Disclaimer:
Tutto
quello che ho scritto non è avvenuto e mai
avverrà. In fede, non credo neanche
che ci sia gente che pensi cose del genere.
Sono tutte
idee mie. Ovviamente non scrivo a scopo di lucro,
e se anche lo dovessi fare, un domani, non lo farei con loro.
Ho dichiarato
il raiting arancione più per scrupolo di coscienza che per
altro. Ovviamente
non è verde, neanche lontanamente. Credo sia un giallo
strano, tendente al
rosso, ma non un pieno arancione. Ma visto che questo colore non
esiste, ho
messo arancione, anche se mi sembra troppo.
Decidete voi...
She
“Vorrei
fare un brindisi a questa fantastica crew, con la
quale anni fa ho cominciato un fantastico percorso, e con la quale ora
ho la
possibilità di girare una nuova fase della mia vita.
Vorrei
ringraziare tutti i produttori, qui rappresentati
dalla splendida Susan; vorrei ringraziare gli sceneggiatori, che so da
domani
si dedicheranno a scrivere il copione; ed infine vorrei ringraziare
tutti gli
attori, che si sono tanto impegnati nei due film passati, per dar vita
a un
magnifico lavoro e che sono sicuro, ancora una volta, daranno il meglio
di se
sul nuovo set.
Un ultimo
grazie, va al nostro soggetto preferito. A
Sherlock Holmes!”.
“A Sherlock Holmes!” è il grido che si
alza dalla tavolata,
in risposta al piccolo discorso che Guy ha appena terminato.
Siete tutti a Las Vegas, la città del vizio, del gioco
d’azzardo e dei matrimoni celebrati in pacchianissime
cappelle ed ufficiati da
improbabili Elvis. State festeggiando “l’inizio dei
lavori” per Sherlock Holmes
3. L’idea è stata proprio di Guy, riunirsi tutti
quanti per rivedersi e
festeggiare. Ovviamente, però, il concetto di Guy di
divertimento, non
comprende solo una bella cena in un locare decoroso, da passare con gli
amici a
chiacchierare. No, niente di tutto questo, vi ha portato in un locale
della
Streep in cui generalmente delle “ballerine”, con
degli abiti così succinti che
chiamarli tali è un eufemismo, si divertono a ballare,
arrampicate a dei pali
in ferro, per accumulare la loro paga giornaliera. Fortunatamente,
però, Guy ha
avuto il buon gusto di concedere la serata libera alle ballerine e
chiedere al
proprietario del locale, oltre che di riservargli interamente il
locale, di
lasciare preparato l’impianto per il karaoke.
Ringrazi mentalmente per questa idea, non sapendo come
avresti reagito se Iris avesse accettato di accompagnarti e Guy non
avesse
mandato a riposo le “ragazze”. Non contando anche
il fatto che molta gente,
Robert ad esempio ma anche molti altri, si sono fatti accompagnare
dalle
corrispettive mogli. Così ora siete qui che discutete tutti
amabilmente, mentre
Guy costringe qualcuno a cimentarsi col karaoke.
Tutto sommato vi state anche divertendo, la musica è buona,
la compagnia anche e devi dire che un po’ ti mancava tutto
questo, il sentirsi
parte di una grande famiglia, sempre pronta ad accoglierti e a
sostenerti.
Stai tranquillamente parlando con Robert, Susan si è un
attimo allontanata per telefonare alla baby-sitter di Exton per sapere
se tutto
sta procedendo per il meglio, quando guy vi interrompe, reclamando
l’attenzione
di Rob.
“Robert dai canta qualcosa!” lo prega con i suoi
famosi
“occhioni dolci”.
“No Guy stasera non mi va, prova a chiedere a qualcun
altro”
gli risponde cortesemente.
“Ma tu canti benissimo; perché non vuoi farmi
questo
piacere? Eh Rob? Perché?”. Sembra quasi disperato,
ma sapete benissimo che è
tutta una farsa. Guy sa bene come ottenere ciò che vuole.
E sai anche che non smetterà di tormentarvi
finché non avrà
ottenuto esattamente ciò che vuole, lo avete tutti
già sperimentato sul set, a
suon di ripetizioni e ripetizioni di scene.
“Dai Robert, concedigli questa piccola cosa. Non avrai mica
paura, vero?” sai che metterla sul piano della competizione,
spesso, è l’unico
modo per convincerlo ad agire. Ed anche questa volta, almeno a
giudicare
dall’occhiata di rimprovero che ti manda, sembra che tu abbia
fatto colpo.
Anche Guy deve essersi accorto dell’occhiata di Robert
perché comincia a tirarlo verso il karaoke, iniziando a
tempestarlo di domande
per scegliere la canzone.
“Che cosa ci canterai questa volta? Una canzone
d’amore? O
una canzone allegra? Oppure perché non canti una canzone per
Susan? Sarebbe
romanticissimo, si. Canterai una canzone per lei! Ora andiamo a
scegliere
quale” e mentre ancora Guy parla, li vedi arrivare alla
postazione, e prendere
il libro delle canzoni per scegliere.
Mentre ti godi la scena, a debita distanza dal palco, sia
mai che a Guy venga l’orrenda idea di far cantare anche te,
Susan ritorna,
raggiante come sempre.
“Jude, che fine ha fatto Robert?” ti chiede con
calma.
“Guy lo ha rapito per farlo cantare” le rispondi
sorridendo.
Vuoi veramente bene al vostro regista, per tanti motivi, ma delle volte
riconosci che si comporta come un bambino capriccioso.
“Oh, immagino che abbia convinto tu Robert ad andare. A me
aveva detto che oggi non intendeva dare spettacolo di se.” Lo
dice quasi con un
tono rassegnato, già arresa al fatto di aver sposato uno
degli uomini più
egocentrici al mondo. Non per niente Robert interpreta Tony Stark,
playboy,
miliardario, filantropo ecc...
“Già” rispondi, nascondendo un sorriso
dentro il tuo
bicchiere.
Susan sospira, scuotendo la testa, rassegnata, ma allo
stesso tempo sorride, perché anche a lei (delle volte) piace
vedere suo marito
fare il buffone.
Finalmente sembra che Robert abbia scelto una canzone da
cantare, e dopo aver armeggiato con la console, si posiziona sul palco
davanti
al gobbo su cui passeranno le parole.
La musica comincia, e tu la riconosci subito, è una delle
canzoni d’amore più famose, colonna sonora di un
film di cui al momento non
ricordi il nome, ma che di sicuro doveva essere un film molto
romantico.
“She
May
be the face I can’t forget
A trace of pleasure
I regret
May be my treasure
or the price I have to pay
She may be the song that Solomon sings
May be the chill
that autumn brings
May be a hounded
tearful things
Within the measure of the day.”
Cerchi
di non illuderti, di mantenere bene in mente che con
Susan accanto non puoi abbandonarti a sentimentalismi da dodicenne
innamorata. Cerchi
anche di evitare di pensare che lui stia cantando per te,
perché si mentre
canta, Robert sta guardando verso di voi, ed è impossibile
capire se stia
cantando per la moglie o per te.
Ma nonostante
tutto questo, non puoi fare a meno di pensare
che tu in questo momento non dovresti stare li, accanto a lei. Ti senti
un
intruso, di troppo. E vorresti quasi scappare, ma sai anche che non
sarebbe
giusto, nei tuoi confronti e in quelli di Robert. Così ti
limiti ad ascoltare,
combattendo il battito del cuore che tende ad accelerare.
Ti giri verso
Susan e le parli, quasi fosse l’unica ancora
di salvezza, in questa situazione che va a diventare sempre
più imbarazzante.
“Sai
Susan, tu sei una donna molto fortunata. Hai un lavoro
che ti soddisfa pienamente, un figlio che adori e un marito che farebbe
di
tutto per te. Devi sentirti molto fortunata per questo.”
Le sorridi,
come a voler sottolineare che pensi veramente
che lei sia felice in questa situazione. Lei ti guarda,
all’inizio sorpresa
dalle tue parole, ma poi si apre anche lei in un sorriso splendente.
“Si,
sono molto felice di questi tempi. Ma anche tu, Jude,
non te la passi male. Insomma, hai dei figli meravigliosi e che hai
cresciuto
in modo perfetto, il lavoro ti va a gonfie vele, e continui ad essere
uno degli
uomini, nonché attori, più belli del mondo. Non
ti manca niente.”
Questo non
è esattamente vero, e anche lei lo sa.
C’è una
cosa che ti manca, una cosa che lei ha. Ma non potrai e non vorrai mai
chiedergliela, perché questo porterebbe solo sofferenza e
litigi.
Sospiri,
cercando di mascherare al meglio i tuoi pensieri,
ma Susan deve essersi accorta di qualcosa, perché ti sorride
quasi a volersi
scusare.
“Bhe,
c’è una cosa che mi manca” ammetti
timidamente. Non
sei proprio sicuro di voler fare questa conversazione con lei. Non
avete mai
parlato chiaramente della vostra situazione. Vi siete sempre limitati a
comportarvi come dei buoni amici, dato che l’un
l’altro riconoscete quanto
siate importanti in questa sorta di famiglia allargata che avete creato.
“Mi
manca svegliarmi ogni giorno con accanto la persona che
amo. Poter vivere tranquillamente la mia vita con lui, senza avere
l’incombenza
degli orari di partenza degli aerei da rispettare. Senza dover
ritagliare
scampoli di vita per poter passare alcune ore insieme, per poi
dividerci per
mesi interi.”
E’
anche per questo che hai accettato subito di venire qui,
quando Guy vi ha chiamati. Erano mesi che non vi vedevate
più e già cominciavi
a smaniare per il vostro incontro successivo. Ma fatichi ad ammetterlo
davanti
a lei, quasi lei potesse aversene a male se tu parlassi.
Ma
sorprendentemente Susan ti poggia una mano sul braccio,
come a volerti consolare.
“Sai
cosa ha fatto Robert appena Guy ha chiamato per
chiederci di venire qui?” ovviamente le rispondi di no,
perché non hai saputo
che anche loro avevano accettato fino a che non te li sei ritrovati al
locale.
“Appena
chiusa la chiamata, Robert si è subito messo al
computer, ha prenotato i biglietti per venire qui, e poi si
è organizzato un
paio di settimane di vacanza non so dove. Non mi ha voluto specificare,
anche
perché non è con me che
andrà.” E stringendoti il braccio cerca di farti
capire.
Ti apri in un
sorriso, sapendo che molto probabilmente la
sorpresa è proprio per te, ma allo stesso tempo un brivido
d’aspettativa ti
coglie, perché una sorpresa fatta da Robert può
vuol dire tutto e niente. Non
sai mai cosa aspettarti in questi casi.
Però... però questo non toglie che a te spettano
sempre un
paio di incontri o settimane ogni tanto, mentre lei può
goderselo ogni volta
che vuole.
Sai perfettamente che questo è un pensiero tremendamente
egoista da parte tua, ma l’amore non vuol dire anche questo?
Essere anche egoisti e non voler dividere con nessuno
l’oggetto del proprio desiderio.
Le sorridi, cercando di ringraziarla, almeno un po’, per il
supporto morale che ti sta dando. Ma non riesci ancora a superarla
questa cosa.
“She
May
be the reasons I survive
The why and where
for I’m alive
The one
I’ll care for through the rough and
rainy years”
La
canzone continua, con le sue note struggenti che la voce
di Robert mettono in risalto. Lanci uno sguardo verso di lui, non
riuscendo a
non guardarlo per troppo tempo.
Lui, lui sta
guardando ancora voi, ma questa volta il suo
sguardo è fisso sulla mano di Susan sul tuo braccio.
E i suoi occhi
sembrano quasi lanciare scintille, quasi non
volesse che nessun’altro ti tocchi. Come se tu fossi una sua
proprietà privata.
Infondo tutto questo non ti da fastidio, anzi quasi ti lusinga, ma sai
anche
che nonostante tutto ciò lui è indissolubilmente
legato a Susan.
“Tu
lo hai salvato dalla droga e dall’alcol. Gli hai ridato
una vita rispettabile, gli hai dato amore quando tutti gli altri
preferivano
evitarlo. Lo hai portato fuori dal baratro e per questo lui te ne
sarà sempre
grato e non ti lascerà mai. Non si allontanerà
mai, per quanto mi possa amare,
non sceglierà mai me”. La voce ti si è
incrinata sulle ultime parole, e delle
lacrime minacciano già di uscire, ma cerchi di ricacciarle
dentro. Non vuoi
sembrare troppo debole o troppo perdutamente innamorato ai suoi occhi.
Ma ancora una
volta è con un sorriso indulgente che ti
parla.
“Probabilmente
avrai ragione e lui non mi lascerà mai, ma
sbagli quando dici che gli ho salvato la vita. E’ vero
l’ho fatto uscire dal
baratro della droga e dell’alcol, ma non l’ho fatto
rinascere. Quello l’hai
fatto tu.”
Trattieni il
respiro, perché davvero non ti aspettavi una
confessione del genere da parte sua.
“Tu
probabilmente non ti sei accorto, perché ancora non vi
conoscevate. Prima che cominciassero le riprese di Sherlock Holmes, e
che voi
vi conosceste, Robert era ritornato a chiudersi in se stesso. Il mondo
dello
spettacolo cominciava a stargli stretto. La critica non lo apprezzava a
pieno
per le sue capacità e questo infieriva non poco sulla sua
autostima. Non so
come abbia fatto a non ricadere nei suoi vecchi vizzi, ma ringrazio Dio
ogni
giorno per questo. Non mi dava la possibilità di aiutarlo,
non mi parlava quasi
più e aveva quasi allontanato tutti coloro che a quel tempo
poteva considerare
i suoi amici.
Poi un giorno,
parlando con Guy decisi di provare a fargli
fare il provino per Holmes. Speravo, qualora non lo avessero preso, che
almeno
si desse una scossa ma fortunatamente a Guy piacque la sua
interpretazione e lo
prese per la parte.
Ricordo
perfettamente il giorno in cui vi presentammo,
soprattutto ricordo la scintilla di vita negli occhi di Robert, una
scintilla
che non vedevo più da tanto tempo.
Da quel giorno
lui tornò a vivere, grazie unicamente a te, e
sebbene io abbia perso una parte considerevole di posto nel suo cuore,
sono
grata che tu lo abbia riportato alla vita.
Vedi
perché non sono io che l’ho salvato, ma
tu?”.
E’
una domanda retorica, questo lo sai bene, ma nonostante
questo non riesci ad assimilare tutto quello che Susan ti ha appena
confessato.
Sei shockato,
Robert non ti ha mai detto niente di tutto
questo. E non sai se sentirti onorato di questo o impaurito. Impaurito
di cosa
questo potrebbe significare.
“Però
nonostante questo, è sempre lì per te, pronto ad
assecondare ogni tua richiesta. Acconsente sempre a tutto. Non ha fatto
una
piega quando gli hai detto di volere Exton e per tutta la gravidanza
non ti ha
mai lasciata sola, ed ora è un padre meraviglioso.”
Non sai da
dove queste parole ti siano uscite. Dentro di te
è come se stesse infuriando una battaglia. Il cuore, dopo le
parole di Susan,
vorrebbe solo andare da Robert e dirgli che lo ami alla follia. Ma il
cervello,
quel maledetto cervello dedito solo alla più ferrea logica,
ti spinge a
considerare che per quante cose potrebbe dirti Susan, non
sarà mai abbastanza.
Perché nonostante tutto non sarai tu a passare tutta la vita
con Robert, ma
lei.
“Oh
Jude, ma come te lo devo spiegare? Come posso farti
capire che nonostante tutto, lui ha sempre te nei pensieri?
Quando gli
parlai di Exton, è vero lui acconsentì, ma prima
di dire si, volle fare una chiamata. Ti ricordi chi chiamò,
Jude? In uno dei
momenti più importanti della sua vita, lui chiamò
te! Volle sapere il tuo
parere. Se tu avessi detto no, o avessi fatto delle rimostranze, lui
non
avrebbe mai accettato.”
E’
vero, ha ragione lei. Ricordi perfettamente quella
telefonata. Come ricordi la voce terrorizzata e allo stesso tempo
felice di
Robert. Quel giorno ti era sembrato così semplice dire di
si, che era la cosa
giusta. Sapevi che entrambi lo volevano e che solo con un nuovo figlio
Robert
avrebbe potuto provare a perdonarsi per non essere stato un bravo padre
con
Indio.
“Tu
non puoi saperlo, perché non c’eri durante la mia
gravidanza –continua lei, con voce dolce, quasi come quella
di una madre che
parla ad proprio bambino- ma in quei giorni Robert non faceva altro che
chiedersi ‘Chissà cosa farebbe Jude?’,
‘Come avrà fatto Jude?’,
‘Chissà se si
ricorda come si fa questo o come si fa quello?’. Si chiedeva
costantemente cosa
avresti fatto tu al suo posto, ti aveva preso a modello ideale di
padre. Ha
sempre adorato il tuo rapporto coi tuoi figli, e non stento a pensare
che anche
lui vorrebbe che il suo con Exton fosse così.”
Sorridi
ripensando al Robert nel periodo in cui Susan era
incinta. Ricordi quelle sporadiche telefonate che potevate concedervi,
in cui
lui era esaltato per la cosa, e te lo immaginavi come un pazzo che
girava per
casa con libri pre-maman sotto il braccio, nonostante lui ci fosse
già passato
una volta. Ma sapevi perfettamente che questa volta per lui era
diverso, se la
stava vivendo in modo diverso. E nonostante lo sapessi felice ti si
stringeva
il cuore quando pensavi che non eri li con lui a condividere quelle
piccole
gioie, che l’aspettare la nascita di un bambino comporta.
“Ovviamente,
da quando Exton è nato, Robert non ha perso
occasione di parlargli di te. Credo che quel bambino, da grande,
sarà
ossessionato da te. Preparati ad avere uno stalker dietro la porta di
casa”
ride sommessamente e tu non sai se prendere le sue parole per uno
scherzo o se
considerarle veritiere.
Lei nota la
tua perplessità e ti spiega, sempre sorridendo
amabilmente.
“L’altro
giorno, dopo la telefonata di Guy, sono andata
dall’estetista. per concedermi un pomeriggio di relax, e li
ho lasciati tutti e
due da soli.
Quando sono
tornata li ho trovati seduti sul divano che
guardavano il DVD di “Rise of the Guardians”. Erano
arrivati alla fine, quando
i guardiani stanno per sconfiggere Pitch, Exton era in lacrime, come
ogni volta
che lo guardano, sembra avere un amore smodato per quel personaggio.
Exton
piangeva e batteva le manine sulle braccia di Robert, che cercava di
tenerlo
fermo per evitare che cadesse dal divano, e gridava ‘A-Man!
A-Man!’ indicando
il video. Non riesce ancora a dire Iron, e quello è
l’unico modo con cui riesce
a chiamare il supereroe. E ogni volta che lo gridava, Robert gli
chiedeva se
volesse che Iron Man andasse a salvare Pitch e Exton ricominciava a
piangere
tuffandosi fra le braccia del padre.
Non so
perché continuiamo a fargli vedere quel film, ma se
non lo facciamo comincia a piangere. Non so come abbia fatto, ma riesce
a
riconoscere la tua voce attraverso il video e vuole che qualcuno ti
salvi.
Mi fa una
tenerezza infinita vederlo così attaccato a te, e
di sicuro questo non dispiace a Rob, insomma è riuscito a
sobillare anche suo
figlio”, ti dice cominciando a ridere sonoramente. E tu, tu
sei seriamente
spaventato. Non pensavi che Robert sarebbe arrivato a tanto.
“Capisci
ora, perché ti dico che non hai alcun motivo per
preoccuparti della forza dell’amore che Robert ha per te? Lui
non riuscirebbe a
muovere un passo senza avere la tua approvazione. E penso che rimanga
con me,
solo per non creare problemi, ad Exton, a me e anche a te. Ed anche
perché il
mondo non è ancora pronto ad accettare una situazione del
genere. C’è ancora
troppa gente bigotta in giro, purtroppo.”
Sei
esterrefatto, proprio non ti aspettavi tutto questo.
Però ti conforta saperlo. Concordi con l’ipotesi
di Susan, anche se questo vuol
dire non poter vivere con l’uomo che ami.
“Me
I’ll take her laughter and her tears
And
make them all my souvenirs
For where she goes I
got to be
The meaning of my life
is
She, she, she.”
Mentre
stavate parlando, la canzone si è avviata alla fine e
con essa è arrivato il momento del ritorno di Robert, che ti
coglie impreparato
e di sorpresa.
“Ehi
che succede qui?” vi chiede, circondando con un braccio
Susan.
Tu rimani in
silenzio, un po’ perché non sai cosa dire, un
po’ perché comincia a renderti conto che ti sei
comportato come una donnetta in
piena crisi ormonale e ti vergogni non poco della discussione che hai
appena
avuto con Susan.
Fortunatamente
è proprio lei a salvare la situazione, più o
meno.
“Oh
è tutto apposto, amore. Jude aveva solo bisogno di essere
rassicurato, e dato che non c’eri tu ci ho pensato
io.” dice tranquillamente,
con quel sorriso serafico che ti ha riservato per tutta la
chiacchierata.
Solo che,
nonostante abbia salvato la situazione, rompendo
il ghiaccio, ti ha anche messo nei guai, perché sai che ora
Robert non sarà
soddisfatto, e tranquillo, finché tu non gli confesserai
tutto.
Ed infatti lui
è già li che ti fissa con sguardo indagatore
e preoccupato.
“Bene,
ho promesso alla babysitter che sarei ritornata per
le undici, e mancano poco più di venti minuti a
quell’ora, quindi io direi che
vado.
Ciao Jude, e
smettila di preoccuparti per cose che non
esistono”.
Ti saluta,
abbracciandoti stretto, lascia un bacio sulla
guancia al marito per poi andarsene e lasciarvi soli.
“Allora,
posso sapere cosa vi siete detti, o è tutto coperto
dal segreto professionale?” cerca di sdrammatizzare, e lo
apprezzi, ma si vede
che non sta più nella pelle per sapere cosa è
successo. Non gli piace sapere
che tu hai un problema con qualcosa e non sapere cosa esso sia. Lo ha
sempre
odiato. Come odia vederti soffrire.
Tu non sai
cosa dirgli, sia perché il tutto potrebbe fargli
capire quanto tu sia debole certe volte, ma anche perché non
sai realmente da
dove cominciare a parlare. Susan ti ha confessato moltissime cose e tu
non sai
da che parte cominciare per affrontarle.
E’
lui a parlare per toglierti dall’imbarazzo.
“Senti,
diciamo a Guy che ti sei sentito poco bene e ce ne
andiamo di qui. Così magari tu ti calmi un po’ e
riesci a parlare.” Annuisci
appena e lo vedi allontanarsi, alla ricerca del regista.
Dopo poco lo
vedi ritornare e prenderti la mano, per
condurti fuori dal locale. Previdentemente hai preso una camera in un
hotel
vicino al locale, così non dovete neanche prendere la
macchina per arrivarci.
Salite in
camera, dopo essere passati dal consierge e aver
preso la chiave, ed è lì che, seduto sul suo
letto, decidi di parlare.
“Eh
solo che... Niente! Sono stato uno stupido. Quando ti ho
visto lì a cantare per lei, non so... ho fatto di tutto per
non essere geloso,
perché lo so che mi ami, ma... allo stesso tempo, dentro di
me, c’era una parte
che continuava ad urlarmi che per quanto amassi me, non sarebbe mai
stato
niente in confronto all’amore che hai per lei, e... e ho
fatto veramente fatica
a non andare via piangendo ma... ma poi ho cominciato a parlare con
Susan e lei
mi ha raccontato delle cose... cose che se da una parte mi facevano
capire
quanto amassi me, dall’altra non facevano che evidenziare
quanto lei fosse
importante per te.... e poi... e poi lei mi ha raccontato di Exton, e
io... io
mi sono sentito un perfetto idiota perché non ho fatto
altro, tutta la sera che
dubitare di te, quando invece ora mi sembra più che ovvio
quanto sia grande il
tuo amore per me... e... e... e non so cosa dire, perché
tutto questo è
cominciato dalla mia paura che tu non mi amassi quanto io amo te ed
è tanto,
credimi... ma....ma...” rimani senza parole, ormai vuoto di
idee e modi per
esplicitare ciò che ti vortica dentro.
Vorresti solo
poterlo abbracciare, baciare e fare l’amore
con lui, per fargli capire quanto lo vuoi, ma non sai come lui
prenderà tutta
questa storia, temi quasi che possa essere arrabbiato per il grande
atto di
sfiducia che gli hai appena raccontato. E non riesci ad alzare la testa
per
guardarlo, senti quasi un grande peso che ti grava sulle spalle e che
ti
costringe a stare con la testa chinata.
Non vedi il
momento in cui lui si inginocchia davanti a te,
né noti le sue mani che ti si avvicinano per alzare il tuo
viso e permettergli
di guardare i tuoi splendidi occhi, che si sono trasformati un due
polle
d’acqua.
Noti solo i
suoi occhi, quando finalmente i vostri sguardi
si ricongiungono. I suoi occhi che si sono fatti liquidi, pieni
d’amore.
D’amore per te.
“Sai
perché il mio amore per te non potrà mai essere
raggiunto da quello che nutro per Susan?” scuoti la testa
leggermente e delle
piccole lacrime sfuggono al tuo controllo.
Lui, prima di
risponderti, si piega su di te per asciugarle
con le sue labbra.
“Vedi,
Susan mi ha dato tanto amore, e per questo le sarò
sempre grato; ma Susan non ha bisogno di essere sempre coccolata e
rassicurata.
Tu invece si. Ma non pensare che con questo io voglia dire che sei un
bambino o
che so io.” Ride leggermente, cercando di alleggerire questo
momento che tutti
e due percepite carico di tensione.
“Non
sei tu ad essere il problema, se così vogliamo
chiamarlo. Sono io che ho bisogno di prendermi cura di qualcuno.
Qualcuno che
si, delle volte sarà anche fragile, ma tante altre,
però, si dimostra la
persona più forte che io conosca, capace di affrontare
qualsiasi situazione gli
si ponga di fronte.
E quella
persona sei tu, Jude. Il mio personale cucciolo,
bisognoso di attenzione, ma che allo stesso tempo è sempre
pronto a difendermi.
Capisci
perché ti amo così tanto?”
Non gli dai
nemmeno la soddisfazione di una risposta, ti
appropri delle sue labbra con voracità e trasporto. Non
riesci neanche a
focalizzare il pensiero che forse lui si aspetterebbe qualcosa
d’altro, perché
in questo momento riesci solo a pensare che il modo più
semplice ed immediato
per rispondergli sia proprio questo.
Lui risponde
prontamente, intrappolando la tua lingua e succhiandola
leggermente. Le tue mani si vanno a posizionare sul colletto della sua
camicia
e tirano per far si che i vostri corpi aderiscano quanto più
possibile.
Sale sul letto
gattonando, e mentre lui scende a baciarti il
collo, tu arretri fino ai cuscini su cui poi ti lasci cadere portandolo
con te
e facendo scontrare una prima volta i vostri bacini, che già
racchiudono i
vostri sessi, eccitati e vogliosi di essere liberati.
Un gemito vi
costringe ad interrompere le vostre attività e
a riprendere aria. Boccheggi a pochissimi centimetri dalla sua bocca e
ancora
affannato gli sussurri.
“Ti
Amo Rob” e ti riappropri delle sue labbra.
Lui ti si
concede ma all’improvviso si stacca, facendoti
grugnire di disappunto.
Sorride
lascivamente e riavvicinandosi lentamente, molto
lentamente, ti sussurra.
“Anch’io
Ti Amo, Jude, ma di più. Più di tutto.”
e
finalmente ti concede ti tornare a baciarlo.
FINE
N.d.a. : Eccomi!
Allora, che
dire? Come penso vi sarete accorti questa storia
è particolare. Apparentemente potrebbe sembrare una
song-fic, data la presenza
del testo della canzone e il nome della shot. Ma allo stesso tempo la
canzone è
solo un pretesto per tutto quello che è accaduto.
Oltretutto
è strana anche perché raccoglie in se vari
momenti, si ride, c’è un momento serio,
c’è il fluff e per un pelo non siamo
caduti nella lemon.
Sarebbe
veramente carino se nella realtà Susan, fosse
così
aperta alla strana storia che si è creata, ma questo
presupporrebbe che una
storia ci sia.....
Non so chi
abbia visto Rise of the Guardians, ma io quando l’ho
fatto ho pregato fino all’ultimo che non sconfiggessero
Pitch, quel personaggio
è troppo patatoso per morire u_u
Oltretutto il
fatto che Exton riconosca Rob in Iron-Man è
vero, lo ha detto proprio Robert in non ricordo quale intervista,
quindi mi
sono detta che forse avrebbe potuto riconoscere anche Jude... Bho!
Spero che la
storia vi sia piaciuta almeno un pochino e se
volete farmelo sapere potete anche recensire.
Bhon io ho
detto tutto, ora sta a voi..
Baci Baci! Naky