Corro.
Svelto.
Non ho piu tempo.
Poi mi fermo.
E ci penso sù.
La tristezza che mi affligge da anni
lo trovata nascosta e intanata in me.
Salto.
Non era sola,era accompagnata da una
triste solitudine e incatenata a una serie
di delusioni,rimpianti,fallimenti e perchè.
Scavalco.
Il tutto galleggiava in un mare di insicurezza
e di vigliaccheria.
Riprendo fiato.
ero pieno di male ma riuscivo
a nasconderlo molto bene.
Riprendo a correre.
tutto cio mi aveva reso
debole e indifeso.
La rabbia mi ripercuote.
Fino a quando,scavalcato il muro
dei rimorsi,ho capito cos'era che mi affligeva:
dolore.
Ripenso a tutto.
e dal quel momento ho aspettato un varco,
anche minimo,di luce,per potermi mettere in salvo,
fuori da me.
Devo continuare a correre perchè se
mi fermo potrei ricaderci.Il dolore fa sgambetti
e mi afferra,ma io sono piu sicuro di me,ho una marcia
in più.
Mi getta addosso manciate di malinconia e agonia....
ma evito il tutto con sorprendente fiducia in me stesso....
ormai è lontano....ma la corsa continua...e chi si ferma è perduto...