Storie originali > Avventura
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Autore: incommensurabilmente    06/06/2013    0 recensioni
C'è chi sogna un futuro migliore, chi una famiglia... chi un amico sincero o l'anima gemella ma Vladimir, il nostro protagonista, desidera qualcosa che lo faccia sentire libero e padrone di se stesso, qualcosa che lo possa stupire sempre ogni volta di più e che lo possa far innamorare...l'Avventura.
L'ha cercata in molti luoghi e in molti volti, qualche volta sulle labbra di donne ma non l'ha mai trovata pienamente. Ora vuole darsi un'altra possibilità e la città dove getterà le sue reti è la mistica Samarcanda che già promette bene.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo stava studiando il suo avversario ma non riusciva a trovare punti deboli, anche se portava una tunica leggera sapeva bene che avrebbe saputo proteggersi in modo esemplare da mercenario quale era. Si slanciò verso di lui per tentare un affondo e mentre quest'ultimo si scansava aveva con un gesto repentino affondato il pugnale nella tunica strappandola ma mancando le carni. -Molto bene, a quanto pare sai com'è fatto un pugnale...-disse Vladimir con disprezzo, in verità era molto stupito, non si capacitava del fatto che quel ragazzo lo avesse attaccato e quasi ferito solo alla rima mossa. Lo scontro continuò e gli attacchi pericolosi non mancarono di arrivare al mercenario che cercava di difendersi e di non contrattaccare; Vladimir decise di abbandonare la difesa e fece quello che faceva sempre contro i nemici testardi. Fece lo sgambetto al ragazzo e lo immobilizzò a terra. DI nuovo il silenzio. . . Nei suoi tanti anni di combattienti Il mercenario aveva imparato che per essere superiori bisognava essere originali e mai nessun avversario avrebbe pensato ad uno sgambetto. Ora si crogiolava nel fatto di aver battuto quel ragazzino sbruffone. -Ora pensi di potermi aiutare?-gli chiese mentre lo immobilizzava a terra con tutto il peso e gli premeva il braccio dietro alla schiena. Il ragazzo si divincolava come un ossesso e sembrava non volersi fermare , imprecava e malediva Vladimir. Ci volle molto tempo e pazienza prima che si ammansisse. . . . c'era di nuovo Silenzio. Ma non un silenzio carico di tensione, si sentivano solo i loro respiri. . . quello del ragazzo, affannato e stanco. . . e quello del mercenario, controllato e misurato. -Ti aiuterò- disse il ragazzo per poi tossire -ma ad una condizione-sussurrò. -Quale?- . . . -che tu mi prenda come apprendista- rispose il ragazzo in un soffio, pareva terrorizzato ed un rivolino di sangue gli scendeva ancora dal naso, aveva gli occhi arrossati e con tutta probabilità aveva pianto.
  
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