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Autore: Naky94    07/06/2013    2 recensioni
Non sempre è facile avere fiducia nell'amore che ci viene riversato, soprattutto quando quella stessa persona che ci dice di amarci, ama anche un'altra persona.
Non è semplice aver fiducia, ma non è neanche semplice ascoltare quell'altra persona che ti consola su quanto tu sia importante...
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'E ritorno a te che sei... L' Essenziale'
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Disclaimer: Tutto quello che ho scritto non è avvenuto e mai avverrà. In fede, non credo neanche che ci sia gente che pensi cose del genere.
Sono tutte idee mie. Ovviamente non scrivo a scopo di lucro, e se anche lo dovessi fare, un domani, non lo farei con loro.
Ho dichiarato il raiting arancione più per scrupolo di coscienza che per altro. Ovviamente non è verde, neanche lontanamente. Credo sia un giallo strano, tendente al rosso, ma non un pieno arancione. Ma visto che questo colore non esiste, ho messo arancione, anche se mi sembra troppo.
Decidete voi...

 

 
She

 
“Vorrei fare un brindisi a questa fantastica crew, con la quale anni fa ho cominciato un fantastico percorso, e con la quale ora ho la possibilità di girare una nuova fase della mia vita.
Vorrei ringraziare tutti i produttori, qui rappresentati dalla splendida Susan; vorrei ringraziare gli sceneggiatori, che so da domani si dedicheranno a scrivere il copione; ed infine vorrei ringraziare tutti gli attori, che si sono tanto impegnati nei due film passati, per dar vita a un magnifico lavoro e che sono sicuro, ancora una volta, daranno il meglio di se sul nuovo set.
Un ultimo grazie, va al nostro soggetto preferito. A Sherlock Holmes!”.

 
“A Sherlock Holmes!” è il grido che si alza dalla tavolata, in risposta al piccolo discorso che Guy ha appena terminato.
Siete tutti a Las Vegas, la città del vizio, del gioco d’azzardo e dei matrimoni celebrati in pacchianissime cappelle ed ufficiati da improbabili Elvis. State festeggiando “l’inizio dei lavori” per Sherlock Holmes 3. L’idea è stata proprio di Guy, riunirsi tutti quanti per rivedersi e festeggiare. Ovviamente, però, il concetto di Guy di divertimento, non comprende solo una bella cena in un locare decoroso, da passare con gli amici a chiacchierare. No, niente di tutto questo, vi ha portato in un locale della Streep in cui generalmente delle “ballerine”, con degli abiti così succinti che chiamarli tali è un eufemismo, si divertono a ballare, arrampicate a dei pali in ferro, per accumulare la loro paga giornaliera. Fortunatamente, però, Guy ha avuto il buon gusto di concedere la serata libera alle ballerine e chiedere al proprietario del locale, oltre che di riservargli interamente il locale, di lasciare preparato l’impianto per il karaoke.
Ringrazi mentalmente per questa idea, non sapendo come avresti reagito se Iris avesse accettato di accompagnarti e Guy non avesse mandato a riposo le “ragazze”. Non contando anche il fatto che molta gente, Robert ad esempio ma anche molti altri, si sono fatti accompagnare dalle corrispettive mogli. Così ora siete qui che discutete tutti amabilmente, mentre Guy costringe qualcuno a cimentarsi col karaoke.
Tutto sommato vi state anche divertendo, la musica è buona, la compagnia anche e devi dire che un po’ ti mancava tutto questo, il sentirsi parte di una grande famiglia, sempre pronta ad accoglierti e a sostenerti.
Stai tranquillamente parlando con Robert, Susan si è un attimo allontanata per telefonare alla baby-sitter di Exton per sapere se tutto sta procedendo per il meglio, quando guy vi interrompe, reclamando l’attenzione di Rob.
“Robert dai canta qualcosa!” lo prega con i suoi famosi “occhioni dolci”.
“No Guy stasera non mi va, prova a chiedere a qualcun altro” gli risponde cortesemente.
“Ma tu canti benissimo; perché non vuoi farmi questo piacere? Eh Rob? Perché?”. Sembra quasi disperato, ma sapete benissimo che è tutta una farsa. Guy sa bene come ottenere ciò che vuole.
E sai anche che non smetterà di tormentarvi finché non avrà ottenuto esattamente ciò che vuole, lo avete tutti già sperimentato sul set, a suon di ripetizioni e ripetizioni di scene.
“Dai Robert, concedigli questa piccola cosa. Non avrai mica paura, vero?” sai che metterla sul piano della competizione, spesso, è l’unico modo per convincerlo ad agire. Ed anche questa volta, almeno a giudicare dall’occhiata di rimprovero che ti manda, sembra che tu abbia fatto colpo.
Anche Guy deve essersi accorto dell’occhiata di Robert perché comincia a tirarlo verso il karaoke, iniziando a tempestarlo di domande per scegliere la canzone.
“Che cosa ci canterai questa volta? Una canzone d’amore? O una canzone allegra? Oppure perché non canti una canzone per Susan? Sarebbe romanticissimo, si. Canterai una canzone per lei! Ora andiamo a scegliere quale” e mentre ancora Guy parla, li vedi arrivare alla postazione, e prendere il libro delle canzoni per scegliere.
Mentre ti godi la scena, a debita distanza dal palco, sia mai che a Guy venga l’orrenda idea di far cantare anche te, Susan ritorna, raggiante come sempre.
“Jude, che fine ha fatto Robert?” ti chiede con calma.
“Guy lo ha rapito per farlo cantare” le rispondi sorridendo. Vuoi veramente bene al vostro regista, per tanti motivi, ma delle volte riconosci che si comporta come un bambino capriccioso.
“Oh, immagino che abbia convinto tu Robert ad andare. A me aveva detto che oggi non intendeva dare spettacolo di se.” Lo dice quasi con un tono rassegnato, già arresa al fatto di aver sposato uno degli uomini più egocentrici al mondo. Non per niente Robert interpreta Tony Stark, playboy, miliardario, filantropo ecc...
“Già” rispondi, nascondendo un sorriso dentro il tuo bicchiere.
Susan sospira, scuotendo la testa, rassegnata, ma allo stesso tempo sorride, perché anche a lei (delle volte) piace vedere suo marito fare il buffone.
Finalmente sembra che Robert abbia scelto una canzone da cantare, e dopo aver armeggiato con la console, si posiziona sul palco davanti al gobbo su cui passeranno le parole.
La musica comincia, e tu la riconosci subito, è una delle canzoni d’amore più famose, colonna sonora di un film di cui al momento non ricordi il nome, ma che di sicuro doveva essere un film molto romantico.

 
“She
 May be the face I can’t forget
 A trace of pleasure I regret
 May be my treasure or the price I have to pay
 She may be the song that Solomon sings
 May be the chill that autumn brings
 May be a hounded tearful things
Within the measure of the day.

 
Cerchi di non illuderti, di mantenere bene in mente che con Susan accanto non puoi abbandonarti a sentimentalismi da dodicenne innamorata. Cerchi anche di evitare di pensare che lui stia cantando per te, perché si mentre canta, Robert sta guardando verso di voi, ed è impossibile capire se stia cantando per la moglie o per te.
Ma nonostante tutto questo, non puoi fare a meno di pensare che tu in questo momento non dovresti stare li, accanto a lei. Ti senti un intruso, di troppo. E vorresti quasi scappare, ma sai anche che non sarebbe giusto, nei tuoi confronti e in quelli di Robert. Così ti limiti ad ascoltare, combattendo il battito del cuore che tende ad accelerare.
Ti giri verso Susan e le parli, quasi fosse l’unica ancora di salvezza, in questa situazione che va a diventare sempre più imbarazzante.
“Sai Susan, tu sei una donna molto fortunata. Hai un lavoro che ti soddisfa pienamente, un figlio che adori e un marito che farebbe di tutto per te. Devi sentirti molto fortunata per questo.”
Le sorridi, come a voler sottolineare che pensi veramente che lei sia felice in questa situazione. Lei ti guarda, all’inizio sorpresa dalle tue parole, ma poi si apre anche lei in un sorriso splendente.
“Si, sono molto felice di questi tempi. Ma anche tu, Jude, non te la passi male. Insomma, hai dei figli meravigliosi e che hai cresciuto in modo perfetto, il lavoro ti va a gonfie vele, e continui ad essere uno degli uomini, nonché attori, più belli del mondo. Non ti manca niente.”
Questo non è esattamente vero, e anche lei lo sa. C’è una cosa che ti manca, una cosa che lei ha. Ma non potrai e non vorrai mai chiedergliela, perché questo porterebbe solo sofferenza e litigi.
Sospiri, cercando di mascherare al meglio i tuoi pensieri, ma Susan deve essersi accorta di qualcosa, perché ti sorride quasi a volersi scusare.
“Bhe, c’è una cosa che mi manca” ammetti timidamente. Non sei proprio sicuro di voler fare questa conversazione con lei. Non avete mai parlato chiaramente della vostra situazione. Vi siete sempre limitati a comportarvi come dei buoni amici, dato che l’un l’altro riconoscete quanto siate importanti in questa sorta di famiglia allargata che avete creato.
“Mi manca svegliarmi ogni giorno con accanto la persona che amo. Poter vivere tranquillamente la mia vita con lui, senza avere l’incombenza degli orari di partenza degli aerei da rispettare. Senza dover ritagliare scampoli di vita per poter passare alcune ore insieme, per poi dividerci per mesi interi.”
E’ anche per questo che hai accettato subito di venire qui, quando Guy vi ha chiamati. Erano mesi che non vi vedevate più e già cominciavi a smaniare per il vostro incontro successivo. Ma fatichi ad ammetterlo davanti a lei, quasi lei potesse aversene a male se tu parlassi.
Ma sorprendentemente Susan ti poggia una mano sul braccio, come a volerti consolare.
“Sai cosa ha fatto Robert appena Guy ha chiamato per chiederci di venire qui?” ovviamente le rispondi di no, perché non hai saputo che anche loro avevano accettato fino a che non te li sei ritrovati al locale.
“Appena chiusa la chiamata, Robert si è subito messo al computer, ha prenotato i biglietti per venire qui, e poi si è organizzato un paio di settimane di vacanza non so dove. Non mi ha voluto specificare, anche perché non è con me che andrà.” E stringendoti il braccio cerca di farti capire.
Ti apri in un sorriso, sapendo che molto probabilmente la sorpresa è proprio per te, ma allo stesso tempo un brivido d’aspettativa ti coglie, perché una sorpresa fatta da Robert può vuol dire tutto e niente. Non sai mai cosa aspettarti in questi casi.

 
Però... però questo non toglie che a te spettano sempre un paio di incontri o settimane ogni tanto, mentre lei può goderselo ogni volta che vuole.
Sai perfettamente che questo è un pensiero tremendamente egoista da parte tua, ma l’amore non vuol dire anche questo?
Essere anche egoisti e non voler dividere con nessuno l’oggetto del proprio desiderio.
Le sorridi, cercando di ringraziarla, almeno un po’, per il supporto morale che ti sta dando. Ma non riesci ancora a superarla questa cosa.

 
“She
 May be the reasons I survive
 The why and where for I’m alive
 The one I’ll care for through the rough and rainy years

 
La canzone continua, con le sue note struggenti che la voce di Robert mettono in risalto. Lanci uno sguardo verso di lui, non riuscendo a non guardarlo per troppo tempo.
Lui, lui sta guardando ancora voi, ma questa volta il suo sguardo è fisso sulla mano di Susan sul tuo braccio.
E i suoi occhi sembrano quasi lanciare scintille, quasi non volesse che nessun’altro ti tocchi. Come se tu fossi una sua proprietà privata. Infondo tutto questo non ti da fastidio, anzi quasi ti lusinga, ma sai anche che nonostante tutto ciò lui è indissolubilmente legato a Susan.
“Tu lo hai salvato dalla droga e dall’alcol. Gli hai ridato una vita rispettabile, gli hai dato amore quando tutti gli altri preferivano evitarlo. Lo hai portato fuori dal baratro e per questo lui te ne sarà sempre grato e non ti lascerà mai. Non si allontanerà mai, per quanto mi possa amare, non sceglierà mai me”. La voce ti si è incrinata sulle ultime parole, e delle lacrime minacciano già di uscire, ma cerchi di ricacciarle dentro. Non vuoi sembrare troppo debole o troppo perdutamente innamorato ai suoi occhi.
Ma ancora una volta è con un sorriso indulgente che ti parla.
“Probabilmente avrai ragione e lui non mi lascerà mai, ma sbagli quando dici che gli ho salvato la vita. E’ vero l’ho fatto uscire dal baratro della droga e dell’alcol, ma non l’ho fatto rinascere. Quello l’hai fatto tu.”
Trattieni il respiro, perché davvero non ti aspettavi una confessione del genere da parte sua.
“Tu probabilmente non ti sei accorto, perché ancora non vi conoscevate. Prima che cominciassero le riprese di Sherlock Holmes, e che voi vi conosceste, Robert era ritornato a chiudersi in se stesso. Il mondo dello spettacolo cominciava a stargli stretto. La critica non lo apprezzava a pieno per le sue capacità e questo infieriva non poco sulla sua autostima. Non so come abbia fatto a non ricadere nei suoi vecchi vizzi, ma ringrazio Dio ogni giorno per questo. Non mi dava la possibilità di aiutarlo, non mi parlava quasi più e aveva quasi allontanato tutti coloro che a quel tempo poteva considerare i suoi amici.
Poi un giorno, parlando con Guy decisi di provare a fargli fare il provino per Holmes. Speravo, qualora non lo avessero preso, che almeno si desse una scossa ma fortunatamente a Guy piacque la sua interpretazione e lo prese per la parte.
Ricordo perfettamente il giorno in cui vi presentammo, soprattutto ricordo la scintilla di vita negli occhi di Robert, una scintilla che non vedevo più da tanto tempo.
Da quel giorno lui tornò a vivere, grazie unicamente a te, e sebbene io abbia perso una parte considerevole di posto nel suo cuore, sono grata che tu lo abbia riportato alla vita.
Vedi perché non sono io che l’ho salvato, ma tu?”.
E’ una domanda retorica, questo lo sai bene, ma nonostante questo non riesci ad assimilare tutto quello che Susan ti ha appena confessato.
Sei shockato, Robert non ti ha mai detto niente di tutto questo. E non sai se sentirti onorato di questo o impaurito. Impaurito di cosa questo potrebbe significare.
“Però nonostante questo, è sempre lì per te, pronto ad assecondare ogni tua richiesta. Acconsente sempre a tutto. Non ha fatto una piega quando gli hai detto di volere Exton e per tutta la gravidanza non ti ha mai lasciata sola, ed ora è un padre meraviglioso.”
Non sai da dove queste parole ti siano uscite. Dentro di te è come se stesse infuriando una battaglia. Il cuore, dopo le parole di Susan, vorrebbe solo andare da Robert e dirgli che lo ami alla follia. Ma il cervello, quel maledetto cervello dedito solo alla più ferrea logica, ti spinge a considerare che per quante cose potrebbe dirti Susan, non sarà mai abbastanza. Perché nonostante tutto non sarai tu a passare tutta la vita con Robert, ma lei.
“Oh Jude, ma come te lo devo spiegare? Come posso farti capire che nonostante tutto, lui ha sempre te nei pensieri?
Quando gli parlai di Exton, è vero lui acconsentì, ma prima di dire si, volle fare una chiamata. Ti ricordi chi chiamò, Jude? In uno dei momenti più importanti della sua vita, lui chiamò te! Volle sapere il tuo parere. Se tu avessi detto no, o avessi fatto delle rimostranze, lui non avrebbe mai accettato.”
E’ vero, ha ragione lei. Ricordi perfettamente quella telefonata. Come ricordi la voce terrorizzata e allo stesso tempo felice di Robert. Quel giorno ti era sembrato così semplice dire di si, che era la cosa giusta. Sapevi che entrambi lo volevano e che solo con un nuovo figlio Robert avrebbe potuto provare a perdonarsi per non essere stato un bravo padre con Indio.
“Tu non puoi saperlo, perché non c’eri durante la mia gravidanza –continua lei, con voce dolce, quasi come quella di una madre che parla ad proprio bambino- ma in quei giorni Robert non faceva altro che chiedersi ‘Chissà cosa farebbe Jude?’, ‘Come avrà fatto Jude?’, ‘Chissà se si ricorda come si fa questo o come si fa quello?’. Si chiedeva costantemente cosa avresti fatto tu al suo posto, ti aveva preso a modello ideale di padre. Ha sempre adorato il tuo rapporto coi tuoi figli, e non stento a pensare che anche lui vorrebbe che il suo con Exton fosse così.”
Sorridi ripensando al Robert nel periodo in cui Susan era incinta. Ricordi quelle sporadiche telefonate che potevate concedervi, in cui lui era esaltato per la cosa, e te lo immaginavi come un pazzo che girava per casa con libri pre-maman sotto il braccio, nonostante lui ci fosse già passato una volta. Ma sapevi perfettamente che questa volta per lui era diverso, se la stava vivendo in modo diverso. E nonostante lo sapessi felice ti si stringeva il cuore quando pensavi che non eri li con lui a condividere quelle piccole gioie, che l’aspettare la nascita di un bambino comporta.
“Ovviamente, da quando Exton è nato, Robert non ha perso occasione di parlargli di te. Credo che quel bambino, da grande, sarà ossessionato da te. Preparati ad avere uno stalker dietro la porta di casa” ride sommessamente e tu non sai se prendere le sue parole per uno scherzo o se considerarle veritiere.
Lei nota la tua perplessità e ti spiega, sempre sorridendo amabilmente.
“L’altro giorno, dopo la telefonata di Guy, sono andata dall’estetista. per concedermi un pomeriggio di relax, e li ho lasciati tutti e due da soli.
Quando sono tornata li ho trovati seduti sul divano che guardavano il DVD di “Rise of the Guardians”. Erano arrivati alla fine, quando i guardiani stanno per sconfiggere Pitch, Exton era in lacrime, come ogni volta che lo guardano, sembra avere un amore smodato per quel personaggio. Exton piangeva e batteva le manine sulle braccia di Robert, che cercava di tenerlo fermo per evitare che cadesse dal divano, e gridava ‘A-Man! A-Man!’ indicando il video. Non riesce ancora a dire Iron, e quello è l’unico modo con cui riesce a chiamare il supereroe. E ogni volta che lo gridava, Robert gli chiedeva se volesse che Iron Man andasse a salvare Pitch e Exton ricominciava a piangere tuffandosi fra le braccia del padre.
Non so perché continuiamo a fargli vedere quel film, ma se non lo facciamo comincia a piangere. Non so come abbia fatto, ma riesce a riconoscere la tua voce attraverso il video e vuole che qualcuno ti salvi.
Mi fa una tenerezza infinita vederlo così attaccato a te, e di sicuro questo non dispiace a Rob, insomma è riuscito a sobillare anche suo figlio”, ti dice cominciando a ridere sonoramente. E tu, tu sei seriamente spaventato. Non pensavi che Robert sarebbe arrivato a tanto.
“Capisci ora, perché ti dico che non hai alcun motivo per preoccuparti della forza dell’amore che Robert ha per te? Lui non riuscirebbe a muovere un passo senza avere la tua approvazione. E penso che rimanga con me, solo per non creare problemi, ad Exton, a me e anche a te. Ed anche perché il mondo non è ancora pronto ad accettare una situazione del genere. C’è ancora troppa gente bigotta in giro, purtroppo.”
Sei esterrefatto, proprio non ti aspettavi tutto questo. Però ti conforta saperlo. Concordi con l’ipotesi di Susan, anche se questo vuol dire non poter vivere con l’uomo che ami.

 
“Me I’ll take her laughter and her tears
 And make them all my souvenirs
 For where she goes I got to be
The meaning of my life is

She, she, she.

 
Mentre stavate parlando, la canzone si è avviata alla fine e con essa è arrivato il momento del ritorno di Robert, che ti coglie impreparato e di sorpresa.
“Ehi che succede qui?” vi chiede, circondando con un braccio Susan.
Tu rimani in silenzio, un po’ perché non sai cosa dire, un po’ perché comincia a renderti conto che ti sei comportato come una donnetta in piena crisi ormonale e ti vergogni non poco della discussione che hai appena avuto con Susan.
Fortunatamente è proprio lei a salvare la situazione, più o meno.
“Oh è tutto apposto, amore. Jude aveva solo bisogno di essere rassicurato, e dato che non c’eri tu ci ho pensato io.” dice tranquillamente, con quel sorriso serafico che ti ha riservato per tutta la chiacchierata.
Solo che, nonostante abbia salvato la situazione, rompendo il ghiaccio, ti ha anche messo nei guai, perché sai che ora Robert non sarà soddisfatto, e tranquillo, finché tu non gli confesserai tutto.
Ed infatti lui è già li che ti fissa con sguardo indagatore e preoccupato.
“Bene, ho promesso alla babysitter che sarei ritornata per le undici, e mancano poco più di venti minuti a quell’ora, quindi io direi che vado.
Ciao Jude, e smettila di preoccuparti per cose che non esistono”.
Ti saluta, abbracciandoti stretto, lascia un bacio sulla guancia al marito per poi andarsene e lasciarvi soli.
“Allora, posso sapere cosa vi siete detti, o è tutto coperto dal segreto professionale?” cerca di sdrammatizzare, e lo apprezzi, ma si vede che non sta più nella pelle per sapere cosa è successo. Non gli piace sapere che tu hai un problema con qualcosa e non sapere cosa esso sia. Lo ha sempre odiato. Come odia vederti soffrire.
Tu non sai cosa dirgli, sia perché il tutto potrebbe fargli capire quanto tu sia debole certe volte, ma anche perché non sai realmente da dove cominciare a parlare. Susan ti ha confessato moltissime cose e tu non sai da che parte cominciare per affrontarle.
E’ lui a parlare per toglierti dall’imbarazzo.
“Senti, diciamo a Guy che ti sei sentito poco bene e ce ne andiamo di qui. Così magari tu ti calmi un po’ e riesci a parlare.” Annuisci appena e lo vedi allontanarsi, alla ricerca del regista.
Dopo poco lo vedi ritornare e prenderti la mano, per condurti fuori dal locale. Previdentemente hai preso una camera in un hotel vicino al locale, così non dovete neanche prendere la macchina per arrivarci.
Salite in camera, dopo essere passati dal consierge e aver preso la chiave, ed è lì che, seduto sul suo letto, decidi di parlare.
“Eh solo che... Niente! Sono stato uno stupido. Quando ti ho visto lì a cantare per lei, non so... ho fatto di tutto per non essere geloso, perché lo so che mi ami, ma... allo stesso tempo, dentro di me, c’era una parte che continuava ad urlarmi che per quanto amassi me, non sarebbe mai stato niente in confronto all’amore che hai per lei, e... e ho fatto veramente fatica a non andare via piangendo ma... ma poi ho cominciato a parlare con Susan e lei mi ha raccontato delle cose... cose che se da una parte mi facevano capire quanto amassi me, dall’altra non facevano che evidenziare quanto lei fosse importante per te.... e poi... e poi lei mi ha raccontato di Exton, e io... io mi sono sentito un perfetto idiota perché non ho fatto altro, tutta la sera che dubitare di te, quando invece ora mi sembra più che ovvio quanto sia grande il tuo amore per me... e... e... e non so cosa dire, perché tutto questo è cominciato dalla mia paura che tu non mi amassi quanto io amo te ed è tanto, credimi... ma....ma...” rimani senza parole, ormai vuoto di idee e modi per esplicitare ciò che ti vortica dentro.
Vorresti solo poterlo abbracciare, baciare e fare l’amore con lui, per fargli capire quanto lo vuoi, ma non sai come lui prenderà tutta questa storia, temi quasi che possa essere arrabbiato per il grande atto di sfiducia che gli hai appena raccontato. E non riesci ad alzare la testa per guardarlo, senti quasi un grande peso che ti grava sulle spalle e che ti costringe a stare con la testa chinata.
Non vedi il momento in cui lui si inginocchia davanti a te, né noti le sue mani che ti si avvicinano per alzare il tuo viso e permettergli di guardare i tuoi splendidi occhi, che si sono trasformati un due polle d’acqua.
Noti solo i suoi occhi, quando finalmente i vostri sguardi si ricongiungono. I suoi occhi che si sono fatti liquidi, pieni d’amore. D’amore per te.
“Sai perché il mio amore per te non potrà mai essere raggiunto da quello che nutro per Susan?” scuoti la testa leggermente e delle piccole lacrime sfuggono al tuo controllo.
Lui, prima di risponderti, si piega su di te per asciugarle con le sue labbra.
“Vedi, Susan mi ha dato tanto amore, e per questo le sarò sempre grato; ma Susan non ha bisogno di essere sempre coccolata e rassicurata. Tu invece si. Ma non pensare che con questo io voglia dire che sei un bambino o che so io.” Ride leggermente, cercando di alleggerire questo momento che tutti e due percepite carico di tensione.
“Non sei tu ad essere il problema, se così vogliamo chiamarlo. Sono io che ho bisogno di prendermi cura di qualcuno. Qualcuno che si, delle volte sarà anche fragile, ma tante altre, però, si dimostra la persona più forte che io conosca, capace di affrontare qualsiasi situazione gli si ponga di fronte.
E quella persona sei tu, Jude. Il mio personale cucciolo, bisognoso di attenzione, ma che allo stesso tempo è sempre pronto a difendermi.
Capisci perché ti amo così tanto?”
Non gli dai nemmeno la soddisfazione di una risposta, ti appropri delle sue labbra con voracità e trasporto. Non riesci neanche a focalizzare il pensiero che forse lui si aspetterebbe qualcosa d’altro, perché in questo momento riesci solo a pensare che il modo più semplice ed immediato per rispondergli sia proprio questo.
Lui risponde prontamente, intrappolando la tua lingua e succhiandola leggermente. Le tue mani si vanno a posizionare sul colletto della sua camicia e tirano per far si che i vostri corpi aderiscano quanto più possibile.
Sale sul letto gattonando, e mentre lui scende a baciarti il collo, tu arretri fino ai cuscini su cui poi ti lasci cadere portandolo con te e facendo scontrare una prima volta i vostri bacini, che già racchiudono i vostri sessi, eccitati e vogliosi di essere liberati.
Un gemito vi costringe ad interrompere le vostre attività e a riprendere aria. Boccheggi a pochissimi centimetri dalla sua bocca e ancora affannato gli sussurri.
“Ti Amo Rob” e ti riappropri delle sue labbra.
Lui ti si concede ma all’improvviso si stacca, facendoti grugnire di disappunto.
Sorride lascivamente e riavvicinandosi lentamente, molto lentamente, ti sussurra.
“Anch’io Ti Amo, Jude, ma di più. Più di tutto.” e finalmente ti concede ti tornare a baciarlo.

 

 
FINE

 

 

 

 

 
N.d.a. :
Eccomi!
Allora, che dire? Come penso vi sarete accorti questa storia è particolare. Apparentemente potrebbe sembrare una song-fic, data la presenza del testo della canzone e il nome della shot. Ma allo stesso tempo la canzone è solo un pretesto per tutto quello che è accaduto.
Oltretutto è strana anche perché raccoglie in se vari momenti, si ride, c’è un momento serio, c’è il fluff e per un pelo non siamo caduti nella lemon.
Sarebbe veramente carino se nella realtà Susan, fosse così aperta alla strana storia che si è creata, ma questo presupporrebbe che una storia ci sia.....
Non so chi abbia visto Rise of the Guardians, ma io quando l’ho fatto ho pregato fino all’ultimo che non sconfiggessero Pitch, quel personaggio è troppo patatoso per morire u_u
Oltretutto il fatto che Exton riconosca Rob in Iron-Man è vero, lo ha detto proprio Robert in non ricordo quale intervista, quindi mi sono detta che forse avrebbe potuto riconoscere anche Jude... Bho!
Spero che la storia vi sia piaciuta almeno un pochino e se volete farmelo sapere potete anche recensire.
Bhon io ho detto tutto, ora sta a voi..
Baci Baci! Naky

   
 
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