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Autore: Meer Jane Montrose    06/06/2013    2 recensioni
Una storia ispirata a Dolce Flirt in un contesto un po' diverso dal solito. Bensì non nel classico liceo Dolce Amoris ma in una scuola d'arte. Scuola dove Valerie Rochester ha faticato per entrare, per realizzare il suo sogno di poter cantare. La bella ragazza quasi alternativa e dagli occhi eterocromatici farà così colpo sul nostro Castiel da far sì che lui possa aprirsi?
Chiedo venia per l'introduzione di cacca u.u
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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E così questa è la famosa scuola d’arte per cui ho faticato tanto. Se ricordo tutti i provini a cui ho partecipato mi manca quasi il fiato.
Ficco le chiavi della moto al sicuro nella borsa e sorpasso l’ingresso. L’ambiente interno è tutto il contrario rispetto a quello che mi aspettavo. Il clima quasi austero che probabilmente i costruttori volevano creare è interrotto continuamente da quadri o foto degli ex alunni che hanno avuto più successo. Senza contare le innumerevoli persone che corrono per i corridoi o ballerini che si piantano in mezzo ad essi per potersi riscaldare. Scavalco un paio di ragazze intente a tirarsi le gambe a vicenda per poter arrivare alle scale che mi porteranno al secondo piano e di conseguenza alla mia stanza. La numero 17. Apro la porta con la chiave consegnatami in precedenza e all’interno trovo due ragazze.
La prima a voltarsi verso di me ha dei lunghi capelli legati in una treccia spettinata e ricordano delle fiamme ribelli.
Mi scruta con un paio di allegri occhi verde smeraldo e subito dopo si precipita a stringermi la mano.
“Tu devi essere Valerie! Finalmente sei arrivata! Io mi chiamo Iris mentre lei è Violette. Eravamo impazienti che arrivasse la nostra nuova compagna di stanza!”
Accidenti se parla veloce… sorrido a lei e saluto Violette che ha una presa più fresca e delicata, ma non per questo meno forte dell’amica.
Di lei colpiscono i capelli lunghi fino alle spalle color indaco e gli occhi dello stesso colore che sarebbero inquietanti se non fossero accompagnati da uno sguardo così dolce. Con discrezione quest’ultima mi informa che lei disegna, è un’artista mentre Iris recita, cosa che avevo intuito abbastanza facilmente… con una parlantina del genere non poteva certo essere una ballerina classica.
“E tu? Cosa fai qui?”
“Io canto.”
 
Violette si è accomodata sul suo letto a gambe incrociate con una grande cartelletta su di essere ed ha iniziato a disegnare.
Iris mi promette di assicurarsi che io veda tutta la scuola, prima che chiunque altro le rubi quel compito.
“Devi assolutamente vedere la sala di recitazione! Il professor Faraize sarà anche un po’ imbranato ma è un mago con le scenografie per i nostri spettacoli. In questo momento starà sicuramente illustrando a quelle zucche campagnole la trama di Antonio e Cleopatra. Non capisco cosa ci sia di così complicato ad interpretare Cleopatra.”
“Se lo trovi così facile perché non ti offri tu?”
Indica a malincuore la sua treccia rosso fuoco.
“Per assegnare i ruoli tutti i professori devono essere d’accordo, soprattutto se si tratta di una recita a cui parteciperanno dei talent scout… e secondo alcuni io non sono adatta, non ho le fisionomie ed il fisico adatto per interpretare la più grande e famosa regina egizia.”
“Sono sicura che non tutti i critici saranno così stupidi da porti dei limiti per i tuoi capelli. Hanno inventato le parrucche ed il trucco anche per questo, no?”
Iris mi sorride raggiante, rincuorata dalle mie parole.
“Grazie Valerie, sei una delle poche ad appoggiarmi… ma ora andiamo, voglio mostrarti la sala di canto ed il resto dell’istituto! Sono convinta che te ne innamorerai.”
Lascio che mi afferri per il braccio e che quasi mi catapulti in una corsa per i corridoi.
 
“E questa è la sala di canto… ci fanno lezione anche i ballerini, ma di solito si piazzano sempre prima i cantanti in quanto l’acustica è fenomenale. O almeno così mi hanno detto…”
Arrossisce per la avventatezza e faccio per varcare la porta, quando mi tira nuovamente per la manica della giacca di pelle.
“No, non entrare!”
“Perché no?”
Tentenna un po’ prima di dirmelo.
“Ambra e le sue amiche ritengono di essere le uniche a poter entrare qui dentro. Le uniche con abbastanza talento, capisci che intendo… si infurierebbe se dovesse vederti o venire a sapere da qualcuno che hai infranto le regole…”
Alzo un sopracciglio biondo e scuoto la testa.
“Beh in questo caso immagino che verrà a parlarmene, giusto?”
Ignoro gli ultimi lamenti soffocati ed entro nella stanza. Quasi sottovoce intono una melodia per provare l’acustica. Accidenti Iris aveva ragione, è davvero fenomenale!
“I don’t wanna be the girl who laughts the loudest or the girl who never wants to be alone.
I don’t wanna be thar calla at 4 o’clock in the morning ‘Cos I’m the only one you know in the world that won’t be home.
Aah the sun is blinding, I stayed up again.
Oh, I am finding that’s not the way I want my story to end.
I’m safe, up high, nothing can touch me but why do I feel this party’s over?
No pain, inside, you’re my protection. How do I felle this good sober?”

Riapro lentamente gli occhi e noto che una folla di ragazzi si é radunata al di fuori della sala, probabilmente attirati dalla mia voce.
Arrossisco al pensiero di essermi lasciata trasportare così tanto dalla musica quando delle urla che manco le galline fanno riescono a passare in mezzo a tutte le persone. Mi ritrovo davanti tre ragazze indubbiamente belle, ma la bionda al centro mi guarda con odio.
“TU… come osi cantare nella MIA sala?!”
Decido di fare un po’ di spirito, in fondo sono arrivata da troppo poco tempo per potermi già arrabbiare.
Faccio finta di guardarmi attorno.
“Perché, ci hai scritto il nome forse?”
Questa diventa rossa per la rabbia dall’attaccatura del seno fin sotto alle orecchie.
Forse non dovevo… una delle sue amiche, una che ha l’aria di essere la tipica americana lampadata inveisce contro di me.
“Ti rendi conto di con chi stai parlando?! Si tratta di Ambra insulsa ragazzina, non di una delle tue amichette pezzenti!”
Iris abbassa lo sguardo ferita e fa qualche passo indietro. Questo sì che stuzzica la mia collera.
“Vedi mocciosetta, le cose qui hanno un funzionamento ben preciso. Noi siamo quelle popolari e di conseguenza le più talentuose. Tu e tutti gli altri siete metri e metri sotto di noi. Di conseguenza non puoi permetterti di infrangere le nostre regole!”
Squadro la bionda e credo che si stia pentendo di avermi parlato in questo modo.
“Anche io ho qualche cosa da dirti. Primo, darmi della mocciosa è una provocazione a vuoto perché per fortuna sono più intelligente di te e la cosa non mi tocca. Secondo, nessuno è perfetto. Nemmeno tu. Terzo, solo perché ti credi tanto brava questo non ti da l’autorizzazione per insultare a manetta le persone magari un po’ più fragili che non sanno ribattere. Questa è una scuola seria e se volevi fare la figa ti iscrivevi in uno di quei licei americani. Le persone hanno sudato per entrare qui e se ci sono riuscite non è di certo per un colpo di fortuna. Detto questo, ti saluto.”
 
Angolo Autrice:
Salve :3 
E' da una vita che non scrivevo... o meglio, é da una vita che scrivo tantissime cose ma non pubblico. Cosa che sicuramente é capitata a molti. Ho riscritto questo primo capitolo un sacco di volte, cambiando spesso anche la protagonista. Rochester non é un cognome preso così tanto per, ma quando ho iniziato a scrivere questa ff stavo contemporaneamente leggendo Jane Eyre... e beh... il signor Rochester mi ha colpita :) 
Poi ammettiamolo, ci sta bene con il nome Valerie u.u
Avevo anche trovato una foto/disegno che mi ha ispirato per il personaggio di Val ma non riesco a spostarla dal mio Kindle sul computer .-. 
Se ci riuscirò spero di potervela mostrare... o cadrò nel baratro della depressione riguardo alla mia incapacità xD 
Ovviamente se qualche anima pia sa come posso fare non esitate e dirmelo :) 
Beh credo di aver parlato abbastanza... spero in qualche recensione ;) 
Kuss

SchwarzeMeer
 
   
 
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