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Autore: potterfanlalla17    06/06/2013    9 recensioni
La storia parte sei mesi dopo la 5x24. Ovviamente si conosceranno le sorti di Rick e Kate e soprattutto la risposta di quest'ultima alla domanda dello scrittore. Avrà accettato o no? E come sono cambiate le loro vite dopo quel pomeriggio al parco? C'è una sola certezza: nulla è mai semplice, soprattutto quando si parla di sentimenti. Spero leggerete.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Will you marry me?

 

Sei mesi prima.

 

Kate aveva guidato per chilometri nel centro di Manhattan senza una direzione precisa. Voleva solo guidare e dimenticare. Dimenticare la proposta di Rick e soprattutto la sua stupida, stupidissima risposta!

Quando spense il motore si rese conto di essere sotto casa di Lanie e, anche se temeva di trovarla in compagnia di Esposito, si decise a scendere dall’auto e a salire dall’amica.

 

Come previsto, Lanie aprì la porta con indosso una vestaglia piuttosto provocante.

-Sto interrompendo qualcosa, per caso?- chiese Kate con aria maliziosa, cosa che almeno per un secondo le fece smettere di pensare a Rick.

-No…per ora, almeno!- Lanie osservò meglio l’amica e si rese conto da come tormentava l’interno della bocca che qualcosa in lei non andava. -Honey, è successo qualcosa?

Kate non rispose, limitandosi ad alzare le spalle, forse in segno di giustificazione per quella intrusione a tarda sera.

-Avanti, siediti e dimmi cosa è successo. Si tratta di quella proposta di lavoro di cui mi hai accennato?

-Già.

-Castle…ne hai parlato con lui.

-Non proprio.

Lanie piegò il capo verso destra e fissò in tralice l’amica.

-Senti, non ho intenzione di tirarti fuori le parole di bocca una ad una. Quindi, sputa il rospo!

A Kate sfuggì un mezzo sorriso per la risolutezza dell’amica, sorriso che sparì pochi secondi dopo quando cominciò a raccontare della discussione fino alla proposta di matrimonio.

-Lui…cosa?

-Mi ha chiesto di sposarlo, Lanie. Quante volte lo devo ripetere?

-Beh…Richard Castle che fa una proposta di matrimonio…

-…è quasi un clichè!- concluse Beckett amareggiata.

-Aspetta un momento! Non eri tu quella che voleva risposte sul vostro futuro? E ora ti lamenti perché ti ha chiesto di sposarlo come ha già fatto con Meredith e Gina?

-Sì! No! Non ne ho idea!

-Ok, con calma, Kate- Lanie si accovacciò in avanti appoggiando tutto l’avambraccio sulle cosce. -Tu cosa gli hai risposto?

Lanie non aveva bisogno di porre quella domanda: conosceva Kate e tutte le sue idiosincrasie meglio di chiunque altro. La sua espressione, il suo mordersi l’interno della guancia, il continuo sfregarsi le mani. Era chiaro quello che era successo. Ma proprio perché conosceva tanto bene la detective sapeva che non c’era nulla di meglio che farla parlare per aiutarla a capire.

-Gli ho detto di no, Lanie.

Ed, infatti, non appena Kate pronunciò quell’ultima frase sembrò sentirsi più leggera: aver confessato quello che potenzialmente poteva essere il suo più grande errore la faceva sentire meglio.

-Perché? Tesoro, avevi ottenuto quello che volevi!

-Lo so! È solo che…e se non lo volesse davvero? Se fosse solo un espediente per convincermi a restare?

Gli occhi di Lanie si aprirono a dismisura, evidentemente allibita da quanto aveva appena detto l’amica.

-Frena, tesoro! Tu sai che io non sono la fan numero uno di Richard Castle, ma quello che hai appena insinuato è di una tale bassezza che non riesco a creder tu possa pensarlo seriamente. Non di Castle! Non dopo quello che ha passato per poter arrivare a te!

Kate si sentì schiacciare dal tono accusatorio di Lanie: sapeva che era la verità e lei stessa si sentiva meschina per aver anche solo pensato una cosa del genere, ma d’altro canto c’era da sempre dentro di lei una seppur piccola parte che non credeva fino in fondo al cambiamento di Rick e alla loro relazione.

-Kate, lui ti ama! Moltissimo, direi! Era pronto a morire insieme a te poche settimane fa! Come puoi crederlo capace di proporti un matrimonio solo per non lasciarti andare a Washington?

-Lo so, Lanie! È solo che….non me lo aspettavo! Non ora!

-Ma, insomma, tesoro, cosa doveva fare per ottenere la tua approvazione? Sul serio, non ti capisco! Prima lo accusi di non essere chiaro nelle sue intenzioni, poi quando finalmente lo è, lo accusi di volerti incastrare qui! Cosa doveva fare? Darti il suo consenso a questo lavoro e trasferimento, promettendoti che ti avrebbe aspettato? Ancora? E ancora? E ancora?- Lanie si rese conto di aver peggiorato i sensi di colpa che attanagliavano Kate da ore, ma era certa che non ci fosse altra strada per far comprendere all’amica l’errore che stava facendo. Le prese le mani perché quello che stava per dire l’avrebbe ferita ancora di più, ma non poteva evitarlo: -Non hai mai pensato, Kate, che forse il problema sei tu? Hai avuto per le mani uomini splendidi, per cui altre donne avrebbero fatto carte false. Pensa a Demming o a Josh. Ok, forse il secondo non era sempre presente per te, ma c’era a modo suo, un modo che ti è stato bene per molto tempo e poi all’improvviso…puff! E io ho pensato che tutto sommato andava bene, che tu eri cotta di Castle e che finalmente forse eri pronta per aprirti a lui. Invece…ora hai Castle e lo stai buttando via. Perché?

-IO NON LO SO, LANIE!- si ritrovò ad urlare Kate con tutto il fiato che aveva in gola. - Io non lo so- ripeté questa volta con più calma.

Lanie si fermò a riflettere su quanto fosse più opportuno dire a quel punto.

-Senti, se vuoi cambiare lavoro perchè sei stanca dei soliti omicidi per droga o gelosia, d’accordo. Vai a Washington, risolvi casi di alto profilo, diventa una star! Te lo meriti e so che puoi farcela. Ma devi ammettere a te stessa il vero motivo per cui lo fai. E non è per fare qualcosa di più importante di quello che fai qui. Sei stata tu ad insegnarmi che per chi è coinvolto ogni omicidio è importante , anche il più semplice o banale. Ogni vittima è un figlio, o un padre o un marito, con una famiglia a casa che aspetta di avere sue notizie. Il solo motivo per cui ora vuoi disperatamente quel lavoro è che hai paura di quello che potresti avere qui con Rick.

Kate sollevò lo sguardo verso quello dell’amica, gli occhi gonfi e rossi per le lacrime che non accennavano a fermarsi, trasfigurando il viso della detective.

-E se semplicemente non potessi farlo? Non potessi sposare Rick? Se finissi come mia madre? Non voglio correre il rischio che Castle e i miei figli soffrano quello che abbiamo sofferto io e mio padre. Non posso permetterlo.

-Sweety, so che per te il caso di tua madre è IL caso, ma, in realtà, è solo UN caso. Johanna è morta a causa del suo lavoro e non ha potuto essere la moglie e la madre che avrebbe voluto e potuto essere. Ma non è certo così per tutte. Né deve esserlo per te. Il mondo è pieno di donne in carriera che sanno essere buone mamme e mogli. Perché tu non potresti rientrare in questa categoria? Il punto è che tu guardi al passato e non al futuro. Guardi ancora a tua madre anziché a Rick. Ma lei è morta, Kate, mentre Rick è qui. Ora.

La detective si passò una mano tra i capelli ravvivandone i ricci ribelli.

-Ho fatto un casino, vero?

-Solo un po’! ma…ehi! Castle ti ama…scommetto che se ora vai da lui ti accoglierà a braccia aperte.- Lanie cogliendo lo sguardo scettico dell’amica si corresse: -Ok, forse non proprio a braccia aperte, ma capirà, ne sono sicura. E sistemerete tutto.

L’abbraccio che Lanie regalò all’amica venne interrotto da un fitto bussare alla porta. Senza attendere il permesso della padrona di casa, Esposito entrò nell’appartamento trovando le due donne ancora strette l’una all’altra.

-Ehi! Ho interrotto qualcosa?

-Ovviamente sì, ma se quella che hai in mano è la cena sei perdonato.

L’uomo sorrise agitando il pacchetto che teneva stretto nella mano.

-Vuoi mangiare con noi, Kate?- chiese Lanie.

-Assolutamente no! È la vostra serata e io ti ho già rubato abbastanza tempo!

-Sicura di stare bene?

-No, ma sto sicuramente meglio di quando sono arrivata.

La patologa annuì soddisfatta dalla sincerità della risposta.

-Ora devo scappare. Ci vediamo domani, Espo!- disse la detective prendendo la via della porta e chiudendola dietro di sé con in mente la prossima destinazione di quella lunga serata.

 

***

 

-Tu sai cosa la preoccupa?- Javier aveva atteso il termine della cena per addentrarsi nel discorso “Kate” anche se avrebbe voluto parlarne molto prima. Erano giorni che la sua amica e collega era strana e ora vederla a casa di Lanie, dove a giudicare dal colore degli occhi aveva pianto, aveva suscitato nuovi interrogativi.

-Certo che lo so, Javi! Sono la sua migliore amica!- Esposito fissò la donna come ad invitarla a spifferare tutto. –No, non te lo dirò! E non importa quante moine farai, Javier Esposito!

L’ispanico afferrò per i fianchi la compagna tirandola a sé con forza e passione.

-Andiamo, chica! Non lo dirò a latte e miele, promesso! È solo che Becks ed io ne abbiamo passate tante nell’ultimo anno e non vorrei stesse per fare una nuova sciocchezza.

La patologa scrutò gli occhi scuri di Javier alla ricerca della verità e vide che era sincero.

-Ok, ma devi giurarmi che qualsiasi cosa succeda tu non dirai nulla a Kate, Rick o Kevin!

-Promesso- rispose l’uomo poggiando la mano destra sul petto all’altezza del cuore.

Lanie raccontò per sommi capo la proposta di lavoro ricevuta da Kate, i suoi dubbi e la reazione di Castle, fino ad arrivare alla proposta di nozze ed al rifiuto della detective. Alla fine del racconto, Esposito rimase in silenzio elaborando quanto appena appreso.

-Io lo capisco- disse, infine, aprendo bocca quasi a fatica. –Castle, intendo. Io lo capisco. Anche io avrei reagito allo stesso modo se tu avessi anche solo considerato la possibilità di trasferirti in un’altra città per lavoro senza parlarmene.

-Andiamo, Javi! A me non potrebbe mai capitare una cosa del genere!- disse la donna messa in imbarazzo dalla serietà con cui Esposito aveva parlato. –Per me si tratta sempre di tagliuzzare cadaveri; posso farlo ovunque e sempre nello stesso modo.

-Ma se capitasse, tu cosa faresti?- incalzò il detective.

-Che cos…Javi, per favore, cambiamo argomento, ti va?

-No!- il tono risoluto di Esposito non ammetteva repliche. –Tu cosa faresti?- chiese di nuovo. Nel farlo si diresse verso la sua giacca abbandonata all’arrivo sul divano dell’ingresso.

Quando tornò davanti a Lanie, teneva tra le mani un astuccio di velluto nero.

-Sono settimane che me lo porto dietro cercando il momento ed il luogo giusto per dartelo e forse non lo è nemmeno questo, ma non importa. Mi ero preparato un discorso convincente…beh, almeno credo che lo fosse- l’uomo sospirò cercando di riprendere il controllo delle sue pulsazioni, cosa davvero strana per un tiratore scelto dei marines. –Lanie, non voglio correre il rischio di rovinare tutto come ho fatto l’ultima volta e di perderti. Non voglio aspettare che sia troppo tardi e che tu ti sia stancata di me e di noi. Voglio dirti che ti amo e che sono pronto a prometterti che ti amerò per sempre. Voglio dirti che sei la cosa più importante della mia vita e che non mi importa se tutto questo ti suona banale. Voglio dirti che voglio te ogni giorno della mia esistenza da oggi e per sempre. Quindi, Lanie Parish, vuoi sposarmi?

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

eccomi con il secondo capitolo a tempo di record, ma non fateci l’abitudine :P

Questa è la versione dell’immediato post 5x24 dal punto di vista di Kate: penso che se lei mai dovesse dire di no, questa sono le ragioni che potrebbero spingerla a farlo. Altrimenti è una pazza: chi potrebbe dire di no a Riccardone???

Ovviamente bisogna vedere come l’ha presa anche Castle.

Il finale del capitolo è per i fan degli Esplanie e mi servirà anche per la trama. Ma per conoscere la risposta di Lanie dovrete attendere ;)

A presto.

Laura

   
 
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