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Autore: Safya    06/06/2013    2 recensioni
Mia madre mi chiamò Rue , perche prima della mia nascita vide sbocciare in un terreno incolto, che circondava la nostra misera casa, una ruta di fiorellini gialli.
Questa è la storia di Rue, esile bambina del Distretto 11, che affronterà con l'audacia di un leone i settantaquattresimi Hunger Games. Purtroppo la crudeltà dei giochi sarà la diretta assassina della piccola Rue.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Rue, Thresh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mia madre mi chiamò Rue , perche prima della mia nascita vide sbocciare in un terreno incolto, che circondava la nostra misera casa, una ruta di fiorellini gialli. Era un barlume di speranza nella piena oscurità, un evento che fece nascere i sorrisi sui volti emaciati e stanchi di uomini e donne costretti a sentire il canto delle ghiandaie e non poter condividere la loro gioia. A volte il canto alleviava la tristezza e la fatica. La gente intonava canti per far trascorre il tempo con più rapidità, un tempo i cui secondi rintoccavano lentamente. Rue significava gioia e bellezza, una rinascita, un raggio di sole tra le nuvole.
…………………
I riccioli scendevano lungo le mie guance. Ne legai alcuni in una morbida treccina , mi lavai e mi vestii con un abitino corto color verde. Mi ricordava l’erba del distretto e più che mai mi teneva a sicuro , ma la paura prevaleva. Era la mia prima mietitura e non sapevo cosa aspettarmi. Avevo da poco compiuto dodici anni e per l’occasione i miei genitori mi regalarono una collana di steli d’erba intrecciati e come ciondolo uno dei fiorellini della ruta . Lo tenni con me fino al famoso giorno, e quando scendemmo in piazza mia madre mi disse: << Rue, non preoccuparti  il fiore di porterà fortuna e poi il tuo nome c’è solo una volta. Non preoccuparti>>.
Come ogni anno salì sul palco Vanessa, abitante di Capitol City, che sanciva il nostro destino. Seguì un video in cui si trattava il motivo per il quale furono inventati gli Hunger Games. Un video angosciante, nel quale si delineava ulteriormente l’egemonia di Capitol City. Poi Vanessa estrasse il nome del tributo femmina dal’ampolla e disse: << Rue Whistle>>. Il cuore mi batteva all’impazzata e per un attimo mi mancò il respiro. Strinsi forte il ciondolo che portavo al collo e mi diressi sul palco. Il tributo maschio era Tresh , un ragazzo alto e forte che era sempre con me alle raccolte. A volte parlavamo , ma il nostro rapporto era basato sul silenzio. Lui si che poteva vincere gli Hunger Games, ma io no.
Da quel momento in poi tutto si svolse in fretta. Ebbi poco più di qualche minuto per salutare la mia famiglia e partimmo il giorno stesso. Il treno viaggiava molto veloce e lì conoscemmo i nostri due mentori Anthony e Charlie. Una volta arrivati a Capitol City, ci portarono al centro immagine dove ci lavarono e prepararono per la sfilata . Io e Tresh avremmo indossato dei vestiti da contadini, secondo il nostro distretto. Il vestito non era tanto di mio gradimento , ma non potevo contraddire le idee della mia egocentrica stilista Fleur.  Arrivò il momento di montare sui carri. Tresh mi guardò, la sua espressione non era affatto felice, ma gli occhi in qualche modo mi trasmettevano sicurezza e forza. Nella nostra sfilata ci fu qualcosa di nuovo. Luci e scintille esplodevano dietro il mio carro. Erano i due tributi del distretto 12. Stavano prendendo fuoco, ma non sembrava che se ne importassero, anzi ne approfittavano. Alzarono trionfanti le mani unite e il pubblico impazzì per loro. Arrivammo nella piazza e Snow ci diede il benvenuto. Dopo rientrammo nei nostri appartamenti e ripensai alla sfilata. Quei due ragazzi avevano davvero fatto colpo, ed io restavo l’esile e timida bambina del Distretto 11. Il giorno dopo andammo a fare allenamento. Vicino a me c’era Katniss, la ragazza del Distretto 12. Indossava una spilla con una ghiandaia imitatrice , forse avrei potuto allearmi con lei nell’arena , sempre che l’avrebbe voluto. Iniziammo con l’allenamento.Dato che non ero tanto brava nel maneggiare i coltelli e le lance preferii allenarmi con la fionda. Osservai Katniss e gli altri tributi per tutta la giornata , per capire in cosa erano bravi e le loro tattiche. Così quando il tributo maschio del Distretto 2 lasciò incustodito il coltello che maneggiava, lo presi e mi andai a nascondere tra le reti del soffitto. Quel tributo ne incolpò uno del Distretto 3 e pretendeva da lui il coltello , ma il poverino non lo aveva. Il favorito lo lasciò con la promessa di ucciderlo per primo nell’arena. Fu la prima volta che risi dall’inizio degli Hunger Games e forse anche l’ultima. Gli allenamenti continuavano ed io continuavo a spiare Katniss, senza essere vista. Ma un giorno il suo compagno mi vide e disse:<< Katniss, c’è un’ombra che ti segue>> io mi nascosi subito.  Alla fine di tutti gli allenamenti , c’era la sessione privata con gli strateghi. Non sapevo che fare e come stupirli, ma quando chiamarono il mio nome entrai, facendomi coraggio. Presi la fionda e colpii in pieno i primi tre bersagli, ma non l’ultimo, perché fui distratta dal vociare degli strateghi. Quando finalmente sentii il mio voto e quello di Tresh  fui soddisfatta. Fui altrettanto felice quando venni a conoscenza di quello di Katniss. Avrei voluto congratularmi con lei, ma non ne ebbi modo. Ci rivedemmo solo alle interviste , dove ci scambiammo un’occhiata fugace. L’intervista fu abbastanza piacevole, anche se avevo un po’ vergogna. Caesar sapeva come metterti a tuo agio e quando mi chiese se avessi voluto una sorella più grande , io risposi di si, che avrei voluto che qualcuno mi proteggesse, che qualcuno si offrisse volontaria al mio posto. Il giorno dopo mi allenai con il mio mentore, Charlie. L’indomani sarebbe arrivato il fatidico giorno, l’indomani sarebbero iniziati i Settantaquattresimi Hunger Games.
Forse perché ero ancora avvolta dal mondo dei sogni , anzi incubi che non mi resi conto di quello che stava succedendo fin quando non mi ritrovai sul mio piedistallo circondata da 23 ragazzi agguerriti e assetati di sangue e vittoria, non tutti certo. La paura si impossessò del mio corpo, ma l’ambientazione mi era favorevole. Per questo quando scoccò l’ultimo secondo che dava il via ai giochi un po’ di buon senso mi spinse a correre dalla parte opposta della Cornucopia, per evitare la carneficina che si sarebbe svolta di lì a poco. I colpi di cannone confermarono le mie supposizioni. Nei giorni che seguirono riuscii a racimolare qualche foglia e frutto commestibile. Gli alberi furono lieti di offrirmi i loro rami come rifugio e come sponda per saltare dall’uno all’altro, ma un giorno forse perché mi ero spinta troppo in là , intravidi un incendio. Riuscii a correre più velocemente delle fiamme che inghiottivano gli alberi, gli unici miei amici nell’arena.  Osservavo la scena a riposo su un albero non poco distante da un lago. Dopo poco sentii un rumore di foglie e rametti calpestati provenire da giù. Era Katniss che correva , sofferente, per allontanarsi dall’incendio. Era lei quindi che l’aveva provocato , lei , la ragazza in fiamme. Si allontanò, ma dopo poco ritornò, correndo esanime. Si arrampicò a fatica su di un albero, forse si era ferita. I favoriti la stavano inseguendo. Avrei voluto fare qualcosa , ma cosa? Cosa avrebbe potuto fare l’esile bambina del Distretto 11? Perciò restai a guardare il destino di Katniss e di tutti noi.
Ma stavolta la fortuna fu a  suo favore. Nessuno dei suoi assassini riuscì a colpirla , né Cato riuscì ad arrampicarsi. Allora decisero di aspettarla, sapendo che sarebbe dovuta scendere oppure sarebbe morta di fame. Anche io rimasi a guardare sull’albero, lontana dagli sguardi dei favoriti. Il giorno dopo fui svegliata dal canto delle ghiandaie e vidi che anche Katniss era sveglia. Subito notai che poco sopra di lei c’era un nido di aghi inseguitori. Glielo indicai, sarebbe potuto essere l’amo per la sua salvezza. Lei cominciò a segare il tronco, ma io decisi di allontanarmi e andare su qualche altro albero per evitare di essere punta. Quando fui abbastanza lontana mi distesi su un albero a sgranocchiare qualcosa e ad aspettare. Il ronzio degli aghi inseguitori fu inconfondibile , così come le urla dei favoriti. Il piano aveva funzionato!Così  cercai di addormentarmi, chiudendo  I miei occhi in una stretta ferrea per costringermi a dormire, quando sentii dei passi strascicati. Era Katniss, che correva senza senso dell’orientamento, era stata punta. Si accasciò a terra e lì rimase per due lunghi giorni. Fortunatamente sapevo come curare quelle punture , bastava masticare le foglie degli alberi di quercia e metterle sulla puntura. In quei giorni ci fu un cambio di temperatura assurdo. Il primo giorno venne a nevicare. Non avevo mai visto la neve, ero sempre stata abituata a veder gocciolare il sudore dalla mia fronte. Anche se avevo freddissimo, quella neve mi trasmetteva calore. Il giorno a seguire fece tanto caldo da scogliere la neve del giorno precedente. E quando anche l’ultimo ghiacciolo si sciolse, Katniss si svegliò. Mi nascosi subito dietro ad un albero , ma Katniss mi venne vicino e mi disse: << Tranquilla Rue, non voglio farti del male >>. Da quella frase capii di potermi fidare di lei infatti ci alleammo per distruggere le provviste dei favoriti. Il nostro piano era questo: io avrei dovuto accendere tre fuochi diversi abbastanza distanti l’uno dall’altro per attirare i favoriti, lei nel frattempo avrebbe dovuto distruggere le provviste. Per dirci che stavamo bene avremmo dovuto fischiettare il motivetto che ero salita cantare a casa per comunicare la fine dei lavori e che le ghiandaie avrebbero riprodotto fedelmente.  Ci lasciammo con un abbraccio e con la promessa di rivederci per cena. Katniss andò per la sua direzione e io accesi il primo fuoco. Dopo essermi accertata, mi diressi verso l’altro fuoco e accesi anche quello. Ma mentre saltellavo da un ramo all’altro, diretta verso l’ultimo fuoco, un ramo si spezzò e caddi. Decisi, allora, di contiunuare a piedi per evitare di farmi male. Successe in una sola frazione di secondo, il mio piede spezzò una corda e mi ritrovai a terra avvolta dalle reti. I favoriti mi avevano catturata.  Restai lì ad spettare che qualcuno venisse , ma non c’era nessuno. Le ghiandaie cominciarono a fischiettare, era Katniss! Era salva e poteva liberarmi ! Così cominciai ad urlare il suo nome e lei il mio. Arrivò subito e mi liberò dalle reti. Ci abbracciamo, felici perché ce l’avevamo fatta! Ma da dietro le frasche spuntò Marvel e lanciò la sua lancia che si conficcò nel mio petto. <> le chiedo.<< Fino all’ultima birciola>> mi risponde. << Devi vincere>> le dico. << Lo farò . Vincerò per tutte e due , adesso>> mi promette . << Non andare via >> la supplico, << Certo che no. Sto qui con te>>mi dice. << Canta >> le chiedo . Lacrime calde rigarono il viso di Katniss, iniziò a cantare una canzoncina , ma non riuscii a sentirla tutta.
La ruta di fiorellini si era appassita,i sui petali erano volati via nel cielo. Rue ,però , non si sfumò in un soffio, Rue divenne il simbolo della rivoluzione.
  
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