vide scoppiò a piangere.
La abbracciai forrte e la tenni stretta a me, non volevo perdere pure la donna che mi ha messa al mondo.
Parlammo, mi disse che in camera mia aveva messo nella cassettoniera una busta, di prenderla e di aprirla.
Tornai a casa feci quello che mi aveva detto, trovai una busta con un biglietto aereo, dei soldi e la ricevuta di prenotazione di un hotel per una settimana in modo di avere il tempo per trovarmi una sistemazione e un lavoro.
Ringraziai mia madre e le chiesi il motivo, non voleva che io soffrissi ancora.
  
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