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Autore: AgelessIce    07/06/2013    2 recensioni
SPOILER CAPITOLO 334
È un grido sordo, quello della maga.
Un suono soffocato, capace di dilaniare l’anima senza sfiorare i timpani.
Si diffonde nell’aria, raggiunge il cuore di chiunque nel raggio di miglia, ma, ancora, è un grido tremendamente silenzioso.
Tremendamente doloroso.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Lluvia, Lyon Bastia
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Bloody Rain.


È un grido sordo, quello della maga.
Un suono soffocato, capace di dilaniare l’anima senza sfiorare i timpani.

Si diffonde nell’aria, raggiunge il cuore di chiunque nel raggio di miglia, ma, ancora, è un grido tremendamente silenzioso.
Tremendamente doloroso.

E mentre la sua disperazione pregna l’aria circostante, oscura il cielo stesso, lei se ne sta lì, ferma.
Le mani a coprire le labbra ancora aperte, ancora intente a produrre un suono inesistente.
Gli occhi sbarrati, tremendamente simili a quelli di un giovane cerbiatto braccato ed accecato dalla luce, inondati da lacrime che lei nemmeno ha notato.

Non li sente, i passi veloci di Lyon, che si dirige verso di loro.
Non la sente, la voce sconvolta di Meldy, che si lascia sfuggire il suo nome a voce forse fin troppo alta.

Osserva il corpo straziato di Gray, che lento cade al suolo, completamente abbandonato. Come un normale corpo morto.
Il fisico asciutto tinto di vermiglio.
Un colore che non si addice a lui. Troppo caldo, troppo sbagliato.

In completo contrasto con la carnagione, che diventa sempre più chiara, sempre più bianca.
Velocemente, troppo velocemente, prende le sembianze di un semplicissimo cadavere, un corpo vuoto che non farà altro che marcire.

Solo in quel momento Lluvia realizza davvero.
Nonostante le lacrime abbiano cominciato a rigarle il volto immediatamente, senza che lei potesse impedirlo, lei realizza solo allora.
Strano, come il suo cuore abbia capito prima di lei. Come l’acqua che le è sempre stata fedele, come sola ed unica compagna, abbia compreso istantaneamente, cominciando ad inumidirle gli occhi.

Forse per proteggerla, pensa.
Per appanarle la vista. Per impedirle di osservare quella scena.

Guarda Gray e pensa che non sia giusto, che non debba andare così.
Perché doveva esserci lei, lì. Perché era il suo corpo che doveva tingersi di quel rosso cremisi tremendamente sgradevole.

E non solo perché il colpo era diretto a lei. Se anche fosse stato indirizzato a lui fin da subito, avrebbe dovuto salvarlo, farsi colpire al suo posto.
Invece si è distratta, ha abbassato la guardia, concentrata ad immaginare una dichiarazione che probabilmente non ci sarebbe nemmeno stata.

Voleva solo essere felice davvero per un istante, illudersi che finalmente i suoi sforzi avessero dato un risultato.

Una fantasia interrotta dalla voce di Lyon, che invocava il suo nome.
Dal corpo dell’uomo che ama che la spintonava. Che la salvava ancora una volta. Che moriva per lei.

Sbagliato, semplicemente sbagliato.
Si era ripromessa di proteggerlo.
Ed invece gli è costata la vita.

Se non ci fosse stata lei, se non si fosse distratta, se non lo avesse amato così disperatamente tanto, questo non sarebbe successo.

Perché lui è forte, è veloce. E Lluvia lo ama così tanto.

Lo avrebbe evitato, quell'attacco,  se non fosse stato per lei.
Lo sa benissimo questo.

“Gray, idiota!”

Punta gli occhi sull’uomo dai capelli argentei, che ha afferrato il moro per le spalle, sollevandolo appena da terra.
Solo per un istante, però.
Poi guarda di nuovo gli occhi vuoti e spenti dell’uomo che l’ha salvata, e prende la sua decisione.

Si tira in piedi, con dei gesti quasi meccanici, lasciando la testa libera di dondolare un paio di volte, prima di stabilizzarsi di lato, lo sguardo basso, gli occhi coperti dalla frangia.

“L-Lluvia?”

Si gira verso la ragazza che le  ha debolmente sfiorato la sua spalla, e quando questa ne incrocia gli occhi indietreggia istintivamente.
Ha una postura innaturale, in quel momento.
Non rigida e composta come suo solito. Non ne è capace.

È una posizione morbida, come quella di una bambola di pezza lanciata a terra e lasciata lì, in quella posa casuale.
E mentre le prime gocce d’acqua cominciano a bagnarle i capelli, ad inzupparle gli indumenti, lei sorride.

Un sorriso completamente malato.
Sadico, crudele e disperato assieme.

Gli occhi completamente asciutti, prima allegri e brillanti, ora appaiono dannatamente simili a quelli del cadavere che le è di fronte.
Solo per una nota di dolore, visibile chiaramente al di sotto di quel velo opaco che li oscura, si distinguono dagli occhi di un morto.
Poi scintillano quasi di follia, mentre lo scrosciare della pioggia aumenta d’intensità.
È fitta, violenta, come mai lo era stata.

La sua pioggia non è più deprimente come prima. È rabbiosa. Disperata. Ferita.
Perché tutte le sue emozioni sono riversate in quell’acqua, in quelle nuvole scure che hanno oscurato il cielo stesso. Che l’hanno privata della dolorosa vista del sole.

Lei avanza, con passi lenti e costanti, verso quei maledetti  draghetti.
Ignora i richiami degli amici. Il suo corpo diventa acqua quando questi cercano di afferrarla, per fermarla.

Come un automa, completamente inespressiva,  in una maniera decisamente inquietante, si prepara al suo attacco.
Perché vuole semplicemente lasciare che il suo sangue si mischi a quello dell’assassino del suo amato.
Vuole che i suoi abiti siano tinti dello stesso vermiglio che ricopre il corpo di Gray, quando lo seguirà.
 
 


Salve a tutti!
Lo so, ci sono già otto triliardi di fanfic su questo capitolo. Ma soffro tanto, quindi dovevo scrivere per forza T.T Anche se credo che alla fine Gray non muoia davvero, cioè, per forza. Probabile invece che sia Ul, a morire al suo posto >.<

 
 
  
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