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Autore: fullmetalQUEEN    24/12/2007    4 recensioni
E poi... le persone, nelle vie principali di Central City, affolla negozi. Non sa perchè. Sembra che sia divenuta moda scambiarsi regali, prima del nuovo anno. Chissà perchè poi. Riesce ad allontanarsi dalla finestra, scuotendo la testa e sorridendo allo stesso tempo. Alphonse è uscito da una decina di minuti, non sa dove sia andato. Per un attimo, il suo cade sul telefono nero poggiato sul comò, in quella camera d'albergo, e un'idea attraversa la sua mente: perchè no? Si avvicina, prende la cornetta di plastica nera, la solleva e...
Piccola fic dal clima Natalizio. Con la speranza che vi piaccia <3
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Your Call
Personaggi: Edward Elric, Alphonse Elric, Roy Mustang, Winry Rockbell
Genere: Comico, Generale
Disclaimer: Tutti i personaggi citati in questa storia, non sono miei: appartengono ad Hiromu Arakawa e alla sua opera Full Metal Alchemist. Non è una storia a scopo di lucro.

Your call

The best present you ever gave me


Quando arriva l'inverno, arriva il freddo. E con il freddo, certi fortunati momenti, arriva la neve. Ma sì, semplice acqua solidificata che riesce a sciogliere ogni cuore. Anche quelli di acciaio. Ti trovi a guardare fuori dalla finestra, a pensare alle persone a cui vuoi bene e senti un improvviso bisogno di sentirle, scambiare due parole con loro. Tanto per provare quel calore, che riesce a scaldarti anche nelle ultime giornate di dicembre.
E poi... le persone, nelle vie principali di Central City, affolla negozi. Non sa perchè. Sembra che sia divenuta moda scambiarsi regali, prima del nuovo anno. Chissà perchè poi. Riesce ad allontanarsi dalla finestra, scuotendo la testa e sorridendo allo stesso tempo. Alphonse è uscito da una decina di minuti, non sa dove sia andato. Per un attimo, il suo cade sul telefono nero poggiato sul comò, in quella camera d'albergo, e un'idea attraversa la sua mente: perchè no? Si avvicina, prende la cornetta di plastica nera, la solleva e...
«Nii-san!» l'esclamazione del fratello lo fa sobbalzare, mentre cerca di sistemare la cornetta con un fracasso infernale, ottenendo come risultato di legarsi con il filo telefonico. Alphonse lo guarda decisamente stranito, pensando forse che il fratello sia uscito di testa - e magari non ha poi così torto. «Nii-san?» chiede quindi, con tono incerto.
«Inciampato.» borbotta l'altro, mentre tenta di liberarsi da quella trappola infernale. Vano tentativo. «Si può sapere dove diavolo sei stato?» esclama quindi, cercando di distogliere l'attenzione dalla sua assurda posizione attuale.
«Sono andato a comprare dei regali per tutti, anche per te!» Edward, finalmente libero, guarda il fratello con aria scettica. Alphonse gli tende un pacchetto piuttosto grande, rettangolare e il Fullmetal, ormai incuriosito, non può che aprirlo. Quando apre anche la scatola di cartone, vi estrae il contenuto. Un paio di stivali in tutto e per tutto simili ai suoi. «Ho pensato che ti sarebbero piaciuti, visto che ne hai già un paio. Questi però hanno più zeppa, vedi?» ed indica la suola della calzatura.
«Grazie Al- EHI!» esclama, ma la sua solita sfuriata a quell'allusione alla sua altezza, viene ostacolato ancora dall'armatura, che si da una pacca sulla testa - pardon, elmo -, facendo rimbombare nella stanza un suono decisamente metallico. «Che c'è, ora?» chiede, scocciato di essere stato interrotto.
«Mi sono dimenticato il regalo per il tenente Havoc!» e, prima che il fratello gli dica di smettere di pensare a certe stupidaggini, ecco che Alphonse si è già dileguato nel nulla assoluto, lasciando dietro di sè solo la porta della camera d'albergo aperta. Edward, inveendo un pò contro tutti (ovvero chi si fa influenzare da qualsiasi moda, suo fratello per quella mania di essere buono con tutti, il tenente Havoc, perchè Al si era dimenticato il suo regalo e il suo superiore, il colonnello Roy Mustang, perchè gli andava), decise di fare un altro tentativo con la chiamata. Ed ecco, nuovamente si avvicina, guarda di sottecchi l'ambiente circostante, alza la cornetta, compone il numero, ma...
«Mister Elric!» Bada-pum! Il distinto signore sulla cinquantina, che ha tra le mani un foglietto bianco, lo trova sdraiato in terra, a faccia in giù, con il telefono sulla nuca. Ed ecco, quindi, che, preoccupato, esordisce in un: «Mister Elric?»
«Inciampato.» ripete, quasi disperato, Edward. Si rialza, strofinandosi il punto colpito dall'aggeggio moderno, sicuro che ne sortirà fuori un bernoccolo di quelli davvero grossi, mentre il sginore, che non è altri che il gestore dell'hotel, gli tende il foglietto.
«E' arrivata questa mattina una chiamata da una certa signorina Rockbell. Dice che, se vuole chiamarla, la può trovare a quel numero.» ed indica il foglio. Edward legge il numero in questione, credendo forse che si tratti di quello del signor Garfiel, ma non lo riconosce. Ringrazia il signore e studia il numero. Che sia una richiesta d'aiuto? Un S.O.S. in codice? Rabbrividisce, al pensiero che la sua amica si possa trovare in pericolo. C'è un solo modo per conoscere la risposta: provare a chiamare quel numero. Ed ecco che di nuovo, si avvicina alla cornetta, ma poi ci ripensa e apre la porta, affacciandosi sul corridoio, per assicurarsi che nessuno stia arrivando. Rassicurato nel trovarlo vuoto, chiude in fretta la porta e si avvicina al telefono, componendo in fretta il numero. Talmente in fretta che sbaglia i tasti e...
«Pronto?» ma non lascia il tempo di rispondere, dall'altra parte del telefono «Sono io, Edward! Stai bene, vero? Non hai bisogno di qualcosa in particolare, no?» Alla cornetta, tutto tace. Edward inarca le sopracciglia, improvvisamente preoccupato, prima che la voce dall'altro capo della linea lo rassicuri.
«In effetti, Fullmetal, avrei proprio bisogno di un massaggio rilassante alle spalle» gli risponde, la voce saccente di Roy Mustang, che sta trattenendo a stento le risate. «Se questo può tranquillizzare il tuo animo, puoi venire pure, eh!» Edward sbatte la cornetta sul ricevitore, ansimante e rosso di rabbia. Ma più!, si promette, mentre getta fuori dalla finestra il telefono nero e chiude velocemente la finestra. Ride, al pensiero del misfatto appena commesso, prima che la sua perfida gioia venga troncata di netto dal ritorno del fratello che, oltre alle varie buste e pacchettini, porta tra le mani anche l'apparecchio che è appena caduto giù dal secondo piano.
«Guarda, fratellone! Qualche sciagurato ha gettato un telefono dell'albergo dalla finestra! Fortuna che l'ho trovato io, così l'ho trasmutato di nuovo e-» ma si accorge che il telefono manca proprio in camera loro. «Nii-san?» Oh-oh. Quello sguardo non mi dice niente di buono, pensa Edward, che di fatto dopo pochi secondi si ritrova nel bel mezzo di una scenata nel fratello, mentre si sente osservato e deriso dall'apparecchio telefonico nero, appostato nuovamente sul comò. Ma gliela farà pagare, a quell'arnese. Nessuno può prendersi gioco di Edward Elric, neanche un telefono! Mentre sta escogitando il più diabolico dei piani, che prevedevano una trasmutazione alchemica a livello monumentale di una sua statua nel bel mezzo di Central City, alta due metri e più, un paio di alette meccaniche ai lati della cornetta che le permettessero di volare liberamente, prima di finire accidentalmente calpestata dalla rappresentazione della sua persona. «E ora, chiama Winry!» gli intima Alphonse, puntandogli un dito contro con aria minacciosa.
«C-cosa?» balbetta Edward, riportato sulla terra - mentre ancora si immagina lui, esultante, ridere del telefono ammaccato sull'asfalto, mentre tutti lo applaudiscono - da quell'ordine. Al gli mette la cornetta tra le mani e compone il numero scritto sul foglio, al posto suo. A quel punto, quando oramai è troppo tardi per riattaccare, visto che già la linea risulta libera, sentono una strana musica provenire dall'esterno, prima che la porta si spalanchi nuovamente e riveli Winry, con in mano uno strano arnese, da cui proviene la musica.
«Winry? Ma che diavolo ci fai qui?» esclama l'alchimista d'acciaio, strabuzzando gli occhi, mentre Winry gli sorride, indicando prima il telefono nero sul comò e poi l'aggeggio che lei tiene tra le mani. il Fullmetal non capisce, finchè Winry non gli prende la cornetta dalle mani e la posiziona sul ricevitore; subito, la musica si arresta. Edward deglutisce, prima che la ragazza scoppi a ridere. Non un altro infernale telefono!
«Anche tu, alla fine, mi hai fatto un regalo!»







Note dell'autrice: come poteva mancare un ficcina di Natale? Mi sono arrangiata, comunque, visto che il Natale nel mondo di FMA non esiste. Spero che vi abbia fatto sorridere, un pochino: io, in prima persona, mi sono divertita molto a scriverla! Grazie a tutti coloro che hanno commentato Il mio presente, penso che a breve risponderò ai vostri gentili commenti, quindi tenetela d'occhio, se vi interessa! ;) Bacio, fmQ.
  
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