Sharpay
era seduta sullo sgabello del pianoforte. Aveva intenzione di comporre una
canzone per il musical di quell’anno, ma non aveva nessuna idea. Gli occhi
caramellati saettarono sull’annuario dell’anno precedente. Si morse il labbro
inferiore, ma poi sorrise. Appoggiò la penna sul tasto del Do e afferrò il
libro. Lo sfogliò, fino ad arrivare alla pagina che cercava. La sua classe. I
suoi occhi si fermarono su un ragazzo. Bello. Alcune parole cominciarono a
frullarle in testa, così mise l’annuario aperto sul leggio e si mise a scrivere
quelle parole sul foglio immacolato, appoggiata ai tasti bianchi del piano.
I'm about to lose control
Lanciò un altro
sguardo al ragazzo nella foto. Stringeva la vita della sua bella. Una
cheerleader dalla carnagione nivea, con sorridenti occhi azzurri e capelli
color del grano. Le lacrime spingevano per uscire dai suoi occhioni caramello,
ma lei sorrise e chinò di nuovo il capo sul foglio. Aveva bisogno di sfogarsi.
Sì, stava impazzendo, per quel maledetto ragazzo. Quello che era riuscito, pian
piano, a sciogliere la corazza di ghiaccio che le copriva il cuore da sempre.
Quello, sì, solo lui ci era riuscito. E adesso le faceva male, tanto male.
Riguardare quella foto era una pugnalata al cuore, ma lei ne aveva bisogno. Doveva
scrivere, sfogarsi, cantare.
I, I don't know why
Why you need some reason to feel lost inside
You, you know that I'm alright
You know that I'm just the kind of girl that feels so hurt and smiles
Un altro sguardo,
un’altra pugnalata, un altro sorriso. Si diede dell’autolesionista. Perché era
quello che era. Un’autolesionista, si piantava un coltello nel cuore ad ogni
sguardo. E nonostante il dolore lancinante, continuava a guardare quella
maledetta foto. Ma lei sapeva sopportare bene il dolore. Lui… lui lo sapeva
perfettamente che quello ad aver problemi era lui… sapeva perfettamente che lei
era perfetta, in tutto e per tutto. Non lo diceva lei, o almeno non solo lei.
Gliel’aveva ripetuto tante volte, ormai anche lei ci aveva creduto. Non era lei
quella ad avere problemi. Sapeva benissimo che lei era una di quelle ragazze
che potevano ferire o far sorridere. Lo sapeva. Sharpay sapeva fare del male, era la Regina. Ma pochi sapevano che con
un solo sorriso riusciva a squagliare un cuore. Pochi lo sapevano, perché si
fermavano alle apparenze. E le apparenze, spesso ingannano.
I don't use excuses
Don't ask why
It's just a breakdown
It happens all the time
So get out of my face
Don't even try
Ya wanna help me, just let me cry
Lui non provava nemmeno
ad aiutarla, non se ne curava. Sharpay voleva solamente che lui andasse via
dalla sua testa… voleva che il suo sorriso smagliante quanto false sparisse da
davanti ai suoi occhi. Non lo voleva più. Aveva sofferto. Un altro sguardo alla
fotografia. Si scorse vicino a suo fratello, che si abbracciavano e sorridevano
all’obiettivo. In quell’occasione, non se n’era accorta dell’abbraccio, due
gradini più in basso, del Wildcat e della cheerleader. Ma ora, seduta sullo
sgabello scomodo e con gli occhi appannati, se n’accorse anche troppo bene.
chinò di scatto la testa bionda e ricominciò a scrivere la sua canzone. Voleva
solamente urlare, piangere, sfogarsi sulla spalla di qualcuno che la capisse
veramente. Ma suo fratello non c’era. E l’unica altra persona, era quella che
la stava facendo impazzire ogni secondo di più. Si alzò all’improvviso. Si
diresse a passo deciso alla portafinestra e la spalancò, inondando la casa di
un gelo polare. Prese la coperta di lana sul divano e se la mise sulla schiena,
ricoprendosi un po’. Tornò al suo sgabello, un po’ rinsavita. Componeva meglio
col freddo.
Yeah I loved you all my life
You don't even know a thing I feel inside
No, by the look in my eye
That I'm just fine but I might need you to hold me tight
Lei lo aveva amato.
Sì, l’unico che era mai riuscito a fare una breccia nel suo cuore di ghiaccio.
Lui non poteva sapere quello che lei sentiva dentro. Tutti quei sentimenti che
la stavano facendo comporre, probabilmente, la canzone più bella che avesse
composto. No, come poteva saperlo, dato che non si parlavano più da quando era
stata scattata la foto di quarta? Non poteva saperlo e non l’avrebbe mai
saputo, perché di certo lei non aveva alcuna intenzione di farsi di nuovo male
e di umiliarsi ancora una volta.
I don't use excuses
Don't ask why
It's just a breakdown
It happens all the time
So get out of my face
Don't even try
Ya wanna help me, just let me cry
I don't use excuses
Don't ask why
It's just a breakdown
It happens all the time
So get out of my face
Don't even try
Ya wanna help me, just let me cry
Lei andava dritta al
sodo, senza passare dal Via. Otteneva quello che voleva. Non usava scuse per le
sue azioni, diceva semplicemente la verità. Non era raro infatti che dicesse
alle persone che calpestava: “Dovevo vincere” senza un battito di ciglia. Forse
era per quello che tutta la scuola la odiava. Ma lei cosa poteva farci, se non
aveva ricevuto tutto l’amore di cui aveva bisogno quando era piccola? Cosa
poteva farci se aveva ereditato il carattere freddo e impassibile di nonno
Evans?
I had a bad day, I'll cry if I want
to, cry if I want to, cry
I had a bad day, I'll cry if I want to, cry if I want to, cry
I had a bad day, I 'll cry if I want to, cry if I want to, cry
I had a bad day, I'll cry if I want to, cry if I want to, cry
Da quello
stramaledettissimo giorno aveva avuto solamente brutte giornate, sempre
rintanata in casa ad ascoltare la musica. Da quel giorno, il giorno in cui
hanno litigato furiosamente, quello. Avevano litigato, per una sciocchezza, una
di quelle cosa di cui si litiga con il proprio marito quando si è sposati da 20
o 30 anni. Loro avevano bruciato un po’ le tappe, urlandosi contro cose che i
loro orgogli non potevano sopportare. Si erano ritirati nelle proprie camere nell’
Hotel che ospitava tutta la scuola, e non si erano più parlati. Era una sfida
per tutti e due. Erano troppo orgogliosi per ammettere di aver sbagliato
entrambi. E tutti e due pensavano che fosse solamente colpa dell’altro. Non
avevano nessuna intenzione di andarsi incontro, ma questo lo sapevano entrambi.
Per questo aspettavano da un momento all’altro lo spalancarsi della porta di
casa.
Just let me.... cry
Just let me cry, I'm crying, I'm breaking down.........
I'm breaking down just let me cry
Sharpay voleva solo
stare tranquilla, riprendere a mangiare e a stare bene con se stessa, ma non ci
sarebbe riuscita finché non avesse fatto pace con lui. Ma non ci
riusciva, era troppo orgogliosa per abbassarsi a chiedere scusa. Lei era una
combattente e come tale, non si abbassava, mai. Ma quel dolore la stava
uccidendo. Lanciò uno sguardo all’annuario e finalmente, le lacrime le scesero
sulle guance. Lacrime di frustrazione, di rabbia, di dolore… lacrime di sfogo,
per sfogare tutta quella pressione che sentiva premerle sul petto. Non la
faceva respirare. Alzò la testa di scatto e si guardò attorno. si alzò
lentamente dallo sgabello, facendo il meno rumore possibile. Si posizionò in
piedi in mezzo al salone e prese un profondo respiro.
<<
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >> urlò,
scaricando tutta la frustrazione. Era buio. Nessuno avrebbe potuto sentirla,
suo fratello era uscito con Gabriella,
la sua ragazza, i suoi genitori erano in viaggio per lavoro. Lei era sola a
casa e questo la rallegrava non poco. Poteva fare quello che voleva, urlare,
cantare, ballare, scrivere… nessuno l’avrebbe disturbata. Si risedette sullo
sgabello come se niente fosse e scrisse le ultime frasi velocemente. Prese il
foglio e si diresse al balcone. L’aria fredda le invase le narici.
I don't use excuses
Don't ask why
It's just a breakdown
It happens all the time
So get out of my face
Don't even try
Ya wanna help me, just let me cry
I don't use excuses
Don't ask why
It's just a breakdown
It happens all the time
So get out of my face
Don't even try
Ya wanna help me, just let me cry
Cantò le ultime due
strofe con grinta, al vento che le soffiava sul viso, sferzandolo di piccoli
taglietti invisibili. Le guance bruciavano, le orecchie erano congelate, ma la
bocca non smetteva di muoversi e di cantare quelle parole, tanto sofferte
quanto amate. Aveva urlato. Ma a cosa era servito?
<< Diamine, tutto così complicato deve essere! Nonno è colpa tua! >> urlò, puntando l’indice inquisitore su una fotografia del nonno Evans. Alcune calde gocce salate le caddero dagli occhi caramello, ma le asciugò subito con rabbia. Aveva avuto il suo momento di debolezza, ora era il momento di essere forte e di far vedere di che pasta era fatta. Chiuse la finestra, prese il cappotto bianco e si infilò le scarpe da ginnastica, con il foglio sotto mano. Uscì di casa, premurandosi prima di prendere le chiavi. Corse per il vialetto brinato e spalancò il cancello. Ma un’ombra le si stagliò davanti all’improvviso e lei ci andò addosso, finendo con il sedere sulla ghiaia gelida. << Guarda dove vai! >> sibilò, rimettendosi in piedi. Solo in un secondo momento si accorse di chi aveva davanti. Un ragazzo bello, bellissimo, con gli occhi celesti e i capelli spettinati. Quel ragazzo. Il ragazzo da cui stava andando con tanta fretta. << Troy? >> chiese titubante, come se temesse di sbagliare risposta. Lui non rispose, solo la baciò con passione e la spinse all’indietro, sorprendendola. Ma appena si rese conto di quello che stava facendo… ricambiò il bacio, spingendolo a sua volta. Rimasero così, impalati a baciarsi sulla ghiaia e giocando a chi spingeva più forte l’altro. una lotta tra due leoni innamorati. La lotta tra due ragazzi, troppo orgogliosi, ma troppo innamorati per stare l’uno senza l’altra.
Shot demenziale, ma mi è venuta in mente ascoltando
questa canzone appunto. Just Let Me Cry, bellissimissima ve la consiglio da
ascoltare come sottofondo ^^ buh, che altro dire? Nulla, appunto ^_^ bacioni a
tutti!