Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
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Autore: Lela_88    07/06/2013    5 recensioni
pezzi di canzoni con relative scene costruite per loro.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                              ❤Per te.
     Non aggiungo altro

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Noi due inciampammo contro un bacio all’improvviso. È troppo bello per essere vero.”
                                                                                                                                                    (Con tutto l’amore che posso)

 
 
 
 
<< Ma dai, si vede lontano chilometri che è Watson ad essere perdutamente innamorato di Holmes… >>
Sempre la stessa storia, quando parliamo dei personaggi che interpreteremo e io gli faccio notare quanto, non solo dai libri, ma anche dal copione, Holmes sia legato a Watson.
<< …altrimenti mi spieghi perché non è mai veramente capace di andarsene e lasciare il povero Sherlock al suo destino? >>
Ci conosciamo da poco, ma Guy ha chiesto che studiassimo insieme il copione, per entrare in sintonia e a quanto pare ci stiamo riuscendo. L’americano ci sa fare… COSA!?!
<< Hai detto “il povero Sherlock”? >>
Lo guardo perplesso e lui ha una faccia che dice: “prova a ribattere”
<< Robert, lo hai letto il copione? Hai letto i tentativi del tuo poveretto per sabotare il matrimonio di Watson? >> l’ho fatto, ho ribattuto, non penso ci sia altro da dire.
<< Ma, se ci fai caso, riesce sempre a portarselo dietro. Un motivo dev’esserci… >>
Lascia la frase in sospeso e se ne va lasciandomi a guardare il punto dove prima era lui.
Non vincerò facilmente contro di lui.
 
<< Hai visto? È come ti dicevo io… >>
Sono passati mesi dalla prima volta che parlammo di loro. Ora parliamo come loro.
<< Sei palesemente innamorato di me. Non negarlo. Guarda come mi cerchi, guarda come devi gridare il mio nome quando vuoi proteggermi dall’esplosione… >>
Ma la situazione e sempre la stessa. Beh non proprio. Io e Robert ormai siamo inseparabili. Come i veri Sherlock e John. Cosa proviamo? Non credo lo sappiamo. Ma stiamo bene.
<< Allora? Non hai niente da dire, mio caro Watson >>
Alzo gli occhi per guardarlo. Siamo nel nostro camerino, lui è seduto sul divano, io su un piccolo sgabellino davanti a lui. Credetemi se vi dico che non so che farei se sento ancora un suono provenire dalla sua bocca.
Si sporge verso di me, forse preoccupato dal mio silenzio.
<< Jude, ho detto qualco- >>
Non può terminare. L’ho baciato. Ho detto che non so che avrei fatto? Neanche adesso lo so.
So solo che sta rispondendo e io non ci posso credere.
È una sensazione fantastica e poi, finalmente, ho vinto.

 
 
 

***

 
 
 
“Tu che sei stato e sarai tra le persone più mie. Tu che mi stai nei quattro angoli del cuore, ridammi in queste mani senza amore, l’amore delle mani tue.”

                                                                                                                                                                                                                                                                               (Notti)

 
 
 
Non posso assolutamente dire che io e Jude ci siamo innamorati al primo sguardo.
Sicuramente c’è stato quel qualcosa che ci ha spinti ha questo sin dalla prima volta che i miei occhi hanno incontrato i suoi.
Quando quel giorno ci stringemmo la mano e ci annunciarono che per mesi non avremmo fatto altro che averci tra i piedi, non ho provato quel fastidio che solitamente si può provare quando si è costretti a stare sempre con le stesse persone. No. Ne ero entusiasta.
Ora?
Ora non sarei capace di stare senza quest’inglesino, mi è entrato dentro. È ovunque. È mio.
Non c’è un punto del mio cuore che Jude non abbia raggiunto, toccato ed aggiustato.
<< Mi hai fatto tornare a credere che c’è ancora qualcosa capace di stravolgere, in senso positivo, il mio mondo. Hai riempito i miei giorni, i miei occhi, il mio cuore. Quando la prima volta le mie dita si sono intrecciate alle tue, l’ho sentito. Ho sentito un amore nuovo, tornare a riempire le mie mani. sei tu, Jude, sei l’amore. Ti amo. >>
L’ho detto. Sono stato io a dire per la prima volta quelle due paroline che tanto spaventano.
E allora perché io non  lo sono?
Non ho avuto paura di dirlo e non ho paura di quello che mi potrà dire lui.
Ora, qui, fermo immobile davanti a me, su questo letto. Il nostro letto.
Stretto a me dopo aver consumato quello che di più bello può dare l’amore.
Ci siamo dati corpo e anima e ora gli sto dando il mio cuore.
Mi accarezza. È senza parole. È commosso. È bellissimo.
<< Non c’è biso- >>
Un suo dito si poggia sulle mia labbra.
<< Shhhhh. Lascia che sia io a parlare ora. Anzi lascia che ti dimostri che quello che io sono per te, sei tu per me, se non in eguale misura, di più. Molto di più dopo le tue parole. Ti amo Rob. Ti amo tanto. >>

 
 
 

***

 
 
“Le mani sempre più ansiose di cose proibite e le canzoni stonate urlate al celo, lassù”
                                                                                                                                         (Questo piccolo grande amore)

 
 
 
<< Jude. Jude dove vai, torna qui >>
Sento Rob bisbigliare mentre mi corre dietro.
Stiamo tornando da una cena e io sono leggermente brillo.
Davvero, non ho bevuto molto, sono solo molto euforico.
Usciti dal ristorante io e il mio uomo abbiamo deciso di fare un giro per la città. Londra di notte è bellissima.
È vero, non possiamo tenerci per mano o fare gli amanti felici, ma lo siamo, cioè, siamo amanti e siamo felici e la cosa importante è che noi lo sappiamo.
Ma torniamo al perché Robert mi sta chiamando e correndo dietro.
Brillo per il vino e ubriaco di lui, ho deciso che non mi stava bene fare una passeggiata normale e semplice. Ho voglia di pazzie stanotte.
Ho allungato il passo fino a mettermi a correre sotto il suo sguardo curioso e adesso, sto provando a scavalcare i cancelli di un parco privato.
Rettifico, sono riuscito a scavalcare i cancelli del parco privato.
Robert mi raggiunge, ci guardiamo attraverso le grate.
<< Jude vieni via da lì. Ora. >>
<< No. vieni tu qui. Cos’hai paura che ci scoprano? >>
So come ottenere qualcosa da Rob. Sfidarlo è la mossa giusta. Lo eccita. Mi eccita. Ci eccita.
<< Bastardo >> bisbiglia, ma sta sorridendo.
Pochi secondi –è molto più agile di me- e mi ha raggiunto.
Non appena i suoi piedi toccano il suolo e lui si ricompone, riprendo a correre e mi addentro nel parco.
<< Maledizione. Ma cosa c’era in quel vino? >> dice prima di seguirmi. Si sta divertendo anche lui. Lo so.
<< So hold me, hold me, hold me and never ever leeeeeeeeet me gooooo >>
Sto rovinando urlando e stonando  una canzone che lui canta divinamente, ma non importa. Sono fuori.
<< for in my dreams you said  you love me… >>
Lo sento ridere << and in reality you love me , love me too >> continua lui e la canzone torna ad avere senso.
Mi raggiunge e mi abbraccia. Siamo soli, possiamo concedercelo.
<< Se non mi sbaglio è  quello che avevi chiesto, no? >>
Sorrido, lo stringo a mia volta e lo bacio.
Ma vogliamo di più.
Le nostre mani, al di fuori del nostro controllo iniziano l’esplorazione reciproca dei nostri corpi.
<< Torniamo a casa Rob. Ho bisogno di te. Ora. >>

 
 
 

 

***

 
 
 
 
 “E tu in un sospiro, tu, in ogni mio pensiero. Tu. Ed io restavo zitto, io, per non sciupare tutto. Io.”

                                                                                                                                                                                   (E tu…)

 
 
 
 
Maledizione!
Odio il suono della sveglia quando interrompe il mio sonno stroncando il sogno sul più bello.
Senza nemmeno aprire gli occhi allungo la mano e la spengo.
E, sempre ad occhi chiusi, seguendo il suo odore, mi giro e abbraccio il mio personale peluche. Jude.
Che poi era anche il soggetto del mio sogno brutalmente interrotto.
Apro lentamente gli occhi. Ho bisogno di guardarlo.
È ancora profondamente addormentato, non ha sentito la sveglia e il suo respiro regolare è musica.
È steso su un fianco, girato verso di me, un braccio sotto al cuscino e l’altro prima sulla mia pancia, adesso sul mio fianco.
È straordinario come questo piccolo uomo sia riuscito ad entrarmi così dentro.
La sua presenza è forte. C’è anche quando non c’è.
Mi ha insegnato il silenzio. A me, logorroico per antonomasia.
Quando ho lui vicino, quando ho lui nei pensieri, ho paura di parlare.
Io sono solo rumore, lui è una sinfonia e le sinfonie non si interrompono.
Apre i suoi occhi regalandomi il mondo.
Sorride. Sorrido. Lo bacio.
In silenzio, sempre in silenzio.

 
 
 
 

***

 
 
 
“È cresciuto in fretta, con due occhi svelti, senza una precisa età. Cicatrici sulle spalle dove le ali non ricresceranno più, anima profonda come i fiumi di quaggiù”

                                                                                                                                                  (Nel sole, nel sale, nel sud)

 
 
 
 
Adoro la sua schiena.
Mi sono appena svegliato e come ci siamo addormentati, così ci siamo rimasti. La stessa posizione.
Lui girato su un fianco che mi da le spalle e io che lo abbraccio da dietro.
E come dicevo prima, io adoro la sua schiena e le sue spalle.
A chiunque si chiedesse di figurare, descrivere o immaginare un angelo, molto probabilmente, lo descriverebbe biondo, occhi azzurri avvolto da un alone di luce bianca.
Non per presunzione, ma molti ci  vedrebbero me nel ruolo.
Io ho un'altra idea invece. Lui, Robert. È lui il mio angelo.
Questa schiena, queste spalle –ci passo una mano in una lenta carezza- una volta, tanto tempo fa, ne sono sicuro, sono state la dimora di due belle ali.
Continuo la carezza.
Ma anche se quelle ali non ci sono più, lui continua a volare. il mio piccolo Peter pan.
È dovuto crescere presto, il mondo ha richiesto subito la sua presenza. I suoi occhi hanno visto tanto, troppo.
Non ha percorso un preciso cammino dell’età e nonostante tutto, la sua anima è rimasta pulita, pura, profonda.
Gli lascio un lieve bacio tra le scapole. Si muove.
<< Buongiorno angelo mio. >>

 
 
 
 

***

 
 
 
 
“Senza te morirei. Senza te scoppierei. Senza te brucerei tutti i sogni miei. Solo, senza di te, che farei?”

                                                                                                                                                             (Sabato pomeriggio)

 
 
 
 
Siamo a casa mia. È venuto da me. Sapeva sarei rimasto solo perché Susan è dai suoi e ha voluto farmi una sorpresa
<< Rob, è un macello questo studio. >>
Ah si, ogni volta che viene da me si lamenta del mio disordine e si mette a sistemare. Non vorrei lo facesse, cioè, non è mica la mia domestica? Io ci ho anche provato a fermarlo ma, credetemi, è inutile.
Ora è nello studio dove ho un archivio di vecchi e nuovi progetti, contratti, sceneggiature, copioni e tanti altri documenti. Non esiste un ordine ma lui lo cerca e se non lo trova, lo crea.
<< Jude, lo sai che sono fatto così, perché non lasci perdere? >> dico entrando a mia volta nella stanza.
Alza lo gli occhi su di me come se avessi detto un’assurdità.
<< Oh tesoro non iniziamo di nuovo. Non ti ho detto di cambiare, ma tu non cambiare me e tu sai che non riesco a stare dove c’è troppo disordine. >>
Conclude e mi sorride come a dire “meno chiacchiere più lavoro”.
 
Mentre è di spalle che cerca di infilare un raccoglitore su uno scaffale, lo raggiungo e lo abbraccio da dietro.
<< Come farei senza di te? >> gli lascio un bacio dietro al collo.
Lascia il raccoglitore sul primo ripiano e si lascia andare contro di me. Porta le sue mani sulle mie e fa cadere la testa all’indietro sulla mia spalla mentre io continuo a lasciare piccoli baci.
<< Mmmmh per così poco? >> il mugolio di piacere che accompagna la frase mi è piaciuto.
Lo giro nel mio abbraccio e lo spingo contro lo scaffale.
<< Davvero credi sia solo per questo? >> gli chiedo ad un passo dalle sue labbra.
Mi avvolge il collo con le braccia, mette le mani nei miei capelli e azzera quella distanza.
Interrompo il bacio.
<< Jude se tu dovessi lasciarmi io non saprei cosa fare. Sei tutto. Neanche i sogni avrebbero più senso visto che li governi tutti, credimi. Senza di te sono niente. Dovrei solo morire per poterti cancellare >>
Stringe più forte le mani nei miei capelli.
<< Oddio Rob, come puoi pensare che io ti lasci? Ti amo. Ti amo tanto. >>
<< Anche io piccolo. Anche io. >>

 
 
 
 

***

 
 
 
 
“Così vai via, l’ho capito sai? Che vuoi che sia, se tu devi, vai. Mi sembra già che non potrò più farne a meno mentre i minuti passano […]
Tu non scordarmi mai, com’è banale adesso. Balliamo ancora, dai, ma sì è lo stesso, amore bello”

                                                                                                                                                                         (Amore bello)

 
 
 
 
 
Ha organizzato una cena qui a casa mia. Ha chiesto a me di uscire per un’oretta, il tempo di lasciargli organizzare tutto.
Sinceramente non mi andava molto. Domani deve tornare in America e anche un minuto lontani è tempo perso, ma ho accettato, so quanto ci tiene ad essere romantico e io non chiedo di meglio.
 
Giro a vuoto da quarantacinque minuti. Basta torno a casa. Ancora un po’ e non riuscirò più a respirare.
 
<< Scusami Rob, ma non ce l’ho fatta. Avevo biso- >>
Il resto della frase mi muore in gola.
Appena metto piede nel salone illuminato solo dalla luce delle candele, trovo lui che mi aspetta.
È bellissimo.
Si è sistemato la barba come piace a me. Una linea sottile che gli contorna la mascella arriva al mento e si ricongiunge ai baffetti. È sexy. Camicia bianca con i primi bottoni aperti e pantalone nero che gli fascia quel culo che non ha parole per essere descritto. È perfetto.
Ho già detto che è bellissimo?
Si avvicina, mi toglie la giacca accarezzandomi le spalle e le braccia.
<< È impaziente il mio pulcino vedo. >> sussurra al mio orecchio  << vai di sopra, fa una doccia. Ti aspetto qui. >> Mi lascia un bacio e va a sistemare la mia giacca.
Io corro di sopra. Tempo maledetto.
 
Sono stato davvero un fulmine. Quando torno giù questa volta lo trovo ad aspettarmi alla fine delle scale.
Allunga una mano, che afferro e mi conduce di nuovo nel salone.
C’è una leggera musica di sottofondo e i piatti sul tavolo.
Ma mi sono reso conto di non avere molta fame.
<< Non ti preoccupare per la cena. Anche a me non va. >> sussurra.
Ormai non mi stupisco più per le sue risposte a domande mai fatte. Lui mi legge dentro come nessun altro.
<< Scusami. So quanto impegno ci hai- >> sussurravo anche io mi è venuto spontaneo. Ma mi interrompe.
<< Shhhh tesoro, va tutto bene >>
Mi gira verso di lui.
<< Ti va di ballare? >>
Accetto. L’unica cosa che vogli adesso è stare stretto a lui e lasciarmi cullare da lui.
Gli circondo le spalle e lo abbraccio. Lui mi cinge i fianchi e ricambia la stretta.
Rimaniamo a dondolarci sulle note della musica.
<< Domani vai via. >> non è una domanda la mia.
<< Lo so >>
<< Non voglio >>
<< Neanche io >>
<< Ma devi >>
<< So anche questo >>
<< Mi dimenticherai? >>
<< Non potrei mai. Tornerò >>
<< Lo so >>
<< Ti amo >>
<< Ti amo anche io >>
Continuiamo a ballare. Balleremo per sempre.
 

 
 
 

***

 
 
 
 
“Con te, ritrovarmi con te e mangiare con te, confidarmi con te, bere un poco con te e poi farlo con te, fare tardi con te riscaldarmi con te e scherzare con te poi, rifarlo con te.”

                                                                                                                                                                                   (Con te)

 
 
 
<< Sai cosa pensavo? >>
<< No. cosa? >>
 
Siamo stesi sul letto. Abbiamo finito di fare l’amore da poco e ora lui è steso al mio fianco, con la testa sul mio petto mentre con una mano mi accarezza i pettorali e io gli passo la mia tra i capelli.
 
<< Pensavo che ci sono tantissime cose che amo fare con te.>>
Sposta la testa e la porta alla mia altezza, ma nessuno dei due termina la propria carezza.
È compiaciuto.
<< Davvero? Tipo? >>
Sorrido. È sempre stato curioso.
<< Allora parto col dire che solo il pensiero di vederti e passare del tempo con temi fa stare bene. Poi sai, mi piace fare tutto anche le cose più semplici come mangiare e soddisfare anche altri piccoli bisogni quotidiani. Adoro pensare di poterti dire tutto e sapere che mi ascolterai. E poi trovo sublime fare l’amore con te… >>
<< Mmmmmh quello anche io. >> m’interrompe.
<< Hey aspetta, non ho finito. >> mi fingo offeso. Sorride e mi da un bacio.
Lo stringo forte e riprendo.
<< Adoro quando passiamo intere notti a parlare senza renderci conto dell’orario. Adoro stringermi a te mentre fuori si gela e sapere che non sentiremo mai freddo quando siamo insieme. Amo  scherzare, giocare,  divertirmi e tornare bambini insieme. È fantastico. Ma sai cos’è ancora più sublime di fare l’amore con te? >>
Nasconde il viso nell’incavo tra il mio collo e la spalla
<< No, dimmi >> e inizia a lasciarmi piccoli baci che mi fanno impazzire.
<< Rifare l’amore con te. Ora, domani. Per sempre. >>
 
Un movimento rapido e sono di nuovo su di lui. La notte è lunga.

 
 
 
 

***

 
 
 
 
“Resta lì, non muoverti. Sorridi un po’. Adesso voltati. Fai così… appoggiati. Non dire no, amore, guarda qui.”

                                                                                                                                                                            (Fotografie)

 
 
 
Si è addormentato sul divano. Quanto è carino. Ci ha provato a resistere, ma non ce l’ha fatta. Il jet lag lo distrugge.
Stavamo guardando un film dopo aver mangiato qualcosa e lui piano piano si è accasciato su di me.
Ho ricevuto una telefonata e ho dovuto alzarmi e allontanarmi da lui. Se avessi potuto non lo avrei fatto, ma erano i mei  figli a chiamare.
Ora è lì, tutto rannicchiato con uno sguardo sereno e rilassato.
Amo quando viene qui e mi fa queste sorprese.
Amo averlo a casa mia e amo che lui si sente come se fosse anche un po’ sua.
Amo tutto di lui.
Improvvisamente mi viene un idea.
Senza fare troppo rumore corro di sopra e recupero la mia macchina fotografica.
È una vecchia polaroid. Ora non si usano più, ma io la adoro.
Gli scatto la prima foto e mi maledico.
Forse il rumore è stato troppo forte.
Lo guardo ma non si sveglia. Si muove solo un po’. Perfetto. Una nuova posa.
Metto la prima foto che è uscita sul tavolino e ne scatto un’altra.
Questa volta non mi preoccupo del rumore.
Cambio angolazione.
Ho il tempo di altre due foto e si sveglia.
Si mette seduto e mi guarda curioso. Capelli arruffati, sguardo confuso e segno dei cuscini del divano sul viso. È adorabile.
<< Jude che stai facendo? >> grugnisce e mi guarda. Io sorrido innocente e ne approfitto per rubargli un’altra foto. Inorridisce e prova a nascondersi affondando la faccia tra i cuscini.
<< Jude smettila. Chi vuoi spaventare con quelle foto? >>
Rido.
<< Ma smettila. Sei dolcissimo. Dai fammene fare un’altra. Ti pregoooo. >>
Fa uno scatto veloce e si alza. Prova a fuggire, ma io non mollo.
<< Su tesoro, una in cui sorridi. Girati, guardami, mettiti in posa, fa qualcosa. Non dire sempre di no. >>
Provo a fare il labbruccio e gli occhi dolci, ma è inutile. Non mi sta guardando e io ne approfitto e scatto una foto al suo bellissimo sedere.
Continua a scappare per la casa. Devo attirare la sua attenzione.
Trovato
<< Ahia! >> sono sicuro che non rimarrà indifferente. E infatti…
<< Jude! Ti sei fatto male? >> si volta e io gli scatto subito una foto e rido.
In pochi secondi mi è addosso. Prova fare uno sguardo assassino. Ma non ci riesce.
<< Sei un piccolo, subdolo bastardo >> ringhia sulle mie labbra.
<< E che ci vuoi fare. Piaccio così >>
<< Puoi dirlo forte >>  sussurra e mi bacia.
 
-Click-
Altra foto.
 

 
 
 

***

 
 
 
 
 
“Le labbra accostate ancora una volta ed una carezza ancora…
Parole inghiottite e sguardi bambini e come poterti dire che tu eri… un po’ di più”
                                                                                                                                                                        (Un po’ di più)

 
 
 
 
Movimenti lenti e costanti.
Le sue gambe intorno ai miei fianchi a tirarmi di più a lui, come a volere sempre di più.
Io tra le sue gambe, dentro di lui a dettare il ritmo.
Le mie braccia. Uno di lato per tenere una mano  sulla sua coscia, l’altro dietro la sua testa a fargli da cuscino.
Le sue mani nei miei capelli che stringono ma non fanno male. Mi tiene la testa ferma contro la sua.
Labbra contro labbra a rubarci l’aria. Incapaci di fare altro.
Proviamo  a dire qualcosa, ma una nuova ondata di piacere ci travolge e siamo costretti a mandare giù qualsiasi cosa di razionale le nostre menti provano ancora a fare.
 
Continua la nostra danza, continua il nostro spettacolo privato.
Ancora pochi attimi e torneremo a fare parte di questo mondo.
Ora siamo in paradiso o, almeno,  per me lo è.
Con un ultimo movimento mi riverso in lui e lui tra di noi.
Premo la mia fronte sulla sua. I nostri nasi si sfiorano. Le mie gocce di sudore vanno a mescolarsi alle sue. Il nostro profumo è ovunque.
Apro gli occhi e trovo i suoi ad aspettarmi.
Siamo stravolti, felici, stupiti solo come i bambini possono ancora essere.
Meravigliati da come ogni volta sia sempre meraviglioso.
<< J- Jude >> provo a dire con il respiro ancora corto. Mi ascolta.
<< Tu in relazione a qualsiasi cosa, sarei sempre un po’ di più >>
Mi bacia.

 
 
 
 

***

 
 
 
“Andiamo via, insieme, a darci la mano senza vergogna, a viverci dentro…
Andiamo via, presto, in fondo a un silenzio per dirci ora le cose mai dette e tutte quante le cose da dire     ancora e mettere la chiave del cuore, sotto il tappeto.
Andiamo via, soli, a chiederci un bacio e rubarne cento.
Andiamo via amore… a starci vicino quando trovarci vicino non sia abbastanza…
Perché non andiamo a casa?”

(Andiamo a casa)

 
 
 
 
 
Quante volte mi sento stanco.
Quante volte vorrei mollare tutto e andarmene.
Tante volte. Forse anche troppe.
Andare lontano, portare con me solo i miei figli, lui e i suoi figli.
Liberi di poterci amare, liberi anche solo di tenerci la mano senza paura o vergogna.
Poter avere tanto di quel tempo per noi da poterci dire tutto quello che fino ad ora non abbiamo mai potuto dire e per poter avere tutto il tempo di raccontarci ancora tanto.
Tutto quello che la nostra vita ha ancora da offrire.
Chiudere il  mondo e tutte le sue paranoie  fuori da noi. Lontano da noi.
Dare a lui e solo a lui libero accesso al mio cuore come io ho accesso al suo.
Poterci dedicare tanto di quel tempo da permetterci di giocare con esso.
Fare finta di non averne per poterne godere fino all’ultimo.
Fare finta di non avere tempo nemmeno per un bacio per poi scoprire di averne tanto che quel bacio si trasformerà in un infinità di baci. Per poi volerne ancora e ancora.
Andiamo a casa amore. Una nostra.
Compriamola, costruiamola.
Grande, piccola. Non importa
L’importante è che ci sia tu, Rob.
Tu, io, la nostra famiglia e il nostro non averne mai abbastanza.
 

 
 

 
***

 
 
 
 
“Tra sparare oppure sparire scelgo ancora di sperare finché ho te da respirare, finche ho un celo da spiare per sapere che:  sono vivo e sono qui e vengo dentro a prenderti. Da solo, disarmato e innamorato, tu devi arrenderti. Ci sono io e sono qui e resto qui a viverti per vivere…”

                                                                                                                                                                           (Io sono qui)

 
 
 
 
Ne ho fatte di esperienze nella mia vita. Sono stato messo sempre di fronte ad un bivio e nessuno aveva uno sbocco sicuro o che valesse la pena di scegliere.
Sì, è vero, la storia del bivio funziona che tu sei davanti a due strade, ne prendi una e quel che succede ti servirà per farti rimpiangere di non aver scelto l’altra.
Per me non è mai stato così.
Io ho sempre saputo cosa sarebbe successo se avessi scelto una strada o un'altra. La fine.
Ero fermo a quel bivio Jude.
Sono rimasto anni fermo a quel bivio.
Poi ho conosciuto te ed ho visto una stradina laterale, nascosta da siepi. Quella che tutti evitano di farti vedere perché potrebbe condurti alla felicità.
Ma io, l’ho imboccata.
Tu sei stata la mia luce alla fine del tunnel e me l’hai indicata e ora che sono qui, ti prego, lasciati amare.
Non porto nient’altro con me. solo il mio cuore. Può bastare?
Dimmi di si. Ho bisogno di saperti con me per poter vivere.
Anche se sei lontano. Anche se il tempo a disposizione per noi è limitato.
Dimmi che ci sei e me lo farò bastare fino al prossimo incontro.
 
Sono arrivato alla fine della strada e tu… sei qui

 
 
 
 

***.

 
 
 
 
“Sopra il mondo ci amavamo in un abbraccio sospirato, come un ballo lento e con le labbra morse e pallide   ci inseguivamo…
e con le gambe ci accarezzavamo…
e dentro agli occhi, allarmi, a bestemmiarci : io ti amo”

(Vivi)

 
 
 
 
Abbiamo fatto una pazzia.
Siamo scappati per un giorno alle nostre rispettive vite e ci siamo incontrati qui.
In questo posto lontano, sconosciuto e nascosto. Avevamo bisogno di noi. Non importava dove.
<< Jude, la prossima volta però, cerchiamo un posto esotico. >>
Rido. Ha ragione.
<< Beh, la prossima volta non farti venire queste voglie nel bel mezzo dell’inverno e soprattutto non raggiungermi tu in Europa. Qui non trovi posti esotici. >>
<< Non saranno esotici, ma nel sud dell’Europa ci sono climi più miti sicuramente. Perché hai scelto il nord… dov’è che siamo? >> dice mentre aggiunge della legna nel camino  e poi torna a letto da me.
<< Norvegia, Rob. Te l’ho ripetuto milioni di volte. Ti ho anche detto che se tu non mi avessi colto alla sprovvista dicendomi “trova il posto più lontano e preparati a venirci con me”. Sono andato nel panico e l’eccitazione ha fatto il resto. Comunque siamo insieme. Non ti lamentare. >>
Gli faccio spazio sotto le coperte – siamo entrambi nudi- e lo stringo a me.
 
Ho fittato, sotto falso nome, una  baita.
In questo paesino non sembrano nemmeno avere la televisione, figuriamoci se conoscono il cinema.
E poi questa baita è lontana dal centro.
È piccola è il fuoco del camino la riscalda subito senza problemi, ma noi siamo arrivati da poco e la prima cosa che abbiamo pensato è stata fare l’amore.
Per un attimo ci siamo sentiti potenti. Non sarà il punto più alto del mondo, ma per quanto riguarda l’Europa si. Noi sopra tutti.
Ci siamo amati con una passione e una fame di noi, travolgente.
Ci siamo scaldati cuore, corpo e anima.
E alla fine, stanchi distrutti e sfiniti, ci siamo resi conto di tremare come foglie al vento.
Entrambi con le labbra gonfie di morsi ma pallide per il freddo.
Ancora troppo stanchi per fare altro abbiamo provato a scaldarci con i nostri corpi.
Incatenandoci l’uno all’altro. Intrecciando braccia, mani gambe. Occhi.
I miei che trovano rifugio nei tuoi e i tuoi che trovano rifugio nei miei.
Gli stessi che al termine di ogni nostra passione sembrano gridare e lanciare allarmi perché il nostro Ti amo  per molti è ancora un’assurda bestemmia.
 
Il fuoco del camino acceso da Rob sta avendo il suo effetto.
Il calore si è subito diffuso.
<< Mmmmh ora di che si sta bene >> dico.
<< Ma tesoro ci sono io per scaldarti dal freddo. >>
Lo guardo perplesso.
<< Ma se eri tu quello che si stava lamentando. >>
Sorride
<< Dettagli. >>
Sorrido anch’io e nonostante il calore non sciogliamo il nostro  abbraccio.
<< Ti amo Rob >>
<< Ti amo Jude >>

 
 
 
 

***

 
 
 
 
“Tienimi con te dentro questa vita chiudi ogni via d'uscita per restarmi più vicino…
Tienimi con te in un pomeriggio quando piove giù un litigio ed un giorno sembra eterno…
Tienimi con te, così al tuo sonno stretto…
Fino alla fine del tempo, fino a che ce n'è ancora un po' e fino alla fine di tutto fino allora tu…
tienimi con te “  
                                                                                                                                                                     (Tienimi con te)

 
 
 
 
 
<< Amore mi prometti una cosa? >>
<< Se posso, sì. Lo sai che non c’è niente che non farei per te >>
Ecco, queste sono le cose per le quali sono fiero di dire che Jude Law è il mio uomo.
Ed è l’unico che mi può salvare quando mi prendono certe crisi esistenziali.
<< Tienimi con te. >>
Si mette seduto, si toglie gli occhiali sa sole e si gira verso di me.
 
Siamo in California. Questa volta ha raggiunto lui me.
Siamo su una piccola spiaggetta privata e irraggiungibile da occhi indiscreti.
Prima che io me ne uscissi con questa mia cosa, eravamo nel più completo relax sulle nostre sdraio a prendere il sole. Ma io la bocca chiusa non la so tenere e devo rovinare sempre tutto.
 
<< Rob. Ma che richiesta è? È ovvio che io ti tengo con me. Credo che non andrei da nessuna parte se non ti avessi dentro di me. >>
Sorrido.
<< Questo lo so piccolo. Per me è lo stesso. Ma vedi… >> sospiro.
Lui preoccupato, si alza,  si viene a sedere vicino a me e prende una mia mano tra le sue. La stringo.
<< Lo so di essere un tipo particolare. Ho un carattere difficile da comprendere. Io sono il primo che non riesco a capirmi. Come posso pretendere che lo facciano gli altri? E poi ho poche certezze nella vita e una di queste e che ti amo. Per questo ti chiedo di tenermi con te. Perché io mi perderei. >> prendo un respiro.
Lui aspetta paziente che io finisca.
<< Ti chiedo di tenermi con te anche quando, per futili motivi,  litigheremo perché io non saprò tenermi quella parola in più per me ma poi, per chiederti scusa, farò passare del tempo.
Tempo che perderemo a non stare insieme. E ti chiedo di tenermi con te anche nel tuo sonno. Perché è allora che io avrò più bisogno di te. La notte. Nei sogni. Quando la mia mente è debole e vulnerabile. Ti prego non mi lasciare solo. >>
Si alza di nuovo e questa volta viene a sedersi mettendosi cavalcioni su di me.
Mi stringe forte. Ricambio la sua stretta e nascondo il mio viso sul suo petto.
<< Non ti chiedo di perdonarmi tutto. Questo mai. Ma promettimi che fino a quando avrai anche solo una goccia di amore per me, mi terrai con te. >>
Concludo e Jude prende il mio viso tra le sue mani e mi tira fuori dal mio nascondiglio per potermi guardare negli occhi.
Quanto mi erano mancati i suoi.
<< Sei pronto a lasciarti amare per sempre? Perché è fino ad allora io ti terrò con me. >>
<< Jude lo sai che ti amo? >>
<< Si. E tu lo sai che anche io ti amo? >>
Non rispondo. Lo bacio.

 
 
 
 

***

 
 
 
 
"Domani non c’eri più. Eri già ieri, memoria e pensieri più vecchi. Tu dove sei perché io ti chiami oggi, perché tu torni a me… perché io torni a te”
         

                                                                                                                                                                   (A domani)

 
 
 
 
Il giorno dopo è sempre quello peggiore.
Il domani che poi è l’oggi di ieri.
Ma lui ieri era con me. oggi, quel maledetto domani, me lo ha portato via.
Non so dire quanto tempo è passato dalla sua partenza. Forse minuti che si trasformano velocemente in ore o secoli. Non so. Quando ci lasciamo per non sapere quando ci rivedremo perdo sempre la cognizione del tempo. Mi manca. Mi manca tanto.
Ma un giorno tornerò ad amare quel domani che oggi odio. Perché si trasformerà nel domani che lo rivedrò. Pronto a tornare ad essere il mio oggi.
Pronti di nuovo a tornare uno nelle braccia dell’altro.

 
 
 
 

***

 
 
 
 
 
 
A te che sei la fantasia dell’asfissia dei celi miei, tu sei la sola cosa nobile dei miei giorni plebei. Perché tu sei la mia eresia in questa idolatria agli dei”

                                                                                                                                                                                  (Hangar)

 
 
 
 
Non credo che Jude sappia quanto lui abbia cambiato la mia vita.
Non dubito di lui, non potrei mai. Di me piuttosto.
Di me che non sono capace di fargli capire quanto lui sia veramente importante.
Di quanto colore e quanta freschezza ha portato nella mia vita.
Di quanto abbia reso i miei giorni speciali e preziosi.
E sicuramente non sa che da quando ho lui ho imparato ad apprezzare ogni più piccola cosa della vita.
Mi ha fatto capire quanto davvero sia sacro questo dono.
Susan mi ha risvegliato salvandomi. Jude ha aggiunto quel tocco in più.
Ho deciso. Queste sono le prime cose che gli dirò domani.
 

 
 
 

***

 
 
 
 
“Domani ci troviamo all’incrocio delle tue braccia grandi per correre a gridarci: ti amo.
  Se anche tu senti la stessa ebrezza non siamo poi così lontani.”
                                                                                                                                                                                   (Stai su)

 
 
 
È arrivato. Quel giorno è arrivato.
Domani torna da me. Domani sarà di nuovo mio. Sarò di nuovo suo.
“Preparati a vivere senza l’uso delle braccia quando sarai con me. Ti serviranno solo per stringermi. Dovranno essere solo per me. Ti amo.”
Scrivo questo messaggio e glielo invio.
Ora starà dormendo. Lo leggerà al risveglio.
 
“Se guardi il celo e vedi la stessa luna che vedo io, non siamo poi così lontani”
Ogni tanto mi viene da pensare a questa frase.
Una frase che io e Rob non abbiamo mai potuto dire.
Si, perché nella nostra lontananza nemmeno il celo ci aiuta.
Da me notte. Da lui giorno. O viceversa.
I versi romantici sulla luna,  sugli astri, sul celo. Non sono per noi.
Fu durante una telefonata che però, come al solito,  Rob mi stupì.
Eravamo entrambi impegnati in nostri progetti. Come sempre lontani e lui se ne uscì:
<< Jude se quando mi pensi, quando mi sogni e se solo i ricordi di cosa provi quando le mie mani sono su di te ti fanno sentire quella forte emozione, quell’ebrezza che si prova solo quando siamo vicini. Non siamo poi così lontani. >>
Non seppi cosa rispondere allora.
In pratica mi confessò che quello che credevo fosse solo un mio pensiero, era anche suo. Non sono le cose ad avvicinarci, non è la geografia. Ma i sentimenti.
 
Il suono dei messaggi mi riporta al presente.
È lui. Non mi aspettavo la sua risposta immediata.
“Credo siano state create per questo. Per essere tue. Ti amo piccolo.”
 

 
 
 

***

 
 
 
“E tra le nostre dita, una strana calamita…”
                                                                                                                                                                                  (Navigando)

 
 
Ovunque.
In qualsiasi posto ci troviamo, con chiunque siamo, non possiamo fare a meno di tenerci la mano quando ne abbiamo la possibilità.
È così da quando è iniziata questa nostra storia.
Le nostre mani hanno volontà propria. Si cercano.
Le mie dita intrecciate alle tue sono nella loro condizione naturale. Il giusto incastro.
 
A tavola, mentre guardiamo un film, dopo aver fatto l’amore, mentre dormiamo, per far sentire che ci siamo, per dare conforto, quando è l’unico modo per poterci toccare…
Ogni momento è perfetto per sentirlo tra le mie dita.
 
<< Adoro quando giochi così con la mi amano. >>
La sua voce mi riscuote dai miei pensieri.
Siamo sul letto. Io semi steso  con lui tra le mie gambe. La sua schiena nuda che aderisce perfettamente al mio petto e la sua testa sulla mia spalla.
Ho preso la sua mano destra nella mia e ho iniziato a giocare con le sue dita.
Come spiegato prima, è una cosa naturale.
 
La porto alla mia bocca e la bacio.
<< Davvero ti piace? >> chiedo
<< Sì, è rilassane e adoro il senso d’intimità che si viene a creare con questo semplice gesto. >>
Ora e lui a baciare la mia mano.
<< E poi io amo le tue mani >>
Sorrido e lo stringo più forte.
C’è rispetto, c’è devozione nei nostri gesti. C’è amore.

 
 
 
 

***

 
 
 
 
E baciarti le labbra con un filo d’erba e scoprirti più bello coi capelli in su… e mi piaci di più”
                                                                                                                                                                                     (E tu…)
 
 
 
 
Ho avuto un’idea che può sembrare assurda e infantile vista da fuori.
Ma la cosa più strana è che sono stato io ad averla avuta e non lui. Ma lui mi contagia. Che posso farci.
Comunque, ho organizzato una specie di pick nick nel giardino sul retro di casa mia.
Una cosa per illuderci di stare insieme alla luce del sole.
 
E stranamente oggi è una giornata dove il sole ci sta facendo compagnia.
Il sole a Londra. Un evento.
Ce lo stiamo godendo, stesi uno di fianco all’altro.
 
Mi volto a guardarlo. Mi alzo su un gomito per poterlo vedere bene.
Strappo un filo d’erba e lo avvicino alle sue labbra disegnandone il contorno.
Le tira in dentro cercando di nasconderle e gira la testa.
<< Jude, mi fai il solletico. >>
Rido al suo tentativo di sfuggire al mio tocco.
Salgo cavalcioni su di lui e lo blocco a terra.
<< Mi stai coprendo la luce del sole >> dice fintamente scocciato.
<< Ma non dicevi che ero io il tuo sole? >> dico.
Mi piego su di lui e gli lascio un bacio a fior di labbra iniziando a passargli le mani tra i capelli.
Si rilassa al mio tocco e porta le sue mani sulla mia schiena.
 
Mi stacco da lui continuando la mia carezza nei suoi capelli.
<< Sai >> inizio e lui mi guarda attento << c’è una leggenda che dice che Robert Downey Jr è geloso dei suoi capelli e che non permette a nessuno di toccarli. >>
Sorride.
<< Non è una leggenda. È vero. >>
<< Ma io te li sto toccando. >>
<< Ma tu non sei nessuno. >>
 
Riesce sempre a lasciarmi senza parole. Lo bacio ancora.
Mi stacco per prendere aria. Lo guardo. Scoppio a ridere. Mi guarda strano.
<< Sei bellissimo con i capelli sparati in aria. >>
Prima che possa dire qualsiasi cosa. Torno ad impegnare la sua bocca con la mia.

 
 
 
 

***

 
 
 
 
“Fiato dentro il fiato. Io e te….
 Il mio grido nel tuo grido è stato un brivido…
 Il mio grido nel tuo grido è ancora un brivido.”
                                                                                          (Acqua nell’acqua)

 
 
 
 
Stretti l’uno all’altro.
Così mi piace stare dopo aver fatto l’amore.
Con te, che disfatto dalla potenza della nostra passione, ti abbandoni a me.
Con me che disfatto dalla potenza della nostra passione, mi abbandono a te.
Fondere il mio corpo con il tuo e riuscire a respirare solo grazie all’aria che mi da il tuo respiro.
Con la eco delle nostre grida che risuona ancora nella stanza e che ha ancora la potenza di dare brividi.
Oggi, com’è stato ieri, come sarà domani.
 
Non è cambiato niente da quattro anni fa, quando per la prima  volta i nostri corpi si sono conosciuti.
Quelle emozioni nate allora sono cresciute come è cresciuta la nostra storia. Si sono rafforzate.
Noi siamo cresciuti, noi siamo di ventati più forti.
 
Oddio, sentirti gridare il mio nome con la stessa forza con cui io grido il tuo è un qualcosa che non potrà mai essere espresso a parole.

Ti guardo dormire.
<< Recupera le tue forze amore mio >>
Sussurro e anche io mi abbandono al sonno.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nda: salve bella gente.
Vi concedo di pensare che questa nuova cosa è una pazzia.
Per scriverla sono andata in overdose di Baglioni. Calcolate che ho tutta la sua discografia dal 1970 al 2011
Tutto è nato perché c’era una frase di una canzone che mi ricordava loro e così ho pensato di estrapolare piccole frasi che mi ricordavano loro dal contesto originale della canzone. Cioè molte di queste se ascoltate per intero non possono essere associate interamente alla nostra coppia. Ma certe frasi si.
Vabè, che altro dire. Sono contenta che ci sono persone che mi seguono e che hanno aggiunto le mie storie tra le ricordate/seguite o preferite. Questo medley è dedicato a voi. Anche a chi non recensisce ^-^
Voglio dedicare un pensiero particolare a saurlina che non manca mai con le sue splendidi e dolci recensioni. Ti auguro tutto il bene per te e la tua bambina. E spero che anche questa nuova shot ti piaccia e che, anche se per poco, ti faccia volare con la mente.
Un bacio a tutti e spero vogliate lasciarmi un segno del vostro passaggio.
LeLa
   
 
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