07/06/2013
8 recensioni
It was my fault.
Lui si sentiva terribilmente in colpa adesso. Perché lo sapeva che era stata solo colpa sua, sua e della decisione di rimanere a Beacon Hills. Aveva sbagliato per l’ennesima volta e adesso ne pagava le conseguenze. Perché lui sbagliava sempre. Doveva andare con loro, maledetto lui!
Doveva seguire i suoi amici, doveva seguire Boyd ed Erica e scappare con loro, questo doveva fare. Invece era rimasto in quella cittadina per giocare una stupida partita di lacrosse, soltanto per vincere!
Vincere cosa poi? Una stupida coppa? Bene, la coppa adesso ce l’avevano, ma chi gli avrebbe ridato indietro la sua migliore amica?
Erica adesso era morta. La sua migliore amica, probabilmente l’unica che avesse mai avuto, non c’era più adesso, e lui si sentiva terribilmente in colpa.
Ancora una volta si era trovato di fronte a una scelta: scappare o restare, e ancora una volta aveva fatto la scelta sbagliata.
Avrebbe dovuto andare con loro, così avrebbe cercato di salvare la vita a lei piuttosto di sentirsi così… inutile. Ecco come si sentiva: inutile.
Inutile per non averla potuta salvare, ma anche per non essere riuscito a farle cambiare idea. Doveva essere più convincente.
Quando aveva saputo per certo che gli Alpha avevano lei e Boyd, era scattato qualcosa in lui: era determinato a riprendersi i suoi amici.
Loro dovevano trovarli. Boyd ed Erica dovevano tornare a casa sani e salvi.
Erano degli adolescenti, avevano davanti una vita intera da vivere!
In un momento di crisi, dopo ormai quattro mesi di ricerche, aveva persino gettato tutte le colpe su Derek, dicendogli che se lui non li avesse immischiati in tutto questo oggi probabilmente i suoi due Beta sarebbero persone normali, con una vita normale e da vivere! L’Alpha aveva incassato tutto senza dire una parola, consapevole che quello era solo un momento di sfogo del ragazzo.
Quando finalmente avevano trovato una pista concreta da seguire lo avevano fatto, e dopo poche settimane avevano un posto da perlustrare.
Ma proprio quando stavano per recarvisi, un odore familiare gli avvolse le narici. Un odore che non sentiva da tempo, e che gli mancava.
Un sorriso spuntò sulle sue labbra appena vide l’amico scuro avanzare verso di loro, persino Derek e Peter sorridevano. Un sorriso che sparì rapido così come era arrivato quando il riccio si accorse che il Beta era solo.
Bastarono una sola occhiata con l’amico e tre parole per far sì che Isaac perdesse totalmente il controllo.
“Erica è morta”. Pregava, come non aveva fatto mai in vita sua, che avesse sentito male, che in realtà l’amico avesse detto che stava per arrivare, che era dietro di lui. Ma quella parola continuava a bombardargli il cervello, e quando si girò a guardare le espressioni di Derek e Peter capì: non aveva sentito male.
Morta. Morta. Erica era morta.
Non poteva essere vero, non lei! Non la sua migliore amica. Era visibilmente sconvolto, aveva lo sguardo puntato dritto davanti a sé e non aveva detto una parola. L’Alpha, che si accorse dello stato in cui stava cadendo il suo Beta, gli mise una mano sulla spalla. Fu solo allora che tutte le emozioni vennero a galla, fu solo allora che Isaac iniziò a sfogarsi. Dolore, rimpianto, rabbia. Dentro di lui stava prendendo vita un cocktail d’emozioni che non riusciva più a controllare. Mentre le lacrime cadevano dai suoi occhi color ghiaccio e la rabbia si impossessava di lui, cominciò a camminare verso il bosco. Se la prese con due o tre alberi, sferrando potenti pugni contro di essi, lacerando la corteccia.
Non aveva intenzione di smettere, o meglio voleva eccome, ma non sapeva come fermarsi. Fu Derek ad aiutarlo, prendendolo con forza e sbattendolo a terra. E fu solo allora che Isaac si guardò le mani sanguinanti, senza fregarsene però, perché sapeva per certo che il dolore sarebbe passato di lì a poco. Almeno quello fisico se ne sarebbe andato, quello interiore non lo sapeva. Cominciò a piangere. Piangeva più forte che poteva, per potersi in qualche modo liberare di tutto quel dolore, per poter stare meglio.
Ed era questo che stava facendo in quel momento davanti la tomba dell’amica: piangeva. Era seduto là a terra in giacca e cravatta, dopo il funerale.
Era stato un funerale fantastico, degno di Erica, c’era stata un sacco di gente. In quel preciso momento anche il cielo sembrava piangere la sua morte: pioveva a dirotto. Pioveva così forte che la terra si era mischiata all’acqua ed era diventato fango, tutto intorno a Isaac era fango. Ma lui non aveva paura di sporcarsi, non gliene importava minimamente. Era lì per la sua amica.
Lentamente, quasi controvoglia, si alzò e si posizionò di fronte a quella tomba, fissandola per gli ultimi istanti.
-Li troverò. Troverò quel branco di Alpha e ti vendicherò, Erica-
Disse, e sentiva dentro di sé la determinazione a farlo. Lo avrebbe fatto anche al costo della sua stessa vita.
-Ciao, amica mia- disse fissando quella foto per l’ultima volta, prima di tornarsene a casa.
Emme's corner:
Come ho detto nell'introduzione, tutto è nato da quella foto.
Boh, non mi viene niente da scrivere.
Grazie se siete arrivati fin qui, davvero.
Mi piacerebbe leggere una vostra recensione.
Vorrei sapere che ne pensate di questa cosa che mi è saltata in mente.
Beh, speriamo solo che non accada una cosa del genere: mi ucciderebbero senza saperlo.
P.s. Avrei voluto mettere il titolo e la foto allineati a destra, ma sto combattendo con i codici html da mezz'ora e non ci sono riuscita.
Mi sono incavolata di brutto!
#Emme#