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Autore: Vals Fanwriter    06/06/2013    5 recensioni
Non gli importava del regalo che avrebbe trovato all’interno della stanza. Qualunque cosa fosse stato lo avrebbe adorato e lo avrebbe fatto innamorare ancora di più di Sebastian, non aveva dubbi in proposito. A lui era già bastato che il suo ragazzo avesse reso speciale e diversa quella giornata. Chi altro avrebbe organizzato tutto quel ben di Dio al suo posto, solo per lui?
Era perfetto, era il ragazzo perfetto, se ne rendeva conto ogni giorno di più.

Thadastian | OS | Verde | Fluff, Romantico, Sentimentale
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Two hearts that cannot, will not break their hold.

Rating: Verde.

Conteggio parole: 2908 (secondo word)

Pairings: Thadastian.

Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale.

Avvertimenti: One Shot.

Note: Qualche parolina alla fine.

 

 

Two hearts

that cannot, will not break their hold.

 

 

Alla mia bimba.

(Niente da fare, i regali non

li so tenere per me a lungo.)

 

 

Sebastian era in grado di stupirlo ogni volta in modo diverso. Stando insieme a lui per oltre un anno aveva imparato a convivere con questa consapevolezza; però, dall’altro lato, non era mai riuscito a non rimanere di sasso di fronte alla dolcezza dei suoi gesti. Quando si era innamorato di lui, era ben consapevole del fatto che dietro la sua maschera dura, fredda e menefreghista, ci fosse qualcosa di più, ma non era stato abbastanza fiducioso da credere che lui fosse capace di arrivare a questi livelli. All’inizio era tutto più difficile, certo, ma poi Sebastian aveva capito quanto desiderasse tenersi stretto Thad, più di qualsiasi altra cosa.

E non si sforzava particolarmente, in genere, nell’architettare qualcosa che potesse emozionarlo. Semplicemente, faceva tutto ciò che gli passava per la testa, così come gli veniva, e Thad si ritrovava inevitabilmente senza fiato, di fronte alle sue idee strampalate.

Esattamente come quel giorno, il giorno del compleanno di Thad, giorno in cui era sparito dalla circolazione facendogli credere, per un momento, che fosse arrabbiato con lui per qualche motivo. Per un solo momento, però, perché poi Thad aveva capito all’istante qual era la sua tattica. Stava cercando di farlo andare in panico e farlo arrovellare distraendolo dal vero e proprio punto della situazione: il suo regalo di compleanno.

Quando Thad gli aveva mandato un messaggio per capire se avesse fatto centro, Sebastian non si era premurato di nascondere le sue intenzioni, anzi, gli aveva espressamente detto che stava organizzando una caccia al tesoro coi fiocchi – o una caccia al regalo, insomma – e aveva iniziato a mandare messaggi in codice a Thad per cercare di fargli capire cosa dovesse fare e dove dovesse andare. E se Thad non fosse stato così impaziente ed emozionato, magari avrebbe trovato prima le parole chiave necessarie a svelare il rompicapo. Ma era talmente agitato e curioso, lui.

 

Da: Bas

Ti do un altro indizio, vediamo se indovini adesso.

Stamattina ho incontrato Sterling che stava parlottando

insieme a Nixon. Come al solito, parlavano di videogiochi.

Ho finto di tossire e li ho chiamati “nerd”. Qual è la

parola chiave? :))

 

Thad aveva dovuto concentrarsi e smettere di pensare al regalo in sé per capire quale fosse la parola in questione – naturalmente, non prima di aver ricordato a Sebastian che anche lui faceva un po’ parte della categoria dei nerd e che non era affatto carino considerarlo un difetto. Dopo averci rimuginato a lungo e aver assemblato i vari indizi che gli aveva fornito il suo ragazzo, aveva finalmente capito che, probabilmente, il suo regalo aveva qualcosa a che fare con un computer.

Si era diretto, dunque, nella sala di informatica dell’Accademia, dopo aver frugato meticolosamente sia nel suo portatile, che in quello di Sebastian, non trovando evidentemente nulla. Sarebbe stato troppo semplice così, gli aveva detto Sebastian tramite un altro sms e Thad aveva capito che voleva divertirsi ancora un po’ con lui.

Lui stesso, però, si sentiva in fibrillazione per quella situazione. Sebastian lo conosceva bene e sapeva che i misteri lo intrigavano come nient’altro al mondo. Non per altro, Thad aveva una passione indescrivibile per i romanzi e i film fantascientifici e, infatti, Sebastian doveva stargli alla larga quando lui e Jeff si piazzavano sulla moquette, davanti alla tv, a fare le maratone di Doctor Who. Nessuno doveva disturbarli, in quelle occasioni.

Una volta giunto in sala computer, Thad si era fatto guidare nuovamente da Sebastian, dal momento che non sapeva dove e cosa avrebbe dovuto cercare. Quest’ultimo gli aveva detto di entrare, di piazzarsi al computer in prima fila e di osservare attentamente la foto che vi era aperta sullo schermo.

 

Da: Bas

La riconosci? Quella stanza, intendo.

 

E sì, Thad l’aveva riconosciuta all’istante, la stanza Audio/Video dell’Accademia, dove il più delle volte si tenevano riunioni e conferenze, durante le quali lui e Sebastian finivano per distrarsi, commentando ora quella cosa, ora quell’altra, o baciandosi, o tenendosi per mano, o bisbigliandosi frasi dolci.

Devo andare lì?, gli aveva chiesto e Sebastian, com’era prevedibile, aveva assentito e lo aveva indotto a lasciare la stanza a passo svelto, ancora più ansioso di raggiungere la sua meta. Sebastian lo stava aspettando, gli aveva detto così, e lui aveva talmente voglia di abbracciarlo e ringraziarlo per tutto quello che aveva organizzato per lui, che quando arrivò alla stanza in questione aveva il fiatone per la corsa.

Non gli importava del regalo che avrebbe trovato all’interno della stanza. Qualunque cosa fosse stato lo avrebbe adorato e lo avrebbe fatto innamorare ancora di più di Sebastian, non aveva dubbi in proposito. A lui era già bastato che il suo ragazzo avesse reso speciale e diversa quella giornata. Chi altro avrebbe organizzato tutto quel ben di Dio al suo posto, solo per lui?

Era perfetto, era il ragazzo perfetto, se ne rendeva conto ogni giorno di più.

 

            Da: Bas

Adesso entra. In prima fila, sul sedile centrale,

c’è una scatola. Non aprirla. Siediti e aspettami.

 

Ed ecco dov’era adesso. Stava entrando nella stanza Audio/Video col cuore che batteva a mille e si guardava intorno frettolosamente alla ricerca della figura slanciata di Sebastian. Ma lui non c’era ancora. Il messaggio diceva che doveva sedersi e aspettarlo. Avrebbe dovuto stare ancora qualche minuto lontano da lui e non era totalmente sicuro che avrebbe resistito.

Ma Sebastian sarebbe stato capace di rendergli difficile anche quella ricerca, se avesse visto che non stava facendo come gli aveva detto. Nonostante il romanticismo, rimaneva comunque un diavolo per certi versi e, in ogni caso, a Thad non andava di rovinargli i programmi, nonostante fremesse all’idea di stringerlo a sé. Tutto quello che stava facendo era per lui e Thad non voleva perdersi neanche un piccolo particolare di quella sorpresa.

Perciò obbedì alle sue richieste. Raggiunse la prima fila di poltrone e notò immediatamente, al centro, la piccola scatola rossa con un nastro blu che la infiocchettava. Avvertì il cuore battere più veloce, quando la prese tra le mani, ma si trattenne dallo sfilare il fiocco e sbirciare all’interno. Si sedette e se la mise in grembo, accarezzando la superficie con i pollici, come se fosse davvero un tesoro perduto e appena recuperato.

 

            Da: Bas

A proposito, sto per spegnere le luci.

Quindi, non spaventarti. ;)

 

Sgranò gli occhi, quando lesse quel messaggio, e gli venne la pelle d’oca. Non amava particolarmente il buio e Sebastian lo sapeva perfettamente. Dunque, che cosa aveva in mente? Adesso, quasi quasi, temeva che stesse per spuntare da dietro le poltrone con l’intenzione di spaventarlo. E magari – chissà – aveva indossato un costume di Halloween e si era truccato a mo’ di zombie. Se avesse fatto una cosa del genere, Thad gli avrebbe tenuto il broncio a tempo indeterminato.

 

            Da: Bas

Non sarà buio per molto, stai tranquillo.

E guarda il telo bianco.

 

Il telo bianco?

Thad alzò lo sguardo sul telo da proiezione che pendeva dal muro, sopra il palchetto, e prima che potesse domandare a Sebastian che cosa avesse in mente, le luci si spensero esattamente come aveva detto poco prima e, al loro posto, la luce bianca del proiettore illuminò il telo.

Trattenne il respiro, perché non si aspettava che sarebbe comparso qualcosa, e invece Sebastian aveva mandato in proiezione un video composto da una serie di fotografie che avevano scattato durante l’anno: foto di lui, di Sebastian, di loro due insieme, dei Warblers, delle Provinciali. Un anno di loro. E come se non fosse abbastanza, in sottofondo c’era la loro canzone che riempiva la stanza di musica e di quelle parole che lui e Sebastian erano soliti cantare, per gioco, quando erano da soli, quando il cellulare di Sebastian squillava – perché quella canzone gli piaceva così tanto che l’aveva messa come suoneria – oppure quando erano a letto insieme.

Lacrime di commozione iniziarono a pizzicargli gli occhi. Non avrebbe saputo resistere un altro minuto senza baciare Sebastian. Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di dirgli quanto lo amava, anche se era la cosa più banale e risaputa del mondo. Doveva dirglielo e sentirne la risposta con le sue orecchie.

 

            Da: Bas

Voltati. :D

 

Non aspettò neanche che il video terminasse. Posò la scatola rossa, sulla poltrona al suo fianco, e si alzò in piedi con le gambe che gli tremavano per l’emozione e gli occhi lucidi.

E lo vide. Era in fondo alla stanza, in piedi, illuminato dal bagliore del proiettore, e sotto quella luce gli sembrò ancora più bello del solito. Mosse qualche passo verso di lui e il cuore gli iniziò a battere ancora più forte nel petto, quando lo vide fare lo stesso e scendere i gradini che portavano al palchetto, con il consueto ghigno birichino e soddisfatto in volto.

‹‹’Cause you’re as beautiful to me as when you were young~›› canticchiò, ridendo e seguendo il ritmo della canzone che ancora risuonava nella sala e che si stava avviando verso le ultime strofe, e scese l’ultimo gradino che lo separava da Thad. Gli si avvicinò e gli posò le mani sui fianchi, mentre il suo sguardo mutava dal divertito all’innamorato. ‹‹Buon compleanno, amore.››

Thad gli avvolse immediatamente le braccia intorno al collo, quasi di slancio, senza riuscire a capacitarsi a pieno di quello che era appena avvenuto. ‹‹Era un modo carino per… per dirmi che sono bello anche se sono invecchiato di un anno?›› Mormorò, con la voce un po’ rotta per l’emozione e un sorriso tremolante ma felice.

Sebastian gli avvolse le braccia intorno alla vita, mentre lui si alzava sulle punte per poterlo stringere maggiormente e con bisogno. Sembrava passata una vita dall’ultima volta che si erano abbracciati così e invece, in realtà, non erano trascorse neanche dodici ore. Sebastian era sparito dalla mattina per preparare quella sorpresa e mettersi d’accordo, a suo modo, con il tecnico della stanza Audio/Video. In pratica, non si erano visti per tutta la giornata e, si sapeva, loro non riuscivano a stare lontani per più di due ore. Era più forte di loro, sentivano immancabilmente la mancanza l’uno dell’altro.

‹‹Il mio micetto è perspicace.›› Non riuscì ad impedirsi di avvicinarsi al suo viso e di lasciargli un bacio delicato sulle labbra – ne aveva sentito il bisogno per tutto il pomeriggio. ‹‹Sei bello sempre per me.››

‹‹Fa parte dei tuoi doveri di fidanzato dirmi che sono bello›› rise Thad, affondando le dita tra i suoi capelli, sulla nuca, e lisciandoglieli ritmicamente, prima di baciarlo di rimando con estrema dolcezza. ‹‹Però, grazie. Sei stato incredibile.››

‹‹Volevo farti ricordare questo compleanno, più di quanto feci l’anno scorso.›› Sorrise sulle sue labbra, come incantato e perso in quei baci. ‹‹È stato un anno intenso, del resto.››

‹‹Il più intenso degli anni.›› Posò la fronte a quella di Sebastian e chiuse gli occhi, godendosi la sua vicinanza e le carezze ritmiche ma lente che le sue mani regalavano alla sua schiena. ‹‹Grazie a te, ho intenzione di ricordare tutti i compleanni che trascorreremo insieme.››

‹‹E io ho intenzione di farteli ricordare in tutti i modi possibili.››

Thad schiuse gli occhi e gli rivolse uno sguardo adorante, che Sebastian ricambiò all’istante, prima di voltare appena il capo verso la poltrona sulla quale giaceva ancora la scatola rossa. Il suo sorriso si allargò, mentre osservava il pacchetto.

‹‹Credi sia il caso, adesso, di aprire il tuo regalo?›› Gli domandò, riportando gli occhi nei suoi e osservando il modo bellissimo in cui, a quella domanda, il viso di Thad si era illuminato di eccitazione e impazienza.

‹‹Non vedevo l’ora›› esclamò, allentando la presa attorno collo di Sebastian e andando a cercare la sua mano per stringerla.

E Sebastian fece lo stesso. La strinse e si lasciò condurre da lui alla poltrona dove era seduto Thad poco prima.

‹‹Hai organizzato tutto nei minimi dettagli, uh?›› Disse Thad, una volta fermatosi davanti alla poltrona. Si mise a studiare la scatola rossa senza però prenderla, come aspettando che Sebastian gli desse il permesso; dai suoi occhi straripava tutto l’entusiasmo possibile per quella sorpresa.

‹‹Lo sai che quando si tratta di te faccio tutto quello che posso.›› Sebastian si chinò, lasciando andare la mano di Thad per poter recuperare la scatola. Se la mise nel palmo e allungò il braccio verso di lui. ‹‹Togli il nastro, amore.››

Thad seguì ogni singolo gesto del suo ragazzo col cuore che palpitava sempre più veloce. Puntò lo sguardo sulla scatola e analizzò il modo perfetto in cui il nastro blu la fasciava. Avvicinò la sua mano e ne prese un lembo per sciogliere il fiocco e sfilarlo. Poi aspettò e guardò Sebastian dritto negli occhi.

‹‹Devo preoccuparmi di ciò che ne uscirà?››

‹‹Tranquillo, non è nulla di che. È solo che mi piace ingigantire le cose.›› Spostò l’altra mano sul coperchio della scatola, come per racchiuderla tra ambo le mani, e sorrise di più. ‹‹Sei pronto?››

E Thad era prontissimo, anzi, era anche fin troppo curioso di scoprire cosa nascondeva la scatola. Così annuì e abbassò gli occhi sulle mani di Sebastian. Queste si mossero e la aprirono, e Thad rimase senza fiato dinanzi a ciò che vi era all’interno. La scatola conteneva due bracciali gemelli, simili a due fasce sottili d’acciaio. Su ognuno di essi vi erano incisi i loro nomi: “Sebastian” e “Thad”.

Gli occhi gli si inumidirono all’istante. Non sapeva come fosse possibile, ma Sebastian sapeva sempre come farlo sentire importante con gesti semplici come questo. I due bracciali non scintillavano, non avevano nulla di prezioso al di fuori di quelle scritte. Quelle scritte che rappresentavano tantissimo per loro.

‹‹Sono bellissimi›› mormorò Thad, allungando una mano sul bracciale che recava il nome di Sebastian e sfiorandolo appena con un dito, come se avesse paura di graffiarlo o rovinarlo. ‹‹Non so cosa dire.››

‹‹Di’ che mi ami.›› La voce di Sebastian lo colse di sorpresa, causandogli un brivido dolce come una carezza lungo la schiena. Lo vide mentre gli sottraeva da sotto le dita il bracciale col suo nome e poi posava la scatola sul bracciolo della poltrona. ‹‹Ed io ti dirò che sono tuo, ancora una volta.›› Gli prese il polso con delicatezza e gli infilò il bracciale, lasciandogli una lieve carezza sulla pelle.

Thad se lo rigirò sotto gli occhi, con le labbra schiuse e il battito del cuore impazzito. ‹‹Ti amo. Ti amo come non ho mai amato prima.››

‹‹Ti amo anche io. Ti amo talmente tanto che farei qualsiasi cosa per te.››

Gli sorrise innamorato, mentre Sebastian gli andava di nuovo a stringere la mano con la sua e poi lui se la avvicinava alle labbra per baciarne le nocche una ad una.

‹‹Lo so e… me ne sorprendo ogni giorno.›› Volse lo sguardo verso la scatola aperta, con l’altro bracciale ancora al suo interno, e si sentì stringere il cuore ancora di più, tanto che quando riprese a parlare gli uscì un sussurro tenue. ‹‹Quello è per te?››

Sebastian seguì il suo sguardo e a Thad parve che si stesse sforzando di non mostrarsi troppo emozionato. Era dolcissimo quando faceva così.

‹‹Mi…›› si schiarì la voce, ‹‹mi sembrava meschino lasciare il bracciale col mio nome da solo. Questi bracciali, esattamente come noi due, hanno senso solo se stanno insieme. È il tuo regalo di compleanno, me ne rendo conto, ma ha un significato ben preciso.››

Lo vide arrossire, in seguito a quelle parole, e non perse più tempo. Si abbassò a recuperare l’altro bracciale dalla scatola e poi lo osservò con un sorriso sognante e vi passò sopra le dita, avvertendo le scanalature dell’incisione sotto i polpastrelli.

‹‹Sì? Significa che il mio regalo di compleanno è la certezza che non mi lascerai?›› Domandò, rivolgendogli uno sguardo pieno di dolcezza.

Il sorriso di Sebastian, allora, si trasformò in una smorfia che pareva quasi premurosa. ‹‹Pensavo non ci fossero dubbi su questo, amore.›› Avvicinò la mano alla sua guancia e gliela carezzò con la punta delle dita. ‹‹Il mio regalo di compleanno è la certezza che nulla potrà dividerci. Perché, come questi bracciali, io esisto per te e tu esisti per me.››

Erano le parole più belle che Thad avesse mai sentito. Era questo che intendeva quando diceva che Sebastian era in grado di stupirlo, ma soprattutto di farlo innamorare ogni giorno di più. Aveva quel modo di dedicargli parole d’amore che non sembrava finto, nonostante quelle fossero impeccabili e romantiche. Le parole che gli diceva gli venivano dal cuore. Thad non faticava a percepirlo. Lo sentiva dal suo tono di voce e lo leggeva nei suoi occhi. Era sempre bellissimo essere amati da Sebastian.

Posò la mano sulla sua, ancora ferma sulla sua guancia, gliela fece abbassare e fece scorrere il bracciale sul suo polso. L’incisione del suo nome brillò appena sotto la luce del proiettore.

‹‹Mi piace come suona.›› Si prese il labbro tra i denti e si fermò a far scivolare l’indice lungo la pelle del suo polso, seguendo il contorno del bracciale. Sospirò. ‹‹Senza te, io non sono niente, Sebastian.››

Lo aveva sempre pensato, ma ora, con quei due bracciali ai loro polsi, che si sfioravano e tintinnavano, lo sentiva ancora di più. Erano legati in una maniera impensabile. L’uno non aveva scopo senza l’altro.

‹‹Neppure io. Quando sono con te, invece, è tutto più bello.››

‹‹Quando siamo insieme, è tutto perfetto.››

Si guardarono un attimo negli occhi, poi Thad lo abbracciò nuovamente e posò la guancia al suo petto per sentire il suo calore e il suo battito.

‹‹È stato un compleanno meraviglioso.››

Sebastian sospirò, le labbra immerse tra i capelli scuri dell’altro. ‹‹Sapevo che l’avresti detto.››

 

Fine.

 

 

 

* * *

 

Per questa shottina non dovete ringraziare solo me perché, lo sapete, quando ci sono queste cose zuccherose e dolcissime e quando ci sono i Thadastian di mezzo, c’entra sempre anche lei – la quasi-festeggiata, sì. Quindi la ringrazio perché senza lei queste idee pazze non sarebbero le stesse.

E ringrazio anche Chiara, oggi, dato che ha avuto la pazienza di darmi un parere e sciogliersi dalla dolcezza per prima. Ero in ansissima per questa storia – come per tutte, ma dettagli – e lei mi ha rassicurato, quindi… Se ci è riuscita, deve di sicuro avere qualche sorta di superpotere. *delirio mode off*

La chiudo qui. Come sempre, ringrazio tutti quelli che passeranno a dare un’occhiata e vi mando un grosso abbraccio da mamma orsa. (?)

Alla prossima. ♥

 

Vals

   
 
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