<< Sharpay attenta! >>
Aprì gli occhi di
scatto, respirando a fatica. Provò a guardarsi attorno, ma non vide nulla. Il
buio attorno a lei. Sbatté per qualche secondo le palpebre, disorientata. Di
una cosa era sicura. Era su un letto. Ma non sapeva perché, non sapeva come ci
era finita, e non sapeva dov’era. perché tutto quel buio? Scese e appoggiò
delicatamente i piedi nudi sul pavimento. Il freddo le percorse la spina
dorsale, facendola rabbrividire. Come il sogno che aveva fatto. C’era lei…
c’era un ragazzo… una festa… una macchina… poi il buio. Si mise le mani alla
tempia. Ricordare le faceva male. Ma cosa era successo? Scese le scale,
silenziosamente. Appena mise piede a terra, sentì un profumo invaderle le
narici. Un profumo nuovo, dolcissimo. Poi, una melodia le risuonò in testa. Una
melodia dolce, malinconica, che si adattava perfettamente a quel profumo.
Feste e balli
Fantasia
È il ricordo di sempre
Ed un canto
Vola via
Quando viene Dicembre.
Istintivamente, guardò fuori dalla grande portafinestra.
Pagliette bianche fioccavano dal cielo nero. Nevicava. Guardò il calendario
appeso al muro davanti a lei. Dicembre. Uscì a piedi scalzi sul balcone. Sentì
il ghiaccio sotto i piedi. Ghiaccio. Regina di Ghiaccio. Sentì una fitta al
cuore, ma non se ne curò. Continuava a guardare la neve cadere dal cielo,
mentre la melodia nella sua testa andava avanti, imperterrita. Guardò il
salone, ci vide dentro una miriade di persone. Vestiti eleganti, acconciature
splendide. Volle entrare anche lei.
Sembra come un attimo
Dei cavalli si
impennano
Torna quella melodia
Che il tempo portò via
Si mise a guardare le splendide donne che danzavano con i
lunghissimi vestiti, strusciando sul pavimento con i tacchi. Una di quelle
donne la vide, chiamò a sé delle altre e la trascinò in mezzo al salone. Le
misero una collana. Ai piedi si trovò delle scarpette color panna, mentre il
suo corpo era fasciato da un vestito del medesimo colore, con le spalline
azzurre e una fascia azzurra alla vita. Si sorprese nel vedersi così bella. Si
tastò la fronte. Aveva un piccolo diadema tra i capelli biondi. Guardandosi
attorno, vide un ragazzo biondo, con gli occhi azzurro cielo. Questo le si
avvicinò, porgendole una mano. Danzarono vicini. Lei non sapeva chi era quel ragazzo. Sapeva
solo che era entrato in lei. Che non avrebbe più potuto lasciarlo. Neanche se
avesse voluto. Lo abbracciò più forte.
Sembra come un attimo
Dei cavalli si
impennano
Sento quella melodia
È la memoria mia
Improvvisamente, il ragazzo si staccò da lei. Le sorrise
dolcemente e le baciò la tempia, per poi spostarsi. Davanti alla ragazza
apparve un altro ragazzo, castano, con gli occhi azzurri. Gentilmente, le porse
la mano e lei accettò. Volteggiarono nel cerchio vuoto che gli altri invitati
avevano lasciato vuoto. Anche per quel ragazzo, lei sentiva un profondo
affetto. Ma era diverso. Non aveva la più pallida idea di chi fosse, né di chi
fosse stato per lei, ma non le importava. Sentiva dentro un calore estremo nel
sentirlo vicino.
Forse un giorno
Tornerò
Il mio cuore lo sente
Ed allora
Capirò
Il ricordo di sempre
Attorno a loro, tutti visi sorridenti. Tanti occhi
diversi che la guardavano estasiati, e lei si sentiva importante, come una
principessa. Sorrise mentre volteggiava. Si fermarono. Lui le donò un dolce
bacio a fior di labbra, che la fece rabbrividire. Poi si staccò. Vide tre
ragazze. Non sapeva chi erano. Non ne aveva idea. Ma sentiva, anche per loro,
un grande affetto. Le sorridevano. Una aveva i capelli castano scuro, gli occhi
nocciola e la pelle color del cioccolato. Aveva un vestito rosso, con le
spalline sottili, che arrivava fino al ginocchio, mentre ai piedi portava delle
scarpe nere. Vicino a lei, una ragazza con i capelli neri fino alle spalle, con
gli occhi castani e tanto dolci. Lei portava un vestito azzurro lungo fino alle
caviglie, con lo spacco fino a metà coscia. Le sorrideva, dolcemente. Per
ultima, c’era una ragazza castana, con gli occhi verdi e gli occhiali.
Indossava un vestito nero senza spalline, lungo fino al ginocchio e le scarpe
bianche, mentre alla vita portava un nastro bianco.
Ed un canto
Vola via
Quando viene Dicembre
<< Mio Dio… sorellina… >> tutte le ragazze
sfumarono, gli invitati scomparvero. Il lusso, la melodia e il profumo erano
solo un ricordo lontano. La ragazza si voltò verso la voce. Era il ragazzo
biondo. Appoggiò i talloni a terra, sentendo il freddo marmo contro i piedi.
Aveva freddo.
<< Ho freddo. >> sussurrò solo. Il ragazzo
davanti a lei, le si avvicinò e la strinse in un abbraccio. Dolce, caldo, l’abbraccio
di cui aveva bisogno.
<< Pay, ti sei svegliata. >> lui le baciò la
testa bionda, stringendola forte. Dopo poco si staccò e la portò all’enorme
divano bianco del salone. La fece sedere, poi le si mise accanto.
<< Chi sei tu? >> gli chiese la bionda,
ingenuamente. Lui si sentì stringere il cuore e le sorrise.
<< Sono Ryan. Tuo fratello. >> le rispose in
un sussurro. Tutto nella mente della ragazza ebbe un nuovo colore. I ricordi,
in bianco e nero, ora erano un trionfo cromatico. Ma un ricordo, forse il più
importante di tutti, era più colorato. La ragazza si sentì trasportare
indietro, tanto indietro nel tempo.
<< Cosa è successo? >> chiese, chiudendo gli
occhi. La testa le vorticava spaventosamente, le faceva male. Ma aveva bisogno
di ricordare. Ne sentiva l’esigenza.
<< Ti avevano investita… due anni fa… >> le
parole si persero nella sua mente, mentre i ricordi prendevano forma. La festa…
i loro diciassette anni. Ora ne aveva diciannove. Ma come mai non si ricordava
più nulla dalla festa? Una bellissima festa, sfarzosa, tutta la scuola, e poi
lui, Troy Bolton.
<< Troy… >>
<< Sì, Troy… poi anche Chad, Taylor, Kelsi, Jason,
Gabriella… erano tutti lì… ma tu sei uscita, Troy ti aveva fatto male… una
macchina, sono arrivato tardi… una macchina ti ha investita… ti abbiamo portata
in ospedale, ma la mamma ha deciso di tenerti a casa. Sei stata in coma Pay. In
coma per due anni. Ci hai fatti preoccupare tantissimo. Pensa, Troy viene ogni
giorno, a chiederti scusa. >> … una mano fredda… il viso di quel ragazzo
attaccato a quello di un’altra ragazza… che non era lei… la rabbia, la
tristezza, le lacrime che scendevano capiose dai suoi occhi color caramello.
Tutto il dolore, quando l’aveva visto, era scappata, era corsa fuori, poi due
luci davanti a sé. non si era spostata. Un dolore lanciante alla pancia, poi…
il buio. << Ma ora sei sveglia,
dobbiamo festeggiare. >> la strinse e la guardò negli occhi. Piangeva.
<< Troy… perché? >> sussurrò appena, prima di
scoppiare in lacrime. Ryan l’abbracciò forte, per farle dimenticare il dolore.
Quel ricordo era ancora vivido nella sua mente, non passava giorno in cui non
ci pensasse e non maledisse Troy per averle fatto del male.
Ma come ogni giorno, sentì suonare il campanello. Era
tardi, erano le undici e mezza di sera. Faceva freddo, era buio. Ryan si alzò,
mentre sua sorella si asciugava le lacrime. ormai avevano finito di scendere.
Si alzò dal divano e andò ad aprire la porta. Si trovò davanti Troy, stretto
nel suo giaccone nero, che si guardava attorno spaesato.
<< Pay, c’è Troy… lo faccio entrare? >>
<< Avanti Ryan… Sharpay è in coma… >>
<< Sì. Lo stavo aspettando. >> Troy sbiancò
completamente, ma entrò. Andò in salone, e accese la luce. La vide, seduta sul
divano, più bella che mai, con gli occhi caramellati che l’avevano fatto
innamorare. Si scagliò su di lei e la strinse, dando libero sfogo alla sua
tristezza. Pianse. Pianse forte, senza pensare ad altro se non alla sua
Sharpay. A Sharpay, che si era svegliata.
<< Sharpay, ti amo. Non sai quanto ho pregato per
questo, non sai quanto. Ti prego, perdonami. >> la ragazza si sentì
sciogliere. Lo staccò da sé. Gli asciugò le lacrime con le mani e gli sorrise.
<< Non mi ricordo niente dopo l’incidente. Voglio
solamente ricominciare. >> lui le sorrise e la baciò, con dolcezza e
passione.
Finalmente l’incubo era finito.
Okay,
okay… ficcy dedicata esclusivamente ad Ashley Snape, perché sta male e non
voglio che stia male perché è una mia amica. ^^
Ashley,
spero ti piaccia!! Tvttttttb sister!