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Autore: destroyedcc    07/06/2013    6 recensioni
La rivolta è finita.
Gli Hunger Games non esistono più.
Le Arene sono state distrutte da cima a fondo.
La mia vendetta ha raggiunto il suo fine.
Ma il dolore che non riesco a domare è che tutte le persone a me cara sono morte.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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La rivolta è finita.
Gli Hunger Games non esistono più.
Le Arene sono state distrutte da cima a fondo.
La mia vendetta ha raggiunto il suo fine.
Ma il dolore che non riesco a domare è che tutte le persone a me cara sono morte.


La vita nel Distretto 12 è cambiata. Migliora di giorno in giorno.
Abbiamo ricostruito le case distrutte, alcune fattorie, anche un piccolo ospedale dove mia madre fa da infermiera.
I rapporti con mia madre sono migliorati, ma non parliamo molto. A volte le faccio visita e tra parole e altre, lei finisce sempre nel parlare di Prim.
Allora per non farla soffrire, decido di cambio argomento, ci salutiamo, e me ne vado.  
Oppure, le porto i miei figli. I suoi nipoti: Anne e Fox.
Alla piccola la chiama Prim, dice che in lei le ricorda troppo mia sorella.
Ed ogni volta, Anne, le dice:
''Nonna! Sei vecchia? Ti ho detto che mi chiamo Anne! Anne! Uffa!'', le ricorda sempre.
E così, finiamo sempre nel ridere. E rimane arrabbiata fin quando non andiamo via.  

[-''Quella bambina è uguale a te, quando eri piccola. Ti ricordi quante me ne facevi passare?'', mi disse un giorno mia madre. -]

Anne, ha il mio stesso carattere. Dicono che è ipercinetica, non riesce a stare ferma.
Con il piccolo invece, mia madre ha un altro rapporto. Molto diverso da quello di Anne.
Lui, ha il carattere di suo padre: gentile, amoroso e anche troppo furbo. Per questo l'abbiamo chiamato, 'Fox', 'Volpe'.
A volte, va di sua spontanea volontà all'ospedale per aiutare mia madre.
Il precendente sindaco diceva sempre a Peeta: ''Se dovessi morire, tu dovrai prendere il mio posto, ok?''.
Fin quando quel giorno arrivò e Peeta, fece ciò che gli aveva promesso.
Peeta svolge bene il suo lavoro, tutti gli fanno i complimenti per ciò che fa.
Grazie ai suoi lavoro sta facendo rinascere il Distretto 12, come non era da tempo.
Quasi ogni sera, ceniamo con Effie ed Haymitch e a volte, anche mia madre.
Effie, viene da Capitol City, e a volte ci informa cosa succede lì. Dice che tutto va bene, e che stanno costruendo dei monumenti riguardanti gli Hunger Games per ricordare quel terribile periodo, ricordandoa alle generazioni future che un cosa del genere non deve più accadere.
Da quando Anne ha detto la sua prima parola: 'Haymitch', lui smise di bere.
Haymitch è cambiato moltissimo, credo che gli piaccia Effie. Gli fa certi complimenti che non le aveva mai fatto.
I bambini chiedono sempre a Peeta se il parco che stanno costruendo sia finito.
''Tra pochi giorni è finito, bambini'', risponde Peeta stufo da tutte le stesse domande.
''Ma non è giusto! E' da un secolo!'', obiettarono i bambini in coro.
Peeta è dolce, gentile. E' la persona più bella che abbia mai conosciuto. Ho fatto bene a scegliere lui, perché è tutto ciò di cui ho bisogno.
Mentre stiamo mangiando, Effie interrompe il silenzio e dice:
''Sapete che Gale si è trasferito nel Distretto 2 e che si è fatto una famiglia? Ha tre bellissimi figli! Tutti maschi''. Tutti rimangono sbalorditi dopo questa affermazione.
''Oh, Gale... papà? Oh, sono così felice per lui! Ancora me lo ricordo quando era piccolo!'', dice la mamma, entusiasta.
''Oh, sono felice per lui. Finalmente, ha trovato qualcuno d'amare", dico quasi sottovoce.
Dei piccoli ricordi mi scorrono davanti i miei occhi: le giornate di caccia, il bacio, quando salvai Gale dalla frusta...
Peeta capisce che qualcosa in me non va, sembro amareggiata, e in questo non gli do torto.
Mi dà una piccola gomitata, e mi dice sottovoce:
''Ehy, Katniss, cos'hai?''.
''Niente, è solo che...'', gli rispondo, non guardandolo negli occhi.
Haymitch inzia a parlare d'altro, tanto per rompere quel filo di tensione che aveva creato Effie dopo quella sorpresa, e parliamo di come si sente Haymitch senza l'alcol, dice che si sente bene, non si sente più stanco come una volta.
Si è fatto tardi, ed Haymitch, Effie e mia madre se ne vanno.
Haymitch dice ad Effie, qualcosa che ci ha letteralmente sconvolti:
''Se vuoi, puoi venire a casa mia...''.
''Non cambi mai, Haymitch'', dice Effie tutta rossa.
Ci mettiamo a ridere, e accompagno mia madre nella solita casa.
Durante il tragitto non abbiamo aperto bocca, fin quando arriviamo in un posto tanto familiare.
''Ehy se vuoi, puoi stare a casa mia. Così non ti sentirai sola''.
''No, no. Non ti preoccupare. Tu e Peeta dovete essere a vostro agio, non vi voglio mettere i bastoni fra le ruote!'', mi dice aggiustandomi i capelli.
Le Sorrido, e dopo appoggio le mie labbra sulla sua fronte.
''Dormi bene, mamma'', le dico, allonandomi da lei.
''Speriamo che stanotte non avrai incubi...'', continua a dirmi. Ed infine, entra con Ranuncolo.
Ranuncolo sente la mancanza di Prim e a volte, nei giorni piovosi, si mette sopra il letto di Prim e fa certi miagolii che sembrano volessero dire 'Ho bisogno di te. Ti prego, torna'.
Chi lo se aspettasse che anche i gatti sentono la mancanza di qualcuno?
Arrivo a casa, e trovo Anne e Fox, ancora svegli.
''Che ci fate ancora alzati? Andate a letto, subito!'', dico loro con un severo.
Trovo Peeta in mutante in cucina.
''Io vado a letto, okay? Ho sonno! Ci vediamo su'', mi dice, poggiando le sue labbra sulle mie.
''Tra un po arrivo. Non aspettarmi se hai sonno'', gli rispondo staccandomi dalle sue morbide e calde labbra.
Sistemo un po casa, è strano perché quando vivevo con mamma, era lei che si occupava della faccende di casa. Ma adesso, visto che ho un famiglia, me ne devo occupare io.
Vado di sopra, ed entro nella stanza di Anne e Fox. Do loro il bacio della buona notte e dico sottovoce:
''Buonanotte, bambini. Fate sogni d'oro, vi voglio bene''.
Vado in camera mia, e già Peeta sta russando. Mi chiedo ogni volta come fa, io mi addormento dopo mezz'ora o forse più.
Durante la notte, arrivano i soliti incubi.
Mi trovo nell'arena nei miei primi Hunger Games. Sono nella Cornucopia con Rue.
Non sapendo un perché, mi ritrovo con Rue correre, e dietro di noi c'è Marvel che ci insegue. Mentre corriamo, Rue cade, e quando me ne rendo conto una lancia infilzata sul suo petto.
Mi accascio per terra e non do il faccio di fargli prendere un respire che lancio una freccia dritto al cuore a Marvel.
Dopodichè, tutto si materializza e mi ritrovo nella villa presidenziale di Snow, e vedo Prim che esplode afferrando uno dei paracaduti che stavano cadendo.
Inoltre, scene di piccoli ricordi mi attraversano la testa: gli ibridi che dilamiano e sbranano Finnick, la lancia di Marvel conficcata sul petto di Rue, il corpo di Booggs fatto a brandelli, il corpo di Cinna accasciato a terra ricoperto di sangue, Lux quasi al punto di esplodera a causa delle punture degli Agli Inseguitori, Cato sbranato dagli Ibridi...
Infine, mi trovo in una stanza bianca. Sono al centro a qualcosa, non riesco a capire di cosa. Ad uno ad uno, si materializzano tutte le persone a me cara che sono morte: Rue, Cinna, i miei preparatori, Prim, Finnick, Booggs, e tutti gli altri.
Mi risveglio urlando, ma subito dopo mi tranquillizzo capendo che era solo un sogno. Le braccia di Peeta che sono lì a darmi conforto.
"Ehi, chiudi gli occhi. Sono quì con te", mi dice accarezzandomi con il pollice la guancia, confortandomi.
E in seguito le sue labbra e, sentedomi protetta, mi riaddormento sperando che quei incubi non ritornino più.
Il mattino seguente vedo Peeta che mi porta la colazione a letto, mi poggia il vassoio tra le gambe,  mi dà un bacio in fronte, e mi dice:
''Ieri hai avuti di nuovo gli incubi?''.
''Si, ma poi, ho trovato le tue braccia. Come se volessero dire ''ti proteggiamo noi'', dico già con le lacrime agli occhi.
Peeta si guarda le spalle, e vede arrivare Anne e Fox.
''Stanno arrivando le pesti, sei pronta?'', mi dice ridendo.
''Oh, si. Tu invece sei pronto a svolgere il tuo compito da sindaco?'', gli rispondo, con tono quasi serio.
Peeta si avvicina e mi dà un bacio dicendomi che tornerà a pranzo.
''Aww, siete così carini. Da grande, vorrei trovere uno come papà'', mi dice Anne.
''Certo che lo troverai, amore. Sei bellissima, lo sai?'', le rispondo.
''Non mai quanto te'', obietta.
Io le sorrido, e pensare quando l'ho sentita muoversi all'inizio della gravidenza dentro di me, sono stata letteralmente divorata da un terrore che pareva antico quanto la vita stessa. Solo la gioia di tenerla tra le braccia è riuscita a domarlo. Aspettare lui è stato un pò più facile. Non molto, però.
Faccio le faccende di casa, e Anne è sopra la manzzarda che sta frugando qualcosa. La sento dire qualcosa, ma non la capisco.
Dopo cinque minuti, la vedo scendere con un vestito celestino. E' il vestito di Prim.
Improvvisamente i miei occhi si riempiono improvvisamente di lacrime guardandolo con quel vestito. Mi giro, cercando di trattenere i gemiti che provengono dalla mia gola. Mi tappo la bocca per non farli sentire.
Asciugandomi le lacrime, vado da lei, mi inginocchio e le dico:
''Sai, questo vestito, era della tua piccola zia Prim. Sei bellissima come lei'', le dico di nuovo con le lacrime agli occhi.
Lei si gira, e corre per andare fuori a giocare con gli altri bambini.
''Entra la tua coda nella gonna, paperella'', le dico, metà piangente e metà sorridente.
Lei ascolta ciò che le dico, si gira verso di me, mi sorride, ed esce.
Anne a volte, mi dice perché ogni notte, mentre dormo ho gli incubi. Io le rispondo che ancora è troppo presto per dirglielo, perché è ancora troppo piccola. Ma visto che parlano degli Hunger Games a scuola, parleranno anche della Ghiandaia Imitatrice, cioè la ragazza in fiamme che fermò la rivoltà. Parleranno anche di Peeta, il ragazzo del pane che fece ogni cosa per proteggere la ragazza in fiamme. Parleranno anche che nella settantaquattresima edizione degli Hunger Games, quando io e Peeta, sfidammo Capitol City, tirando fuori i Morsi della Morte, e che fummo i vincitori. Ma parleranno anche per le altre edizione. E la bambina capirà che ne abbiano preso parte. Il piccolo lo saprà tra qualche anno. Come posso parlare loro di quel mondo senza spaventarli a morte?
I miei figli, che non sanno di giocare al cimitero. Peeta dice che andrà bene. Io ho lui e lui ha me. Possiamo fare sì che i nostri figli capiscano ogni cosa in un modo che li renderà più coraggiosi. Ma un giorno dovrò spiegare i miei incubi. Perché sono venuti. E perché non se ne andranno mai del tutto. Dirò loro come li supero. Dirò loro che, nelle mattine brutte, mi sembra impossibile trarre piacere da qualcosa perché temo che possano portarmelo via. E che in quei momenti faccio mentalmente un elenco di ogni atto di bontà che ho visto fare. E' come un gioco. Ripetitivo. Persino un pò noioso, dopo più di vent'anni.
Ma esistono giochi molto peggiori a cui giocare.
   
 
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